Quando si raggiungono – e poi si superano – i 40 anni, l’effetto nostalgia è inevitabile. È sufficiente qualunque pretesto per farti ripensare – spesso con un sospiro profondo – a com’eri 20 anni prima, ovvero quando avevi 20 anni o poco più. Anche se, tutto sommato, devi ammettere che stai meglio ora per un numero infinito di motivi, l’effetto nostalgia non perdona. Provate quindi a immaginare chi, 20 anni fa, viveva a Udine, perché c’era nato e non è riuscito o non ha voluto andare via. Chi pensa che oggi Udine sia soltanto una città di provincia, avrebbe dovuto vederla 20 anni fa. Ma non voglio dilungarmi su questo. Vi basti sapere che chi 20 anni fa aveva 20 anni o poco più, come me, a Udine aveva davvero poche alternative. Una delle mie alternative preferite era il Cinema Ferroviario, dove si potevano vedere film bellissimi, quasi ogni sera. Probabilmente fu in quel periodo che cominciai ad andare al cinema il lunedì sera.
Ora la vecchia sede di quel cinema (di fronte alla quale, ironia della sorte, abito da un anno) è purtroppo abbandonata, ma quel cinema è diventato molto più importante, grazie alla tenacia e alla visione dei suoi due straordinari titolari (leggete questa intervista di parecchi anni fa alla donna delle stelle), che hanno dato vita ad un cinema indipendente molto più grande con una programmazione meravigliosa in tempi di impersonali multisale. E, come se non bastasse già questo, hanno creato il più importante festival di cinema popolare asiatico del mondo. Sì, del mondo. Avete capito bene. Non vi viene da ridere al pensiero che il più importante festival di cinema asiatico del mondo si svolga a Udine? A me sì. O meglio, mi viene da sorridere. Proprio in quella Udine città di provincia, ubicata nel profondo Nordest, a un tiro di schioppo dalla Slovenia e a due dall’Austria. Un luogo in cui, per arrivarci, devi proprio volerci venire.
Una delle occasioni per voler venire a Udine è il Far East Film Festival, che quest’anno compie 20 anni. Definita la più ricca rassegna di cinema dell’Estremo Oriente in Europa, il FEFF è stato inserito da Variety fra i “50 eventi da non perdere nel mondo”. Quest’anno da venerdì 20 a domenica 29 aprile saranno 81 i film in programma: 21 dei 55 titoli in concorso sono opere prime e seconde. Ho perso il conto del numero di ospiti internazionali. Eppure c’è ancora chi dopo 20 anni a Udine non sa ancora cosa sia il far East Film Festival o chi pensa che sia un evento dedicato soltanto agli appassionati di cinema orientale. Anche questo, probabilmente, fa parte dell’essere una città di provincia. D’altra parte, se ne parlava ieri in un post su facebook, i confini mentali sono molto spesso più difficili da superare di quelli fisici. Basti pensare soltanto al fatto che, per anni, molti friulani hanno attraversato il confine orientale per andare a fare benzina nella più vantaggiosa Slovenia senza proseguire un chilometro in più e visitare le città che si trovano subito dopo il distributore. Ancora oggi alcuni di loro non lo hanno mai fatto. È soltanto uno dei motivi per il quale ho sempre pensato quanto bello sia che il Far East Film Festival, organizzato nel profondo Nordest italiano, lanci un ponte con il lontano est del mondo e ne porti a Udine un pezzetto.
Si legge nella cartella stampa: “La passione di un programma tanto intenso quanto diversificato, messo a punto nell’arco di un anno intero operando su mille fronti: quello geografico (11 cinematografie: Cina Corea del Sud, Filippine, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Malesia, Singapore, Thailandia, Taiwan, Vietnam), quello artistico (5anteprime mondiali, 13internazionali, 21europee, 3 anteprime mondiali di film restaurati), quello tecnico (a proposito di futuro: sono 14 i titoli selezionati per Focus Asia, il project market del FEFF, e 15 i professionisti selezionati per Ties That Bind, il workshop internazionale Asia-Europa –più di 150 i partecipanti, da 35 paesi)”. E ora provate ancora a chiamarlo “pezzetto”.
Il viaggio nel “lontano Est” si aprirà venerdì 20 aprile, con il super spy thriller coreano Steel Rain e il dramma malesiano Crossroads: One Two Jaga, per chiudersi il 28 aprile con il war thriller indonesiano Night Bus e il nuovo restauro del FEFF: lo splendido Throw Down di Johnnie To.
