Istria orientale da scoprire e da amare

C’è sempre una spiaggetta da scoprire o un vicoletto in cui curiosare. L’Istria mi piace per questo motivo: è una regione piccola, divisa tra Slovenia e Croazia, ma è densa di luoghi da scoprire. Ed è perfetta per una fuga alla ricerca di un po’ di relax. Nonostante ormai sia molto frequentata dai turisti, è ancora possibile trovare qualche angolo meno frequentato oppure si può scegliere di unirsi alla folla e aspirare alla solitudine durante le prime ore del mattino.
Questo itinerario comprende buona parte della costa orientale dell’Istria, da Abbazia a Rabac, passando per i borghi semiabbandonati e da alcune spiagge meno frequentate.

QUANTO TEMPO RESTARE. Se siete soltanto di passaggio, un paio di giorni vi basteranno per visitare tutte le località citate nel post, se volete godervi anche un po’ di mare, concedetevi almeno 4-5 giorni, come ho fatto io. Questi però sono posti perfetti anche per una vacanza più lunga.

DOVE ALLOGGIARE. Il mio consiglio è di dormire in collina, a Labin, e poi spostarvi in giornata e vedere più località, alternando il mare alle escursioni e le visite culturali. A meno che non vogliate assolutamente andare al mare a piedi.

QUANDO ANDARE. Per poter fare anche qualche bagno al mare, il periodo va ovviamente da giugno a settembre. Il mio periodo preferito è da metà a fine giugno, grazie anche alla lunghezza delle giornate. Chi non ama la folla eccessiva dovrebbe evitare l’alta stagione, in particolare la seconda quindicina di luglio e i primi venti giorni di agosto.

COME ARRIVARE. Si attraversa il confine di Pesek tra Italia e Slovenia (non è autostrada quindi non serve vignetta) e dopo 35 chilometri di strada statale, che attraversa alcune piccole località slovene (attenzione ai limiti di velocità!) si arriva al confine croato di Pasjak. Dopo un breve tratto di autostrada croata (8 kune o 1,08 euro), oppure percorrendo la strada interna verso Matulji, si arriva allo svincolo per Fiume e si prende la strada costiera in direzione Abbazia e Pola che conduce fino a Rabac.

Confini sloveni e croati dall'Italia all'Istria orientale

LABIN / ALBONA

COME ARRIVARE. Una ripida strada di porfido è la migliore indicazione verso il centro storico di Labin/Albona, di cui si riconosce il profilo del campanile e delle case del centro storico arroccate sul colle già da lontano, percorrendo in auto la strada lungo la costa orientale da est a ovest. La strada di porfido conduce fino a Tito trg (piazza Tito), il cuore del centro storico, da cui si deve decidere dove proseguire: a destra si va verso Persika (una frazione residenziale dove si trovano la maggior parte degli appartamenti per i vacanzieri), a sinistra è sconsigliato proseguire in auto perché si entra nei vicoli del centro e i posti auto sono limitatissimi e riservati, mentre proseguendo dritti si giunge al grande parcheggio a pagamento dove si può lasciare l’auto se si visita Labin in giornata e, un chilometro più avanti, al cimitero che si affaccia su un grande parcheggio libero: se avete voglia di fare una passeggiata e di ammirare una delle più belle vedute sul borgo storico, il mio consiglio è di lasciare l’auto qui e di ritornare a piedi verso il centro.

IL PAESE. Sulla collina che domina Rabac, sorge Labin, borgo medievale il cui antico nome di Albona risale al 285 d.C. Questo posto è perfetto per perdersi tra i vicoli e le scalinate adornate di fiori, percorrendo senza fretta le lisce e bianche pietre e ammirando le case intonacate con colori pastello. Tra antiche porte, chiese e piazzette d’impronta veneziana, una fortezza dai cui bastioni si ammira la baia di Rabac e numerose gallerie d’arte, Labin merita un posto di primo piano nell’itinerario lungo la costa orientale dell’Istria.

