Cosa vedere a Matera: guida alla città dei Sassi

Potrete guardare centinaia di foto e leggere decine di guide, ma non ci sarà nessuna immagine e nessuna descrizione così realistica da evitarvi di spalancare la bocca e pronunciare un grande Wow! quando i famosi Sassi appariranno davanti a voi da uno dei punti panoramici della città. Questo almeno è quanto è capitato a me e auguro che la stessa cosa succeda a voi, perché trovarsi di fronte a Matera è uno spettacolo unico.

Non temete, quindi, di perdere la meraviglia che susciterà la vista di questo luogo unico al mondo, leggendo questa guida che ho cercato di realizzare per mettere in fila le cose che si possono vedere a Matera.

A prima vista, infatti, vi potrebbe prendere un po’ di sconforto: la conformazione di Matera è talmente strana che il rischio è quello di non capire da che parte cominciare a visitarla e cosa vedere in città. Anche le mappe riescono a dare un aiuto soltanto parziale. Procuratevi però assolutamente quella messa a disposizione dall’ufficio turistico, perché è fatta piuttosto bene, traccia alcuni itinerari principali che vi consiglio di seguire per cominciare ad orientarvi e indica i punti panoramici imperdibili.

Vediamo allora cosa vedere a Matera in questa mini-guida per cercare di godersi al massimo la città dei Sassi.

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LA STORIA DI MATERA

Vale la pena conoscere la storia e l’evoluzione della città per provare a comprenderne lo spirito e riuscire a immergersi nell’atmosfera che emana questo luogo.

Il sito su cui sorge Matera è uno dei più antichi del mondo, abitato fin dalla Preistoria. Nate come semplici grotte, le abitazioni un po’ alla volta diventarono vere e proprie case, con un sistema di canali per l’acqua e la fognatura. Dal 1663 al 1806 Matera divenne il capoluogo della Basilicata. Tra l’Ottocento e la metà del Novecento la popolazione crebbe a dismisura e cominciò a occupare anche le grotte un tempo destinate a ricovero di animali. Le condizioni abitative precipitarono rapidamente, il tasso di mortalità infantile arrivò a percentuali tragiche, la malaria decimava la popolazione, ma nessuno sembrava interessarsi alla situazione di Matera e dei suoi abitanti. La situazione cominciò a cambiare grazie a Carlo Levi, scrittore, medico e intellettuale che nel suo noto Cristo si è fermato a Eboli denunciò le condizioni di vita dei contadini della Basilicata, paragonando i Sassi a un girone dantesco. Matera divenne così “la vergogna d’Italia”.

Con la Legge speciale 619 del 1952, circa 15.000 persone furono costrette ad abbondare i Sassi e le aperture di molte case vennero murate. La maggior parte della popolazione scelse di cedere la propria casa in cambio di un’abitazione pubblica. Nei decenni seguenti la vita dei materani si svolse al di fuori del nucleo urbano e le conche finirono nel dimenticatoio.

La vita di Matera comincia a cambiare quando nel 1993 diventa Patrimonio dell’Umanità Unesco e un’ulteriore svolta positiva avviene nel 2014, con la designazione a Capitale europea della Cultura per il 2019, insieme a Plovdiv in Bulgaria.

Quando visiterete la città, noterete senza dubbio i tanti cantieri aperti per ristrutturare la maggior parte degli edifici in città, una cosa davvero positiva e che, senza gli importanti riconoscimenti, Matera non avrebbe mai potuto avviare. Camminando lungo le strade acciottolate, ammirando le case riportate a nuova vita e trasformate in b&b, gallerie d’arte, ristoranti, non posso fare a meno di provare soltanto a immaginare cosa doveva essere questo posto negli anni ’50 e quanto sarebbe stato facile che questo patrimonio andasse disperso. Per fortuna non è andata così e oggi abbiamo la possibilità di poterci stupire e rimanere a bocca spalancata davanti a quello che Matera ha saputo diventare. Sulla piazza principale, una semplice statua in bronzo ricorda il contadino lucano. Anche oggi, che le cose sembrano aver preso il verso giusto, è importante ricordare le proprie radici.

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LE 4 ZONE DEL CENTRO D MATERA

Il centro storico di Matera ha un po’ la forma di una lama ed è delimitato a ovest dalla via Lucana e a est dalla Gravina con l’omonimo torrente. In mezzo c’è una striscia pianeggiante che degrada verso la Gravina e forma le conche dei due Sassi, separati da una sorta di sperone di roccia. Tutto questo lo capirete dopo che avrete girato per un po’, salendo e scendendo scalette e cercando di capire dove portano le diverse strade.

