E’ il primo luogo che visito di Belgrado, non per scelta ma perché ho perso l’orientamento. Ma il caso vuole che sia uno dei momenti più suggestivi del mio viaggio nella capitale serba. Un breve viale alberato conduce nella piazza del tempio di San Sava. C’è il sole ma ci sono anche diversi segnali che a breve potrebbe scoppiare un tipico temporale primaverile che dopo poco incornicierà il tempio con un suggestivo arcobaleno. Entro in quella che mi sembra una delle più grandi cattedrali che io abbia mai visto.
Dietro a me, un gruppo di adolescenti in jeans, simili a qualunque altro loro coetaneo di qualunque altra parte di mezzo mondo, sale i gradini del sagrato e varca il portale del tempio. In silenzio, i ragazzi comprano alcune candele (quelle serbo-ortodosse sono più lunghe e sottili rispetto a quelle delle chiese cattoliche), si avviano verso la cappella, giungono le mani in preghiera e dopo qualche minuto escono dal tempio e se ne vanno vociando per trascorrere, probabilmente, il resto del sabato pomeriggio in uno dei tanti vivaci caffè di Belgrado. La scena mi colpisce per la sua normalità e allo stesso tempo eccezionalità. In Serbia la fede è qualcosa di molto radicato, una consuetudine che riguarda la quotidianità, anche delle giovani generazioni.
E se ci fosse biosogno di ulteriori prove, è proprio lo stesso tempio di San Sava a dimostrarlo. Di solito i grandi edifici religiosi hanno orgini antiche. Difficile trovare una chiesa moderna dalle dimensioni così monumentali. Il Tempio di San Sava a Belgrado invece è una cattedrale gigantesca – la più grande cattedrale ortodossa dei Balcani – ed è stata progettata in tempi recenti. La costruzione è talmente grande che, nonostante il cantiere sia partito svariati decenni fa, non è ancora terminata, per mancanza di fondi. L’esterno è finito, ma l’interno è ancora un grande cantiere.
Il tempio però è già molto frequentato . All’interno è stata allestita una piccola cappella temporanea: vi si accede seguendo i cartelli con le frecce. Le icone sono appoggiate su altari di fortuna. Lo spazio è piccolo e alquanto precario, circondato dai teloni che oscurano alla meno peggio il resto del cantiere. In bella vista – di fedeli e di turisti – la cassetta per le offerte che saranno utilizzate per terminare l’opera, si trova nell’atrio, subito dopo l’ingresso, di fronte alla grande rete metallica che impedisce di accedere all’enorme aula sormontata dalla gigantesca cupola di 400 tonnellate che ricopre il tetto. Nonostante il cantiere, lo spazio è già molto suggestivo.
L’idea di progettare un tempio così grande nasce nel 1935, dopo che per oltre quarant’anni si era trascinata, senza arrivare al risultato, la costruzione di una cappella dalle dimensioni più ridotte. Il progetto, affidato agli architetti Nicola Nestrorovic e Aleksandar Deroko, voleva riprendere lo stile ortodosso-bizantino. I lavori si bloccarono a causa dello scoppio della guerra prima e dell’ascesa del Partito Comunista poi, per riprendere con nuovo slancio nel 1985. Dopo oltre quarant’anni, l’architetto Branko Pesic riprese in mano il progetto, ispirandosi alla chiesa di Santa Sofia di Istanbul. La costruzione della grande chiesa ortodossa proseguì speditamente fino al 1989, quando fu issata la faraonica cupola, sormontata da una croce dorata alta 12 metri e pesante quattro tonnellate. L’esterno, ricoperto di marmo bianco, fu completato nel 2003. L’anno successivo è stato sistemato lo spazio verde di fronte al tempio, che oggi si presenta come un bel giardino, con panchine e fontane. Difficile dire quando anche l’interno del tempio sarà pronto. Ma già ora la costruzione è aperta a fedeli e ai visitatori e merita senza ombra di dubbio una visita.
Il culto di San Sava ha origni antiche. Si dice che, nel punto dove oggi c’è il tempio, nel 1594, il visir ottomano Sinan Pascià, per umiliare il sentimento religioso serbo, fece prelevare le spoglie di San Sava, uno dei santi più venerati dai serbi, dal monastero di Mileseva e le fece bruciare pubblicamente. Nel 1894 fu così deciso di innalzare in questo punto un tempio dedicato al santo.
Il luogo oggi è circondato da un tranquillo quartiere residenziale, a cui si accede con una breve passeggiata dopo aver superato la trafficata Piazza Slavija. A fianco del tempio, il moderno e funzionale edificio che ospita la Biblioteca Nazionale della Serbia. Di fronte, il parco dedicato al leader della prima sollevazione serba, Karadorde, ricordato da una scultura che lo ritrae mentre sfodera la sciabola.
Comments
1 commentoEF
Giu 17, 2015Post interessantissimo! Colpisce che all’origine del culto di San Sava ci sia uno scontro tra ottomani e ortodossi: una storia lunga 500 anni e anche più.
RitagliDiViaggio
Giu 17, 2015Grazie Elena! La maggior parte dell’arte, dell’architettura e della cultura dei Balcani nasconde implicazioni storiche molto affascinanti, tutte da scoprire e da approfondire. 🙂
Turismo Celeste
Nov 25, 2015Sono posti unici al mondo questi che hai descritto con così tanta passione ed ammirazione. Sinceramente ci piacerebbe poter progettare un tour storico-religioso e su http://www.turismo-celeste.it/ abbiamo trovato delle informazioni per unire arte e religione, un tour per immergerci nell’infinito mistero di questi posti. Puoi trovare numerose testimonianze storiche che si abbinano alla religione, popoli differenti che si sono incrociati durante le epoche passate.
roberta
Mag 25, 2016le tue foto sono bellissime e i racconti super interessanti! complimenti
RitagliDiViaggio
Mag 25, 2016Grazie Roberta! Felice che ti piacciano! Spero che tornerai a leggermi ancora ?