Si parla molto della Capitale europea della cultura 2019, perché dell’importante titolo è stata insignita la nostra Matera. Pochi sanno però che insieme a lei c’è un’altra cittadina estremamente interessante. Si chiama Plovdiv e si trova in Bulgaria, nei Balcani orientali.
La storia della città è molto antica e si può leggere ancora oggi percorrendo il suo centro storico, un vero gioiellino. Tutta la città in realtà è molto interessante e in forte sviluppo, proprio grazie alla valorizzazione e ristrutturazione del centro cittadino, raccolto intorno a una collina e che si presta ad essere visitato in un paio di giorni. Probabilmente si tratta dell’insieme più caratteristico dell’intera Bulgaria dal punto di vista architettonico, con le sue case nello stile cosiddetto della Rinascenza che da fine Ottocento si impose a Plovdiv e si diffuse poi in tutto il Paese. Facciate simmetriche tripartite colorate e dipinte in modo caratteristico decorano edifici a due piani di pietra e legno, di cui il superiore aggettante.
L’importanza di Plovdiv risale al periodo dei Traci. Poi nel 341 a.C. conquistata da Filippo il Macedone che la chiamò Filippolis. Con la conquista romana nel 46 d.C., Plovidv divenne capitale della Tracia romana e nei secoli successivi seguì le sorti del Paese, subendo le invasioni e le conquiste dei barbari, poi dei protobulgari, dei bizantini e infine dei turchi. Al 1636 risale la sua attuale denominazione, mentre nel 1878 divenne la capitale della Rumelia orientale, prima di essere riunita alla Bulgaria nel 1885.
Plovdiv è probabilmente la più europea delle città bulgare e sicuramente la più turistica, ancora di più della sua capitale Sofia. Le due città, senza dubbio le più importanti e interessanti del Paese dal punto di vista storico artistico, sono collegate da una moderna e veloce autostrada, che si può percorrere in auto o in bus in due ore circa.
Ovviamente tutti i turisti si concentrano nella parte alta della città, a cui Plovidv deve la sua fama. Io però voglio farvi conoscere anche le zone meno battute, perché sono proprio queste che mostrano la straordinaria vitalità di questa cittadina, giovane e vivace.
Pronti per scoprire la Plovdiv antica, quella moderna e quella alternativa?
LA CITTÀ ANTICA
L’itinerario della città antica può partire da ulitsa Patriarh Evtimiy, che si può risalire lasciando sulla sinistra il mercato rionale di frutta e verdura. Mantenere la sinistra e imboccare ulitsa Slaveykov, su cui si affacciano numerose belle case in stile. In fondo alla via una di queste ospita la Fondazione Plovdiv 2019. All’incrocio a sinistra su scorge il campanile ocra della chiesa di Sveta Nedelya. L’esterno è stato restaurato, ma i lavori continuano all’interno, che è un mezzo cantiere, anche se la chiesa è aperta e frequentata e quindi visitabile: bella l’iconostasi di legno scuro. Dalla chiesa si imbocca Lavrenov ulitsa in salita su cui si affacciano di seguito sulla destra la Casa Nikola Nedkovich e subito dopo la bella casa che ospita il Museo della Rinascita Nazionale subito prima della porta ad arco Hisar Kapia che conduce al cuore della città vecchia.
Da qui conviene imboccare la via a destra in salita su cui si affaccia subito il Museo etnografico. L’edificio che lo ospita è il miglior esempio di architettura della rinascita nazionale ed è attualmente in restauro. Anche senza entrare al museo, la bella facciata dell’edificio si può sbirciare dal portone di entrata. Proseguendo lungo la via, altre case in stile, alcune restaurate, altre in via di ristrutturazione. Molta bella la Casa Bayatova. Di fronte c’è il centro di artigianato Bakalova. Da qui si accede alla collina Nebet con i resti di un’antica fortezza. È il punto migliore per godere del panorama dall’alto su Plovdiv.
Ripercorrendo all’indietro la stessa strada si ritorna sullo spazio aperto principale su cui si affaccia anche l’ufficio turistico e da cui si dipanano altre due strade. Quella verso destra si dirige verso la Casa Balabanov e verso la Casa Stepan Hindlyan, una delle più grandi, belle e meritevoli di una visita. L’accesso avviene dal portone di Casa Balabanov, visto che gli splendidi cortili interni delle due case sono collegati e sono ad accesso libero. Per entrare a Casa Hindlyan invece si paga 5 lev (2,5 euro). La casa è a due piani, le stanze ospitano arredi perfettamente conservati. Le chicche degli interni sono gli affreschi nelle nicchie delle pareti su cui sono dipinte vedute delle città visitate dal ricco mercante proprietario della casa. Proseguendo lungo la via si arriva alla galleria “Tsanko Lavrenov” e arte messicana e, in fondo, alla chiesa armena.
Tornando indietro fino alla piazza con l’ufficio turistico, imprescindibile la visita alla chiesa dei Santi Costantino e Elena, cinta da mura ma riconoscibile dal campanile a 5 piani visibile dalla piazza. Io ho avuto la fortuna di visitarla durante il rito di un battesimo.
Proseguendo lungo ulitsa Saborna, la via principale del centro storico, si incontra una serie di gallerie d’arte e un’antica farmacia. Dopo pochi metri si arriva al Teatro romano, il monumento più importante della città e principale testimonianza della presenza romana. Eretto tra il 114 e il 117 da Traiano, è formato da 14 gradinate in grado di ospitare fino a 7mila spettatori. Dopo aver fatto il giro dell’anfiteatro per poterlo ammirare da tutte le prospettive, si può imboccare un vicolo alle sue spalle, passando accanto all’anonimo edificio dell’accademia d’arte. Scendendo alcuni gradini si arriva in ulitsa Samodumov, proprio di fronte alla chiesa di Svet Dimitar, interessante per la sua rara iconostasi in marmo bianco, estratto dai monti Rodopi.
