Chi abita a Udine conosce il suo nome sicuramente perché a lui è intitolato il teatro del capoluogo friulano, ma probabilmente in pochi saprebbero indicare le opere di questo poliedrico artista. Gli appassionati di storia e cultura locale sapranno sicuramente che a lui si deve la fontana di piazza San Giacomo, il cosiddetto salotto udinese e sapranno individuare la sua casa all’inizio di via Gemona.
Ma quanti sanno che Raffaello volle Giovanni da Udine al suo fianco nella Loggia di Psiche alla Farnesina e nell’impresa delle Logge vaticane? O che Michelangelo lo teneva in alto conto? O che Clemente VII si affidò a lui per delicati interventi di restauro e decorazione sia a Roma che a Firenze?
A colmare queste eventuali lacune ci sarà la mostra nel Salone del Parlamento del Castello di Udine dal 12 dicembre 2020 al 14 marzo 2021 dal titolo Giovanni da Udine tra Raffaello e Michelangelo (1487 – 1561), promossa dal Comune di Udine e curata da Liliana Cargnelutti e Caterina Furlan. Si tratta della prima retrospettiva dedicata a Giovanni da Udine. Anche l’imponente scalinata a doppia rampa che conduce alla sede della mostra è stata progetta da Giovanni, stavolta in veste di architetto. A Udine è opera sua anche la Torre dell’Orologio.
Scrive Giorgio Vasari, ne Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue a’ tempi nostri (1568): «In Udine, città del Friuli, un cittadino chiamato Giovanni, della famiglia di Nani, fu il primo che di loro attendesse all’esercizio del ricamare (fare finissime opere artistiche), nel quale il seguitarono poi i suoi discendenti con tanta eccellenza, che non più de’ Nani fu detta la loro casata, ma de’ Ricamatori. Giovanni, il quale, essendo ancor putto, si mostrò tanto inclinato al disegno, che era cosa maravigliosa; perciò che seguitando la caccia e l’ucellare dietro al padre, quando avea tempo ritraeva sempre cani, lepri, capri et insomma tutte le sorti d’animali e d’uccelli che gli venivano alle mani».
Giovanni Ricamatore, o meglio, Giovanni da Udine Furlano, come si firmò all’interno della Domus Aurea, riuniva in sé l’arte della pittura, del disegno, dell’architettura, dello stucco e del restauro. Il tutto a livelli di grande eccellenza. Giovanni da Udine fu un artista che nel ventennio dal 1503 al 1520, contribuì ad un periodo fondamentale per il Rinascimento italiano.
A Roma, dove era stato uno dei più fidati collaboratori di Raffaello, rimase anche dopo la scomparsa dell’Urbinate. Conquistandosi, per la sua abilità, dapprima il titolo di Cavaliere di San Pietro e quindi una congrua pensione da pagarsi sull’ufficio del Piombo.
Intorno alla metà degli anni trenta del ‘500, Giovanni decise di abbandonare la città che gli aveva garantito fama e onori e rientrare nella sua Udine con il proposito di “non toccar più pennelli”. Preceduto dalla fama conquistata a Roma, una volta tornato in Friuli si trovò pressato dalle committenze e non seppe mantenere fede al suo “autopensionamento”. Tra gli interventi di maggiore importanza, il lungo fregio a stucco ed affresco nel castello di Spilimbergo e, a Venezia, la decorazione di due camerini di Palazzo Grimani.
Nella mostra di Udine per la prima volta sarà riunito un cospicuo numero di raffinati disegni che, provenienti da diversi musei europei e da una collezione privata americana, confermano la sua proverbiale abilità nella rappresentazione del mondo animalistico-vegetale e soprattutto di uccelli.
Ciascuno degli ambiti della poliedrica attività di Giovanni da Udine viene indagato nell’esposizione attraverso stucchi, incisioni, documenti, lettere, libri e altri materiali. Inoltre le spettacolari sezioni dedicate alle stampe e ai disegni di architettura consentono di visualizzare i principali luoghi e ambienti in cui l’artista ha operato: dalla Farnesina alle Logge vaticane, da Villa Madama alla Sacrestia nuova di San Lorenzo a Firenze.
Il contesto storico e culturale del tempo viene ricostruito in mostra attraverso libri, documenti e filmati. Una sezione speciale ripropone al Castello di Udine la mostra documentaria realizzata nell’aprile 2017 alla Farnesina, dedicata ai festoni realizzati nella loggia di Psiche da Giovanni da Udine.
Concluso il percorso espositivo, il visitatore potrà ammirare dal vivo le opere architettoniche, gli affreschi e gli stucchi realizzati da Giovanni da Udine e dai suoi collaboratori nel Castello di Colloredo di Montalbano, a Spilimbergo, a San Daniele del Friuli e a Udine. Per chi voglia spingersi fuori dal Friuli, l’itinerario ideale trova il suo completamento a Venezia, per una visita a Palazzo Grimani, e naturalmente a Roma, che fa tesoro delle sue opere più celebri.