Spiagge e coste straordinarie, ma il Salento non è solo mare. È anche entroterra, tradizioni, enogastronomia, tradizioni popolari, borghi nascosti che invitano a un turismo slow e al contatto con gli abitanti del luogo.
A fine febbraio ho scelto di partecipare a un educational dedicato a Botrugno e dintorni, alla scoperta dei borghi e delle tradizioni del Salento proprio perché mi piaceva lo spirito del progetto. Oltre perché amo la Puglia e la conosco ancora troppo poco.
L’entroterra salentino e la bellezza delle sue tradizioni non mi hanno delusa. Al contrario. Mi hanno messo tanta voglia di tornare, magari con un clima un po’ più clemente di quello che ci ha riservato la settimana del nostro soggiorno.
In questo primo post mi limito a raccontarvi i luoghi che ho visto e che forse non conoscete ancora del tutto. Ma vi anticipo già un altro post a brevissimo con una lista di piatti tipici e di sapori tradizionali che può essere un utile promemoria per i golosi e per gli appassionati di sapori genuini.
LECCE
Ve lo dico subito: Lecce non faceva parte del tour a cui ho partecipato il cui obiettivo, come vi dicevo, era di far scoprire i piccoli borghi. Ma come si fa ad arrivare alla stazione di Lecce e, anche se si ha a disposizione poco meno di due ore, non visitare almeno velocemente questa città? Sarebbe un’eresia non farlo. E quindi io l’ho fatto e consiglierei a chiunque di fare la stessa cosa. Lecce è una città meravigliosa, che richiederebbe giornate intere di visita, ma anche solo con due ore a disposizione è possibile ammirare un cortile, una strada, uno scorcio, un balcone. Insomma, Lecce è così ricca di splendori che anche con poco tempo a disposizione i vostri occhi e il vostro spirito vi saranno grati se riuscirete ad immergervi nell’atmosfera di questa bellissima città pugliese. La stazione dei treni è cinque minuti di cammino dal centro storico, quindi non ci sono scuse. Se avete davvero poco tempo a disposizione, potete concentrarvi, come ho fatto io, sulle due piazze principali.
Piazza del Duomo è il cuore geografico di Lecce e, secondo me, una delle più belle piazze italiane in assoluto. È un concentrato di così tanti tesori da lasciare stupiti. La piazza sembra tagliata fuori dal resto della città e ci si arriva dopo aver percorso un paio di vicoletti. In questo modo la meraviglia aumenta. Un tempo a chiudere la piazza c’era addirittura una porta. Oggi ci sono gli edifici sovrastati da statue di santi a regalare un’originale quinta scenografica. Ma le sorprese non finiscono qui. Quella che sembra essere la facciata decorata in modo straordinario del Duomo è in realtà una finta facciata, perché quella vera, molto più sobria, si trova sulla sinistra dell’edificio. Di fronte al Duomo sorge il quattrocentesco Palazzo Vescovile con il suo loggiato angolare ad arcate. Annesso si trova il Seminario settecentesco. Vicino al Duomo c’è il Museo diocesano. Una piazza stupenda, ammetto che ho fatto fatica a staccarmi da questa piazza che ha qualcosa di ipnotico.
Dal Duomo corso Vittorio Emanuele conduce a Piazza Sant’Oronzo, una scenografica piazza che in passato era il cuore delle attività commerciali e imprenditoriali. Lungo il viale, sempre affollato di gente, non dimenticate di guardare gli antichi palazzi, molti dei quali hanno balconi barocchi scolpiti che lasciano a bocca aperta. Piazza Sant’Oronzo è un luogo davvero originale. Qui si trova il Sedile, ovvero la sede del Municipio fino al 1851. Lo riconoscerete per le grandi finestre di vetro. A fianco c’è l’enorme Anfiteatro romano del II secolo, venuto alla luce all’inizio del XX secolo quando furono demoliti molti edifici per far spazio alla nuova sede della Banca d’Italia. In mezzo alla piazza la colonna di Sant’Oronzo, con la statua che poggia sul secondo pilastro dell’antica Via Appia. Circondata da caffè, negozi, bancarelle, anche oggi la piazza è il luogo d’incontro principale degli abitanti della città.
Se vi avanzano ancora dieci minuti, fate almeno un salto alla Basilica di Santa Croce, l’esempio più celebrato del barocco leccese. La facciata, in realtà, è in restauro e quindi completamente nascosta dal cantiere, però è possibile visitare l’interno, altrettanto sontuoso. La navata ha un soffitto a cassettoni dorato, l’altare centrale è decorato con intarsi di marmo e lungo le navate si contano 14 fastose cappelle.
Direi che è abbastanza per voler tornare a visitare Lecce con calma al più presto!
BOTRUGNO
Antichissimo borgo salentino fondato dai Greci, Botrugno oggi conta soltanto 2740 abitanti ma conserva tanti monumenti preziosi e suggestivi. La piazza più scenografica è quella del convento su cui si affaccia Palazzo Marchesale. È enorme: 70 sale al piano terra e 40 al primo piano! Costruito nel XVI secolo e ristrutturato a metà del XVIII secolo, il palazzo è dominato dalla bella pietra leccese che si specchia nell’ampia piazza.
