Dalle rive del fiume Daugava alle torri delle Chiese di San Giacomo, di San Pietro e del Duomo, lo sguardo sulla città di Riga spazia dalle antiche case di legno della periferia agli edifici in stile gotico baltico con i tipici frontoni di mattoni rossi della città vecchia agli eleganti palazzi art noveau della città nuova: la capitale della Lettonia, che si appresta a festeggiare il centenario della sua indipendenza il prossimo 18 novembre è davvero tante città in una e le cose da vedere sono tantissime. E non soltanto dal punto di vista storico e architettonico. Abitata da lettoni, tedeschi e russi, Riga ha sviluppato lingue, culture e tradizioni diverse che si sono spesso scontrate e che oggi formano l’amalgama di un piccolo Paese con un grande orgoglio.
La città si è aperta completamente al turismo, sviluppato in particolare dopo la nomina a capitale europea della cultura nel 2014. Bancarelle, negozi di souvenir, tour guidati di ogni tipo affollano il pittoresco centro storico.
Ma Riga è anche molto altro rispetto alle viuzze dense di arte e storia della città vecchia. In questo post voglio raccontarvi cosa vedere a Riga in 7 itinerari che spaziano in tutta la città.
1. Il centro storico
Il giro alla scoperta di Riga comincia obbligatoriamente dal suo centro storico. Il vecchio nucleo urbano del XIII secolo è piccolo e compatto, molto pittoresco grazie alle tante chiese, case delle corporazioni e abitazioni borghesi in stile gotico baltico.
Da un vicolo acciottolato all’altro, si attraversano le piazze del Duomo, del Municipio, dei Livi, del Castello sempre con lo sguardo verso l’alto per non perdersi i decori e le sculture, spesso bizzarre, dei palazzi e delle case che raccontano la storia della città anseatica sorta 800 anni fa.
Imperdibili sono la Chiesa di San Giovanni, riconoscibile dal vistoso frontone a gradoni sulla facciata nord e, a pochi passi, la Chiesa di San Pietro, la cui torre di 72 metri domina il profilo della città vecchia (entrata 3 euro, salita sul campanile 9 euro, un piccolo furto). In mezzo ai due edifici di culto, la statua dei Musicanti di Brema, un regalo della città tedesca nel 1990 vista la storia comune delle due città. Da una piazza all’altra a un cortile all’altro: da visitare il Cortile di San Giovanni e il Cortile del convento.
Una brevissima passeggiata conduce a quello che forse è l’edificio più rappresentativo di Riga, la Casa delle Teste Nere, di fronte al Municipio, sulla piazza che ospita al centro la statua di Rolando. Un altro complesso molto famoso di Riga è quello dei Tre Fratelli, tre edifici gotici molto pittoreschi: si trovano nei pressi della Chiesa di San Giacomo e del Parlamento lettone da cui è un attimo arrivare al Castello e all’Arsenale.
Il Duomo con il chiostro vanno assolutamente visitati all’interno (ingresso 3 euro), per poi terminare il giro sulla piazza che ospita la sede della Grande e della Piccola Gilda, senza dimenticare di alzare gli occhi in cima alla Casa dei Gatti e cercare la storia di questo palazzo e delle statue dei due felini poste in cima.
Tirato a lucido, il centro storico è molto turistico: ciò significa che è necessario fare lo slalom tra mercatini, venditori di souvenir più o meno autentici, risciò e ristoranti troppo cari per quello che offrono. Ne vale comunque la pena: senza dubbio la città vecchia di Riga è un piccolo gioiellino. Vi prometto un post dedicato al solo centro storico, con itinerario e mappa dettagliata delle tantissime cose da vedere.
Sarebbe un peccato però limitarsi a visitare solo quest’area.
2. La zona con i palazzi Art Noveau
Sfingi, draghi, leoni, maschere umane e di demoni spuntano dalle facciate dei palazzi di un piccolo quartiere a nord-est della città, dove in poche centinaia di metri si può osservare un’estrema varietà di quest’epoca architettonica. Secondo alcuni Riga meriterebbe il titolo di capitale europea dell’Art Noveau. Nonostante sia molto meno famosa di Vienna o Bruxelles, in realtà la città custodisce un patrimonio architettonico di notevole qualità, varietà e originalità. Di certo, il tour dei palazzi Art Noveau è una delle cose imperdibili da vedere a Riga.
Nella città nuova, non troppo distante dal centro storico, c’è addirittura un’intera strada dove i palazzi art noveau si susseguono senza soluzione di continuità (uni di essi ospita anche il museo dedicato a questo stile architettonico, un altro il Centro di Arte Contemporanea): è Alberta iela, in cui moltissimi palazzi furono realizzati da Mikhail Eisenstein, il più famoso architetto di Riga che ha progettato molto edifici in città ed è il padre dell’Eisentstein regista, quello della ben nota “corazzata”.
