Una tragedia e un lutto strazianti, un cammino per trasformare il male e l’ingiustizia della vita in amore verso gli altri. Il viaggio di Christian Cappello è diventato un libro, “Andare avanti”, edito da Mondadori.
Penso che tutti conoscano Christian e la sua storia. Per i pochissimi che non ne abbiano ancora sentito parlare, la riassumo brevemente. Christian e la sua ragazza Marta, veneti di origine, si trasferiscono per una decina d’anni a Londra dove lavorano nel settore turistico. Ad un certo punto decidono di fare il giro del mondo e acquistano il primo biglietto aereo. Da questa straordinaria esperienza nasce l’idea di un blog di viaggi che chiamano semplicemente Blog di Viaggi, un nome semplice e chiaro che vi fa anche capire come siano stati dei precursori in questo settore.
Sono tra i primissimi blogger che ho cominciato a seguire molti anni fa e mi sono sempre piaciuti perché erano una bellissima coppia e portavano avanti il loro lavoro in un modo che mi è sempre sembrato molto serio.
Al termine del loro lungo viaggio, Chris e Marta tornano in Italia, comprano una casa e scoprono che sarebbero diventati genitori. Le belle storie però non hanno sempre un lieto fine. Ricordo come fosse ora quando, quasi due anni fa, a pochi giorni dalla fine del 2015, su twitter mi compare un post di blogdiviaggi scritto da Christian in cui grida al mondo il suo dolore: Marta è appena morta improvvisamente in ospedale e con lei il piccolo Leonardo che portava nella pancia. Mi sembra tutto irreale. Cosa può essere successo? Com’è possibile che una donna di 34 anni e in buona salute possa morire di parto in ospedale? Poco alla volta i media cominciano a occuparsi della vicenda, che fa sempre più scalpore, fino a finire nelle mani dei giudici.
Intanto però Christian e la sua famiglia devono fare i conti con un dolore devastante e con una vita stravolta nel modo peggiore che si possa immaginare. Anzi, nessuno può immaginare una tragedia del genere. E nessuno può immaginare quale dolore ne possa seguire. Come affrontarlo?
“Presto avrei realizzato che le poche frasi che dicono le persone che hanno vissuto delle esperienze dolorose hanno molto più valore delle centinaia di parole pronunciate come filastrocche da tanti. La ferita fa male a chi la subisce, gli altri possono solo immaginare quanto possa bruciare”.
Christian dopo le prime settimane di spaesamento e sconforto totale, trova un modo straordinario per provare ad andare avanti. Realizzare uno dei progetti che lui e Marta, da sempre attenti agli altri in particolare ai più sfortunati, avevano in mente: girare l’Italia per raccogliere fondi per i malati di fibrosi cistica nel nome di Marta.
Il libro di Christian “Andare Avanti” racconta il suo anno e mezza di vita più intenso, scegliendo i momenti più importanti. Alla scoperta di diventare padre e alla tragica morte di Marta sono dedicate soltanto le prime commoventi pagine. La maggior parte delle pagine raccontano la nascita e l’evoluzione di Marta4kids, la onlus creata da Christian per raccogliere i fondi e le tappe del suo itinerario in tutta Italia: 4600 chilometri a piedi, oltre 200 giorni di viaggio, 25 reparti ospedalieri dedicati alla cura della fibrosi cistica visitati, 110 mila euro raccolti, ma soprattutto migliaia di persone incrociate durante il cammino.
I viaggiatori lo sanno bene: i viaggi sono fatti soprattutto dalle persone. E quello di Christian è un viaggio dentro e fuori di sé, attraverso il suo dolore, “perché il male finisce quando comincia il bene”.
Il cammino diventa un modo per provare a sopravvivere e, forse, a vivere di nuovo. I momenti di sconforto e di tristezza non mancano, l’incontro con i malati è a volte difficile ma più spesso colmo di speranza e di vicinanza reciproca.
“Piano piano, però, mi resi conto che quel dolore faceva parte della vita, e riuscii ad accettarlo. Da quel momento in poi, aiutare gli altri significò aiutare anche me stesso ad affrontare il grande percorso della vita”.
Il viaggio comincia in un giorno simbolico: il 2 aprile 2016, giorno in cui sarebbe dovuto nascere Leonardo e terminerà il 18 febbraio dell’anno successivo.
L’obiettivo di Christian è quello di non avere spese, perché tutti i soldi devono essere donati. Ogni notte viene ospitato a casa di qualcuno: sconosciuti che, colpiti dalla sua storia e dal suo viaggio, mettono a disposizione un letto e una cena e organizzano eventi benefici per raccogliere fondi.
Il percorso di Christian è noto a tutti grazie al gps che permette, a chi lo desidera, di fare un po’ di strada con lui e di raggiungerlo nei vari punti del suo percorso.
“Prima della partenza mi ero immaginato di camminare da solo, di mettermi in spalla ogni mattina il mio zaino e raggiungere la tappa prefissata raccogliendo più fondi possibili agli eventi di beneficenza che mi avrebbero organizzato. Non avevo altri obiettivi, non mi aspettavo niente da nessuno, tanto meno che Marta4kids sarebbe diventata così popolare. Ogni cosa bella che mi succedeva in quel periodo la consideravo una sorpresa, un dono speciale”.
Ognuno lo aiuta come può, dalla grafica che gli regala il logo di #marta4kids agli escursionisti che costruiscono per lui un carrellino su cui trasportare lo zaino. Ad un certo punto, Christian riceve una telefonata di incoraggiamento addirittura da Papa Francesco.
Christian affronta il sole, la pioggia, il fango, la fatica, viene minacciato con un fucile perché entra inavvertitamente in un bosco privato, molestato da alcuni loschi individui e rischia di essere usato a meri scopi pubblicitari da alcuni sindaci poco interessati alla causa. Ma se gli episodi davvero negativi si contano sulle dita di una mano, le esperienze e gli incontri positivi sono centinaia.
Il libro racconta i momenti più emblematici, facendo di volta in volta accendere un sorriso sul viso del lettore o scendere una lacrima.
“Il giro dell’Italia a piedi stava attirando un’infinità di belle persone”.
“In linea di massima, le persone che incontravo erano riconducibili a due categorie di persone ben distinte: chi mi offriva sostegno e cercava di aiutarmi in ogni modo, e chi, invece, di sostegno ne aveva un estremo bisogno e voleva solo scambiare con me qualche parola”.
Il libro di Christian si legge tutto d’un fiato. È scritto con un linguaggio semplice, che scorre veloce e le storie che ha vissuto sono appassionanti. Io l’ho divorato in un giorno solo.
Per chi lo ha accompagnato in questo viaggio, leggere il libro sarà un po’ come ritrovarsi, mentre per chi non è riuscito a camminare con lui, sarà un modo alternativo per percorrere un pezzo di strada insieme.
Per tutti, potrà rappresentare una riflessione sulla vita e sul nostro modo di affrontarla, perché “la semplicità, forse, è la base della felicità”.