Quando si pensa a un viaggio in Serbia, la mente corre subito a Belgrado, la capitale vivace e sempre in fermento.
Ma a poca distanza dalla città – facilmente raggiungibile anche dall’Italia – ci sono luoghi che raccontano un volto diverso del Paese: più raccolto, culturale e ricco di tradizioni.
In meno di un’ora di viaggio si possono scoprire:
- Novi Sad, elegante centro culturale affacciato sul Danubio;
- la Fruška Gora, il “monte sacro” punteggiato da monasteri ortodossi immersi nel verde;
- la cittadina barocca di Sremski Karlovci, famosa per il vino Bermet e i suoi edifici storici.
Un itinerario breve ma intenso, ideale per chi vuole conoscere la Serbia oltre Belgrado, tra panorami suggestivi, spiritualità e calici di buon vino.
Io ho visitato questi luoghi due volte, la prima una dozzina di anni fa per conto mio, in una delle mie prime esplorazioni nei Balcani, e la seconda nel 2025, ospite dell’ente per il turismo serbo.
NOVI SAD: CUORE CULTURALE DELLA VOJOVODINA SULLE RIVE DEL DANUBIO
Novi Sad è la seconda città della Serbia e il centro più importante della Vojvodina, di cui è capitale culturale, economica e amministrativa.
Adagiata lungo la riva sinistra del Danubio, si trova proprio di fronte alla celebre Fortezza di Petrovaradin, che con le sue mura secolari custodisce gran parte della storia cittadina.
Nel 2022 è stata Capitale Europea della Cultura.
Dalle origini alla “città libera imperiale”
La fortezza medievale fu il primo vero nucleo abitato della zona. Intorno al castello e all’abbazia sorsero le prime case, mentre sulla riva opposta non c’era ancora la città che conosciamo oggi, ma soltanto piccoli villaggi agricoli, spesso colpiti dalle incursioni ottomane e asburgiche.
La svolta arrivò alla fine del Settecento, quando la stabilizzazione dei confini rese Petrovaradin l’avamposto militare principale dell’Impero asburgico. Con una maggiore sicurezza, la popolazione iniziò a crescere e, sulla riva opposta, nacque un vero insediamento urbano: Varadinci. Qui si stabilirono serbi, ma anche armeni, greci ed ebrei, che trasformarono il villaggio in un vivace centro commerciale. Nel 1748 ottenne lo status di “città libera imperiale” e il nome con cui è oggi conosciuta: Novi Sad.
Dal 1945 la città è capitale della Provincia autonoma della Voivodina.

Il cuore della città: Trg Slobode
Il centro moderno si sviluppa attorno a Trg Slobode, la Piazza della Libertà. Qui spicca la chiesa cattolica neogotica costruita dagli Asburgo, simbolo delle comunità cattoliche ungheresi, croate, slovacche e austriache. Di fronte si erge il Municipio, inaugurato nel 1895, mentre al centro della piazza si trova la statua di Svetozar Miletić, politico e figura chiave della storia serba.
Da qui parte via Zmaj Jovina, la strada più animata di Novi Sad, piena di bar e caffè all’aperto, che conduce fino alla cattedrale ortodossa del XIX secolo. Un’altra tappa imperdibile è la sinagoga di Evrejska, costruita nel 1909 in stile Liberty con affascinanti dettagli orientali: una testimonianza tangibile della varietà culturale e religiosa della città.

La “Gibilterra del Danubio”: la Fortezza di Petrovaradin
Sulla riva opposta del fiume si erge la maestosa Fortezza di Petrovaradin, le cui origini risalgono già all’epoca romana e bizantina. Conquistata dai turchi di Solimano il Magnifico nel 1526, fu riconquistata dall’Impero asburgico nel 1692 grazie al principe Eugenio di Savoia. Da allora Vienna avviò grandi lavori di consolidamento, tanto che la fortezza divenne nota come la “Gibilterra del Danubio”, considerata inespugnabile.
Oggi il complesso è perfettamente conservato e interamente visitabile. Dai bastioni si aprono viste spettacolari sul Danubio e sul profilo di Novi Sad. Se non si ha voglia di affrontare la salita a piedi, è possibile arrivare in cima anche in auto e godersi il panorama senza fatica.