Proseguendo in discesa lungo la via sulla destra si intravede subito il campanile color ocra e le mura della Chiesa dell’Assunzione. Durante la mia visita, si stava celebrando un battesimo. Scendendo dall’ampia scalinata della chiesa si lascia il centro storico dal lato occidentale per arrivare dopo qualche metro alla piazza più interessante del quartiere del moderno, quella che ospita la Moschea del mercato e i ritrovamenti archeologici dello Stadio romano, costruito alla fine del II secolo. I resti dello stadio sono stati riportati alla luce in plostad Dzumaja, che si apre ai piedi del colle della città vecchia ed è l’area aperta principale del centro storico moderno. I resti dello Stadio sono stati valorizzati con un originale inserimento all’interno di una moderna struttura che ospita anche negozi e ristoranti. Un’ampia parte della moschea, che risale al XV-XVI secolo, è diventata un ristorante, mentre il resto dell’interno al momento della mia visita non era visitabile, ma si poteva soltanto sbirciare da alcune finestre lungo il perimetro esterno.
LA CITTÀ MODERNA
La passeggiata nella città moderna ha come centro imprescindibile ulitsa Knyaz Aleksandar I, la via dei negozi e dei musicisti di strada. A metà viale blocchi colorati a forma di lettere e numeri ricordano che Plovdiv è stata scelta come capitale europea della cultura del 2019.
Il viale termina con la piazza su cui si affaccia il Municipio e con al centro una grande fontana zampillante. Vale la pena percorrere ancora qualche metro per ammirare, vicino all’ufficio turistico e all’imponente edificio delle Poste in stile socialista, i resti del Foro romano e dell’Odeon: gli scavi archeologici sono ancora in corso. Passando nel tunnel aperto sotto Blvd. Boris III (e che permette l’attraversamento pedonale in sicurezza dal un lato all’altro del viale), si accede al Trakart, un centro culturale che ospita i mosaici del III secolo ritrovati verso il 1980 e appartenuti a una grande casa costruita dopo l’invasione dei goti nel 251.
La passeggiata continua nel verde del parco Tsar Simeon, che ospita addirittura un laghetto su cui si affacciano bar e ristoranti all’aperto e lungo i cui sentieri i bambini si divertono a giocare. In fondo al parco c’è la grande statua di Filippo II il Macedone e sul lato opposto la Biblioteca pubblica intitolata a Ivan Vazov, il più grande romanziere bulgaro di fine Ottocento.
Dal lato opposto del lungo viale commerciale pedonale, che, dopo la piazza con lo stadio romano e la moschea cambia nome e diventa ulitsa Rayko Daskalov, girando a sinistra lungo 6 Septemvri Blvd., dopo pochi metri si raggiungono il Museo Archeologico (che io non ho avuto tempo per visitare, quindi non so dirvi se merita) e il grande Monumento all’Unificazione della Bulgaria, che ricorda un periodo storico di fondamentale importanza per il Paese: l’annessione al Principato di Bulgaria della Rumelia orientale con capitale Plovdiv e la nascita dello Stato bulgaro moderno e finalmente indipendente. In questa zona si trova anche la moschea Imaret, costruita nel 1430 e visitabile.
LA CITTÀ ALTERNATIVA
Ve l’ho già detto che in ogni città uno dei miei quartieri preferiti è quello alternativo, quello in cui gli street artists di solito si scatenano con le loro creazioni e che spesso ospita gallerie d’arte e laboratori artigianali?
Probabilmente ve l’ho detto già molte volte, in effetti. Ma quello che ancora non vi ho detto e che ha sorpreso molto anche me, è stato di trovare uno dei quartieri più interessanti di questo genere a Plovdiv. Kapana è una zona della cittadina riqualificata di recente e a ridosso del centro storico.
Nonostante si trovi proprio a due passi dal centro antico tanto ammirato dai turisti, Kapana è frequentato soltanto dai locali. Il posto perfetto quindi per venire a bere e a mangiare qualcosa, ma anche soltanto per fare una passeggiata lungo le sue strade, molte delle quali pedonali, e curiosare nei negozietti del quartiere. Insomma, uno di quei posti in cui mi sento a casa, perché il clima è vivace ma informale e c’è sempre la possibilità di scoprire qualcosa di interessante.
Ci sono moltissimi laboratori artigianali di ceramica, di abbigliamento trendy e di pelletteria, numerose botteghe di giovani designer, che potete anche vedere intenti nel loro lavoro. Di domenica la maggior parte dei negozi sono chiusi, così avrete modo di ammirare i graffiti che ricoprono numerose saracinesche e abbelliscono alcuni vecchi muri.
Se visitate Plovdiv, quindi, non dimenticate di fare un giro almeno veloce a Kepana. Arrivarci è semplicissimo. Dalla piazza con la moschea e l’arena romana, continuate a percorrere il viale pedonale Rayko Daskalov ed entrate in una delle tante laterali sulla destra: il quartiere Kapana è incorniciato da 6 Septemvri Blvd a nord, Tsar Boris III Blvd a est e Rayko Daskalov a ovest.
Che ne dici di Plovidv?
Sono certa che per l’appuntamento del 2019 riserverà ancora molte sorprese!
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