Prima volta a Bangkok, cosa vedere in tre giorni

Il primo approccio con una megalopoli da 10 milioni di abitanti può essere spaesante.

Di solito si dice che Bangkok si ama o si odia, anche se a me pare impossibile poter non amare una città così folle, in cui l’incontro e lo scontro tra tradizione e modernità è talmente elevato da lasciare a bocca aperta a ogni passo.

Resta sicuramente lo spaesamento e l’indecisione su come organizzare la visita di un luogo dove non basterebbe un mese per cominciare appena a comprendere almeno un po’. Tanto più che a Bangkok non esiste un centro vero e proprio: come tutte le megalopoli, anche Bangkok è una città policentrica, con diversi punti di interesse sparsi in tutta la città, in cui è facile perdere l’orientamento.

Per provare a dare una mano a chi vuole andare a Bangkok, vi racconto come ho organizzato la mia visita la prima volta a Bangkok e cosa vedere quando si hanno soltanto tre giorni. Anche con poco tempo a disposizione, infatti, secondo me è possibile vedere molte cose e cominciare ad apprezzare lo spirito di questa città pazzesca, tra mercati tradizionali, grattacieli e templi dorati buddisti.

L'ISOLA REALE DI RATANAKOSIN

La visita a Bangkok non può che partire da Ratanakosin, l’isola reale, il nucleo storico della città, dove si trovano alcuni dei palazzi e dei monumenti più importanti e famosi.

Ratanakosin si trova sulla sponda orientale del Chao Phraya, dove sono ubicati i monumenti più importanti della città. Quest’area venne realizzata da Rama I nel 1782, che possiamo considerare l’anno di fondazione dell’antica Bangkok, dopo il saccheggio di Ayutthaya, di cui questa zona imita la pianta e la struttura architettonica.

Questa è sicuramene una zona turistica molto importante ma, a parte i monumenti e i palazzi che vi elencherò qui di seguito, noterete che non c’è molto altro. Negli anni, infatti, Bangkok è stata ampliata verso est, lontano dal fiume, tanto che oggi l’isola reale si trova a più di 5 chilometri di distanza dal centro commerciale della città.

Gran Palazzo Reale

Al centro dell’isola reale si può ammirare il Gran Palazzo Reale fronteggiato da un grande spiazzo, il Sanam Luang. Ve lo dico subito: rassegnatevi. Qui la folla è tanta, davvero tanta. A volte diventa difficile muoversi, tanto più scattare le foto che vorreste. D’altra parte, il palazzo reale di Bangkok è una delle cose più belle e scenografiche che io abbia mai visto. E vale assolutamente la visita. Dunque, portate pazienza e cercate di organizzarvi con i dovuti tempi, anche perché le cose da vedere sono tante, soprattutto se vi piace soffermarvi sui dettagli dei vari edifici.

Inaugurato nel 1785, il palazzo reale sancì la fondazione della capitale e la rinascita della Thailandia dopo l’invasione birmana. Il complesso del palazzo è ospitato su quasi 25 ettari, visto che tutti i sovrani hanno voluto lasciare il segno. Di tutte le strutture del complesso, che a prima vista sembrano disposte in modo caotico, è aperta al pubblico soltanto il Wat Phra Kaeo, il tempio reale.

L’unico ingresso al complesso, su oltre due chilometri di mura merlate, è la Porta della Gloriosa Vittoria al centro del lato nord, su Thanon Na Phra Lan. Al di là dell’ingresso ci si imbatte negli yaksha, i demoni del Ramayana, che attireranno subito la vostra attenzione sia per l’altezza (sei metri) sia per la forma bizzarra e i colori sgargianti. I dipinti murali del Ramayana, che si estendono per oltre un chilometro nei portici interni delle mura del wat sono molto interessanti e meriterebbero molto più tempo di quello che solitamente si riesce a dedicare loro: illustrano la storia del trionfo del bene sul male e utilizzano i vivaci edifici del tempio come sfondo. Si tratta di ben 178 tavole etichettate e numerate in lingua thai.

Accanto all’ingresso del bot del Wat Phra Kaeo, di cui vi parlo più avanti, all’angolo sud-est del sagrato. C’è la Cappella del Buddha di Gandhara. Sul lato nord del bot, invece, l’estremità est della terrazza superiore è occupata dal Prasat Phra Thep Bidorn, noto come Pantheon reale, che presenta una mescolanza di stili molto appariscente. Da qui si gode una gran bella vista ed è uno dei posti migliori per ammirare verso nord il mausoleo reale, il viharn delle porcellane e la biblioteca, mentre sul lato est c’è una fila di otto prang a forma di pallottola, di colore diverso l’uno dall’altro.