Il rinnovamento della città secondo questo stile architettonico avvenne all’inizio del XX secolo, tra il 1897 e il 1913, quando dal punto di vista economico la città anseatica era terza, dopo San Pietroburgo e Odessa, come importanza all’interno dell’Unione Sovietica. In questo periodo la popolazione aumentò all’improvviso e in poco tempo fu necessario costruire molti nuovi palazzi. La varietà lettone di Art Noveau incrocia elementi ancora legati agli elementi figurativi dello Storicismo. Il ricorso a decorazioni popolari e a uno stile architettonico rustico tradizionale fa definire l’art noveau lettone con il nome di Romanticismo Nazionale.
Anche bar e negozi richiamano lo stile liberty e tutta questa zona è diventata molto trendy anche tra gli abitanti. Se avete poco tempo, cercate di percorrere perlomeno Elizabetes iela e Alberta iela. Se avete un po’ di tempo continuate la passeggiata osservando gli edifici in Strelnieku iela, Vialndes iela, Antonijas iela e Alunana iela. Da queste parti ci sono anche il Museo Nazionale di Belle Arti e il Museo di Storia della Medicina.
3. Il quartiere moscovita
Uno delle zone più particolari della capitale lettone è il quartiere moscovita, in passato abitato quasi soltanto da russi ed ebrei. La strada principale del quartiere è Maskavas iela.
Qui dal 1941 al 1943 si trovava anche il ghetto di Riga e ci sono i resti della Grande Sinagoga Corale che il 4 luglio 1941 fu teatro di un evento orribile: oltre 300 ebrei vennero rinchiusi nell’edificio dato alle fiamme dai collaborazionisti lettoni dei nazisti. Furono 270 abitanti a salvare oltre 400 ebrei lettoni: una targa ricorda i nomi dei salvatori. Zanis Lipke, un lavoratore del porto diventato un eroe locale che, da solo, riuscì a salvarne 50 è ricordato anche con un suo ritratto inciso nella pietra.
Nel quartiere si trova anche una delle maggiori chiese di legno della Lettonia, la chiesa luterana del Gesù. Tutto il quartiere è formato da case e palazzi ottocenteschi, molto dei quali di legno o di mattoni e in attesa di ristrutturazione, nonostante nel 1996 siano stati riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. È una zona ancora in parte degradata ma dotata di un certo fascino decadente. Da queste parti si trova anche il Museo del Ghetto di Riga (che purtroppo non ho fatto in tempo a visitare) in cui si ricordano i crimini nazisti e il destino di oltre 70 mila ebrei lettoni uccisi e degli oltre 20 mila deportati a Riga dalla città e dai suoi dintorni, molti anche dal territorio tedesco: quasi nessuno riuscì a sopravvivere e circa 26 mila vennero fucilati nei boschi fuori dalla città.
Alcuni magazzini nei pressi del mercato centrale sono stati restaurati per animare la scena artistica e culturale della città, anche se sembra che il progetto non abbia funzionato del tutto, visto che gli edifici ospitano soprattutto bar e negozi, oltre alla sede dell’orchestra da camera.
Vale la pena fare un giro da queste parti anche per vedere il vistoso palazzo del 1958 in tipico stile staliniano che ospita l’Accademia delle Scienze, nonostante inizialmente dovesse ospitare le case dei contadini dei kolchotz. È possibile salire sulla terrazza panoramica (biglietto 5 euro) a 65 metri di altezza da cui si può godere una bella vista a 360 gradi sulla città e sul fiume Daugava: si prende l’ascensore fino al 15° piano e poi si percorrono un paio di rampe di scale a piedi.
Il quartiere moscovita inizia dove finisce il grande Mercato centrale, subito dietro la stazione centrale ed è proprio da qui che conviene cominciare l’itinerario se, come probabile, si proviene dal centro. I cinque padiglioni che ospitano il mercato risalgono agli anni Venti ma ci sono bancarelle anche all’esterno. I padiglioni sono tematici e si possono trovare carne, pesce, frutta, verdura, souvenir e abbigliamento di vario genere.
4. Il canale di Riga
L’autunno a Riga può essere davvero piacevole, soprattutto nelle giornate di bel tempo, quando l’aria frizzante si accompagna a un luminoso sole.