Io ho deciso anche di dormirci, affittando su Airbnb l‘appartamento del simpaticissimo Dorjano. Sulla piazza principale c’è l’ufficio turistico che mette a disposizione numerose mappe della zona e un piccolo ed economico market.

Numerose anche le proposte DOVE MANGIARE. Io ho provato:
Velo Kafè proprio sulla piazza principale, impossibile non notarlo. Ideale per bere qualcosa o per un pranzo veloce. Molto economico il brunch: io ho mangiato un’enorme insalata definita “turca” con verdura e pollo e speso 5 euro, acqua compresa.
Restoran Kvarner in un’ottima posizione con un’ampia terrazza che si affaccia sulle colline e sul mare. La frittura mista di pesce è una tentazione di pesce: abbastanza abbondante e fritta bene, costa 8 euro.

RABAC

COME ARRIVARE. Se per salire a Labin, alla rotonda si gira a destra verso la strada con il porfido, per scendere sulla costa a Rabac è sufficiente seguire le indicazioni e, alla rotonda, prendere la seconda uscita che conduce verso il mare. Dopo 3-4 chilometri la strada si inerpica leggermente lasciandosi un’ampia pineta sulla sinistra e le case della località di villeggiatura sulla sinistra. Se non alloggiate a Rabac, entrare in auto nella pineta a ridosso della costa non è consentito. L’unica alternativa è parcheggiare l’auto sulla statale o più in alto sulla collina. A questo punto dovrete scendere a piedi sul lungomare da una delle strade segnalate e proseguire verso est alla ricerca della vostra spiaggia.

IL PAESE. Rabac più che un villaggio è un’enorme località di villeggiatura. Non aspettare di trovarti un centro storico comunemente inteso: non c’è. Resa famosa dallo scrittore di viaggi Richard Francis Burton che nel 1876 soggiornò qui e scrisse il libro “Coste istriane”,  Rabac rimase a lungo soltanto un porto di pescatori, mentre il turismo borghese ed elitario si concentrava ad Abbazia. Negli anni Sessanta, in epoca socialista, la località fu scoperta e le case furono costruite lungo tutto il versante della collina. Oggi numerosi nuovi appartamenti che hanno cercato di mantenere il vecchio stile architettonico, pur adeguandolo ai tempi, e un lunghissimo lungomare si affaccia sul porticciolo ad ovest e prosegue con chilometri di spiagge e spiaggette verso est. Tutte le spiagge sono attrezzate, ma esistono anche spazi liberi, sua in riva al mare sia nella pineta. Trovare un angolo libero non sarà un’impresa semplice: Rabac è presa d’assalto a causa del suo mare tremendamente invitante è particolarmente trasparente. Il lungomare è costellato di bar e chioschi.

Ad un certo punto la strada da asfaltata diventa un ampio sentiero in terra battuta su cui si percorre l’ultimo tratto di costa, che diventa sempre più rocciosa. Se non volete rassegnarvi a trovare uno spazio libero nella parte più affollata, avete un’unica alternativa, ma dovrete camminare un paio di chilometri. Di certo però ne varrà la pena. Passo dopo passo ci si allontana dalla riva costellata di ombrelloni e di residence per immergersi in una pineta. Dopo le spiaggette riservate ai bagnanti con cani e ai nudisti, spunta un tratto di costa caratterizzato da appuntite rocce bianche.

Proseguendo ancora, il sentiero termina in un’insenatura. Una scalinata di pietra scende ripida fino a una deliziosa spiaggetta di ghiaia. Da qualche anno è attrezzata con lettini e ombrelloni e c’è il piccolo beach bar Four Elements che serve qualche semplice bibita, come caffè freddo, acqua, coca cola e birra, mentre il pranzo dovete portarvelo al sacco, anche se potrebbe arrivare il venditore ambulante di ciambelle. Lo spazio di spiaggia libero è esiguo. Un ombrellone con due lettini costa 90 kune (12 euro). L’acqua è straordinaria, come su tutto il resto della costa di Rabat. È l’ultimo paradiso di Rabac, ancora lontano dalla folla.