Al centro della terrazza sorge il Phra Mondop, un tempietto ricoperto di mosaici in vetro verde scuro, eretto da Rama I per custodire il testo sacro buddista. Sul lato nord del mondop c’è un modellino in scala dell’Angkor Wat cambogiano, commissionato da Rama IV (è una costruzione che distinguerete subito rispetto alle altre e vi aiuterà anche a trovare l’orientamento nel complesso di templi e tempietti che costituiscono questa incredibile struttura. All’estremità ovest della terrazza noterete subito il chedi dorato di Phra Si Ratana che Rama IV fece costruire a imitazione del famoso chedi a forma di campana di Ayutthaya per conservare lo sterno di Buddha.

L’area del palazzo reale è davvero enorme e gli edifici del palazzo vero e proprio si trovano imboccando l’uscita sud-ovest del Wat Phra Kaeo dove si trova una vasta aerea occupata da palazzi e da giardini. al momento della mia visita era in parte in restauro e nessun edificio era aperto al pubblico. È comunque interessante una rapida passeggiata qui per ammirare la magnificenza di questo complesso, sicuramente tra i più spettacolari della Thailandia e non solo.

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Wat Phra Kaeo

Il Wat Phra Kaeo, lo spettacolare tempio reale, è il tempio buddista più sacro del Paese che ospita la raffigurazione più venerata del Buddha, ovvero il Buddha di Smeraldo. Venne costruito come palazzo reale privato e occupa l’angolo nord-est del Gran Palazzo Reale. È l’unica struttura accessibile al pubblico all’interno del palazzo e c’è sempre una lunga fila di persone: il mio consiglio quindi è di cominciare la visita da qui e dedicare il resto del tempo ad esplorare il resto del complesso. All’interno del Wat Phra Kaeo è vietatissimo scattare foto.

Il bot, l’edificio principale del tempio, è una delle poche strutture originarie del Wat Phra Kaeo. Otto pietre segnano il limite della zona sacra intorno al bot. Le pareti luccicano di vetro dorato e colorato e sono sorrette da 112 garuda (uomini-uccello) d’oro che reggono dei naga (serpenti). Dei tre portali, quello centrale è riservato al re. All’interno, un piedistallo alto nove metri sostiene il piccolo Buddha di Smeraldo, una statuetta di giadeite alta 60 centimetri, che ancora oggi attira pellegrini da tutto il Paese. Il Buddha di smeraldo ha tre costumi, uno per ogni stagione.

Wat Pho

Alle spalle del complesso del palazzo reale, con una breve passeggiata si raggiunge il Wat Pho, precedente alla fondazione della capitale e ingrandito dai successori di Rama I. La maggior parte dei turisti entra dall’entrata nord fermandosi solo ad ammirare il colossale Buddha disteso, ma l’ingresso principale su Soi Chetuphon vi può fare evitare la folla.

Il Wat Pho è il più antico tempio di Bangkok, costruito prima ancora della capitale thailandese. Rama I lo ingrandì nel 1801 e ne cambiò il nome in Wat Phra Chetuphon. Nel 1832 subì ancora cambiamenti perché Rama III costruì la cappella del Buddha disteso e trasformò il tempio in un centro culturale pubblico.

Questo tempio viene definito la prima università della Thailandia e ancora oggi qui si pratica e si insegna la medicina tradizionale, in particolare il massaggio thailandese.

Il Wat Pho è formato da due cortili, orientale e occidentale e, a seconda della porta d’ingresso usata, visiterete prima uno e poi l’altro.

Il cortile occidentale è quello che ospita, nell’angolo nord-ovest, la cappella del Buddha disteso, una delle attrazioni più famose di Bangkok. La statua di Buddha è lunga 45 metri, è fatta di mattoni rivestiti in gesso e poi dorata e raffigura il Buddha che entra nel nirvana. La cappella è di poco più grande della statua e dunque non è semplice osservarla nella sua totalità. Fate attenzione alle piante dei piedi del Buddha: sono nere e intarsiate di madreperla, con un motivo che riproduce i 108 lakshana, i segni propizi che contraddistinguono il vero Buddha.

