Cantine Aperte a San Martino: itinerario in Friuli tra degustazioni, cucina e esperienze sensoriali

Ci sono weekend che sanno trasformarsi in piccoli viaggi dentro l’anima di un territorio. Il blogtour di Cantine Aperte a San Martino, organizzato insieme al Movimento Turismo del Vino FVG, è stato esattamente questo: un percorso lento e affascinante tra colline, borghi, vigneti terrazzati, laboratori artigiani e tavole apparecchiate con cura. Un itinerario che ha unito esperienze diverse — degustazioni, show-cooking, visite guidate, storie di famiglia, relax e gastronomia — ma tutte legate da un filo comune: il rispetto per la terra e la passione di chi la vive ogni giorno.

Cantine Aperte a San Martino è l’evento autunnale che chiude simbolicamente l’anno agricolo, un momento in cui le cantine aprono le porte per condividere il frutto del lavoro appena concluso e celebrare il vino nuovo. È anche uno dei progetti più rappresentativi del Movimento Turismo del Vino, l’associazione che da oltre trent’anni promuove una cultura dell’accoglienza autentica e consapevole, valorizzando l’incontro diretto tra produttori e visitatori.

In questo blogtour abbiamo attraversato luoghi dalle identità fortissime: dalle colline di Cividale alle Valli del Natisone, dalla pianura friulana al Collio, passando per cantine giovani e visionarie, aziende storiche, laboratori artigianali e ristoranti che custodiscono la memoria gastronomica del territorio. Ogni tappa ha raccontato un pezzo di Friuli diverso, ma tutti insieme hanno composto un mosaico vivo di profumi, tecniche, tradizioni e nuove idee.

È stato un viaggio fatto di persone, prima di tutto. Di mani che impastano, vendemmiano, selezionano; di occhi che brillano quando parlano della propria terra; di voci che raccontano il passato mentre costruiscono il futuro. Un viaggio che ora vi porto a scoprire, passo dopo passo, cantina dopo cantina, bicchiere dopo bicchiere, storia dopo storia.

Pronti? Si parte.

Elda Felluga, presidente MTV FVG
Il benvenuto di Elda Felluga, presidente del Movimento Turismo del Vino del Friuli Venezia Giulia
Provo a fare la gubana!
Provo a fare la gubana!
Vigneti sui Colli Orientali del Friuli
Vigneti sui Colli Orientali del Friuli

LE CANTINE

Venica & Venica – Dolegna del Collio (Gorizia)

Se c’è un luogo dove il Collio riesce davvero a raccontarsi, quello è Dolegna: poche case, boschi ovunque e colline che sembrano disegnate apposta per accogliere la vite. È qui che si trova Venica & Venica, una cantina che da quasi un secolo vive in simbiosi con questo territorio di confine tra Italia e Slovenia.

Fondata nel 1930 e ancora oggi a conduzione familiare, l’azienda porta avanti una tradizione fatta di passione e cura, distribuita su circa 40 ettari di vigneto tutti all’interno della DOC Collio. Le loro colline sono fatte di Ponca, quella marna friabile tipica della zona che, disgregandosi, regala ai vini una bella spinta minerale e una sapidità inconfondibile. Ogni ettaro ha una storia a sé: cambiano esposizione, pendenze, correnti d’aria, presenza di boschi… e cambiano i microclimi, spesso più di uno sulla stessa collina.

La cantina è conosciuta soprattutto per i suoi vini bianchi (circa l’85% della produzione): Sauvignon, Ribolla Gialla, Friulano e Chardonnay interpretati con precisione e identità. Tra le etichette simbolo spiccano il Ronco delle Mele e il Ronco delle Cime, entrambi diventati un po’ dei portavoce del Collio nel mondo. Accanto ai bianchi non mancano alcuni rossi friulani, piccoli numericamente ma molto caratteristici.