Per cominciare a orientarvi nella visita alla città, è importante sapere quali sono le quattro grandi zone da visitare:

1. SASSO BARISANO: è probabilmente la prima conca che vedrete e forse la più scenografica. Quando siete su piazza Vittorio Veneto, dirigetevi verso la loggia: da qui vedrete un incredibile panorama sul Sasso Barisano. Per scendere e cominciare a percorrere i suoi vicoli, occorre andare nel mezzo della piazza e imboccare le scalette che conducono agli Ipogei, circondati da una ringhiera. Da qui l’effetto è stupefacente: sembra davvero di scendere sotto terra e invece là sotto si apre una città intera! Le indicazioni turistiche vi aiuteranno a imboccare Via Fiorentini, ideale per introdursi nel Sasso più ampio e cominciare ad ammirare le casette di pietra trasformate in ristoranti e gallerie d’arte. Se proseguite lungo questa via, facilmente riconoscibile perché è una delle più ampie, vi troverete davanti a un’ampia scalinata in salita che conduce fino al Monastero di Sant’Agostino. Da qui ritornate sui vostri passi e imboccate una strada in salita verso la Chiesa di San Pietro Barisano. Continuando verso ovest sbucherete dopo pochi passi al livello superiore fino ad arrivare a piazza San Giovanni Battista con la bella chiesa omonima e da lì di nuovo su piazza Vittorio Veneto. Ovviamente, quando avrete preso un po’ di dimestichezza con il Sasso Barisano, potrete divertirvi a esplorare i suoi svariati vicoli, salendo e scendendo scale e scalette.

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2. SASSO CAVEOSO: è il quartiere più antico e secondo me il più suggestivo, perché qui ci si avvicina alla civiltà rupestre. La via più semplice per raggiungere il Sasso Caveoso da piazza Vittorio Veneto è imboccare sulla destra via del Corso e percorrerla fino in fondo, proseguendo su via Ridola. Superato palazzo Lanfranchi sulla destra, ci sono alcune scalette che permettono di scendere verso il Sasso Caveoso. Si può percorrere la via principale, su cui si affacciano numerosi negozi fino a piazza San Pietro Caveoso, il centro del quartiere con l’omonima chiesa, ma prima di arrivare fino a qui è consigliabile girare a destra verso la metà della strada principale per raggiungere la Chiesa di Santa Lucia alle Malve e soprattutto uno straordinario punto panoramico sulla Gravina. Tornando indietro, c’è un’altra deviazione sulla destra prima di arrivare alla piazza assolutamente imperdibile: è quella che risale la scalinata che conduce alla Chiesa della Madonna de Idris, senza dubbio la più suggestiva della città, inglobata all’interno del Monte Errone che si affaccia sul Sasso Caveoso. Anche dal sagrato della chiesa il panorama è splendido. Arrivate quindi sulla bella piazza di San Pietro Caveoso su cui si affaccia l’unica chiesa non scavata nel tufo e proseguite la passeggiata lungo la strada che procede leggermente in salita e che si affaccia sula Gravina. Dalla zona del parcheggio si possono poi imboccare alcune scale e facilmente raggiungere la zona del Duomo.

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3. LA CIVITA: è quella sorta di sperone che sorge tra i due Sassi, riconoscibile soprattutto per la presenza del duomo. Da piazza Vittorio Veneto si può raggiungere con una bella passeggiata imboccando via delle Becchelle, la parallela a sinistra di via del Corso. Questa è la strada delle gelaterie, delle caffetterie e dei negozi della Matera più moderna. Sulla sinistra si apriranno archi e balconate sul Sasso Barisano, mentre sulla destra, circa a metà strada, c’è una bela piazzetta dominata dal Palazzo del Sedile, che oggi ospita il Conservatorio. Proseguendo lungo la strada principale si giunge alla Cattedrale che domina la città con il suo campanile alto 54 metri, che rappresenta un facile punto di orientamento durante la visita alla città. Alle spalle del duomo, alcuni vincoli conducono al Musma, il Museo della Scultura Contemporanea e a Casa Noha, un edificio acquistato dal Fai dove si può vedere un filmato sulla storia dei Sassi di Matera.

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4. IL PIANO: è la zona della città barocca e ottocentesca il cui cuore è rappresentato da quella Piazza Vittorio Veneto da cui tradizionalmente inizia la visita del centro storico. La piazza è sempre animata, qui si trova l’ufficio turistico ma qui si riuniscono anche gli abitanti la mattina o al crepuscolo. Sulla sinistra è facile essere attratti dalla bella facciata arancione del Palazzo dell’Annunziata che oggi ospita la Biblioteca. Sotto la piazza si trova il cosiddetto Palombaro Lungo, un’enorme cisterna realizzata nel 1846 come riserva idrica pubblica. Cominciando a percorrere via del Corso sulla sinistra si giunge alla Chiesa di San Francesco con l’imponente facciata tardo-barocca, mentre subito dopo l’albergo Italia, c’è la Chiesa del Purgatorio, famosa per i teschi e gli scheletri presenti sul suo portale e sulla facciata. Si percorre quindi la bella via Ridola su cui si affaccia sulla destra il Museo Archeologico, mentre in fondo l’elegante Palazzo Lanfranchi ospita il Museo di Arte Medievale e Moderna. Se da piazza Vittorio Veneto si procede verso sinistra si nota l’originale Chiesa di San Domenico con un bellissimo portale scolpito, mentre subito dopo si arriva alla romanica ed elegante Chiesa di San Giovanni Battista.