Nel cortile occidentale si trovano ben 99 chedi, di cui quattro particolarmente grandi che non avrete difficoltà a individuare, non soltanto per l’altezza ma anche per il rivestimento di piastrelle. Il più antico è quello centrale, voluto da Rama I per custodire la statua più sacra del Buddha di Ayutthaya. Rama III fece costruire il chedi a nord per le ceneri di Rama II e quello a sud per le sue stesse ceneri. Infine Rama IV fece costruire il quarto chedi riconoscibile dalle piastrelle blu intenso.

Al cortile orientale si accede tramite una delle 16 porte monumentali distribuite intorno al complesso principale, sovrastate da giganti di pietra, molti dei quali raffigurano caricature di personaggi occidentali con cappelli a cilindro. Qui si trovano una serie di cortili a raggiera che conducono al bot con la sala principale al centro del cortile. All’interno del bot si trova un grande altare con una statua di Buddha contenente i resti di Rama I, incorniciata da dieci statue di discepoli.

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BANGLAMPHU

Banglamphu è il quartiere a nord di Ratanakosin e qui si viene soprattutto per immergersi nell’atmosfera di Thanon Khao San, una strada costruita sopra un canale nel 1892 e che oggi riassume tutto quello che può essere attraente per I turisti: dalle pensioni economiche prese d’assalto dai backpacker al cibo di strada alle bancarelle di souvenir, fino alla musica dal volume a palla.

Sono molti in effetti quelli che decidono di alloggiare qui, visto che la zona è frequentata da numerosi occidentali. In ogni caso, anche chi non ama le aree di questo tipo può venire a dare uno sguardo almeno una sera o, meglio ancora, nel tardo pomeriggio, quando la strada si anima senza però che ci sia troppa confusione.

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L’ALTALENA GIGANTE E IL WAT SUTHAT

Lungo Thanon Bamrung Muang, una strada che in passato era un sentiero di elefanti e che cento anni fa è diventata una delle prime vie pavimentate di Bangkok si trovano due monumenti che vale la pena vedere: il Sao Ching Cha, l’Altalena gigante e il Wat Suthat, uno dei templi più importanti della Thailandia.

È interessante percorrere questa strada a piedi anche per osservare i negozi di articoli buddisti che si susseguono l’uno dopo l’altro: dagli altarini agli ombrelli, fino alle statue di buddha alte due metri e avvolte nella plastica trasparente, qui si trova ogni sorta di articolo religioso. Ci sono anche i set da dona re ai monaci, che di solito contengono beni di prima necessità come sapone, carta igienica, candele e incenso.

Sao Ching Cha

L’Altalena gigante, Sao Ching Cha, è formata da due pali di tek dipinto di rosso alti 25 metri. Questa bizzarra struttura in passato era il punto centrale di una cerimonia bramana in onore del dio indù Shiva in terra. Durante questa cerimonia squadre di giovani gareggiavano tra di loro dondolandosi da questa altalena gigante per afferrare con i denti una borsa piena d’oro.

La leggenda vuole che a Shiva e sua moglie Una fosse proibito dondolarsi in paradiso altrimenti avrebbero causato alluvioni sulla terra. Shiva però chiese che quel movimento continuare per assicurare piogge utili per il raccolto. Come si può ben immaginare, la cerimonia era molto pericolosa e gli incidenti così gravi e frequenti che questa pratica venne bandita negli anni Trenta del XX secolo.

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Wat Suthat

È uno dei templi più importanti della Tahilandia: costruito all’inizio dell’Ottocento, ospita la statua di otto metri del Phra Sakyamuni Buddha in meditazione che si dice risalga al 1361 e venne trasportata fin qui via acqua da Sukotai. La statua oggi siede su un piedistallo di mosaico, contiene le ceneri di Rama VIII circondato da dipinti murali che illustrano le ultime 24 vite di Buddha.

Nelle gallerie intorno ci sono 156 statue di Buddha in pose serene che fanno un interessante contrasto con le statue cinesi sparse nel cortile del tempio. Molte di esse arrivarono come zavorre sulle barche che trasportavano riuso durante il regno di Rama I.

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LA COLLINA DORATA E IL WAT RAJNADDA

Loha Prasat e Wat Rajnadda

(Wat Ratchanatdaram Worawihan)

Il Loha Prasat è uno degli edifici religiosi più originali di Bangkok, se non altro per la struttura dell’edificio, molto diversa rispetto a quella dei templi tradizionali. In sostanza è un palazzo a più ordini, simile a un castello e viene chiamato anche “monastero di ferro” per via delle 37 spire metalliche che rappresentano le 37 virtù necessarie per raggiungere l’illuminazione. A ogni piano alcune targhe descrivono le diverse virtù. All’interno di ogni ordine ci sono poi 15 passaggi in direzione nord-sud ed est-ovest, con cellette di meditazione ad ogni intersezione.

