Durante questa estate atipica, mi è capitato di visitare diverse volte la zona del pordenonese, sia per conto mio, sia partecipando a eventi, blog tour e press tour. Conoscevo poco il territorio a nord di Pordenone, in Friuli Venezia Giulia, ma mi ha entusiasmato. Sul blog vi ho già raccontato un po’ di cose di Polcenigo e dell’area dell’Alto Livenza, sulla Val Tramontina e sulla Val Còlvera e arriveranno altri articoli sulle valli delle Dolomiti friulane.
In questo post, invece, mi concentro sulla città di Maniago, patria delle coltellerie, paese di 12mila abitanti, ai piedi delle Prealpi Carniche, tra la Valcellina e la Val Còlvera. L’importanza di questo mestiere che è anche un po’ un’arte è ancora oggi molto sentita e molte attività ruotano intorno all’interessante Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie, dove ha sede anche l’Ecomuseo Lis Aganis.
Ma Maniago è una zona anche di passeggiate tra i boschi e nell’articolo vi racconto quella che ho fatto io.
Da queste parti, infine, l’enogastronomia ha un ruolo sempre più importante. Siamo nella culla della Pitina, ma di questo atipico insaccato vi racconterò in un post a parte. Qui mi “limito” a suggerirvi alcuni ristoranti e trattorie che ho provato personalmente e che vi consiglio se siete da queste parti.
Ecco cosa vedere e dove mangiare a Maniago, la città dei coltelli.
COSA VEDERE A MANIAGO
1. Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie
A Maniago tagliare è un’arte, tanto che la città è universalmente conosciuta come la patria dei coltelli. Non poteva quindi mancare un museo che raccontasse la storia della fabbricazione dei coltelli dalla tradizione dei “favri da gros”, cioè i battiferri, e dei “favri da fin”, che realizzavano piccoli strumenti da taglio, per arrivare alla produzione attuale.
E non mancano sorprese e storie curiose. Ad esempio, chiunque ricorderà Sylvester Stallone nei panni di Rambo e Mel Gibson in quelli di Braveheart: bene, le spade e i coltelli usati dai due attori arrivano da Maniago. E ovviamente il museo non manca di ricordarlo.
Il Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie, nato nel 2009 e dotato di un allestimento molto moderno e coinvolgente, si trova nella storica fabbrica Coricama. Acquistata nel 1907 da Albert Marx, l’industriale tedesco trasformò la lavorazione fino a quel momento artigianale a conduzione familiare, in una vera e propria industria. Questa fabbrica diede lavoro a centinaia di operai e operaie fino alla sua chiusura nel 1972.



2. Una coltelleria storica
Una delle cose che non può mancare se andate alla scoperta di Maniago, è la visita a una delle coltellerie storiche che si trovano in città. L’Ecomuseo organizza numerose visite guidate e i titolari sono ben lieti di mostrarvi la loro officina, raccontarvi la loro storia e mostrarvi quanto è impegnativo il processo di fabbricazione di un coltello.
Io ho visitato la coltelleria dei Fratelli Antonini, una delle aziende storiche del luogo, in attività addirittura dal 1929. La tradizione dei coltelli e, in generale, delle lame nasce nel maniaghese a causa della presenza di acqua e di ferro, indispensabili per permettere ai battiferro di fare il loro mestiere. L’acqua venne incanalata dalla Val Colvera lungo la roggia che attraversa Maniago e lungo la quale gli artigiani cominciarono il loro lavoro nel Quattrocento al servizio dei contadini che avevano bisogno di attrezzi per lavorare la terra, dei macellai ma anche della stessa Serenissima, che qui si riforniva di armi.
Dai battiferro si passò alle botteghe artigiane nel Settecento trovando la giusta dimensione per un’attività svolta con passione. In questo contesto artigianale nel 1929 Antonio e Luigi Antonini fondarono la loro attività. E sono questi i principi che anche oggi ispirano la Premiata Fabbrica Coltellerie e il lavoro di Mario Antonini e di suo figlio Pietro.


