“Un anno dopo la tragedia alcuni tour organizzati portavano i visitatori a vedere le case crollate nel modo più scenografico e i turisti si facevano fotografare di fronte alla casa dello studente (dove sono morti molti ragazzi ndr). Oggi invece siamo molto contenti se qualcuno viene a visitare L’Aquila”. La sera del settimo anniversario del terremoto che colpì duramente il capoluogo abruzzese, ho il piacere e la fortuna di chiacchierare con alcuni dei suoi abitanti. È una notte particolare, quella tra il 5 e il 6 aprile, a cui avvicinarsi con rispetto e discrezione.
L’Aquila prova a guardare al futuro, anche se non è facile. Il centro storico è ancora un cantiere (il più grande d’Europa!), che tenta di restituire una vita ai quartieri fantasma della città. Tuttavia, poco alla volta, L’Aquila rinasce, come dichiarano i teloni che ricoprono le facciate dei palazzi storici in ristrutturazione. La città torna a vivere e ad essere visitabile. Andate a vedere con i vostri occhi, come ho fatto io.
Le condizioni di accessibilità delle strade mutano con il passare del tempo, man mano che i cantieri aprono, chiudono, avanzano e si spostano per riuscire a portare e termine i lavori anche nelle strade più anguste del centro storico. Ora che la zona rossa non esiste più e le uniche strade chiuse sono quelle occupate dai cantieri, i motivi per visitare L’Aquila sono tanti: ammirare i monumenti e le opere d’arte già accessibili al pubblico, dimostrare agli aquilani che i viaggiatori non si sono dimenticati di loro, avere il privilegio di partecipare alla rinascita di una delle città più antiche d’Italia, testimoniare che L’Aquila c’è e vuole esserci ancora di più nei prossimi anni.
Entrare nel centro storico di L’Aquila è ancora un pungo allo stomaco e lo sarà per molto tempo ancora, ma di questo vi parlerò in un altro post. In questo articolo voglio invece provare a mostrare la città che esce dalle macerie, un poco alla volta, forse troppo lentamente, ma almeno ci prova.
Le vie aperte e le passeggiate consigliate.
La passeggiata a L’Aquila può iniziare dalla piazza Battaglione degli Alpini, antistante il parco del Castello e in asse con corso Vittorio Emanuele, in mezzo alla quale si trova la Fontana luminosa, realizzata nel 1934 da Nicola d’Antino in un punto in cui si ammira sullo sfondo il Gran Sasso.
Si imbocca quindi corso Vittorio Emanuele, attraversando piazza Regina Margherita, dove si può notare la fontana di Nettuno, ed esplorando il primo tratto di via Garibaldi sulla destra fino a piazza S. Maria di Paganica su cui si può già ammirare il restauro quasi concluso di palazzo Ardinghelli. Si torna poi sul corso principale per arrivare fino ai Quattro Cantoni, il punto centrale della città che corrisponde all’incrocio tra cardo e decumano, ma non prima di aver notato come alcuni artisti del progetto OFFART abbiano ricoperto i teloni dei cantieri che oscurano i palazzi del corso. Dai Quattro Cantoni sono diversi i percorsi che si possono seguire. Verso sinistra si imbocca via San Bernardino percorrendo il grande loggiato in quota del palazzo dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, progettato nel 1938 da Vittorio Morpurgo e che ancora oggi rappresenta un punto di incontro degli adolescenti della città.
Da piazza San Bernardino si ammira uno scorcio suggestivo sui tetti della città. Se si scende lungo l’ampia scalinata fiancheggiata da muri con sei edicole fino a imboccare via Fortebracci e arrivare a porta a Bazzano. Quando siete qui, non dimenticate di dare uno sguardo a costa Masciarelli, una pittoresca strada i cui gradini conducono fino a piazza Duomo. Se non avete l’auto, uscendo dalla porta, questa è la via più breve per arrivare a piedi sulla piazza di Santa Maria Collemaggio.
Se dai Quattro Cantoni si svolta a destra si arriva invece a piazza Palazzo, su si affacciano per ora soltanto edifici inagibili, ingabbianti dalle impalcature, tra le quali si riconosce la Torre Civica del municipio che aveva la funzione di raccordo delle torri dei castelli circostanti. Al centro della piazza c’è il monumento con la statua di Sallustio, realizzato agli inizi del Novecento. Subito dopo, c’è piazza Santa Margherita con la fontana restaurata, mentre la chiesa e il palazzo Altieri sono ricoperti dai teloni dei cantieri.
