“Icons”, oltre 100 foto di Steve Mc Curry in mostra a Conegliano

S’intitola “Icons” e raccoglie oltre 100 foto che hanno fatto la storia di uno dei fotografi più amati: Steve Mc Curry in mostra a palazzo Sarcinelli a Conegliano, in provincia di Treviso, incanta grazie alla bellezza di immagini diventate ormai vere e proprie icone.

A cura di Biba Giacchetti, la mostra, aperta al pubblico dal 6 ottobre 2021 è visitabile fino al 13 marzo 2022.

foto steve mc curry mostra
foto steve mc curry mostra

Le icone di Mc Curry

Già soltanto per il contenuto, le foto di Mc Curry offrono un’affascinante prospettiva sul mondo. Non avrebbero però lo stesso impatto senza un attento studio del colore e della composizione. Mc Curry con pazienza osserva la realtà e aspetta il momento opportuno per immortalarla, ma lo scatto perfetto non prevede soltanto un soggetto originale, vuole anche l’armonia perfetta delle forme. La foto perfetta non si traduce però, come forse si potrebbe pensare, in qualcosa di freddo e distaccato. È semmai il contrario. A rendere Mc Curry il fotografo contemporaneo che molto probabilmente ha raccolto l’eredità di Henri Carier-Bresson (“l’occhio del secolo”, ovvero il Novecento) è l’incredibile sensibilità del fotografo nei confronti dei suoi soggetti, la capacità di penetrare in profondità e di svelare la somiglianza tra tutti gli individui sulla terra.

Animato da un’indomabile spirito di osservazione e da una meravigliosa curiosità nei confronti del mondo, Mc Curry attraversa i confini fisici, linguistici e culturali. “La maggior parte delle mie foto – spiega lo stesso fotografo – è radicata nella gente. Cerco il momento in cui si affaccia l’anima più genuina, in cui l’esperienza s’imprime sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare condizione umana. Voglio trasmettere il senso della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità”.

La mostra si apre con alcuni celebri ritratti che hanno fatto la fortuna del fotografo americano. Visi in primo piano di cui a risaltare è soprattutto lo sguardo, fisso verso l’obiettivo. Soggetto e fotografo si guardano e danno vita a uno scambio così intenso da lasciare senza fiato chiunque guardi la foto. Uomini e donne, giovani e anziani, immortalati lungo le strade del mondo.

foto steve mc curry mostra

La ragazza afgana

Ben pochi non hanno ancora ammirato la notissima ragazza afgana, Sharbat Gula, che Mc Curry fotografò in un campo profughi in Pakistan nel 1984 e divenne famosa grazie alla copertina del National Geographic.

La storia di questa fotografia, diventata il simbolo di un popolo che ha affrontato la guerra e l’esilio, è affascinante. Mc Curry, camminando in un campo profughi vicino a Peshawar, venne attirato dalle voci provenienti da una scuola dove erano riuniti un gruppo di ragazzini che il fotografo chiese di poter immortalare, rimanendo subito colpito da una ragazzina di dodici anni e dal suo sguardo penetrante.

Mc Curry scoprirà il suo nome soltanto 15 anni dopo.

Per quanto notissima e straordinaria, non è questa l’unica foto dalle meravigliose caratteristiche da ammirare in questa mostra. E non ci sono soltanto ritratti, che probabilmente rapprestano la cifra più famosa di Mc Curry. Le foto sorprendenti e ancora viste poco dal grande pubblico sono numerose e permettono di farsi un’idea molto ampia del lavoro di questo amatissimo fotografo.

foto steve mc curry mostra

L’Afghanistan, l’India, l’Asia

Di Kabul e dell’Afghanistan, Paese che Mc Curry ha visitato più volte, ci vengono mostrati i lati più dolorosi, le guerre, le violenze, ma anche l’umanità che popola questo territorio, dai minatori di Pol-e-Khomri al fotografo di strada a Kabul fino ai bambini nel bagagliaio di una Chevrolet degli anni Cinquanta. Le foto in mostra sono a colori e quindi non comprendono le prime foto del 1979, quando il fotografo visitò il paese clandestinamente al seguito dei Mujahidin. La mostra di Conegliano si apre con le foto del 1992 e in particolare con un ritratto inedito ed emozionante di Kabul, città martoriata da oltre 15 anni di conflitto.

C’è poi tanta India nelle foto di Mc Curry che cerca di raccontare la complessità e le contraddizioni di un Paese unico. Da questo paese provengono alcuni degli scatti di personaggi che lo stesso artista identifica come amici: l’anziana signora di Vrindavan, il mago del Rajasthan con la barba decorata di arancione o il sarto che trasporta la sua macchina da cucire in piena stagione di monsoni.

In mostra c’è anche moltissimo sud-est asiatico. L’Asia è uno dei pezzi di mondo più amati da Mc Curry (e come dargli torto?). In questo continente il fotografo trova continue ispirazioni: “questo posto – così come la luce che dà la vita – è una risorsa inesauribile”. Mc Curry riserva molta attenzione al buddismo, di cui lo affascina anche l’architettura, come la pagoda di Mingun e la Roccia d’oro di Myanmar in Birmania, il complesso monumentale di Angkor in Cambogia. Grande è anche la passione di Mc Curry per il Tibet: anche in questo caso unisce l’attrazione per il paese e l’interesse per la fede buddista dando vita a una serie di immagini solidali con monaci, pellegrini e persone non religiose.

foto steve mc curry mostra
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INFO MOSTRA

Steve McCurry. Icons

6 ottobre 2021 – 13 marzo 2022

Palazzo Sarcinelli – Via XX Settembre, 132 –  Conegliano (Treviso)

Orario: da mercoledì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18
sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19

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Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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