3. Il Castello e la Valpiccola
Intorno a Maniago ci sono diverse possibilità di escursioni. Un breve percorso adatto a tutti, principalmente su strada asfaltata, è quello che sale al Castello, da cui si gode un bel panorama sul paese, e arriva in Valpiccola, a 498 metri di altezza, per poi proseguire su sentiero fino alla chiesetta di San Antonio, passando dall’abitato di Maniagolibero.
Il percorso che porta al castello di Maniago è una passeggiata che lascia alle spalle il centro città per arrivare al colle di San Giacomo, percorrendo alcune strade storiche contrassegnate da cartelli turistici che raccontano il passato della città. Si parte da piazza Italia imboccando via Castello. Sulla destra è visibile la Casa della contadinanza, unico esempio conservato nel centro cittadino di casa a loggia risalente al XVII secolo. Proseguendo, sempre sulla destra c’è la Centa dei Conti, circondata da mura merlate. Alla fine di via Castello, c’è un luogo detto di Voltapicàra, dove, secondo la tradizione popolare, fin dal Medioevo si svolgevano le impiccagioni. Nelle vicinanze si trova la Chiesa della Santissima Trinità del XVIII secolo. Da qui comincia la salita al colle di San Giacomo lungo la Strada Valpiccola, facilmente percorribile e per lunghi tratti immersa nel bosco.
All’altezza del primo tornante si trovava l’accesso principale sul giro di mura castellane più esterno: da qui iniziava il borgo castellano. Continuando la salita e raggiunto il secondo tornante, lo sguardo si apre su uno splendido punto panoramico verso la città e l’ampia pianura. Da qui si possono già scorgere le rovine del castello e la chiesetta di S. Giacomo, unico edificio del complesso conservato completamente e citato in alcuni documenti del 1291. Il castello fu costruito probabilmente nel XII secolo, quando il Patriarca di Aquileia Pellegrino II concesse l’investitura a feudo ad alcune famiglie nobili della zona. Il castello di Maniago subì diversi assedi: il più antico nel 1216, l’ultimo nel 1420. Il violento terremoto che colpì la regione nel 1511 danneggiò anche il maniero che venne abbandonato.
La passeggiata prosegue poi verso la Valpiccola, la zona situata lungo le pendici del monte Jouf. Questa località è da sempre frequentata e vissuta dai maniaghesi che percorrono i sentieri e utilizzano le aree di sosta per colazioni al sacco o semplici passeggiate in bici, a cavallo. Qui si trova il piacevole punto di ristoro sociale Lis Fedis Neris, un’associazione di volontari il cui intento è quello di rendere sicuri, ameni e agibili a chiunque la Valpiccola e le pendici del monte Jouf di Maniago.



DOVE MANGIARE A MANIAGO E DINTORNI
Antica Taverna Palazzo d’Attimis Maniago – Maniago
Residenza dei signori di Maniago dalla fine del 1500, quando i nobili si trasferirono definitivamente abbandonando il castello. La facciata dà sulla piazza con una Loggetta del XVI secolo, ma vale la pena attraversare la corte e arrivare nello splendido giardino che, durante la bella stagione, ospita io tavoli esterni del ristorante Antica Taverna.
Io ho avuto la fortuna di cenare qui a lume di candela e vi garantisco che l’atmosfera è davvero unica. Il menù propone piatti tipici friulani con qualche variazione innovativa. Io ho assaggiato un’ottima insalatina tiepida di radicchio con uovo poché, cicciole di San Daniele sfumate al balsamico e frico croccante, a seguire un risotto con spinacino fresco mantecato all’Asino e polvere di bottarga e un filetto di maiale bardato al guanciale, tortino di patate e scarola ripassata. Come dolce un semifreddo menta e cioccolato e metà serata ci è stato servito anche il sorbetto.
Una serata all’insegna della buona cucina in una cornice di altri tempi.