Visitare Venica & Venica non è una semplice degustazione; è un’immersione totale nel cuore del Collio. Qui, l’esperienza va ben oltre il bicchiere: il paesaggio mozzafiato, l’architettura storica della cantina e persino il profondo silenzio delle colline si fondono per creare un’atmosfera autentica e completa.

Siamo stati accolti da Ornella Venica, la cui passione è contagiosa. Con un racconto affascinante, ci ha svelato il volto umano del vino, intrecciando la storia della sua famiglia con quella del territorio. La tradizione è palpabile ovunque, dalle foto storiche che adornano le pareti, fino alle splendide porte ad arco che conducono alla cantina, veri e propri simboli che sembrano passare, generazione dopo generazione, il testimone dell’arte vinicola.

Il luogo della degustazione è un rifugio caldo e accogliente. Immaginate: un camino acceso, poltrone invitanti e un grande tavolo pronto per ospitare i sapori del Friuli. È qui che gli ottimi vini di Venica & Venica vengono esaltati al meglio, accompagnati da una selezione curata di formaggi locali.

Se state viaggiando nel Collio e desiderate non solo assaggiare, ma comprendere davvero l’anima e l’unicità di questa terra, una tappa qui non è solo consigliata: è praticamente obbligatoria.

Ornella Venica dà inizio alla degustazione
Ornella Venica dà inizio alla degustazione
Degustazione accanto al camino
Degustazione accanto al camino
La cantina con le vignette di Spirito DiVino
La cantina con le vignette di Spirito DiVino

Galliussi – Cividale del Friuli (Udine)

C’è un luogo, sulle colline di Spessa di Cividale, che sembra disegnato apposta per la vite: un anfiteatro naturale dove boschi, vigneti terrazzati e dolci pendii creano lo scenario di Galliussi. Più che una cantina, è il sogno realizzato dei fratelli Galliussi che, tornati alle loro radici friulane, hanno deciso di dedicarsi a un progetto enologico ambizioso: fare pochi vini, ma impeccabili.

L’azienda è giovane ma ha radici profonde. I lavori sono iniziati nel 2017 e le prime viti sono state piantate nel 2018, seguite dalle rimanenti nel 2019. Oggi, Galliussi coltiva i suoi 10 ettari terrazzati a regime rigorosamente biologico, rispettando il cuore pulsante del territorio: i suoli di marna e arenaria, la famosa “Ponca”.

Questo approccio scientifico e rigoroso, guidato dall’enologo Gianni Menotti e dall’agronomo Giovanni Bigot, assicura che in questo anfiteatro naturale — con vigne esposte su ogni punto cardinale — si esprima la massima qualità.

La sede di Galliussi è un manifesto di questa filosofia. La cantina è una struttura moderna e sostenibile, che si integra perfettamente nel paesaggio. Il panorama è a dir poco spettacolare: la cantina si trova alle spalle del Bosco Romagno, il cui nome evoca gli Arimanni, i guerrieri longobardi.

Questa eredità storica è celebrata all’ingresso: un suggestivo murale futurista dell’artista Giovanni Meroi rappresenta proprio questi antichi guerrieri, dal cui scudo l’azienda ha tratto ispirazione per il suo logo e per le etichette.

Al piano superiore, la sala degustazione è un’esperienza sensoriale a sé: le sue grandi vetrate incorniciano la vista spettacolare sui vigneti ad anfiteatro, mettendo in comunicazione il calice con il paesaggio circostante.

Visitare Galliussi culmina in una degustazione di eccellenza, un vero e proprio percorso gastronomico studiato per esaltare i vini con prodotti attentamente selezionati del territorio.

Ecco un assaggio degli abbinamenti che ho avuto il piacere di provare: Pinot Bianco con crostino croccante alla trota affumicata, Friulano con crostino croccante al dentice, Sauvignon con gamberetti marinati, Pinot Nero con carne salada e Merlot con mini burger

E se non voleste più andarvene? La buona notizia è che non dovrete! Da Galliussi è possibile anche soggiornare. Immaginatevi a svegliarvi in stanze meravigliose affacciate sui vigneti, con la possibilità di rilassarvi a bordo di una splendida piscina che domina il panorama delle colline.