A questo punto si torna indietro fino al corso principale per proseguire dritti fino a piazza Duomo (viale Sallustio sulla destra era ancora chiuso, ma sbirciando il cantiere mi è sembrato che i lavori fossero a buon punto). La piazza è una delle più grandi realizzate nel Medioevo nell’Italia centro-meridionale. Ha due belle fontane, la cui attuale forma risale al 1930 ed è opera di Nicola d’Antino. La piazza è completamente agibile, mentre i palazzi e le chiese che si affacciano su di essa sono in restauro. Si può ammirare soltanto la facciata della cattedrale, intitolata ai Santi Massimo e Giorgio, ricostruita più volte a causa dei terremoti: quella attuale risale al 1825 mentre le due torri campanarie sono del 1928. Sul lato sinistro della piazza si può accedere alla toccante cappella dedicata alle 309 vittime del terremoto, ricavata nei pressi della chiesa di Santa Maria del Suffragio, meglio nota come Chiesa delle Anime Sante, una delle più amate dai cittadini e attualmente in restauro grazie al contributo della Francia.
Da piazza Duomo, è possibile imboccare via Sassa (l’unica in questo momento del tutto aperta in questa zona della città), quasi alle spalle della cattedrale e percorrerla fino all’incrocio con via Fontesecco che in discesa conduce fino all’inizio di Borgo Rivera. Se non avete l’auto questa è la via più breve per raggiungere la fontana delle 99 cannelle e il museo di arte nazionale, che si trovano vicino alla stazione ferroviaria.
Se invece da piazza Duomo, riprendete il corso, che dopo la piazza prende il nome di corso Federico II, arriverete al parco della Villa Comunale, dove si trovano un chiosco con tavoli all’aperto e il monumento ai Caduti con la Vittoria alata scolpita da Nicola D’Altino. Una parallela al corso conduce a piazza Santa Giusta, in una zona del centro ancora poco accessibile, ma potete arrivare fino alla piazza per ammirare oltre alla bella chiesa romanica, anche il palazzo Centi che si trova di fronte e di cui il restauro sta terminando. Girando a sinistra dalla Villa Comunale, si imbocca viale di Collemaggio, su cui si affacciano eleganti abitazioni liberty fresche di restauro. Lungo il viale alberato si giunge in pochi minuti alla nota basilica.
Ecco cosa si può vedere a L’Aquila già ora:
1. La chiese di San Bernardino. Insieme a quella di San GIuseppe, è l’unico edificio di culto del centro storico visitabile anche all’interno. La chiesa di San Bernardino è intitolata a San Bernardino da Siena che visse a L’Aquila i suoi ultimi anni di vita e dove morì nel 1444. Gli abitanti riuscirono a fare in modo di conservare in città le sue spoglie e nel 1454 cominciarono i lavori di costruzione della grandiosa basilica che oggi si può ammirare nuovamente in tutto il suo splendore, dopo gli accurati lavori di ristrutturazione. La facciata ha una forma quadrangolare, secondo lo stile tipico delle chiese abruzzesi, è divisa in tre piani e ritmata da tre ordini di colonne binate. La lunetta sopra il portale contiene il bassorilievo della Madonna con Bambino e Santi. L’interno della chiesa è particolarmente scenografico grazie alle tre navate, lunghe cento metri. Quella centrale è ricoperta da un soffitto a cassettoni intagliato e laminato d’oro, realizzato nel 1730da Ferdinando Mosca, a cui si deve anche l’imponente organo della controfacciata. Nella quinta cappella di destra si trova il mausoleo di San Bernardino, concluso nel 1505.
2. La chiesa di San Giuseppe artigiano si trova in piazza San Biagio (il precedente nome della chiesa era S. Biagio d’Amiternum), all’inizio di via Sassa, alle spalle di piazza Duomo, in mezzo a quello che era uno dei quartieri più ricchi di negozi e dii locali e che oggi è in attesa di tornare a nuova vita. La chiesa risale al 1257 e oggi presenta una facciata del 1700. È stata la prima chiesa della città ad essere completamente restaurata e riaperta al pubblico dopo il sisma grazie alla Fondazione Roma. La chiesa ospita le reliquie di S. Pietro Celestino, portate a L’Aquila nel 1327 da due monaci, in attesa della conclusione dei lavori di ristrutturazione dell’interno della basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove si trova il sepolcro del santo.