Il Wat Rainadda si trova a fianco del Loha Prasat tanto da costituire un unico complesso ed è un Centro buddista. Qui c’è anche un piccolo bar dove si può bere o mangiare qualcosa. È molto probabile che troverete anche qualche monaco in pausa.

Accanto al tempio, dall’altro lato della strada, c’è il più grande mercato di amuleti di Bangkok, dove vale assolutamente la pena fare almeno una passeggiata, anche senza acquistare nulla. Troverete gli oggetti più incredibili: dalle tradizionali statuette di Buddha di ogni misura e dimensione ai falli di legno intagliato, a svariate statue di divinità indù, fino a cd di musica sacra., filtri d’amore e ogni genere di amuleto di piccole o grandi dimensioni.

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Wat Saket e la Collina Dorata

Lo vedrete facilmente di notte, illuminato e svettante in cima alla collina: il Weti Saket è un chedi dorato della fine del XVIII secolo e si trova in cima alla struttura nota come Collina Dorata, o Phu Khao Tong, che si è formata dal cumulo di macerie di grande chedi fatto costruire da Rama III su un terreno troppo morbido. Visto però che, in base alla legge buddista, nessun edificio religioso, nemmeno in rovina, può essere distrutto, cinquant’anni dopo Rama V vi fece costruire sopra un chedi più piccolo, che doveva ospitare qualche reliquia di denti del Buddha provenienti dall’India, dono del governo britannico.

Oggi la collina ospita arbusti, piante di vario tipo, lapidi funerarie, statue. Si raggiunge la terrazza del chedi salendo una scala a chiocciola, lungo la quale si possono ammirare gli oggetti e le piante che abbelliscono la struttura. Dalla terrazza il panorama è splendido e permette di farsi una prima idea della zona storica di Bangkok.

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WAT ARUN E IL QUARTIERE THONBURI

Anche se avete pochi giorni da trascorrere a Bangkok, almeno un salto sulla sponda ovest del fiume è d’obbligo. Qui si trova Thonburi, che fu capitale della Thailandia per 15 anni, tra la caduta di Ayutthaya nel 1767 e la fondazione di Bangkok nel 1782. In così pochi anni non vennero costruiti templi e monumenti, ma ci sono ancora oggi alcuni canali rimasti intatti e che sono la vera attrattiva di questa zona. Se avete un po’ più di tempo di quanto ne ho avuto io, a ovest del fiume, per circa 3-4 chilometri, si dovrebbero raggiungere alcune case rurali e giardini-mercato tipici di questo quartiere.

Per arrivare a Thonburi è sufficiente salire su una barca sul molo dal lato di Bangkok a Chao Phraya o Tha Phra Arthit. Io vi consiglio di prendere una delle barche di linea e non quella delle escursioni, a meno che non vogliate fare una gita che contempla anche escursioni.

Wat Arun

L’attrazione principale di Thonburi è il Wat Arun, il gigantesco tempio dell’Alba, probabilmente il tempio più famoso della capitale anche perché è stato scelto come immagine simbolo dall’ufficio turistico. In realtà è dal fiume che si gode della vista migliore sul tempio, però vale la pena anche entrare a visitarlo per ammirare le sue splendide decorazioni.

Il tempio è costituito da cinque prang, di cui uno principale e quattro minori che lo circondando: sono tutti coperti da schegge di ceramica e porcellana e minuscole ciotole che formano fiori policromi. I diversi livelli sono sostenuti da statue di figure mitiche, come di demoni metà donna e metà uccello. I cocci probabilmente provenivano dalla Cina, da navi commerciali danneggiate. In ogni caso l’effetto è abbagliante.

Le decorazioni sono complesse e suggestive. Sulla prima terrazza ai quattro punti cardinali ci sono mondo con statue di Buddha alla nascita, in meditazione, che predica e che entra nel nirvana. Sulla seconda piattaforma ci sono quattro statue del dio indù Indra sul suo elefante e atre teste. Nelle nicchie dei prang minori ci sono statue equestri del dio del vento, Phra Pai.