Ma di questo paradiso per gli enoturisti, dei dettagli sugli alloggi e di quella vista mozzafiato, ve ne parlerò più approfonditamente nel prossimo articolo dedicato!

Ivo Galliussi racconta come ha realizzato il suo sogno
Ivo Galliussi racconta come ha realizzato il suo sogno
La cantina Galliussi
La cantina Galliussi
Uno scorcio del paesaggio dalla cantina
Uno scorcio del paesaggio dalla cantina

Grillo Iole – Albana di Prepotto (Udine)

Ad Albana di Prepotto, a pochi chilometri da Cividale, il paesaggio dei Colli Orientali del Friuli si presenta nella sua versione più morbida e intima: colline ordinate, piccoli borghi e una quiete che sembra custodire storie antiche.

In mezzo ai vigneti si trova Grillo Iole, una dimora settecentesca che da quasi quarant’anni ospita la cantina. Appena si varca il portone, il tempo sembra rallentare: silenzi pieni, profumo di legno e quella sensazione di trovarsi in un luogo rimasto autentico.

L’azienda nasce dalla passione di Sergio, che negli anni Settanta acquistò il suo primo ettaro di vigna quasi per gioco, con l’idea semplice di condividere un buon vino “vero” con gli amici. Da quel gesto spontaneo è nata una realtà che oggi coltiva circa nove ettari e produce 40.000 bottiglie all’anno, con una filosofia molto chiara, seguita oggi da Anna e dai figli Mattia e Giulia: rispettare l’ambiente, tutelare chi lavora in campagna e ottenere vini puliti, senza residui indesiderati.

Negli ultimi anni Grillo Iole ha scelto di puntare con decisione sui vitigni autoctoni. La produzione bianca si concentra su tre etichette: Friulano, Ribolla Gialla e Sauvignon, quest’ultimo con quell’impronta friulana che lo rende diverso da qualunque Sauvignon internazionale.

In cantina c’è spazio anche per piccole perle dolci come Verduzzo Friulano e Picolit, prodotte in quantità limitatissime, più per amore della tradizione che per mercato.

Tra i rossi, alla produzione di Cabernet Franc e Merlot si affianca un progetto dedicato ai vitigni tipici, in particolare il Refosco dal Peduncolo Rosso e lo Schioppettino di Prepotto, vero orgoglio di questa zona.

L’esperienza da Grillo non si ferma all’assaggio. Se l’elegante sala degustazioni è perfetta per ogni stagione, con l’arrivo del bel tempo potrete godervi i loro vini sulla meravigliosa terrazza panoramica, un angolo di paradiso per il vostro relax.

Ma c’è di più: Grillo offre anche la possibilità di alloggiare! Vi racconterò tutti i dettagli di questo accogliente agriturismo immerso nei vigneti nel prossimo post dedicato.

L'ingresso alla cantina
L'ingresso alla cantina
Anna accompagna a vistare la cantina di famiglia
Anna accompagna a vistare la cantina di famiglia
Degustazione in terrazza al sole autunnale
Degustazione in terrazza al sole autunnale

Borgo Conventi – Farra d’Isonzo (Gorizia)

Il nome Borgo Conventi nasce da una leggenda che profuma di terra e spiritualità: un nobile proprietario terriero, un frate e un appezzamento donato per costruire il primo monastero di Farra d’Isonzo.

È da questa storia antica, che risale al Seicento, che prende forma l’identità della tenuta. Qui, nella zona di Villanova di Farra, la viticoltura affonda radici profondissime: per secoli queste terre furono feudo dei conti Strassoldo Villanova e fu proprio il conte Rizzardo, a metà del 1600, a donare ai Padri Domenicani il terreno dove sorsero i primi conventi. Un passato che ancora oggi sembra percorrere i filari come un filo sottile.

