Mare blu intenso e vento che increspa le onde, spiagge di ghiaia e sabbia grossa, scogli e rocce che si protendono verso il mare. E poi villaggi formati da un pugno di case, boschi a perdita d’occhio, fiumi e lagune, parchi naturali. La costa a sud-est della Bulgaria è più selvaggia di tutto il paese. Le spiagge di Varna, sempre più meta del turismo di massa, sono a duecento chilometri di distanza e ormai un ricordo lontano.
A chi ama i luoghi isolati e densi di atmosfera, la costa bulgara affacciata sul Mar Nero riserva alcune belle sorprese. Man mano che si percorre la strada costiera verso sud, i grandi complessi turistici lasciano il posto a un’edilizia che richiama il passato, fino a raggiungere le lunghe distese selvagge di boschi e spiagge. La meta finale è la frontiera con la Turchia. Il villaggio di Rezovo è il lembo di terra abitato più a sud-est dell’Europa. Per arrivare fin qui è sufficiente seguire la strada costiera, che lascerà poco a poco i grandi complessi turistici per fare spazio alla natura selvaggia.
Lungo il percorso, prima di arrivare al grande centro di Burgas, merita una sosta la bella cittadina di Nesebăr, il cui centro storico è stato inserito dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’Umanità. Le chiesette bizantine incastonate nei pochi metri quadri del centro storico sono piccoli scrigni che conservano preziosi affreschi e mostrano uno stile architettonico originario.
Superata Burgas, la strada scende verso l’ultimo avamposto apprezzato dal turismo organizzato: la cittadina di Sozopol, l’antica Apollonia. La conformazione del villaggio ricorda quella di Nesebăr: una penisola su cui sorge la città antica protesa verso il mare. Più che gli edifici religiosi di interesse storico e artistico, qui sono le case ristrutturate a creare suggestione. Il centro storico conserva tipiche case a due piani, il primo in pietra e il secondo aggettante in legno. La vista migliore sul Mar Nero si gode dalla lunga passerella all’esterno delle mura. Un tempo difendevano la città, oggi sono state perfettamente ricostruite e permettono di ammirare il panorama dalla costa rocciosa, oltre ad offrire un’ampia scelta di ristoranti.
Per trovare un po’ di solitudine, è necessario andare ancora più a sud. Superati i villaggi di Djuni e di Primorsko, si attraversano i boschi che circondano la foce del Ropotamo. Nel punto in cui il fiume attraversa la strada costiera, si trova l’ingresso ai battelli sopra i quali si può fare una gita fino al mare, attraverso il fiume e le paludi del parco naturale.
Ahtopol, a strapiombo sul Mar Nero
Dopo Tsarevo, le case si diradano e il paesaggio diventa più solitario. I turisti che si incontrano da qui in poi sono quasi esclusivamente di famiglie bulgare che trascorrono il week end o una settimana di riposo.
Ahtopol è una deliziosa e tipica cittadina di villeggiatura locale, ancora sconosciuta al turismo internazionale. La città ha origini molto antiche, visto che era popolata già ai tempi dei Traci e durante l’età del bronzo. Il nome probabilmente risale al periodo della colonizzazione greca, nel V secolo a.C., quando la città era nota come Agatopolis. Il villaggio, di cui esistono citazioni durante l’impero bizantino e il dominio ottomano, fu distrutta più volte dai pirati e venne incendiata nel 1918.
Il litorale roccioso è particolarmente suggestivo e ricco di atmosfera, grazie anche un faro su una penisola di roccia che si protende sul mare, a un pittoresco porticciolo di pescatori e ad alcune case tradizionali. L’acqua è blu intenso, il vento spesso si alza e porta nelle strade del villaggio un pungente odore di mare. Il sentiero che costeggia la roccia a strapiombo sul mare è il posto perfetto da cui osservare il tramonto.
Sul porto si affacciano alcune romantiche taverne, mentre fumanti grigliate di pesce e di carne dei self service a poco prezzo invogliano ad assaggiare il cibo semplice e gustoso locale. Impossibile trovare un menù tradotto in inglese, ma la cordialità degli abitanti mette comunque i viaggiatori a proprio agio. L’unico rischio è quello di tornare a casa con una scorta di vasetti di marmellata di fichi verdi, una delle delizie tipiche di questa zona della Bulgaria.
Da Sinemorets al confine con la Turchia
Lasciata Ahtopol sembra impossibile che il territorio possa ospitare altre zone abitate. I 17 chilometri di strada stretta ma asfaltata che conducono da Ahtopol a Rezovo sono incorniciati da frondosi alberi. Siamo già nel parco naturale di Strandzha, istituito nel 1995.
È d’obbligo una sosta alla spiaggia di Sinemorets (che significa “posto sul mare blu”), a ridosso della foce della foce del Veleka. È proprio la presenza del fiume a rendere questo luogo estremamente originale. L’acqua del fiume e del mare, nei pressi della spiaggia, è divisa da una lunga e stretta duna di sabbia su cui i bagnanti prendono il sole e possono decidere se immergersi nell’acqua dolce o in quella salata. L’inizio del sentiero sterrato da cui si scende a piedi verso la spiaggia è il punto migliore da cui osservare le diverse sfumature di blu tra l’acqua del fiume e quella del mare.