DUGA LUGA E SVETA MARINA

VERSO LA COSTA A OVEST DI LABIN. Se Rabac per i vostri gusti è troppo turistica e non avete voglia di spostarvi troppo da questa zona della costa, c’è un’alternativa “selvaggia” a pochi chilometri da Labin. Me l’ha consigliata direttamente il proprietario dell’appartamento in cui alloggiavo che, senza avermi mai vista prima, ha stabilito da subito che Rabac non faceva per me e che sicuramente avrei apprezzato la natura e la solitudine di Duga Luka, una penisoletta protesa nel mare e che si raggiunge seguendo le indicazioni per Gondolici, dopo aver superato il centro storico di Labin, alla rotonda nei pressi del cimitero.

Dopo una quindicina di chilometri di strada, arriverete su questa penisola, che ospita diverse case vacanza, immerse nel silenzio di una zona semisconosciuta al turismo internazionale. Duga Luka è davvero aspra e piacerà soltanto a chi odia le spiagge sabbiose. Sul versante ovest i bagnanti si stendono su alcune piastre di cemento sospese sull’acqua. Sul versante est della penisola, invece, ci sono alcune rocce bianche e una pineta in cui ripararsi dal sole. Avrete già capito quanto il paesaggio naturale sia splendido e quanto l’acqua abbia un colore eccezionale.

Se dopo un po’ vi sentite troppo soli, potete fare un salto a Sveta Marina, facilmente raggiungibile risalendo la penisola di Duga Luka e andando verso ovest alla rotonda di Labin. Scendendo verso il mare, dopo una manciata di chilometri, arriverete all’entrata di un ampio campeggio attrezzato, dove si trovano anche un buon ristorante, un supermercato fornito e addirittura un bancomat. Nonostante il gran numero di servizi, la spiaggia rimane comunque piacevolmente poco frequentata. La parte libera è ampia, ma c’è anche un beach bar che affitta ombrelloni e lettini. La spiaggia è di ghiaia e l’entrata al mare facile, motivo per il quale è un luogo molto apprezzato da famiglie con bambini. Alle spalle della spiaggia c’è un parcheggio ombreggiato e libero dove lasciare l’auto. La mezzaluna di ghiaia si affaccia su una romantica baia al largo della quale sono ormeggiate piccole barche. 

Quando vi siete stancati del mare, potete proseguire la strada che si inerpica verso l’interno e fare un giro attraverso alcuni tra i più sperduti borghi di questo tratto di Istria. Io sono arrivata fino a Skitača, un villaggio rurale formato da un pugno di case di pietra, molte delle quali abbandonate, e un cimitero.

DOVE MANGIARE: Restoran Amfora – Sveta Marina

La baia di Sveta Marina

sveta marina

Skitača

skitaca

PLOMIN/FIANONA

Parcheggio dall’altro lato della statale, proprio di fronte alla zona di sosta attrezzata con panchine e ombreggiata dagli alberi da cui si accede a piedi alla parte antica del centro. Sono le 10 del mattino di una giornata di luglio e tutti sono già al mare. “Dober dan”: faccio un cenno di saluto all’anziana signora seduta su una sedia fuori dalla porta di casa sua e lei ricambia. E poi mi accingo ad esplorare la parte antica di Plomin, arroccata su un colle di 148 metri che sovrasta il fiordo: il punto migliore da cui ammirarlo è dal sagrati della chiesa, oppure da un belvedere che si raggiunge in auto, proseguendo da Plomin verso Brsec.

Fianona risale al periodo illirico-romano, fece parte del Patriarcato di Aquileia e nel 1420 passò sotto Venezia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, molti abitanti italiani emigrarono e successivamente anche numerosi croati si trasferirono nelle località più redditizie di Labin e Rabac. Oggi il borgo storico è semideserto e abbandonato. La maggior parte delle case è disabitata. C’è un atelier di un artista a cui evidentemente la solitudine ispira la creatività. La chiesa è stata però ristrutturata, così come le mura che circondano il sagrato e all’entrata del borgo è stato allestito un piccolo museo nella torre. A testimonianza dell’antico fascino, restano alcune antiche arcate di pietra che coprono i vicoli e un bassorilievo dell’XI secolo sulla parete esterna della chiesa in cui compare una figura togata e un’antica iscrizione in caratteri glagolitici (sembra essere la più antica dell’Istria).