La storia moderna di Borgo Conventi inizia invece nel 1975, quando Gianni Vescovo fonda l’azienda con un’idea chiara: produrre vini eleganti, capaci di raccontare il territorio con finezza e autenticità.

Nel 2019 la tenuta viene acquisita dalla famiglia Moretti Polegato, che porta nuova energia e un’attenzione ancora più marcata alla gestione del vigneto, senza però snaturare lo stile di Borgo Conventi-

Questa azienda vitivinicola friulana ha fatto della raffinatezza la sua missione, curando con dedizione 30 ettari distribuiti tra le prestigiose colline della DOC Collio e la pianura alluvionale della DOC Isonzo. La filosofia è chiara: produrre vini di riconoscibile identità geografica e alta espressione varietale, ricercando sempre eleganza ed equilibrio.

Davanti alla splendida villa in stile coloniale, gli ospiti possono partecipare a degustazioni guidate, scoprendo i bianchi profumati e i rossi corposi che esaltano le caratteristiche uniche di queste due rinomate aree. Un luogo imperdibile è la suggestiva barricaia, illuminata dalle candele, dove i rossi maturano lentamente in botti di rovere, un ambiente immerso nel silenzio che testimonia come la pazienza e la dedizione siano essenziali per l’eccellenza.

Un’esperienza enoturistica da non perdere!

Borgo Conventi
Borgo Conventi
La suggestiva atmosfera della cantina
La suggestiva atmosfera della cantina
Luna di Ponca di Borgo Conventi
Luna di Ponca di Borgo Conventi

Forchir – Camino al Tagliamento (Udine)

La storia di Forchir affonda le sue radici alla fine dell’Ottocento, quando la famiglia nobile austriaca Forchir si trasferì nel cuore del Friuli. All’inizio i vigneti si trovavano a Palmanova, la celebre “città stellata”, e l’azienda era dedicata soprattutto all’agricoltura. Poi, passo dopo passo, la vocazione si è trasformata: arrivano i primi imbottigliamenti, cresce l’esperienza, si affinano le tecniche. Un sapere tramandato per generazioni, fino a quando negli anni ’80 entra in scena un giovane enologo: Gianfranco Bianchini.

La collaborazione con la famiglia Forchir diventa presto amicizia profonda. Così, nel 1984, quando si presenta la necessità di un passaggio di testimone, Gianfranco accetta la sfida di guidare l’azienda, mantenendone nome e valori. Da quel momento inizia la storia moderna di Forchir, una storia di evoluzione, scelte attente e sostenibilità. Oggi Gianfranco, insieme alla figlia Giulia, porta avanti un modello di enologia a impatto zero.

Forchir conta tre tenute nel Friuli centrale, tutte diverse per suolo e microclima ma unite da un’identità territoriale fortissima. A Camino al Tagliamento, dove si estendono 140 ettari di magredi ghiaiosi vicino all’omonimo fiume — uno dei pochi fiumi europei rimasti completamente naturali — sorge la cantina di vinificazione, immersa tra le viti.

Da anni l’azienda lavora per ridurre l’impatto ambientale: sovescio, trinciatura dei sarmenti, copertura totale con ala gocciolante per evitare sprechi d’acqua, e perfino l’impianto Phytobac per la biodegradazione dei residui di agrofarmaci. L’idea è semplice e ambiziosa: rendere la terra più ricca e viva, mentre si producono vini capaci di esprimere eleganza e identità.

La vendemmia si fa solo di notte, così le uve arrivano freschissime in cantina e possono essere lavorate a freddo, preservando aromi e finezza.

Uno dei progetti più affascinanti è quello legato ai vitigni resistenti. Dopo anni di ricerca con l’Università e i Vivai Rauscedo, Forchir ha ottenuto varietà naturalmente resistenti alle malattie e con un minor bisogno di irrigazione. Nascono così vini sostenibili, innovativi ma legati al territorio.