3. La fortezza spagnola e l’auditorium di Renzo Piano. Il forte si può ammirare soltanto dall’esterno, visto che all’interno sono in corso i restauri. La costruzione della fortezza, definita comunemente castello, iniziò nel 1534 ad opera del vicerè don Pedro di Toledo. La struttura di difesa è davvero impressionante: il fossato è profondo 14 metri e largo 23 metri, i muri tra i bastioni sono alti 30 metri e molto spessi. La fortezza è decisamente imponente, a pianta quadrata e con bastioni distanti 130 metri l’uno dall’latro, ma fu usata soprattutto come caserma e come carcere. Prima del terremoto ospitava la Soprintendenza e il museo nazionale d’Abruzzo. Davanti all’ingresso della fortezza dal 2012 si trova l’auditorium di legno, formato da tre volumi cubici e progettato da Renzo Piano. Finanziato dalla Provincia di Trento per dare alla città uno spazio provvisorio in cui assistere a concerti e spettacoli dopo che il sisma ha reso inagibile quello all’interno del castello, l’auditorium ospita un palcoscenico per un massimo di 40 musicisti e 250 posti a sedere. La zona intorno al forte è una delle più frequentate del centro storico: nell’ampio parco verde gli abitanti amano passeggiare, fare jogging, sostare sulle panchine e bere un aperitivo al chiosco. C’è anche un piccolo parco giochi per bambini molto frequentato dalle famiglie. È prima zona della centro a tentare di tornare a una nuova vita.
4. La fontana delle 99 cannelle. Simbolo di L’Aquila, costruita nel XIII secolo, per fortuna non ha riportato troppi danni e si può ammirare ancora oggi in tutta la sua bellezza. Si trova subito dopo Porta Rivera, nella parte bassa della città. La fontana ha una forma originale, delimitata su tre lati da pareti di marmo a scacchi bianchi e rosa. Dalle bocche di 99 mascheroni di forma diversa l’uno dall’altro inseriti nelle pareti escono le cannelle da cui sgorga l’acqua che termina in due file di grandi vasche. La fontana è metafora della città: secondo la leggenda infatti sono 99 i castelli che a metà dal 1254 in poi decisero di unirsi per fondare la città di L’Aquila.
5. Il Museo Nazionale d’Abruzzo nell’ex mattatoio. Un tempo ospitato nel forte spagnolo, è stato riallestito con una selezione di opere nell’ex macello completamente ristrutturato. Attualmente l’esposizione occupa cinque sale al piano terra e illustra con un’efficace ed elegante allestimento lo sviluppo dell’arte abruzzese, con particolare attenzione alle sculture lignee gotiche e ai dipinti del XIV e XV secolo. Una delle sezioni più suggestive è quella dedicata alle statue lignee e alle tavole dipinte delle Madonne d’Abruzzo, un soggetto molto rappresentato tra la fine del XII e la seconda metà del XIV secolo. Tra gli artisti più rappresentativi dell’arte medievale e rinascimentale abruzzese ci sono Francesco da Montereale e Saturnino Gatti, mentre nella seconda metà del Cinquecento si diffonde la scuola di Pompeo Cesura, la cui opera sarà proseguita da Giovanni Paolo Cardone. L’esposizione è completata dai dipinti naturalisti di Giacinto Brandi, dalla collezione Cappelli, dai dipinti degli artisti fiamminghi presenti a L’Aquila alla fine del XVI secolo e da una sezione archeologica che mostra anche alcuni reperti mai esposti finora. Il biglietto costa 4 euro e il museo è aperto ogni giorno dalle 9.00 alle 19.00.
6. La basilica di Collemaggio e il Parco del Sole. È la chiesa più nota e preziosa di L’Aquila. La costruzione iniziò nel 1287 per volere di Pietro da Morrone, fondatore dei celestiniani e futuro papa Celestino V, alla cui storia l’edificio rimase sempre legato. In onore di Celestino dal 23 al 29 agosto si celebra anche la più grande e importante festa della città, la “Perdonanza”. Consacrata nel 1288, la costruzione prosegui nei secolo fino al 1400, a causa dei danni provati dai diversi terremoti. La splendida facciata rettangolare, realizzata all’inizio del XV secolo e decorata con i tipici marmi rosa e bianchi, è sopravvissuta al sisma del 2009 perché fasciata da due anni dai ponteggi del restauro in corso. Nella parte superiore si trova il rosone inquadrato dalle lesene, mentre la parte inferiore è caratterizzata da due rosoni più piccoli e tre portali sormontati da lunette affrescate. Oggi la facciata è completamente restaurata, mentre sono in corso gli importanti lavori di ristrutturazione dell’interno, eseguito secondo un progetto finanziato dall’Eni. La chiesa è preceduta da un prato verde sempre affollato di giovani che chiacchierano e giocano. A fianco della chiesa si apre il Parco del Sole, un’ampia area verde su più livelli molto amata e frequentata.