Trattoria Alla Casasola – Maniago
Questo è un locale che merita sia per la cucina sia per la sua storia. I titolari sono Florina e Marian, due giovani provenienti dalla Romania che a vent’anni, nel 2008, si trasferiscono in Friuli e si innamorano di questo territorio. Il risultato è questa trattoria, rilevata nel 2015, che propone ottima cucina friulana e internazionale e che è riuscita a distinguersi per la qualità e l’accoglienza nel panorama gastronomico friulano. Tramandando così egregiamente l’eredità della trattoria Casasola, aperta nel 1910.
La trattoria si è aggiudicata nel 2019 il 1° premio Mattia Trivelli con il piatto la “Mesta” Alla Casasola, formato da zucca, polenta, Pitina, crema di formaggio Tre Latti di latteria d’Aviano, che si abbina perfettamente con il Pastello rosso di Ronco Margherita. La “mesta” era il primo piatto che ho assaggiato anch’io. A seguire un ottimo orzotto con speck di Sauris e funghi, frico alla Cipolla rossa di Cavasso e pancetta con polenta e torta alla Casasola.
Tanti ottimi motivi per scoprire questo incredibile ristorante e i suoi proprietari.



Ristorante Parco Vittoria dell’Eurohotel Palace – Maniago
Se alloggiate all’Eurohotel Palace di Maniago non potete fare a meno di provare anche lo straordinario ristorante Parco Vittoria dell’albergo. Il menù propone piatti delle tradizioni friulane e venete raffinati e gustosi.
Il menù che ho assaggiato prevedeva la Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo cotta nel sale (a dir poco straordinaria!), risotto al rosmarino e San Daniele, filetto di maiale con erbette e frolla con mele selvatiche.
L’atmosfera intima e cordiale e durante la bella stagione si può cenare anche all’aperto nell’ampio giardino.







Trattoria Ai Cacciatori da Danel – Cavasso Nuovo
A una manciata di chilometri da Maniago, si trova il paesino di Cavasso Nuovo e la Trattoria Ai Cacciatori, un tempio del gusto come pochi. Daniele, noto come Danel, Corte e la moglie Angelina Zecchini lavorano qui dal 1992 e sono grandi interpreti della tradizione culinaria di questa zona.
AI Cacciatori è uno di quei posti di cui nemmeno ti accorgi se ci passi davanti. Ma la curiosità ti spinge ad entrare, si aprirà davanti agli occhi un paradiso di atmosfera, calore, ospitalità e cultura gastronomica.
I prodotti sono quelli che si definiscono a chilometro zero. Basta fare qualche passo in paese per trovare la pitina (c’è la macelleria di fronte al locale) e le carni bianche. Le mele e gli asparagi bianchi arrivano da Fanna, mentre i boschi sono ricchi d funghi e castagne. Sapori intensi e raffinati combinati tra di loro per realizzare piatti golosi e indimenticabili.
Da provare gli straordinari arancini di riso, porcini, Pitina e Cipolla di Cavasso. Ottimi i blecs con ragù bianco di agnello verdure e pecorino dolce di Fanna, così come la tagliata di vitello ai porcini. Per finire la sfogliatina con crema di mascarpone e frutti di bosco.





DOVE DORMIRE A MANIAGO
Eurohotel Palace Maniago
Maniago può essere una base perfetta per esplorare numerose valli del pordenonese, come la Val Cellina e il Vajont, la Val Còlvera, la Val Tramontina e la zona dell’Alto Livenza.
Io ho alloggiato all’Eurohotel Palace, in pieno centro e con un ampio parcheggio privato, che permette di visitare Maniago a piedi e poi di usare l’auto per le escursioni nei territori vicini.
L’hotel ha un ottimo ristorante, è aperto tutto l’anno ed è rimasto sempre aperto anche in questo periodo difficile. Colazione sia dolce sia salata a buffet ma ovviamente in questo momento servita dal personale.
Altri alloggi a Maniago e dintorni da scegliere in base alle vostre esigenze nella mappa qui sotto.