Chi arriva fino a Rezovo lo fa per due motivi. Il primo è il desiderio di rilassarsi lontano dalla folla, alla ricerca di un luogo appartato denso di silenzio e di natura. Il secondo è la curiosità di vedere il luogo più meridionale della Bulgaria al confine con la Turchia. Il punto migliore per vedere la frontiera è da una panchina posta in posizione panoramica su uno sperone di roccia. Da qui si riconoscono le doppie bandiere sul molo. La frontiera non si può attraversare, né a piedi né in auto, ma, a differenza del passato, all’area si accede senza alcun tipo di controllo. Un pugno di case, una piccola pensione e qualche taverna segnalano che i viaggiatori sono i benvenuti. L’atmosfera è quella di un rifugio alla fine del mondo.
DOVE DORMIRE E MANGIARE
Come arrivare.
La costa del Mar nero in Bulgaria si raggiunge volando su Varna oppure in auto da Sofia, come abbiamo fatto noi. C’è un’ottima autostrada che collega l’ovest e l’est della Bulgaria. Per proseguire lungo la costa sud, la strada diventa sempre più stretta, ma comunque comoda.
Dove dormire.
Se amate la folla, potete dormire a Nesebar o a Sozopol e poi visitare la costa più a sud in giornata. Se invece, come me, amate dormire in luoghi meno turistici, vi consiglio il villaggio di Ahtopol. Qui ho trovato una camera con bagno su Airbnb a casa di Vladimir dove siamo stati benissimo e da cui ci siamo potuti muovere facilmente lungo la costa.
Dove mangiare.
In Bulgaria si mangia ovunque benissimo e spendendo molto poco. Lungo il tratto di costa sud verso la Turchia, vi ritroverete a cena con famiglie bulgare in vacanza e avrete la possibilità di assaggiare ogni genere di piatto tipico o comunque di cucina locale. Largo spazio quindi ai piatti bulgari come la zuppa Tarator, la carne e il pesce grigliati al momento che ad Ahtopol si possono trovare anche come street food lungo i viali del centro, sulle griglie accese dai ristoranti più economici. Per un pasto veloce ad Ahtopol c’è anche una pizzeria sulla piazza centrale che prepara delle pizze deliziose: il proprietario ci ha tenuto a farci sapere che il forno a legna proveniva dall’Italia, anche se poi insisteva per aggiungere il ketchup sulla pizza. I ristoranti migliori si trovano lungo il viale pedonale del villaggio, affacciati al porto oppure lungo il tratto di costa a strapiombo sul mare. A Sinemorets invece abbiamo pranzato sulla spiaggia delle ottime sardine fresche alla griglia con patate fritte.
I menù sono in cirillico: qui non siamo nella capitale Sofia o in altre città abituate al turismo internazionale occidentale, quindi dovrete un po’ arrangiarvi con le traduzioni. I ristoratori e gli abitanti però sono molto disponibili e alla fine noi ce l’abbiamo fatta senza troppi problemi.
Che ne dite della costa bulgara? La conoscevate già?
Come sempre, se avete altre curiosità, chiedetemi pure nei commenti o scrivetemi all’indirizzo e-mail del blog.
Una parte di questo articolo è stata pubblicata anche su Scoprire i Balcani. Storie, luoghi e itinerari dell’Europa di mezzo in cui troverete molti altri spunti su questi luoghi ancora in parte sconosciuti.
Comments
1 commentoAndrea – Impronte Nel Mondo
Nov 22, 2016Che spettacolo!! Ecco, per un viaggio simile potrei partire anche domani mattina!
La Bulgaria, nella nostra rapida “incursione” della scorsa estate ci aveva incuriosito tantissimo e ci siamo detti che avremmo visitato volentieri anche la costa.
Il tuo racconto dà l’idea di un confine estremo (sia fisicamente che culturalmente) ed è proprio quello che ci piace…
RitagliDiViaggio
Nov 22, 2016Caro Andrea, voi mi date sempre soddisfazione!! ? Ci capiamo al volo su questi temi, mi sa. Questo tratto di costa mi è davvero rimasto nel cuore! Sono luoghi incontaminati, dove si può assaporare l’atmosfera autentica esattamente come dici tu, sia dal punto di vista geografico che culturale. Grazie per aver voluto lasciare un commento e…buon viaggio ?
maurizio
Feb 13, 2019buongiorno! Ho appena letto il tuo blog. Avrei alcune domande da porti poichè viaggiamo con 3 cani: sapresti dirmi se sulla costa del mar nero hai visto gente con cani sulle spiagge o se è proibito? Hai notato molto randagismo da quelle parti? com’è la situazione sicurezza? Noi siamo stati 2 anni fa a Rila e Sofia e allora ci siamo trovati bene (mi sentivo più a mio agio che a Milano).Grazie 1000.
RitagliDiViaggio
Feb 14, 2019Dunque, ho trovato assolutamente sicura tutta la Bulgaria che ho visitato, costa del Mar Nero compresa. Non ho notato randagismo da quelle parti e, se non ricordo male, in nessuna città bulgara. Nei Balcani ho visto finora cani randagi soltanto in Bosnia-Erzegovina e in Montenegro. Per quanto riguarda le spiagge mi sembra che alcune siano aperte anche ai cani e altre no. Ci sono moltissime spiagge libere pubbliche comunque, secondo me qualche angolo lo trovate senza troppi problemi. Comprendo che vi siate sentiti più a vostro agio a Sofia che in molte città italiane. Al di là dell’immaginario comune, la stragrande maggioranza dei Balcani sono luoghi abitati da persone tranquillissime, soprattutto nei confronti dei turisti. Forse a volte un po’ schivi, ma di gran cuore, se si conoscono un po’.