Forchir è molto più di una semplice cantina: è una vera e propria locanda che abbraccia l’ospitalità a 360 gradi, offrendo degustazioni, eventi e servizi di catering.

La sera del nostro arrivo, siamo stati deliziati da una gustosa cena preparata con cura: un trionfo di affettati, formaggi e un risotto eccellente, il tutto esaltato dagli ottimi vini della cantina.

Ma la locanda Forchir nasconde altri segreti: offre anche la possibilità di dormire in un ambiente incantevole e vanta una splendida piscina che si affaccia direttamente sui vigneti! Presto, tutti i dettagli su come alloggiare in questo angolo di paradiso nel nostro prossimo articolo dedicato.

I vini Forchir
Un assaggio dei vini Forchir
La cantina immersa nei vigneti
La cantina immersa nei vigneti
Degistazione da Forchir
Degistazione da Forchir

DOVE MANGIARE

L’Osteria al Castello di Buttrio – Buttrio (Udine)

Arrivando a Buttrio è impossibile non alzare lo sguardo: il castello, elegante e un po’ appartato, domina le morbide colline dei Colli Orientali del Friuli come fa da secoli. L’edificio attuale risale al Seicento, ma la storia del luogo è molto più antica: qui, già nell’XI secolo, sorgeva una fortezza strategica, passata di mano in mano tra famiglie nobili, contesa e ricostruita più volte. Nel 1994 il Castello di Buttrio è entrato nella famiglia Felluga e, da allora, ha iniziato un percorso di rinascita.

È stata Alessandra Felluga a dare nuova vita alla tenuta: un lavoro paziente, quasi artigianale, fatto di ampliamento dei terreni, recupero dei vigneti storici e valorizzazione della collina di Pampinutta, dove la vite cresce sin dal Medioevo.

Il Castello non è solo vino, ma anche accoglienza. L’Osteria al Castello è uno di quei posti dove ti viene voglia di fermarti più del previsto: d’inverno il camino crea un’atmosfera intima e quasi sospesa, mentre d’estate la terrazza panoramica regala viste che valgono da sole il viaggio.

L’Osteria del Castello ha cambiato gestione da qualche mese. Ecco il fantastico menù che ci ha proposto Fati Seshi. Il tutto accompagnato dagli eccellenti vini della cantina del castello

Saluto della cucina: foglia di packchoi con tartarina di cervo e sesamo tostato, frico fritto su crema di cipolla,buccia di topinambur fritta con la sua crema e funghi shitake

Primo: gnocco ripieno al ragù di cinghiale, crema di sedano rapa e miso,fondo di cinghiale , mela al aceto di riso e una salsa di mirtilli con una base di chardonnay del “castello di Buttrio”

Secondo: filetto di cervo alla piastra, accompagnato da cardoncelli, olio al rosmarino e tre consistenze di albicocca, una marmellata, un albicocca in agrodolce e un albicocca fermentata con la tecnica delle umeboshi

Dolci: mousse al lampone namelaka di ginepro crumble ai frutti di bosco,mirtillo fermentato e olio al pino; brioche calda farcita pera e cioccolato accompagnato con salsa cioccolato e liquore di terrano (knez) e piccola pasticceria tartelleta con cachi e cremoso al caffè latte polvere buccia agrumi, pane cioccolato e miele

Cena e accoglienza meravigliosa!

Gli gnocchi con ragù di cinghiale
Gli gnocchi con ragù di cinghiale
Il filetto di cervo
Il filetto di cervo
La mousse al lampone
La mousse al lampone

Ronco dei Pini – Prepotto (Udine)

In questa bella cantina di Prepotto guidata dalla famiglia Novello che vendemmia a mano gli 11 ettari di vigneti, ho partecipato all’evento “A Cena con il Vignaiolo”, una cena conviviale creata in dialogo con i vini della cantina.

