Non so quanti di voi abbiano sentito parlare della “giungla” di Gorizia. Io ne avevo letto abbastanza distrattamente sui giornali locali, ma prima di andare a vederla con i miei occhi, insieme al mio amico fotografo Alessandro, ne avevo ben poca consapevolezza. Invece diverse volte ero transitata a pochi chilometri dal bivio che conduce al villaggio di Golac, nella regione orientale dell’Istria che si chiama Cicceria, perché si trova sulla statale che, dopo aver valicato il confine tra Italia e Slovenia, conduce a Fiume e alla Dalmazia. Anche in questo caso, però, non avevo consapevolezza che qui, negli ultimi due anni, fosse sorto un nuovo muro, con tanto di filo spinato.
Il viaggio che io e Alessandro Coccolo proviamo a raccontare stavolta, a differenza di quello fatto con Srebrenica e i Balcani 20 anni dopo, è davvero a due passi da casa nostra, in Friuli Venezia Giulia, ma probabilmente anche questo è sconosciuto alla maggioranza delle persone. La storia della “giungla” sulla riva dell’Isonzo a Gorizia è l’esempio della frontiera che arriva sotto casa e rappresenta il simbolo del confine che diventa approdo. Un viaggio a due passi da casa nostra dimostra come il Friuli Venezia Giulia sia catapultato al centro della Storia di quella che sembra essere una Nuova Europa dall’identità sempre di più incerta.
La mostra fotografica s’intitola “The Jungle. Viaggio al termine dell’Europa” e, in collaborazione con il festival Vicino/lontano, sarà allestita da venerdì 5 a domenica 14 maggio – inaugurazione sabato 6 maggio alle 17.30 – nella sala espositiva della libreria “La Feltrinelli” di via Paolo Canciani 15 a Udine.
Formata da 36 immagini – tutte in bianconero e scattate in analogico – scattate in diversi momenti durante il 2015 e il 2016, la mostra è sono accompagnata da cinque pannelli con i testi scritti da me. Si tratta di un reportage per parole e immagini che prova a raccontare i volti, i segni e i luoghi dei profughi nell’accampamento di fortuna al termine del lungo viaggio forzato, mostra alcuni nuovi muri alle nostre porte, molto più vicini di quello che immaginiamo, e invita a riflettere su quanto tutto questo significhi per noi. Ci sarà anche un piccolo catalogo edito dalla Olmis di Gemona.
La nuova trincea del capoluogo isontino ha visto in azione, per la prima volta in Italia con un intervento di questo tipo, Medici senza frontiere, nota per la sua attività in zone di guerra e di emergenza umanitaria. Il viaggio nell’esperienza goriziana permette di immaginare Idomeni e Belgrado. A un anno di distanza, sono pochi i cambiamenti nella giungla di Gorizia, mentre in Istria, a un’ora da casa nostra, i reticoli di fili spinati hanno preso ancora una volta il posto delle bandiere dell’Unione Europea.
Mi auguro che la mostra possa essere utile per avviare una riflessione su un tema tanto dibattuto quanto poco conosciuto e ringrazio fin d’ora tutti quelli che vorranno venire a salutarci il giorno dell’inaugurazione o comunque passeranno a dare un’occhiata all’esposizione. Vi aspettiamo!
Le foto in bianco e nero dell’anteprima sono alcune immagini della mostra.
Le foto a colori che compaiono in questo articolo non sono quelle che si vedranno in mostra, ma sono solo alcuni scatti fatti da me e da Alessandro con il cellulare durante le visite ai luoghi raccontati nell’esposizione.