Cinema dell’Albania protagonista al festival La Spezia Short Movie

Con un focus sul cinema dell’Albania si inaugura la sezione dedicata alla cinematografia di uno specifico Paese straniero che il La Spezia Short Movie, la rassegna internazionale di cortometraggio, ideata dal regista Daniele Ceccarini e dall’editrice Paola Settimini e giunta alla terza edizione, ha deciso di inserire stabilmente nel suo programma a partire da quest’anno, proponendo cortometraggi e film, incontri con registi, autori e personalità legate al cinema di quel Paese.

L’edizione 2018 del festival, che si svolgerà dal 2 al 4 marzo a La Spezia, vedrà come ospite d’onore il regista Gianni Amelio, a cui sarà consegnato il Premio alla Carriera. Quest’anno il concorso internazionale ha sfiorato il migliaio di cortometraggi in concorso che sono giunti da 70 Paesi di tutto il mondo. L’obiettivo del festival è di unire l’aspetto di ricerca a quello dell’attenzione verso i gusti del pubblico, realizzando un evento che valorizzi il territorio tramite un ruolo attivo all’artista e allo spettatore, creando in questo modo una sinergia tra cinema, arte e territorio.

L’edizione 2018 del festival

I 10 finalisti dell’edizione 2018 sono:

  • 5 corti dall’Italia: Che fine ha fatto l’inciviltà? di Delio Colangelo, La barba di Alfredo Mazzara, La giornata di Pippo Mezzapesa, Lettere a mia figlia di Giuseppe Alessio Nuzzo e Maramandra di Lele Nucera
  • 2 corti dalla Spagna: El Luero di Patricia Galan e Marco Alvarez e Triunfadores di Joseba Alfaro
  • 1 corto dalla Germania: L’aria del moscerino di Oliver Krause
  • 1 corto dalla Turchia: The Box di Merve Cirisoglu
  • 1 corto dall’Iran: The Unmissing part di Ahmed Alkhudhari

I premi assegnati sono miglior regia, miglior fotografia, miglior attore, miglior attrice, miglior sceneggiatura, miglior corto in assoluto. Da quest’anno verranno assegnati anche il Premio della Stampa, da una giuria apposita composta da giornalisti collaboratori di testate italiane e straniere media partner del festival e il Premio Diari di Cineclub, periodico di cultura e informazione cinematografica, partner del festival.

Il regista vincitore del miglior corto in assoluto di ogni edizione partecipa in qualità di giurato l’anno successivo. Nel 2017 è stata la volta del regista messicano Roberto Valdes che nel 2016 vinse con il corto Algien. Nel 2018 toccherà invece al regista marocchino Elia Moutamid che nel 2017 vinse con il corto Gaiwan.

Il focus sul cinema albanese

Il festival si aprirà il 2 marzo con il focus dedicato al cinema albanese. Gli organizzatori hanno spiegato che l’Albania è stata scelta perché è un Paese vicino all’Italia dal punto di vista geografico e storico ma ancora poco sconosciuto dalla maggioranza degli italiani e perché il cinema sta cercando di emergere in campo internazionale, riscattandosi da un passato silenzioso e marginale. Il cinema può così diventare uno straordinario ponte culturale per aumentare la conoscenza reciproca e lo scambio di esperienze.

Il festival da quest’anno ha ottenuto il patrocinio di Rai Liguria, quale riconoscimento al valore culturale e sociale della manifestazione, e del Ministero della Cultura in Albania.

A La Spezia interverranno Agron Domi, direttore del Tirana Film Festival, lo scrittore e sceneggiatore Ylljet Alicka e il regista Gentian Koçi.

I tre film albanesi in programma:

DayBreak di Gentian Koçi

il film, proiettato in anteprima italiana al Trieste Film Festival 2018 e in anteprima assoluta all’ultimo Sarajevo Film Festival dove l’attrice protagonista, Ornella Kapetani ha vinto il premio come Miglior attrice, racconta la storia di Leta che, insieme figlioletto di un anno, viene sbattuta fuori casa perché aa diversi mesi non riesce a pagare l’affitto. Trova sistemazione da Sophie, un’anziana confinata a letto. Assunta dalla figlia della donna come badante, Leta avrà un letto e un tetto sopra la testa fino al giorno in cui Sophie non morirà. Il suo problema sarà fare in modo che tutto rimanga così com’è, a qualsiasi costo.