BRSEC / BERSEZIO

Il primo paese dell’Istria asburgica si trova in una splendida posizione panoramica, su un promontorio alto 160 metri e da cui si può ammirare l’isola di Cres/Cherso. Questo paese che oggi conta poco più di 100 abitanti, vanta una storia molto antica, dalla dominazione illirica ai vescovi di Pola nel basso Medioevo, fino al 1374 quando passò agli Asburgo, sotto il cui dominio rimase fino alla Prima Guerra Mondiale, senza mai passare alla Repubblica di Venezia e condividendo il destino dell’intera Istria solo dalla fine della Grande Guerra.

Il centro storico si presenta piccolo e raccolto, con le strette viuzze che formano l’abitato, perfettamente restaurato, a differenza di Fianona, e pieno di appartamenti e case vacanza. Dalla statale si raggiunge facilmente la strada che conduce alla piazzetta al centro del paese, dove si può anche parcheggiare l’auto e dove si trova una pizzeria e un bar, proprio di fronte alla cisterna, sotto un frondoso albero. Questo borgo offre una bella alternativa a chi cerca un luogo di relax, senza rinunciare a qualche servizio turistico.

MOSCENICE/MOSCHIENA E MOSCENICKA DRAGA

– “Dober dan. Vorrei un ombrellone e un lettino, per favore”
– “I lettini sono finiti, mi spiace”
– “Oh… Posso prendere soltanto l’ombrellone allora?”
– “Certo! Te ne do uno nuovo, rosso!”
– “Ottimo, è il colore che preferisco! Quant’è?”
– “Niente, dai. Te lo regalo”
Quanto amo la Croazia e la sua informalità su certe cose. 
Mošćenička Draga è una località piuttosto particolare: a metà strada tra Abbazia e Rabac, integra alcune caratteristiche di entrambe. Qui si trovano alcune ville otto-novecentesche che si ammirano più a nord, a Lovran e a Abbazia, ma l’atmosfera rimane informale e le due spiagge di piccoli ciottoli sono ampie e riparate dalla collina ricoperta di alberi: il profumo intenso dei pini si mescola nelle narici a quello della crema abbronzante.

COME ARRIVARE. A proposito della collina: da Moscenice, il villaggio che si trova in cime al colle, si può arrivare al mare a piedi, percorrendo una ripida, lunga ma ben tenuta scalinata di pietra. Io ci sono arrivata così, perché non riuscivo a trovare parcheggio vicino al mare (sono pochi, tutti a pagamento e vi si accede tramite una sbarra che separa la statale dalla località di villeggiatura). Il problema poi è rifarla in salita. I gradini sono 750: non li ho contati io, il numero è segnato su alcuni gradini. C’è anche una terza opzione: lasciare l’auto lungo una rientranza della statale e percorrere soltanto l’ultimo tratto di scalinata, che è anche il meno faticoso. A voi la scelta.

IL PAESE. Abbarbicato sul colle, Moscenice è un piccolo borgo perfettamente ristrutturato. Il fatto che la statale lo separi dalla località sul mare, rende il villaggio ancora più tranquillo, perché molti turisti non arrivano nemmeno fino a qui ed evitano di imboccare la strada in salita di fronte a Brsec/Bersezio, preferendo rimanere sulla carreggiata principale che conduce fino al mare. Al nucleo storico si accede dalla porta cittadina (sotto il cui arco si trova l’entrata al museo cittadino). Gli stemmi con l’aquila bicipite asburgica si notano sia sulla porta di entrata sia sulla facciata di una casa subito dopo aver varcato l’ingresso al nucleo storico. L’intero paese si percorre in pochi minuti, in un saliscendi di vicoli, volte e scale, con lo sguardo rivolto ai balconi e alle porte abbellite da vasi di fiori colorati. E infine, la vista sul mare e sull’elegante insenatura di Mošćenička Draga.