SRMESKI KARLOVCI: VINO, BAROCCO E TRADIZIONE SERBA
Adagiata ai piedi della Fruška Gora, a soli 11 km da Novi Sad e meno di un’ora da Belgrado, Sremski Karlovci è una piccola città che racchiude secoli di storia, spiritualità e cultura.
Una città barocca dal cuore serbo
Per oltre due secoli questo borgo pittoresco è stato il principale centro spirituale ed educativo della Serbia. La piazza centrale, dominata dalla fontana dei Quattro Leoni, è circondata da splendidi edifici barocchi: tra questi la chiesa di San Nicola (1762), con la sua iconostasi sontuosa, e il raffinato Palazzo del Patriarcato, considerato una delle costruzioni più eleganti del XIX secolo in Vojvodina.
Passeggiando per le vie si incontrano altre chiese storiche – ben sette in totale – tra cui la Chiesa Inferiore, costruita nel 1712 e ombreggiata da un platano secolare che si dice sia il più antico d’Europa. Ogni casa del centro racconta una storia: qui sono nati poeti, studiosi e personalità che hanno segnato la cultura nazionale. Non a caso proprio a Sremski Karlovci furono fondate la prima scuola di grammatica serba (1771) e la prima accademia di teologia del Paese.

La capitale del vino in Vojvodina
Sremski Karlovci è famosa anche per i suoi vigneti, coltivati fin dall’epoca romana. Nel tempo la città è diventata un vero paradiso per gli amanti del vino: basti pensare che l’Ausbruch e il Bermet, il suo vino più celebre, venivano serviti alla corte di Vienna e commerciati nelle piazze di Londra e Rotterdam.
Ancora oggi quasi ogni famiglia produce il proprio vino, e degustarlo è un’esperienza imprescindibile per chi visita la città. La specialità da non perdere è il Bermet, un vino da dessert aromatizzato con erbe e spezie, perfetto in abbinamento con il tradizionale kuglof fatto in casa.

I MONASTERI DELLA FRUŠKA GORA: GIOIELLI TRA NATURA E SPIRITUALITÀ
La Fruška Gora, il “monte sacro” della Serbia, è celebre per i suoi monasteri ortodossi: 16 veri scrigni di storia e spiritualità immersi in un paesaggio verde e collinare. Visitandoli si entra in contatto con un patrimonio che unisce arte, fede e tradizione.
Tra i più affascinanti ci sono Krušedol, Novo Hopovo e Grgeteg. Li ho visitati per la prima volta nel 2013, mentre nel 2025 sono tornata a Krušedol e ho avuto la fortuna di poterlo visitare anche all’interno scoprendo così i suoi magnifici affreschi.
Il monastero di Krušedol
A soli otto chilometri da Irig, Krušedol è forse il più rappresentativo monastero della Fruška Gora. Lo si riconosce subito dalla grande porta rosso porpora che introduce al complesso.
Varcata la soglia, ci si trova in un’ampia area verde che avvolge il convento, regalando un’atmosfera di pace e raccoglimento.
Fondato nella prima metà del XVI secolo, fu poi ristrutturato nel XVIII secolo, conservando il suo ruolo di importante centro spirituale.


Il monastero di Novo Hopovo
Considerato uno dei monasteri più belli e meglio conservati della zona, Novo Hopovo risale al XVI secolo e, come molti altri, fu ricostruito nel XVIII secolo e restaurato dopo i gravi danni della Seconda guerra mondiale.
La chiesa all’interno del chiostro riprende lo stile della Scuola della Morava, con arcate cieche che decorano le facciate e una cupola sorretta da snelle colonnine: un’architettura elegante e armoniosa che merita di essere ammirata con calma.


Il monastero di Grgeteg
A quattro chilometri da Irig, immerso in un paesaggio rurale tra campi e ruscelli, sorge Grgeteg, un monastero femminile fondato nella seconda metà del XV secolo.
Qui sono le monache ad accogliere i visitatori, accompagnandoli tra le sale e permettendo anche di scattare qualche foto agli arredi interni.
Le pareti conservano antichi affreschi, mentre il campanile, distrutto durante la Seconda guerra mondiale, è stato ricostruito in epoca più recente. L’atmosfera che si respira è semplice, autentica e profondamente spirituale.


DOVE MANGIARE
Salaš 137 – Čenej
A nord di Novi Sad, sulla strada per Subotica, in aperta campagna, si trova questo delizioso ristorante dove è possibile pranzare all’aperto in uno dei coloratissimi tavoli.
Ospitato in una fattoria dove i bambini possono anche fare un giro in calesse, è il luogo perfetto per assaggiare tante pietanze tipiche locali.
Io ho assaggiato la mućkalica, un piatto tipico composto da uno stufato di carne e verdure alla griglia. Il suo nome deriva da mućkati, che significa “agitare, mescolare o mescolare”. Per preparare la mućkalica si utilizzano carni di diversi animali, così come vari tagli dello stesso tipo di animale.