Uno dei luoghi all’aria aperta in cui godersi questo periodo dell’anno è il canale di Riga, che circonda l’area della città vecchia e ne segna il confine con quella nuova. Questo canale, immerso in un bel boschetto verde, ricco di aiuole e alberi frondosi, è reso pittoresco da un paio di ponticelli, denominati Ponti dell’Amore (su uno di essi sono stati agganciati gli ormai tipici lucchetti) e da un molo di barche su cui si possono fare brevi gite.
La nascita del canale risale al 1865. Prima di quella data la zona era un terrapieno difensivo incolto. Delle vecchie costruzioni difensive ora rimane solo la Collina del Bastione, dai cui 20 metri di altezza si può comunque godere di una suggestiva vista sul canale e sul parco da un lato e sulla Torre delle Polveri (che oggi ospita il Museo della Guerra) le Caserme di San Giacomo (oggi sede di boutique, caffè e negozi) dall’altro. Date un’occhiata anche all’appariscente facciata dipinta con gli stemmi delle città e delle contee della Lettonia: è uno dei tanti modi in cui a Riga si celebra con fierezza l’indipendenza dello stato lettone.
Dalla collina si vede in lontananza anche il Monumento alla Libertà, il monumento nazionale lettone, all’inizio di Brivibas buvaris, su un’ampia piazza pedonale che spezza in due il canale: alto 42 metri, con in cima ha la statua della Milva (curiosità: il suo volto è riprodotto sulle monete da 1 e 2 euro), fu inaugurato il 18 novembre 1935 per il 15° anniversario dell’indipendenza della Lettonia. Davanti al monumento la Guardia d’Onore viene cambiata ogni ora.
Superata la grande piazza pedonale con il monumento, il canale e il parco proseguono nell’area su cui spicca il grande edificio in stile neoclassico dell’Opera Nazionale Lettone, costruita negli anni sessanta: la facciata ha sei colonne ioniche che sostengono un grande portico, il cui timpano è adornato con una scultura di Apollo. Di fronte all’Opera c’è anche una bella fontana con una scultura in bronzo. Decisamente un bel posto dove fare una passeggiata.
Il canale unisce la zona della stazione centrale con quella che supera il castello per giungere al molo dei traghetti e quindi circonda, come una mezzaluna, la parte di centro storico che non si affaccia sul fiume.
5. La Libera Repubblica di Miera iela
Miera iela è una strada nella prima periferia della capitale lettone, diventata famosa perché, da zona degradata, è stata adottata da creativi e designer che hanno aperto qui la loro attività, fondando la “Libera Repubblica di Miera iela”, un a cooperativa di artisti e imprenditori. Il nome della strada significa letteralmente “via della pace” ed è la strada che conduce ai cimiteri più importanti della città.
La cosa interessante è che, dopo questo cambiamento, la strada non ha perso il suo fascino decadente: le botteghe di designer e i piccoli spazi culturali continuano ad alternarsi alle case di legno dall’aspetto decadente, alcune abitate altre abbandonate, che ricordano il passato di Riga.
Sulla strada si affacciano caffetterie, bistrò, tea house, negozi di designer locali, spazi dedicati a concerti e a mostre.
Lungo questa strada si trovano anche la fabbrica di Laima, il maggiore produttore di cioccolato dei Paesi Baltici (non si può purtroppo visitare ma c’è un museo multimediale dove si può anche assaggiare il buonissimo cioccolato e un negozio): Laima è una vera istituzione da queste parti: l’orologio che si trova ai margini del centro storico, vicino al Monumento della Libertà, è stato costruito dai produttori di cioccolato nel 1924. Laima è il nome della dea del destino lettone e letteralmente significa “fortuna”.
Verso la fine della strada c’è anche la sede dell’ex Fabbrica di tabacco oggi sede il Jaunais Rigas Teatris, il Nuvoo Teatro di RIga.
Percorrere questa strada vale assolutamente la passeggiata dal centro o la breve corsa in tram. Visto che siete qui potete fare un giro anche nei dintorni, in cui si vede la Riga lontana dai circuiti turistici, dove però si trovano interessanti negozi e locali interessanti e molto più economici rispetto a quelli del centro storico.
6. L’isola di Kipsala
Sulla riva sinistra della Daugava c’è l’isoletta di Kipsala, che si distingue per il quartiere sorto sulla riva, dove si susseguono, lungo i viottoli lastricati simili a quelli di un villaggio di campagna, una dopo l’altra, le storiche case di legno, restaurate oppure costruite ex novo secondo lo stile tradizionale.