Lo chef Andrea Marinig dell’Agriturismo Tinello San Urbano ha pensato un menù che nasce proprio dall’assaggio dei calici: quattro portate – entrèe, antipasto, primo e secondo – abbinate a quattro vini di Ronco dei Pini. Un percorso sensoriale che valorizza la stagionalità, i profumi del territorio e l’armonia tra cucina e vigneto.

La cena è stata guidata dalle nuove generazioni della famiglia Novello, che portano avanti con entusiasmo il lavoro iniziato molto tempo fa. Un momento autentico, fatto di sapori, racconti, paesaggi e quella convivialità semplice e schietta che rende unico il Friuli.

Un’occasione non solo per degustare, ma per entrare davvero nel ritmo di Prepotto, dove vino, ospitalità e terra si fondono in un’unica esperienza.

Ecco il menù

Entrée. Leggerezza in perlage: spiedo di verdure in tempura con maionese al lime in abbinamento 3 Lune Ribolla Gialla Spumante Brut

Starter. Mandorla nascosta: flan-mush: finto fungo con fonduta di Montasio, crumble di mandorle e burro montato al caramello salato in abbinamento Leucos 2023

Main. Eco di fumo e legno: cjarsòns ripieni di frico alla scamorza affumicata e mostarda di Cavasso, su salsa allo zafferano in abbinamento Friulano 2023 e Spezie e frutto: filetto di maiale a bassa temperatura in crosta di speck, con pere allo Schioppettino in abbinamento Schioppettino di Prepotto 2020

Esperienza bellissima e menù davvero originale!

Finto fungo con fonduta di Montasio
Finto fungo con fonduta di Montasio
Cjarsòns ripieni di frico
Cjarsòns ripieni di frico
Filetto di maiale con pere allo Schioppettino
Filetto di maiale con pere allo Schioppettino

LE ESPERIENZE

La Gubana della Nonna – Azzida di San Pietro al Natisone (Udine)

Azzida è uno di quei luoghi che rischi di non vedere sulla mappa: poche case raccolte attorno a una piazzetta, il campanile, e il Matajur che d’inverno si copre di neve come un sipario bianco sulle Valli del Natisone. È qui, in questo angolo minuscolo e autentico del Friuli, che nasce La Gubana della Nonna, un laboratorio dove la tradizione non è un concetto astratto, ma un lavoro quotidiano fatto di mani, profumi e memoria.

La gubana, dolce simbolo delle valli, racconta da sola la storia di questo territorio. Ha la forma di una chiocciola e un cuore morbido e ricchissimo: noci, uvetta, pinoli, amaretti, tutto lavorato con un tocco di grappa che scalda e profuma. Un tempo era un dono di buon auspicio, un augurio di prosperità; oggi conserva ancora quell’aria di festa e di famiglia che la rende speciale.

Nel laboratorio di Azzida nulla è lasciato al caso: ogni chicco d’uva viene pulito uno per uno prima di finire in infusione, ogni noce viene controllata con attenzione, e nessuna fase ammette fretta. Le lievitazioni seguono i loro tempi, l’impasto riposa quanto serve, e l’aroma di frutta secca e grappa riempie gli ambienti in un modo che sa di casa.

Nelle gubane, negli strucchi e nei biscotti artigianali si ritrovano proprio quei sapori: autentici, schietti, pieni di storia, come le Valli del Natisone e della loro anima semplice e preziosa.

Oltre a una degustazione di prodotti tipici, qui ho avuto la possibilità di provare a impastare e farcire la gubana. Davvero divertente e interessante capire quanto la tecnica sia impegnativa!

Il negozio di Azzida
Il negozio di Azzida
La preparazione della gubana
La preparazione della gubana
Gli ingredienti del ripieno
Gli ingredienti del ripieno

Bagno di suoni con le campane tibetane – Borgo Conventi

A Boergo Conventi abbiamo vissuto anche un’esperienza insolita e sorprendente: un bagno di suoni con le campane tibetane, guidato da Chiara Cingano, operatrice olistica sonora-vibrazionale.