LA SPIAGGIA. Abbastanza ampia e formata da piccoli ciottoli, la spiaggia è divisa in due parti da un percorso pedonale che corre sul lungomare, attraversando anche alcune splendide ville di villeggiatura del secolo scorso. Entrambe le spiagge sono attrezzate, ma le strutture non sono eccessivamente invasive, in modo tale che chi vuole può usufruire della spiaggia libera. Quella più distante dal centro (ma più vicina alla scalinata pedonale) è anche la meno affollata. Chioschi e ristoranti si affacciano sul lungomare fino al porticciolo.

Lungo i vicoli di Mošćeniče

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Una delle due spiagge di Mošćenička Draga

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LOVRAN / LAURANA

Anche se siete soltanto di passaggio, non trascurate di fare una passeggiata nel centro storico di Lovran, racchiuso all’interno di un piccolo perimetro, in passato completamente murato. Oggi sopravvive la torre civica restaurata e una delle porte, che incornicia la piazzetta centrale del paese, a due passi dalla chiesa di San Giorgio. Vale la pena perdersi nei vicoli per ammirare i balconi fioriti e le case di pietra restaurate, prima di attraversare la statale e affacciarsi sul mare.

Con una breve passeggiata si raggiunge la spiaggetta di piccoli ciottoli, tanto amata dalle famiglie. Qui si possono noleggiare ombrelloni e lettini, oppure accamparsi liberamente. L’unico neo è che la spiaggia è a ridosso della statale, caratteristica di tutte le piccole baie da Lovran ad Abbazia. Bisogna infatti tenere presente che queste località, così apprezzate durante l’Ottocento e ai primi del Novecento, non prevedevano le distese di sabbia o di scogli attrezzati a cui siamo abituati noi.

DOVE MANGIARE: Konoba Knezgrad

VOLOSKO / VOLOSCA

Poco prima di arrivare a Fiume, non dimenticate di fare un ultima tappa a Volosko, un piccolo borgo che rischia di passare inosservato, posto in mezzo a due località note come Fiume e Abbazia. Invece è una località molto piacevole, con le case disposte sulla collina, una bella terrazza di fronte al mare, un porticciolo e un molo pittoreschi e su cui si affacciano numerosi bar e ristoranti. La vista più bella sul paesino si ha proprio dal suo mandracchio, dove sono ormeggiate le barche dei pescatori e da cui si scorge la chiesa con i due campanili che spuntano dai tetti delle case disposte sul colle.

Pochi sanno che Velosko ha dato i natali a un personaggio famoso: Andrija Mohorovičić, uno scienziato sconosciuto ai più, ma che a fine Ottocento fece un’importante scoperta legata alle onde sismiche. Lungo la passeggiata in salita attraverso i vicoli e le scalinate del centro storico, ci si imbatte nella casa dello studioso, contrassegnata da una targa e alcune informazioni storiche sulla sua storia e le sue scoperte.

MAPPA ITINERARIO
Qui sotto, in calce al post, trovate la mappa con l’itinerario. Non preoccupatevi, il mio consiglio non è di farlo a piedi (google dice che si mette dieci ore!), me l’itinerario pedonale era l’unico modo in cui google mi permetteva di importare la mappa con tutte le località citate nel post. Percorrere la costa in auto e fare delle soste è un ottimo modo per ammirare splendidi scorci, fermarsi nei paesini arroccati sulle colline e prendere un po’ di sole in spiaggia. Se invece volete semplicemente rientrare in Italia, la strada più veloce è quella che attraversa Pazin (Pisino).

Itinerario lungo la costa orientale dell'Istria

Durante questo viaggio, ho usato la guida Istria di Valentina Bassanese e Marco Vertovec.

Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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