È una zona piena di ambasciate, di ville pazzesche o di casette tradizionali che sembravano dovessero essere demolite e invece hanno ritrovato nuova vita. La passeggiata obbligatoria è lungo la Balasta dambis, che costeggia la riva e assomiglia la stradina acciottolata di un villaggio di campagna, dopo essersi lasciati alle spalle la Krisjana Valdemara iela con i moderni e svettanti grattacieli degli uffici. Lungo questa strada c’è una bellissima vista sul fiume Daugava e si può ammirare il porto con le navi da crociera.
Ci sono un ristorante di lusso affacciato sul fiume con gazebo estivo e il museo commemorativo di Zankis Lipke (il salvatore degli ebrei), realizzato dall’archistar lettone Zaiga Gaile, specializzato nel recupero delle casette di legno e dedicato al marinaio lettone che salvò oltre 50 ebrei durante l’occupazione nazista.
All’angolo tra il ponte Vansu e l’isola di Kipsala si trova una piccola spiaggia di sabbia artificiale che negli ultimi anni è diventato un luogo amato dagli abitanti, in particolare dagli appassionati di beach volley.
Questa zona è raccomandata a chi vuole vedere un’altra faccia di Riga. L’ideale sarebbe arrivare qui con un breve escursione in bici. Noi siamo arrivati qui poco prima del tramonto, momento perfetto per ammirare gli edifici del centro storico, dall’altra parte della riva, incendiati dalla luce calda del sole.
Se questa zona attira la vostra curiosità, potete proseguire fino al quartiere Kalnciema (io non ce l’ho fatta per mancanza di tempo), verso l’aeroporto: il quartiere è formato da case di legno ristrutturate che oggi ospitano negozi, boutique e studi di design, caffè e ristoranti. Il sabato dalle 10 alle 16 qui si svolge un mercato contadino e artigianale molto popolare.
7. La città nuova e i luoghi dell’Indipendenza nazionale
La Lettonia prende molto sul serio la sua storia nazionale. Tanto più quest’anno in cui si festeggiano i 100 dell’Indipendenza, conquistata alla fine della Prima Guerra Mondiale: la città è piena di loghi e manifesti che ricordano l’importante appuntamento del prossimo 18 novembre, mentre i cartelloni pubblicitari lungo le strade segnalano l’uscita dell’Enciclopedia di Storia nazionale come “il grande dono del centenario della nazione”. Vi parlerò di questo evento e di un itinerario specifico per scoprire le tappe più significative della storia lettone a Riga in un post a parte.
Nella città nuova, uno dei luoghi principali della cultura e della storia del Paese è la Biblioteca Nazionale Lettone. L’edificio è salito alla ribalta già nel 2014, anno in cui Riga ha festeggiato la nomina a Capitale Europea della Cultura, inaugurando l’avveniristica struttura costata oltre 20 anni di lavori e diventata monumento nazionale. La costruzione è alta 68 metri, ha 13 piani e vuole richiamare una montagna di vetro. I riferimenti sono a due miti lettoni: la poesia “Il cavallo d’oro” dell’amato poeta nazionale Rainis (qualcuno ancora oggi accende candele davanti alla sua statua di marmo rosso nel parco principale della città) in cui una principessa viene liberata dal sonno eterno sulla cima di una montagna di vetro e la leggenda del “castello della luce”, fautore della libertà ritrovata del popolo lettone.
La biblioteca si erge sulla sponda sinistra del fiume Daugava e si può raggiungere con una passeggiata a piedi oppure con il bus 22 (lo stesso che conduce all’aeroporto) dalla stazione centrale. All’interno della biblioteca sono a disposizione gratuitamente bandiere lettoni che ricordano la ricorrenza dei 100 anni e depliant che illustrano le principali tappe della storia del Paese verso la conquista dell’indipendenza.
Tornando sulla sponda destra del fiume, all’altezza della piazza con il Monumento alla Libertà, comincia Brivibas iela, il viale principale della città nuova, che si estende per molti chilometri. I luoghi principali però si trovano all’inizio del viale. Vale la pena, ad esempio, fermarsi a osservare la Cattedrale della Natività di Cristo, la più grande chiesa russo-ortodossa, su cui brillano in tutto il loro splendore le cinque cupole dorate e che durante il periodo sovietico fu trasformata in un planetario con bar. Più avanti s’incrocia la Chiesa di Santa Gertrude costruita alla fine dell’Ottocento in stile neogotico e struttura in laterizio. All’angolo successivo c’è la sede del museo del KGB in Lettonia, purtroppo attualmente chiuso.
Questa zona della città nuova è perfetta anche soltanto per una passeggiata alla scoperta dei luoghi frequentati dagli abitanti di Riga. Qui si trovano numerosi centri commerciali, negozi di vario tipo, locali alla moda, cinema, centri culturali e teatri, oltre al famoso Skyline Bar, al 26° piano dell’hotel Radisson.
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