Un momento di sospensione totale, immersi in vibrazioni profonde e strumenti ancestrali che sembravano dialogare con il silenzio dei vigneti. Un’esperienza che rigenera, rilassa e amplifica le sensazioni del luogo, rendendo la visita ancora più intensa e personale. Bravissima Chiara, davvero un’esperienza coinvolgente e da ripetere!

Borgo Conventi è così: un ponte tra storia e contemporaneità, tra cura del vino e cura del benessere. Un luogo dove la viticoltura guarda al futuro senza dimenticare le sue origini.

La saletta pronta per il bagno di suoni
La saletta pronta per il bagno di suoni

Pranzo con gli hamburger del macellaio Edoardo di Palmanova da Roi Clâr – Villa Beria, Manzano (Udine)

A Manzano, dietro le mura eleganti di Villa Beria, c’è il mondo di Roi Clâr, una giovane realtà nata nel 2020 grazie alla visione di Michele Beàn, Matteo Beàn e Raffaele Petris, che nei loro 4,5 ettari di vigneto coltivano Friulano, Merlot, Pinot Grigio, Malvasia e Ribolla Gialla usando anfore artigianali.

Per Cantine Aperte a San Martino, Roi Clâr ha scelto di proporre un’esperienza speciale, conviviale e gustosa insieme alla Macelleria da Edoardo di Palmanova.

Il pranzo conviviale all’aperto ha previsto un piatto con l’hamburger Palmarino, omaggio alla celebre pianta fortificata della città di Palmanova, l’hamburger di salsiccia e il Cubotto Edoardo, un hamburger tagliato a coltello servito con polenta e un calice della cantina.

Un appuntamento che unisce artigianalità, gusto e tradizione.

Edoardo cucina gli hamburger
Edoardo cucina gli hamburger
Le anfore della cantina
Le anfore della cantina
Uno scorcio del parco della villa
Uno scorcio del parco della villa

Show cooking della chef Lorena De Sabata Al Morarat da Lorena e Luca – Rivignano Teor (Udine)

A Rivignano Teor c’è un luogo in cui la cucina diventa racconto, gesto, passione condivisa: Al Morarat da Lorena e Luca. Durante il blogtour abbiamo avuto la fortuna di entrare davvero “dietro le quinte”, partecipando allo show cooking della chef Lorena De Sabata.

Lorena è nata a Grado, ma il suo cuore batte per il Friuli. La cucina l’ha incontrata da bambina, e da allora non l’ha più lasciata. Dal banco di scuola dell’alberghiero alle cucine professionali, ha coltivato un entusiasmo contagioso e una curiosità instancabile, quelle scintille che fanno di una passione un percorso di vita.

Ha un talento naturale per il mondo vegetale, ma si muove con disinvoltura in ogni preparazione: pasta fresca, carni, pesce, dolci. Ama sperimentare, intrecciare tecniche innovative con gesti tradizionali, riscoprire ricette di un tempo e portarle nel presente con leggerezza e rispetto. E soprattutto, ama raccontare ciò che fa — perché per lei cucinare è anche comunicare.

Non a caso, oggi è protagonista di show-cooking, fiere, eventi privati e pubblici. Fa parte dell’Associazione Italiana Cuochi della provincia di Udine, insegna all’Accademia del Gusto ed è responsabile Lady Chef del FVG.

Con lei lo show cooking è stato un viaggio: tra profumi, tecniche, storie e un entusiasmo che si trasmette da subito, come un ingrediente segreto che dà sapore a tutto.

Lorena De Sabata al lavoro
Lorena De Sabata al lavoro
Il morarat che dà il nome al locale
Il morarat che dà il nome al locale
Gli ultimi tocchi
Gli ultimi tocchi

E non è finita qui! Nel prossimo articolo vi racconterò le esperienze degli alloggi provati durante questo blogtour da Galliussi, Grillo e Forchir.

In questo modo è possibile programmare almeno un weekend in queste zone e godersi le esperienze e le cantine nella giusta tranquillità

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RitagliDiViaggio
Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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