7. Le facciate delle tipiche chiese aquilane. Nel centro storico sono state restaurate numerose facciate delle chiese tipiche aquilane, accumunate dalla tipica facciata rettangolare con lunetta e rosone. Al tempo della fondazione della città, ogni castello aveva un terreno, chiamato “locale”, su cui realizzò una piazza, una fontana e una chiesa. Le facciate restaurate in tutto o in parte e attualmente visibili sono quelle delle chiese di:
Santi Marciano e Nicandro, della seconda metà del XIII secolo, costruita dagli aquilani di Rojo, ha una lunetta con Madonna col Bambino benedicente e due serafini (ancora in fase di restauro).
Santa Giusta, la più antica della città, costruita a metà del XIII secolo dagli aquilani di Bazzano. La facciata è costituita dal tipico rettangolo con lunetta dipinta e rosone centrale gotico sorretto da 12 piccoli telamoni. La fontana si distingue dalle altre perché è appoggiata alla chiesa da cui l’acqua scende direttamene nella vasca.
San Silvestro, risale al XIV secolo e fa parte del locale di Collebrincioni. Ha un bel rosone centrale e l’ingresso è rialzato da una scalinata.
San Vito, della prima metà del XIV secolo, del locale di Tornimparte, ha una facciata orlata da una fila di archetti e due lesene laterali e la particolarità della presenza di due meridiane.
Santa Maria di Rojo, ricostruita nel XVIII secolo con i materiali di quella precedente del 1322, ha un bel rosone inserito in una raggiera antica.
San Pietro a Coppito, chiesa di capodiquarto, costruita dagli aquilani di Coppito nel 1257, nei pressi dell’accesso angioino da Roma. La lunetta ospita il bassorilievo con San Pietro. È stata ricostruita più volte, l’ultima delle quali grazie a una donazione del Comune di Trieste.
8. Le porte e le mura. L’Aquila è una città murata e i lavori di ricostruzione stanno mettendo nuovamente in luce questa peculiarità. La parte più estesa di mura, che di notte viene illuminata, si osserva dal viale della Croce rossa. Le porte principali sono Porta a Bazzano, completamente ricostruita: dalla piazza si accede a destra verso la scenografica via Fortebraccio che sale fino alla chiesa di San Bernardino e a sinistra verso la pittoresca costa Masciarelli i cui gradini salgono in direzione di piazza Duomo. Porta Rivera, dall’altro lato della città, è un semplice arco a tutto sesto che si apre nelle mura, ora ristrutturate, e conduce sulla piazza con la fontana delle 99 cannelle e la chiesa di San Vito. Porta Leoni è la più antica (fine XIII secolo) e si trova subito dopo la chiesa di San Bernardino, nella parte alta della città.
Le informazioni su L’Aquila non finiscono qui. Presto un post su dove mangiare in città, quali paesi vedere nei dintorni e nel parco naturale del Gran Sasso. Non potrà mancare un reportage sui lavori post terremoto, un po’ di dati e informazioni sia su L’Aquila sia sui progetti avviati nelle frazioni più colpite, ma soprattutto le sensazioni e le emozioni lasciate da un viaggio in una città che ha subito una tragedia così importante.
E tu cosa aspetti ad andare a vedere L’Aquila?
Comments
1 commentoSergio Simongini
Apr 14, 2016Questo è’ un articolo che dovrebbe essere pubblicato su tutti i giornali d’Italia e d’Europa
Finalmente qualcuno (mi dispiace di non sapere il nome del giornalista che l’ha scritto) si è accorto che esiste una città che sta gradualmente riprendendo vitalità’
Mi auguro che le nostre Autorità facciano qualcosa per far circolare il più possibile questo articolo che vale sicuramente molto di più di inutili soldi spesi per delle pubblicità che sanno più di propaganda politica
Comunque grazie a “Ritagli di viaggio”
Un aquilano che vive da oltre 30 anni in Sardegna ma che ama profondamente la propria città di origine.
