Passeggiata lungo l’Isonzo nei pressi di Caporetto tra cascate e ponti sospesi

Sulle orme della Grande Guerra, tra memoria e natura, nei pressi di Caporetto – Kobarid in sloveno – a una manciata di chilometri dal confine italiano, c’è un itinerario di poco meno di due ore, piuttosto facile e adatto a tutti, che permette di ammirare le acque smeraldine dell’Isonzo – Soča in sloveno -, inerpicarsi sulle vecchie trincee italiane, attraversare un ponte tibetano da brividi e vedere una cascata meravigliosa.

La passeggiata lungo l’Isonzo può partire dal cosidetto Ponte di Napoleone, nei cui pressi c’è un parcheggio per le auto (un tempo era gratuito, ora si paga 1 euro all’ora o 10 euro tutto il giorno). Da lì parte il sentiero che, dal ponte, costeggia la riva sinistra dell’Isonzo e si immerge nella boscaglia. Il Ponte di Napoleone è il punto in cui termina anche il corso superiore dell’Isonzo.

Il sentiero per le cascate è segnalato: un tempo l’ingresso era gratuito, ora si paga 4 euro. Dalla parte opposta del sentiero delle cascate c’è invece il ponte tibetano. Si può decidere di rientrare al ponte di Napoleone e al parcheggio percorrendo la riva destra dell’Isonzo e poi proseguendo la giornata visitando l’Ossario italiano, Caporetto e il suo interessante Museo storico.

Ecco le tappe del percorso nel dettaglio.

sentiero lungo l'isonzo
Sentiero lungo la riva sinistra dell'Isonzo
verso le trincee
Verso le trincee

IL PONTE DI NAPOLEONE

Le due rive dell’Isonzo, nei pressi di Caporetto, sono collegate fin dall’antichità da un ponte. Quello vecchio fu costruito nel 1750. Più tardi l’esercito di Napoleone in marcia verso il passo Predil passò sopra questo ponto e vi lasciò in eredità il nome.

Durante la Prima Guerra mondiale, nel giorno seguente alla dichiarazione di guerra, il 24 maggio 1915, gli Austriaci, in ritirata, fecero saltare in aria il ponte. Gli italiani lo ricostruirono prima in legno e poi in ferro. Durante la Seconda Guerra mondiale, i partigiani vi istituirono un posto di difesa del territorio liberato, come testimoniano anche le lapidi commemorative.

Oggi il ponte è un bel punto di osservazione delle acque blu-verdi sull’Isonzo che scorrono a strapiombo sotto di esso e delle cime delle Alpi Giulie. Uscendo da Caporetto, si incontra il ponte sulla strada per Dreznica, al termine dell’itinerario storico di Caporetto che, se decidete di percorrerlo a ritroso, può iniziare in realtà anche da questo storico ponte.

ponte di napoleone
Il Ponte di Napoleone
ponte napoleone
L'Isonzo visto dal Ponte di Napoleone

TRINCEE ITALIANE SULL’ISONZO

Una volta parcheggiata la macchina, subito dopo aver attraversato il Ponte di Napoleone, si inizierà un percorso di media durata (circa 30 minuti) durante il quale si costeggerà l’Isonzo, potendo ammirare paesaggi naturali di emozionante bellezza.

Durante la Prima Guerra mondiale, l’esercito italiano costruì nell’Isontino tre linee di difesa. Un tratto della terza linea correva lungo la sponda destra e sinistra dell’Isonzo. Il sentiero storico conduce i visitatori lungo le sponde dell’Isonzo, fino ad arrivare al luogo dove ancora oggi si possono vedere quello che resta della linea difensiva italiana.

Si possono percorrere le trincee e le postazioni difensive su entrambe le sponde: sulla riva sinistra le trincee sono caratterizzate da una sorta di fortini di legno, mentre su quella destra le trincee sono state realizzate nella pietra della montagna.