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SIAM SQUARE E LA BANGKOK MODERNA

Il centro della Bangkok moderna è, come potete immaginare, davvero enorme. Se non siete particolarmente appassionati di centri commerciali e di hotel di lusso, come prima volta a Bangkok io vi consiglio di dedicare mezza giornata alla visita di Siam Square e dei suoi dintorni. Sarà sufficiente per rendere un po’ l’idea di questa zona di città, che in realtà è il centro della metropoli ma che agli occhi del viaggiatore alla sua prima esperienza nella capitale thailandese può sembrare un po’ decentrata rispetto all’area storica.

Siam Square in realtà non è una piazza ma un incrocio di tante strade, a diverse altezze. Una passeggiata interessante è infatti proprio la passerella sopraelevata sotto le linee dello Skytrain, del centro commerciale Siam Paragon (uno dei più grandi e famosi) e che conduce fino al tempio di Erawan. Nel seminterrato del Siam Paragon c’è il Sea Life Bangkok Ocean World, un impressionante acquario costruito dagli australiani: è costoso ma se avete bambini potrebbe essere un’esperienza da provare.

Uno dei luoghi interessanti da vedere da queste parti – e che purtroppo io non sono riuscita a visitare perché il lunedì è chiuso è il Bangkok Art and Culturale Centre, il Centro delle arti e della cultura che ospita varie gallerie d’arte ai piani superiori, collegate da rampe a spirale. Accoglie mostre temporanee di artisti thai e potrebbe offrire suggestioni originali.

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Casa di Jim Thompson

Se volete vedere una cosa diversa dal solito a Bangkok, vale la pena fare un salto alla Casa di Jim Thompson, non lontana da Siam Square (ci arrivate con una breve passeggiata a piedi). Si tratta di un elegante casa in stile thailandese circondata da un incantevole giardino verde. Si trova in una strada secondaria rispetto al trafficato viale principale ed è un luogo piacevolmente tranquillo.

Come rivela il nome stesso, questa fu la casa del leggendario avventuriero americano, il famoso industriale della seta e collezionista d’arte, che scomparve misteriosamente nella giungla della Malesia nel 1967.

Thompson ebbe il merito di trasformare la tradizionale tessitura della seta in Thailandia, ormai in declino e abbandonata a causa dei prodotti di importazione a costi minori, in un’industria molto fiorente a livello internazionale, attiva e riconosciuta ancora oggi. Al piano terra della casa c’è anche un negozio con diversi capi di abbigliamento marchiati Jim Thompson. Sono tutti bellissimi, ma ovviamente tenetevi pronti con le carte di credito, perché i prezzi sono per pochi.

La casa, dalla forma irregolare, è in realtà la combinazione di sei case in tek, alcune molto antiche. L’interno è molto raffinato e arredato con oggetti provenienti dal sudest asiatico, oltre che di arte e artigianato tahilandese. Thompson riceveva ospiti ogni sera e aveva concepito la sua casa come un palcoscenico.

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Tempio di Erawan

La cosa più divertente di questo tempio (no, tranquilli, non è soltanto l’ennesimo tempio buddhista) è la sua posizione, incastrato in uno dei più rumorosi e trafficati incroci della Bangkok moderna. Il tempio di Erawan è soverchiato dal Grand Hotel Hyatt Erawan Hotel, costruito dopo una serie di vicende: negli anni Cinquanta una serie di calamità rese impossibile la costruzione dell’albergo. I proprietari chiamarono quindi esperti di spiriti, i quali consigliarono loro di costruire un tempio per gli spiriti stessi che disturbavano i lavori. L’hotel fu così costruito, anche se nel 2006 venne nuovamente colpito dalla sfortuna, a causa di un ragazzo musulmano con problemi mentali che prese a martellate la statua di Brahma e venne picchiato a morte dalla folla. La statua originale venne sostituita da una copia che incorpora però i resti di quella originale.

È dedicato a Brahma, l’antico dio indù della creazione e a Erawan, l’elefante dalle molte teste. L’affollato recinto è spesso ricoperto di ghirlande di fiori profumati e bastoncini d’incenso. Sarà facile anche imbattersi in un gruppo di danzatrici tradizionali (è capitato anche a noi!): ma la cosa curiosa è che i danzatori sono ingaggiati (e quindi anche pagati) dai fedeli stessi che vogliono rendere grazie per un colpo di fortuna ricevuto o desiderano propiziarsi la buona sorte. Molti, ad esempio, puntano sui biglietti della lotteria.