Sergio Simongini
RitagliDiViaggio
Apr 14, 2016Caro Sergio, ti ringrazio davvero molto per il tuo commento che mi riempie di gioia, tanto più che proviene da un aquilano! Sono andata a L’Aquila per vedere com’era la città proprio perché nessuno ne parla mai, se non per ricordare il terremoto. La giornalista che ha scritto l’articolo sono io, mi chiamo Simonetta Di Zanutto e Ritagli di Viaggio è il mio blog. Se vuoi, altre informazioni su di me le trovi sulla pagina Chi sono del blog, questa: http://ritaglidiviaggio.it/index.php/chi-sono/ Grazie ancora e spero continuerai a leggermi.
luigi
Apr 15, 2016semplicemente grazie,Gino
RitagliDiViaggio
Apr 16, 2016Grazie a te e a voi, davvero!
barbara
Apr 17, 2016Grazie!!!!!
un articolo veramente ben fatto, molto preciso e dettagliato sulla situazione aggiornata della nostra città!!!
barbara
RitagliDiViaggio
Apr 17, 2016Felicissima che ti piaccia Barbara, grazie per aver lasciato un commento!
Valentina Picchioni
Apr 17, 2016Grazie L’Aquila rinasce e noi aquilani con lei….splendido articolo!
RitagliDiViaggio
Apr 17, 2016Grazie Valentina! E speriamo davvero che L’Aquila rinasca del tutto al più presto!
Annamaria
Apr 17, 2016Annamaria
L’Aquila, bella e accogliente città, a lungo dimenticata dalle istituzioni, merita sicuramente una visita anche se ancora ferita dal terremoto. Ogni angolo di questa città, le strade, le piazze, le fontane, le chiese, raccontano al visitatore una storia antica, ma sempre poco pubblicizzata, come pure la cortesia, la generosità e la cultura del popolo aquilano, improvvisamente sradicato dal proprio territorio e che spera vivamente in una rinascita della città veloce e attenta ai bisogni dei suoi cittadini.
RitagliDiViaggio
Apr 17, 2016Annamaria, hai espresso con parole stupende i pensieri e le emozioni cheho provato durante il mio viaggio. Grazie mille davvero!
Di Giampietro Corinne
Apr 17, 2016Semplicemente… grazie di cuore.
RitagliDiViaggio
Apr 17, 2016Ma grazie a te per aver voluto lasciare un commento! Felice che l’articolo ti sia piaciuto.
giancarlo
Apr 20, 2016grazie di cuore da un aquilano..giancarlo
RitagliDiViaggio
Apr 20, 2016Grazie a te per aver apprezzato e per aver voluto lasciare un commento!
giancarlo
Apr 20, 2016più lo guardo più mi piace!!!!!!
RitagliDiViaggio
Apr 20, 2016???
Gianluca
Set 24, 2016Un articolo convincente, letto con molto interesse,terribili le prime righe. Ho visitato l’Aquila questa estate , consiglio l’esperienza a tutti.
Nessuno dovrebbe dimenticare….
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Michele R.
Ott 26, 2016sottoscrivo ogni riga. Vengo spesso a L’Aquila e dintorni, amo quelle zone. E spero risorgano presto. Da Fotoreporter, ho realizzato al tempo un album che documentava la distruzione post sisma, ma ora che noto netti miglioramenti e rinascita… seppur lenta e progressiva, vorrei realizzare un nuovo lavoro sul posto, fatto solo di cose belle. Immortalate e diffuse. Perchè la gente torni ancor di più a visitare quella terra… che come hai già descritto bene tu, ha moltissimo da mostrare!
Patrizia
Nov 1, 2016Non sono aquilana (sono di Roma) ma sono stata lì come volontaria nel 2009 nei tristi giorni post-terremoto e mi sto organizzando per tornarci nei prossimi giorni. Una cittadina splendida, per la cui rinascita questi sono gli unici articoli davvero utili. Spero che in futuro si faccia la stessa cosa per la bellissima Norcia, dove ho lasciato dolcissimi ricordi d’infanzia. Un saluto e buon lavoro con il blog 😉
RitagliDiViaggio
Nov 1, 2016Grazie Patrizia per aver voluto lasciare la tua testimonianza. Il lavoro dei volontari è davvero unico e prezioso. Umbria, Marche, Abruzzo sono terre splendide, vederle martoriate in questo modo stringe davvero il cuore… Un saluto anche a te e grazie di cuore