Il sentiero era già conosciuto dagli abitanti della zona e fu poi ristrutturato dagli abitanti della montagna. Da quel punto si gode di una vista spettacolare sul fiume Isonzo che scorre veloce ai piedi della montagna.

trincee
Vecchia trincea italiana sull'Isonzo
trincea italiana
Vecchia trincea italiana

CASCATE KOZJAK

Il ruscello Kozjak, affluente di sinistra del fiume Isonzo, proviene da più sorgenti dall’alto del monte Krncica (2.142 metri), si allarga in molte cavità e precipita in sei cascate. Nella parte finale del suo corso, si è formata una delle più pittoresche cascate slovene. Ha scavato una specie di sala sotterranea, il cui fondo è inondato da un ampio lago di acqua verde-azzurra, mentre le pareti sono ricoperte di strari calcarei, simili a quelli che si trovano nelle grotte carsiche.

Una colonna d’acqua bianca, alta 15 metri, offre ai visitatori uno scenario indimenticabie. Tanto più che alla gola si accede dopo aver percorso un breve sentiero ed essersi inerpicati su ponticelli e scalette di legno, che costeggiano gli spuntoni di roccia: nulla di pericoloso! Il percorso è adatto a tutti con un minimo di prudenza.

Lo spettacolo che si apre davanti agli occhi, dopo aver girato l’angolo dell’ultima roccia, è quello di una cascata di rara bellezza, con acqua fresca e limpidissima ina sorta di scrigno nella natura.

cascate kozjak
Le cascate Kozjak
verso le cascate
Il sentiero verso le cascate

FORRA DELL’ISONZO

Il fiume Isonzo scorre da Trnovo a Caporetto in una profonda gola, attraversando rapide e massi rocciosi disseminati nel suo letto. Prima di arrivare al Ponte di Napoleone – punto in cui termina il corso superiore del fiume -, la corrente arriva in cavità lunghe anche 200 metri, profonde fino a 15 metri e larghe anche non più di due metri.

Per ammirare questo straordinario fiume, dalle acque verde smeraldo, uno dei punti più suggestivi è la passerella lunga 52 metri che collega le due sponde dell’Isonzo, lungo l’itinerartio storico di Caporetto. Questo ponte pedonale è stato costruito nel 1998 dall’ente turistico locale ma nello stesso punto esisteva l’antica passerella realizzata durante la Prima Guerra mondiale. Chi soffre di vertigini è avvisato!

Un percorso molto suggestivo che attraversa boschi, montagne, laghi e antichi borghi è quello che percorre la valle del fiume Isonzo e arriva fino alla nota località invernale di Kranjska Gora. Uno dei punti più interessanti dell’itinerario è l’attraversamento del monte Triglav, il più alto della Slovenia e del suo parco naturale ricco di numerosi sentieri: ci sarà soltanto l’imbarazzo della scelta!

Per i più sportivi, imperdibile una tappa a Plezzo (Bovec) per fare rafting lungo il fiume verde, mentre per i più romantici o per i patiti del benessere, la meta ideale sarà Bled con il suo lago e i suoi stabilimenti termali. Natura e cultura a due passi dal confine italiano.

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Uno scorcio del fiume Isonzo lungo il percorso storico
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Scorcio del fiume Isonzo lungo il sentiero storico

OSSARIO ITALIANO

Salendo per una strada a tornanti che presenta ai margini monumentali stazioni della via crucis, dalla piazza principale di Caporetto (Kobarid) si arriva all’Ossario italiano, una bella costruzione ad arcate concentriche che racchiudono la chiesa di S. Antonio, il cui campanile è visibile da diversi punti della città e del territorio circostante.

Siamo sul colle Gradic e questo ossario fu inaugurato nel 1938 da Mussolini. L’ossario ha la forma di un ottagono ed è formato da tre cerchie concentriche che degradano verso la cima, dove si erge l’antica chiesa, consacrata nel 1696 e trasferita qui nel 1935.