La verità è che prima di essere un festival il FEFF è sempre stato una festa. “Una grande festa del cinema che non ha mai smesso di traghettare in terra friulana autentiche leggende (come Jackie Chane Joe Hisaishi), registi cult (come Johnnie To e Takashi Miike), dive e divi, professionisti dell’industria cinematografica e, ovviamente, la devotissima FEFF tribe: l’incredibile comunità di spettatori che ha progressivamente diffuso il nome del Far East Film Festival nel mondo. Ben prima che il mondo si trovasse a portata di social network”.
Come ogni anno è davvero interessante anche il programma di eventi collaterali che accompagna le proiezioni del festival e che immerge Udine nell’atmosfera asiatica. La serata inaugurale di venerdì 20 novembre si aprirà nella principale via del centro con la Danza del pesce, una delle più note della cultura cinese e che di solito viene allestita per il Capodanno, perché i pesci sono simbolo di abbondanza e di fortuna. La danza si compone del movimento di alcune sagome a forma di pesce, realizzate interamente a mano: all’esterno di raso e seta e all’interno di un intreccio di bambù. A seguire il concerto dei tamburi giapponesi Taiko: suonare questi strumenti richiede intensa abilità fisica e tecnica, coordinazione tra mente e copro. Ogni tamburo viene fatto a mano: il legno, la pelle, ogni materiale utilizzato è studiato per creare un suono unico e irripetibile. Lungo le strade ci saranno esibizioni di combattimenti di arti marziali con azioni di grande impatto ed effetto sorpresa. Domenica 22 invece lo spazio sarà occupato da danze filippine e thailandesi, mentre gli appassionati di cultura gastronomica durante sabato 22 e 28 di programmazione non possono assolutamente perdersi Casa Ramen. Confermato anche uno degli appuntamenti più attesi, il Cospaly Contest mercoledì 25 aprile.
Se pensate che gli organizzatori siano immuni dall’effetto nostalgia vi sbagliate. Non è una mia intuizione, lo hanno proprio scritto loro nero su bianco. “La nostalgia ti aspetta dietro l’angolo, pronta a tenderti un agguato, ed esiste un unico modo per evitarla (o, quantomeno, per attutirne l’impatto): trasformare “vent’anni fa” in “tra vent’anni”. Ecco perché il Far East Film Festival, simulando una certa noncuranza di fronte a quel 20 che campeggia nel logo, ha scelto di muoversi lungo una linea diversa. Lontana dalle tentazioni autocelebrative, lontana dal reducismo e, pur senza disporre dell’apposita sfera di cristallo, indirizzata verso il futuro: cos’è il cinema oggi e cosa sarà, appunto, tra vent’anni? Il modo in cui l’industria cinematografica sta sfruttando il prodotto -film sta cambiando necessariamente anche il prodotto-film. E, va da sé, il pubblico sta subendo una rapida mutazione genetica, determinata in larga parte dalle piattaforme on demand. Netfilx e Amazon su tutte. Per parlare al “nuovo pubblico”, che è già il “pubblico di domani”, servono dunque nuovi linguaggi (non è certo difficile scommettere sulla grammatica della serialità), nuovi autori e nuovi registi. Magari, perché no, proprio i nuovi autori e i nuovi registi che quest’anno affollano la line-up del FEFF”.
E quindi, qual è il modo migliore per affrontare la nostalgia e anche forse un po’ per celebrarla? Progettare il futuro. Ovvero quello che l’ex cinema ferroviario ha fatto 20 anni fa (e anche un po’ prima) e continua a fare. Evviva il Far East Film Festival! Grazie Far East Film Festival!
Vi aspetto a Udine, la città più bella dell’Est.
Comments
1 commentoRoberta – TuristiPerSbaglio
Mag 20, 2018Mi hai ricordato il mio mitico Glasgow Film Theater (20 anni fa!), un cinema indipendente, illuminato, divertente nella rude (ma tanto cara) città Scozzese…. E che bella questa ricetta che proponi per vincere la nostalgia <3
RitagliDiViaggio
Mag 23, 2018Il cinema anche per me è sempre un bel modo di viaggiare! Quanto la nostalgia, c’è poco da fare: qualche ricetta bisogna per forza trovarla 🙂 Grazie mille per aver lasciato il tuo commento e ricordato un altro bell’esempio di cinema fuori dagli schemi!