“Le relazioni umane e la loro complessità mi hanno sempre affascinato – dice il regista, classe 1979 -. La storie coinvolge due personaggi femminili e il fulcro è proprio la fragile relazione fra la donna giovane e quella anziana, che oscilla fra empatia e problemi pratici. Una delle sfide più importanti per me è quella di mantenere l’equilibrio fra questi due aspetti opposti della loro relazione”.

Plastic Flower di Yllet Alicka

Basato sul racconto “La coppia” scritto dallo stesso regista, il film racconta la storia di una vecchia coppia della campagna albanese che riceve un invito a nozze da un parente di Tirana. L’entusiasmo inziale finisce in breve tempo, quando la coppia si accorge dell’indifferenza delle persone della capitale che i fa sentire ospiti sgraditi. L’obiettivo del film è tentare di riscoprire la gentilezza e l’amore tra persone provenienti da ambienti sociali albanesi differenti.

The dog killers di Ergys Meta

La pellicola racconta un problema molto sentito in Albania e in molti Paesi dei Balcani, ovvero il fenomeno del randagismo. Secondo la legge sull’eliminazione fisica dei cani randagi in cambio di una piccola ricompensa monetaria, due ex cacciatori albanesi di mezza età, Nikolin ed Enver, intraprendono un viaggio notturno in tutta la città, che viene presto interrotto da un’inattesa svolta di eventi.

Cinema dell'Albania

Una riflessione sul cinema bosniaco

Il 2 marzo sarà presentato anche Esperienze di cinema dalle ceneri della Jugoslavia: Bosnia Erzegovina, il libro di Silvia Badon, studiosa di cinema balcanico, che io ho avuto il piacere di ascoltare qualche settimana fa a Padova durante una serata dedicata al cinema bosniaco femminile e organizzata dal centro linguistico Bienvenue. Un’occasione bellissima per scoprire la produzione femminile dei venti anni dalla fine della guerra. In particolare le opere di tre registe hanno raccontato il paese, durante il conflitto e nelle sue conseguenze, con uno sguardo sempre rivolto alla condizione femminile.

La vita dei bambini nella Sarajevo assediata e i traumi lasciati dalla guerra nella dimensione famigliare sono gli argomenti centrali nel cinema di Jasmila Žbanić, diventata famosa a livello internazionale con Grbavica (Il segreto di Esma), film sul trauma dello stupro di guerra. Sullo stesso tema, il docufilm For those who can tell no tales, che io ho visto qualche anno fa al Detour, Festival del Cinema di Viaggio a Padova.

Meno note, per la mancanza di distribuzione in Italia delle loro pellicole, Aida Begić che sviluppa una ricerca sull’identità, femminile e religiosa: in Snijeg (Snow), Premio della Critica a Cannes, un gruppo di donne nella Bosnia rurale tenta di ricostruire un futuro attraverso il superamento del lutto; in Djeca (Buon anno Sarajevo) la protagonista lotta contro il pregiudizio verso le donne velate.

Infine con uno sguardo sulla Bosnia di oggi, Ines Tanović ha presentato in anteprima al Sarajevo Film Festival il suo primo lungometraggio: Naša svakodnevna prica (Our everyday life), un ritratto della vita quotidiana nella Bosnia odierna, tra crisi economica e valori tradizionali.

Cinema dell'Albania

La direzione artistica di La Spezia Short Movie è affidata a Paola Settimini e allo sceneggiatore Paolo Logli. Presidente del premio è il regista Daniele Ceccarini, mentre presidente di giuria è il docente universitario di Storia del Cinema Roberto Danese.

La giuria del festival è composta da Silvano Andreini (presidente dell’Associazione Culturale Film Club Pietro Germi che gestisce a La Spezia il cinema Il Nuovo), Silvia Badon (studiosa di cinema balcanico), Salvatore Calcagnini (già assessore alla cultura del Comune di Porto Venere), Lisa Castagna (regista), Roberto Di Maio (attore), Marco Ferrari (giornalista, scrittore e autore televisivo), Alberto Grassi (Presidente Circolo Culturale Fantoni), Massimo Olcese (attore), Giovanna Servettaz (autrice), Matteo Taranto (attore), Fulvio Wetzl (regista), Dario Vergassola (comico e attore).

Informazioni e programma sul sito web del Festival.

Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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