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I MERCATI

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Mercato di Chatuchak

Con ben 8000 bancarelle delle merci più disparate il mercato di Chatuchak, che si svolge nel weekend, è una di quelle esperienze da fare quando si è a Bangkok. È quasi impossibile andarsene senza ver comprato proprio nulla, ma se riuscite a resistere allo shopping merita visitare questo luogo pittoresco anche soltanto per aggirarsi, insieme agli abitanti e ai turisti, in mezzo alle centinaia di bancarelle disposte sia al coperto sia all’esterno.

Il mercato è davvero labirintico, ma per fortuna le bancarelle sono disposte a tema: c’è la zona dedicata all’abbigliamento che a sua volta è suddivisa in bancarelle dedicate ai jeans, alle t-shirt e così via. Poi c’è la zona dedicata all’artigianato di lusso, con oggetti davvero notevoli sia nella fattura sia nel prezzo. Non mancano ovviamente le bancarelle di souvenir e quelle dove si può mangiare e bere qualcosa.

Il settore sicuramente più discusso è quello dedicato agli animali da compagnia, spesso rinchiusi in gabbiette che contengono un numero troppo elevato di esemplari e quello della fauna selvatica, che ospita anche specie probabilmente in estinzione.

Le sezioni sono numerate, così eviterete di perdervi e di ritrovare quell’articolo che tanto volevate ma che dopo un po’ sicuramente non ricorderete più dove avevate visto.

Si raggiunge facilmente in metropolitana, fermata Mo Chit.

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Latmayon floating market 

Bangkok è nota per i suoi mercati galleggianti. Molti di essi, però, sono diventati eccessivamente turistici e poco autentici, ovviamente soprattutto quelli più facili da raggiungere e più vicini al centro. Volendo evitare qualcosa di troppo artificioso, ho scelto di provare a raggiungere il Latmayon floating market. Lo abbiamo raggiunto in tuk tuk partendo dal quartiere di Thonburi, dopo aver visitato il tempio di Wat Arun.

È un mercato davvero simpatico, molto colorato, con una serie di banconi di street food davvero da paura. Oltre che per vedere i venditori offrire la loro merce direttamente dalle barche sul fiume, è bellissimo fare un giro qui per assaggiare street food a volontà.

Ci sono sia i banconi sotto il capannone, sia i ristorantini che preparano il cibo sulle barche e poi lo servono sui tavoli disposti sulla riva: un’esperienza decisamente da provare! Noi ovviamente abbiamo provate entrambe, ovvero prima abbiamo fatto un giro tra i banconi e assaggiato qualche piatto lì e poi abbiamo cercato posto ai tavoli sulla riva e pranzato con le zuppe cucinate sulle barche.

Non è soltanto un mercato alimentare: ci sono diverse bancarelle di abbigliamento e accessori, sia sotto il tendone principale, sia passeggiando lungo i sentieri sopraelevati sul canale. Troverete anche originali souvenir.

Il mercato è molto frequentato dai locali e i turisti sono davvero pochissimi. Le barche non sono moltissime, ma decisamente autentiche. Ho visto arrivare qui anche tramite barca con escursioni di gruppo organizzate, ma secondo me arrivando via terra e perdendosi tra i banconi, è un modo più autentico di vivere questa esperienza.

Il mercato è aperto il sabato e la domenica fino a metà pomeriggio. Alla fine del giro siamo rientrati in taxi a Bangkok.

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Train Night Market Ratchada

Prima di andarvene da Bangkok secondo me vale la pena trascorrere una serata in uno dei night market della città. Noi abbiamo scelto quello di Ratchada e abbiamo trascorso una serata molto divertente.

Visto che è frequentato soprattutto dalla gente del posto, il mercato è relativamente economico ed è diviso in tre grandi zone: ristornati e bancarelle di cibo, negozi e bar.

Nato nella stazione ferroviaria abbandonata nel quartiere Chatuchak di Bangkok, il mercato è formato da una serie di bancarelle disposte su un grande slargo che vendono abbigliamento e accessori, da numerose bancarelle-ristorante di cucina thai economica dove si può cenare. Tutta la piazza è poi circondata da una serie di edifici a due piani, con al primo piano ristoranti e bar le cui terrazze si affacciano direttamente sulla piazza: si può sceglierne uno per cenare o semplicemente per bere una birra.

Apre alle 17 e chiude all’una di notte dal martedì alla domenica ed è particolarmente affollato durante il weekend. Si raggiunge facilmente in metro usando la linea blu, fermata Thailand Cultural Centre.

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Alcuni luoghi da vedere nella Bangkok storica

Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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