Alcune sale all’interno ospitano oggi l’originale Museo delle Forze Armate. Sulla piazza si affaccia la chiesetta della Madonna di Costantinopoli che conserva un altare realizzato in un blocco di pietra con l’affresco bizantino della Madonna Odrigia e il sarcofago di Raffaele Maramonte. I Maramonte, padroni di Botrugno sin dal XIII secolo, edificarono il palazzo Marchesale nella parte più alta del paese, all’estremità di una piccola pianura.
La Chiesa Madre è invece dedicata allo Spirito Santo e si trova sulla piazza centrale del paese. Al suo interno ci sono la statua del patrono S.Oronzo, la cui devozione comincia a diffondersi dal 1660, e gli altari con stucchi napoletani del ‘700. La chiesa risale al 1578 e conserva un barocco altare maggiore e ben nove altari minori, oltre a un pavimento con “battuto alla veneziana”. La chiesa più antica è quella della Madonna Assunta che conserva nell’abside un affresco del XIV secolo ed è quanto resta di un’antica cappella di rito greco. Il 20 febbraio 1743 il Salento scampa miracolosamente al terremoto. Da questa circostanza fortunata comincia a diffondersi la festa piccinna di Sant’Oronzo, con la processione del capo del santo realizzato in cartapesta.
SAN CASSIANO
La piccola dimensione in Salento fa rima con bellezza. San Cassiano, ad esempio, è un borghetto tra Poggiardo e Botrugno. Uno s’immagina non ci sia quasi nulla, a parte un po’ di case. Invece al centro del paese c’è una piazza splendida che, complici qualche palma e il caldo colore della pietra con cui sono costruiti i palazzi, regala un’atmosfera esotica.
Sulla piazza affacciano la chiesa madre di San Cassiano dedicata a San Leonardo e il Palazzo Ducale. Noi entriamo in quest’ultimo che cela nientemeno che un frantoio ipogeo. Gianfranco ci ha spiegato la differenza tra olio lampante e olio extravergine e ci ha fatto fare una golosa degustazione. Tarallucci e vino immancabili.
A due passi dalla piazza principale è stata da poco restaurata una suggestiva cripta con affreschi bizantini. È la cripta della Madonna della Consolazione, che risale al IX-X secolo e fu meta di pellegrinaggio fino al XVII secolo. Nel Salento ce ne sono numerose e poco alla volta vengono sistemate e aperte al pubblico: spettacolari!
POGGIARDO
Antico borgo di origini trecentesche, Poggiardo fu abitato fin dai tempi remoti, tanto che la leggenda vuole che le sue origini siano state affidate ad un bue, al quale venne dato il compito di individuare il sito del villaggio, dopo la distruzione nel 1156 dell’odierna pittoresca frazione di Vaste. Poggiardo attira subito l’attenzione grazie alle antiche case posizionate a corte e agli stretti vicoli che conducono alla strada principale e che conferiscono al paese un’eleganza antica. Le fortificazioni e gli edifici civili e religiosi risalgono alla metà del Quattrocento e a fine Cinquecento, sotto il dominio dei feudatari Guarini e il trasferimento a Poggiardo della sede vescovile.
L’elegante corso Matteotti conduce in piazza Umberto I riconoscibile dalle palme. Qui si affaccia un palazzetto con orologio ora sede dell’ufficio turistico, mentre proseguendo lungo il muro fortificato da uno stretto passaggio sulla destra si sbuca nella piazzetta su cui si affaccia la Chiesa Madre di San Salvatore, con la sua bella facciata. Oltre ai monumenti principali, la bellezza di questo paese si trova nei vicoletti, nei cortili, nelle piazzette e negli antichi palazzi nobiliari.
Da non perdere la visita alla Cripta di Santa Maria degli Angeli, sotto i giardini pubblici piazza Episcopio. Questo luogo ospita gli affreschi bizantini provenienti dalla cripta della chiesa matrice che sorge a pochi passi, scoperti nel 1929 e collocati qui dal 1975 dopo aver girato mezza Europa. Basta chiamare il numero di telefono che trovate sul cancello e prenotare la visita con Pasquale che vi spiegherà la storia degli affreschi, l’iconografia delle rappresentazioni e molte curiosità: una serie di figure di santi con l’immagine della Madonna con il Bambino nell’abside. La cripta fa parte di un bell’itinerario che purtroppo a causa del maltempo non abbiamo potuto completare.
Le tracce artistiche ed archeologiche sono sparse su tutto il territorio di questo piccolo comune che in passato è stato crocevia di popoli e di culture, la cui importanza storica ancora oggi ben si percepisce osservando queste antiche pietre.