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GLI 8 PUNTI PANORAMICI IMPERDIBILI

Impazzirete per il numero di scorci suggestivi che questa città sa regalare e non vi stancherete mai di cercarne di nuovi. Ce ne sono 8 che io ho amato molto e che non potete assolutamente perdere. Ecco quali sono:

1. Sotto la Loggia in piazza Vittorio Veneto: è probabilmente il primo che vedrete, perché la piazza è il luogo ideale per cominciare la visita alla città. Ed è anche uno dei più tipici, con il Duomo sullo sfondo e ai vostri piedi il Sasso Barisano.

2. Dalla terrazza sulla sinistra di palazzo Lanfranchi, poco prima di scendere verso il Sasso Caveoso. Qui è assolutamente indispensabile venire al tramonto, ma anche al mattino la luce è splendida.

3. Dal sagrato della Chiesa della Madonna de Idris: una straordinaria vista a 180 gradi sul Sasso Caveoso dalla terrazza formata di fronte all’entrata della chiesa sullo sperone del Monte Errone.

4. Dall’affaccio di fronte alla Chiesa di Santa Lucia alle Malve: il punto migliore per osservare la punta del Sasso Caveoso proteso sopra Gravina.

5. Dal parcheggio che si raggiunge proseguendo verso ovest dopo piazza San Pietro Caveoso: anche questo è un punto straordinario per ammirare la Gravina.

6. Dalla piazza del Duomo: uno dei più bei panorami sul Sasso Barisano. Suggestivo al tramonto, ma c’è una bellissima luce anche al mattino presto.

7. Dal Monastero di Sant’Agostino: il più bel panorama sulla Civita e il Sasso Barisano.

8. Dal sagrato della Chiesa di San Pietro Barisano: una bella vista ravvicinata sul Duomo e su pate del Sasso Barisano.

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LE CHIESE RUPESTRI

I Sassi sono disseminati di oltre 150 chiese rupestri e trovarle tutte è ovviamente impossibile. Molte sono chiuse, di alcune si scorge a malapena la facciata, alcune probabilmente non esistono nemmeno più. Le più importanti e meglio conservate sono aperte al pubblico con il pagamento di un modesto biglietto d’ingresso, anche se l’orario di visita non è molto ampio. Per visitarle ci vuole quindi tempo e tutto dipende da quanti giorni riuscirete a trascorrere a Matera.

Le più importanti e accessibili chiese scavate nella pietra sono 3:

Madonna de Idris (o delle acque) e e San Giovanni in Monterrone: in pratica sono due chiese in una ed è senza dubbio il sito più suggestivo, inserito nella roccia che si staglia sul Sasso Caveoso. Alla seconda chiesa si accede dalla porta a sinistra dell’altare. Questa chiesa ospita affreschi realizzati tra il XII e il XVII secolo. Ironia della sorte, sono rimasta imprigionata in questa chiesa per oltre un’ora a causa di una bufera d’acqua che si è scatenata su Matera dopo due mesi di assenza di pioggia.

San Pietro Barisano: si trova nel Sasso Barisano e al suo interno vengono spesso allestite mostre d’arte. Si tratta della chiesa rupestre più grande, ma probabilmente è anche la meno suggestiva. Era ricca di opere d’arte, che però vennero abbandonate e rubate durante gli anni in cui i Sassi furono lasciati in stato di abbandono. Il vero motivo di interesse in realtà sono i sotterranei, con la cripta e l’ossario.

Santa Lucia alle Malve: si trova nel rione Casalnuovo del Sasso Caveoso. Questa era la chiesa delle monache benedettine che nel 1200 vivevano nell’annesso monastero. Gli affreschi risalgono al XII secolo. Ha tre navate, di cui due fino al 1960 erano abitate, mentre soltanto quella di destra ha continuato ad essere sempre un luogo sacro.

 

Se avete ancora tempo e non siete stanchi (io purtroppo non ce l’ho fatta) ci sono altri due edifici sacri che meritano una visita. Il primo è il Convincinio di Sant’Antonio, che si trova a una delle estremità del Sasso Caveoso, in fondo al Rione Castelnuovo: è un complesso di quattro cripte rupestri comunicanti che si affacciano su un cortile e che sono dedicate a Sant’Antonio, San Donato, Sant’Eligio e San Primo. Il secondo luogo da visitare è quello costituito dal complesso monastico della Madonna della Virtù e di San Nicola dei Greci, che si trovano ai margini della Civita, verso la fine del Sasso Barisano, di fronte ala Gravina: è composto da decine di grotte distribuite su più livelli, con luoghi sacri e ipogei residenziali. In questo luogo si svolgono anche mostre di scultura contemporanea.

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Insomma, se non lo avete ancora fatto, visitate Matera e lasciate trasportarvi dalla sua magia e dalla sua storia travagliata che sembra aver avuto un lieto fine. 

Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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