Qui sono sepolti i resti di ben settemila soldati italiani, noti ed ignoti, caduti sul fronte isontino durante la Prima Guerra mondiale. Dall’ossario si gode anche uno splendido panorama sulla valle di Caporetto.

ossario italiano
L'Ossario italiano a Caporetto
vista da ossario italiano
Vista panoramica dall'Ossario italiano

CAPORETTO – KOBARID

Descritta da Hemingway in Addio alle armi come “un villaggio bianco con un campanile giù nella valle”, Caporetto è una cittadina circondata da montagne, alla confluenza fra due valli.

Il centro del paese è formato da una grande piazza, dove si svolge il mercato, circondata da begli edifici (oggi molti di essi sono bar e ristoranti) e dalla chiesa con il campanile di cui parla lo scrittore. L’architettura degli edifici fonde lo stile mediterraneo con quello alpino: edifici di pietra con tetto piano convivono così con quelli dotati di ballatoio di legno.

Caporetto è nota soprattutto per la famosa battaglia che prende il nome dalla città stessa e che è stata considerata la più grande battaglia della storia dell’umanità in zona montuosa, oltre che la prima guerra-lampo della storia d’Europa. Le truppe austro-ungariche sfondarono le linee e respinsero le unità italiane fino al Piave. Il 24 ottobre 1917 ben 615 mila soldati si fronteggiarono.

Le perdite italiane furono molto pesanti: 12 mila morti, 31 mila feriti, 300 mila prigionieri. Il museo della città documenta questo e altri pezzi di storia. La prima guerra mondiale è ricordata anche lungo un itinerario fra storia e natura attraverso i resti delle trincee e lo spettacolo delle cascate degli affluenti dell’Isonzo, fino al Ponte di Napoleone.

valle di caporetto
La valle di Caporetto

MUSEO STORICO DI CAPORETTO

Non un semplice museo militare, quello di Caporetto prova a tramandare la memoria di quello che è stata la Grande Guerra. Disposti in 12 sale troviamo un migliaio di modelli di armi, strumenti, uniformi e cimeli, oltre 500 fotografie e 50 carte geografiche militari e documenti originali del tempo.

In particolare la collezione museale racconta la famosa battaglia di Caporetto del 24 ottobre 1917, ma molto spazio è dedicato anche alla storia della città, dalle origini al secondo dopoguerra. Prima della visita è possibile assistere alla proiezione di un interessante documentario di 20 minuti (anche in italiano). Alla collezione permanente ospitata su due piani, si affiancano altre tre sale al piano terra, in cui sono allestite mostre temporanee.

Il museo, inaugurato il 24 ottobre (data non casuale) 1991, ha sede nei locali della Casa Masera, costruita nel 1738. Per il suo valore internazionale, che lo ha reso il più noto e visitato museo della Slovenia, ha vinto il premio del Consiglio d’Europa nel 1993.

Per chi passa da queste parti, la visita al museo è obbligatoria, tanto più che è aperto tutto l’anno! Di fronte al museo ha sede un fornito punto informativo.

museo caporetto
Foto d'epoca nel Museo di Caporetto
museo di caporetto
Immagine di Hemingway nel Museo di Caporetto

COME ARRIVARE

Il confine italiano più vicino per arrivare a Caporetto-Kobarid è quello che supera Cividale del Friuli, in provincia di Udine, in Friuli Venezia Giulia.

Dopo Cividale, si oltrepassa San Pietro al Natisone, il capoluogo delle Valli del Natisone, e si prosegue verso Stupizza, fino ad arrivare a Robic, dove ancora si possono vedere gli edifici della vecchia dogana, ormai vuota.

Qui di seguito una mappa con tutti i luoghi citati nell’articolo.

Passeggiata lungo l'Isonzo nei pressi di Caporetto

Conoscevate già questo itinerario? Cosa vi sembra?

Si tratta di un percorso facilmente realizzabile anche in primavera e in autunno, ma il clima estivo permette di apprezzare sicuramente la frescura del bosco e dell’acqua smeraldina dell’Isonzo, uno dei fiumi simbolo anche del Friuli!

Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

Commenti

1 Commenti
  1. pubblicato da
    OLga
    Ago 4, 2020 Reply

    Bellissimo post ben scritto!Saluti da OLga

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