MURO LECCESE E SANARICA
Una delle cose belle dell’avere un blog è che tramite queste pagine, e i social collegati, conosco sempre qualche amico in più. Capita così che mentre sono nel Salento, mi contatti Raffaella, che vive in zona. Quale migliore occasione per conoscersi di persona? Raffaella in realtà fa molto di più e, nonostante i tempi strettissimi, mi fa scoprire un altro pezzettino di Salento: i borghi di Muro Leccese e di Sanarica.
La scenografica piazza di Muro Leccese è talmente ampia che è difficile abbracciarla con un unico sguardo, va vista di persona. Se vi sembra di averla già vista da qualche parte, è possibile che abbiate ragione. Questa piazza è diventata famosa perché qui è stata girata la serie televisiva Il giudice Mastrangelo: il Palazzo del Principe che si affaccia sulla piazza, restaurato di recente anche all’interno, nel telefilm era la sede della Procura. Guardando il Palazzo del Principe, alle estremità della piazza, come una meravigliosa scenografia, ci sono le facciate di due chiese barocche. Sulla sinistra c’è la seicentesca chiesa madre, dedicata alla Madonna Annunziata, mentre sulla destra quella dedicata all’Immacolata, edificata a fine Settecento.
A Sanarica vale la pena entrare nella chiesa di Santa Maria delle Grazie e ammirare i suoi sontuosi altari barocchi. In quello centrale c’è un affresco della Madonna che risale al 1200. Imponente l’ingresso al cinquecentesco Palazzo Ducale che si trova proprio di fronte alla chiesa madre della Madonna Assunta con cui crea una quinta scenografica davvero suggestiva.
CASTRO
L’obiettivo di questo primo giro in Salento era scoprire l’entroterra. Ma come si fa ad essere così vicini al mare e non farci almeno un salto? Situato lungo la costa orientale della penisola salentina, Castro è formato dal borgo di origine medievale, che si trova in alto, su un promontorio a circa 100 metri sul mare e Castro Marina, sorto intorno al porto. Questa seconda parte, ovviamente, è più apprezzabile d’estate.
Castro è legato ad una leggenda che sarà la prima cosa che chiunque vi racconterà quando arriverete qui. Si dice fosse proprio questo l’approdo di Enea di cui parla Virgilio nell’Eneide. Ciò sarebbe dimostrato dalla minuscola statuetta di Minerva nel castello. Virgilio infatti cita un tempio alla dea, anche se Porto Badisco rivendica l’approdo.
Tra storia e leggenda, il borgo in cima alla collinetta è suggestivo anche d’inverno, con la giornata di pioggia che abbiamo avuto la sfortuna di trovare. La piazzetta principale, lastricata e affacciata sul mare, regala una calda accoglienza ai visitatori: le casette dai colori pastello, le mura possenti del castello di età angioina, la passeggiata lungo la cinta muraria. Imboccata la via principale dopo pochi passi si giunge alla scenografica piazza Dante con la chiesa madre dell’Annunziata, originaria del XII secolo e successivamente modificata nel tempo. Questa chiesa infatti conserva parte della struttura romanica nella facciata, nel transetto e nel portale laterale, mentre sul fianco sinistro sono incorporati i resti di una chiesa bizantina del X secolo originariamente a croce greca. Sulla destra è addossata all’antico palazzo vescovile del XV secolo. Il centro storico del borgo è minuscolo, ricco di immacolate casette e di scorci pittoreschi.
Qui viene spontaneo dimenticare lo stress e il caos della città, un luogo in cui sembra facile ritemprare sia il corpo sia lo spirito.
DOVE DORMIRE
Durante questo educational tour siamo stati ospiti del B&B Il Borgo a Poggiardo, che secondo me rappresenta perfettamente la bellezza delle tradizioni dell’entroterra salentino. È stato ricavato in un palazzo del Settecento fino al dopoguerra era abitato da famiglie diverse, che si ritrovavano davanti al camino d’inverno o nella corte d’estate. Da qualche anno il palazzo è stato trasformato in b&b cercando di mantenere quanto più possibile dell’antica struttura. La cura e l’attenzione ai dettagli è commovente. Sono stati recuperati e restaurati numerosi oggetti antichi che regalano agli ambienti calore genuino. Il bianco colore dominante trasporta immediatamente gli ospiti nella Puglia immaginata.
La bellezza estetica non dimentica però la funzionalità. Ogni stanza è dotata di bagno privato, condizionatore e riscaldamento, e viene pulita ogni giorno. Il wifi funziona perfettamente nelle aree comuni. Il b&b si trova in un pittoresco vicolo pedonale, ma a pochi passi c’è una piazzetta dove è possibile parcheggiare l’auto.
La grande sala da pranzo ospita cene tipiche preparate da Rosanna con i prodotti del suo orto e il suo infinito amore per i piatti della cucina povera ma genuina del Salento.
Chicca finale: dalla terrazza sul tetto si gode un suggestivo panorama sui tetti del borgo e si respira la bellezza di quelle tradizioni che qui sono ancora sentite e tramandate. Non serve aggiungere che ve lo consiglio senza ombra di dubbio!