Uno dei luoghi più famosi della regione del Sabah nel Borneo malese è l’Orangutan Rehabilitation Centre, il Centro di riabilitazione degli oranghi di Sepilok, una località a circa 25 chilometri a ovest di Sandakan. Non sono mai stata particolarmente appassionata di scimmie, ma devo ammettere che la visita a questo Centro è stata un’esperienza davvero emozionante, sia per l’attività che svolge sia perché poter osservare gli animali nel loro habitat naturale è un’esperienza unica.
Creato nel 1964 su 43 chilometri quadrati dall’inglese Barbara Harrison, che spese molti anni della sua vita per la difesa ambientale del Borneo, l’Orangutan Rehabilitation Centre, è probabilmente la riserva più conosciuta e visitata dai turisti in questa zona, ma rimane in ogni caso un luogo assolutamente da vedere .
Oranghi e uomini
Gli oranghi sono grandi scimmie senza coda e dal pelo lungo e rossiccio. In malese orango significa uomo della foresta e alcuni di questi animali, che condividono il 96,4% di Dna umano, possono raggiungere un’altezza di 1,65 metri e vivere fino a 30 anni. Vivono sugli alberi, mangiano soprattutto frutta, foglie e corteccia.
Quando nascono nel loro habitat naturale, i piccoli oranghi vivono con la madre dai 7 ai 10 anni. Durante questo periodo di tempo, la madre insegna loro tutto quello che hanno bisogno di sapere per sopravvivere: quali frutti e parti di albero si possono mangiare, come costruire il proprio nido, come arrampicarsi sugli alberi, come trovare l’acqua. Durante questi anni, i piccoli sono molto dipendenti dalla propria mamma. Se la madre muore, hanno poche possibilità di sopravvivere e di trovare il cibo da soli.
Il Centro di Seplilok
Per questo motivo esiste il Centro di Riabilitazione di Sepilok, che prende il posto della madre degli oranghi orfani o abbandonati e insegna loro le capacità per sopravvivere. Sono necessari oltre 10 anni perché un orango diventi indipendente. Ogni singolo orango si distingue per caratteristiche fisiche e di comportamento, ci sono quelli più socievoli e quelli più solitari, fino a quelli che cercano un approccio con gli esseri umani.
Come si legge nel reportage di Ecoreport, gli oranghi sono a rischio estinzione a causa dell’estendersi sempre più massiccio delle coltivazioni di palma da olio: nel Borneo indonesiano (Kalimantan) sono stati abbattuti negli ultimi dieci anni circa 100 mila oranghi, accusati di saccheggiare le piantagioni. Con le riserve e i territori protetti, il Sabah è probabilmente la regione che offre più speranze per la sopravvivenza di questa specie, nel Sabah la coltivazione delle palme da olio è stata limitata al 30% del territorio e la Nestlè ha avviato un progetto di riforestazione con la piantumazione di 700 mila alberi.
Il programma di riabilitazione
Gli oranghi devono seguire un programma di riabilitazione perché arrivano al centro molto giovani e quindi sono privi delle capacità di vivere nella foresta da soli. Gli animali provengono a situazioni diverse: possono essere rimasti orfani in seguito a disastri naturali come incendi o inondazioni oppure essere vittima di deforestazione o anche essere stati tenuti in casa per molto tempo come animali domestici, pratica diventata illegale ma purtroppo ancora diffusa.
Gli oranghi vengono reintrodotti nella foresta quando dimostrano di avere tutte le capacità per sopravvivere da soli nel loro habitat naturale. Le tappe della riabilitazione sono cinque: accettazione e quarantena, cure in un ambiente interno, cure nell’ambiente esterno, rilascio, monitoraggio.
L’attività nella nursey
A differenza delle cure in ambiente interno, quelle realizzate nella nursey esterna prevedono che il contatto con gli uomini sia ridotto al minimo. Questa zona di allenamento non ha restrizioni e gli oranghi sono liberi di esplorare la riserva. Gli animali sono sottoposti a un check-up settimanale per verificare le loro condizioni di salute.
I numeri del Centro
Dall’inizio dell’attività del centro nel 1964 gli oranghi ammessi sono stati 760: l’81,6% degli animali è stato sottoposto a riabilitazione, il 66% delle riabilitazioni hanno avuto successo. La riabilitazione costa 8000 RM all’anno, pari a circa 2000 euro. Dal 1988 è il Dipartimento Del Sabah Wildlife a portare avanti l’attività del Centro di riabilitazione degli oranghi di Sepilok.
Flora e fauna uniche
Se gli oranghi sono l’ovvia attrazione principale del Centro, si apprezza pienamente questo luogo, immerso nella foresta pluviale, se ci si guarda in giro, mentre si percorrono le passerelle di legno che conducono alle zone di visita. Vi capiterà così di osservare svariate piante tropicali, farfalle multicolori, insetti di vario tipo e, non meno importante, di sentire tutti gli straordinari rumori e suoni della giungla.
Sulla piattaforma di osservazione infine, altri animali approfittano del cibo che viene portato agli oranghi: quasi certamente avvisterete qualche scoiattolo (in questo luogo ne ho visti soprattutto di colore nero, al posto del tradizionale marrone) e alcuni macachi che, di soppiatto, vengono a prendere un po’ di frutta e scappano a mangiarla in qualche luogo appartato.
Visitare il Borneo e il Centro per la Riabilitazione degli Oranghi è un’esperienza davvero affascinante e che vi consiglio assolutamente di fare se decidete di intraprendere un viaggio a queste latitudini.
Se avete altre curiosità o domande, scrivetemi pure nei commenti. Sarò felice di rispondervi per quanto possibile!
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