Amo l’Istria e mi piace tornarci, sia perché c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire sia perché lì si trova poi un popolo simile al nostro, per lingua e cultura, che abita città eredi della tradizione veneziana.
Sembra di essere a casa eppure è già un mondo altro, sembra tutto uguale ma c’è qualcosa di diverso: l’attaccamento alle proprie tradizioni e la voglia di farle conoscere, il desiderio di mantenere uno stile di vita lento anche di fronte a un mondo che richiede sempre più velocità, l’impegno per la qualità, in tutto quello che viene offerto. E così in Istria hai sempre voglia di tornare.
L’itinerario che vi propongo stavolta è nell’Istria slovena, dalla costa (breve, sono soltanto 46 chilometri, ma tantissime sono le cose da vedere), per poi svoltare nell’entroterra, alla scoperta di villaggi, tradizioni e sapori. Ho scoperto questi luoghi grazie a un press tour organizzato nell’ambito del progetto Feel&Taste, finanziato con l’Interreg Slovenia-Croazia 2014-2020 riviera4season2, il cui scopo è quello di promuovere un turismo intelligente e sostenibile che dalla costa spazi anche al verde entroterra per la conservazione della regione istriana integrando patrimonio naturale e culturale.
In questo modo, inoltre, c’è la possibilità di visitare luoghi separati dal confine tra Slovenia e Croazia, ma accomunati dall’appartenenza alla regione istriana. Uno spirito comune di tradizioni e accoglienza in due stati diversi, un’opportunità per i viaggiatori di vedere due stati diversi ma un unico mondo, a pochissimi chilometri di distanza, passando dalla riviera all’entroterra, con un ulteriore mescolanza di colori, profumi e sapori. Per questo motivo, la mappa che troverete qui di seguito mostra le località principali citate in questo articolo sull’Istria slovena, ma anche quelle di cui racconto nell’articolo sull’Istria croata .
COSA VEDERE NELL'ISTRIA SLOVENA
Portorose e Pirano
Soltanto tre chilometri separano Portorose e Pirano, ma l’atmosfera delle due città è completamente diversa. Da una località glamour piena di ristoranti, boutique, negozi e locali sul lungomare come Portorose si passa a una romantica cittadina medievale d’impronta veneziana come Pirano.
Il nome Portorose deriva probabilmente da un’antica chiesetta ormai scomparsa, Santa Maria delle Rose, che sorgeva ai piedi del monte Mogoron. Con il suo nome venivano indicati l’intera riva e il vicino abitato che sarebbe poi diventato l’attuale Portorose. Qui nel 1251 approdò l’imperatore Corrado IV per concedere l’autonomia comunale a Capodistria e Parenzo.
Il clima di Portorose è temperato grazie alle colline che la circondano e che la proteggono dai venti. Il verde della vegetazione tipica del Mediterraneo, oltre alla scarsa profondità della costa, ha permesso la creazione di una spiaggia sabbiosa lunga un chilometro, cosa rara da queste parti. Per questo motivo, Portorose è diventata una delle mete balneari più amate della Slovenia. Il turismo termale, inoltre, ha avuto inizio nell’Ottocento, ma già nel XII secolo i monaci benedettini del vicino monastero utilizzavano l’acqua per curare diverse malattie come la tubercolosi, le infiammazioni e i reumatismi.
Pirano accoglie i viaggiatori con il suo suggestivo lungomare. Se non avete intenzione di fermarvi qui, ma volete fare soltanto un’escursione in giornata, vi consiglio di venirci nel tardo pomeriggio: è la terza volta che visito Pirano ed è uno dei luoghi dove ho ammirato i tramonti più belli, soprattutto in autunno e in inverno, quando la luce è ancora più intensa. Al crepuscolo, inoltre, la città si accende con luci sapientemente disposte a valorizzare gli splendidi palazzi e il porto: è uno spettacolo che non potete perdere.
Prima però di farvi ammaliare dal lungomare, vale la pena fare un giro all’interno, esplorando le viuzze medievali che ricordano tanto le città veneziane e osservando con calma i palazzi sulla ovale piazza Tartini. Salendo scalinate e strade di pietra si può fare un salto al convento francescano, costruito prima del 1301, anno in cui i frati iniziarono la costruzione della chiesa nuova vicino alla chiesa di Santa Caterina (da vedere assolutamente il chiostro del convento, prima di raggiungere il duomo di San Giorgio, dove vi attende un’ulteriore sorpresa. Il campanile, alto 46 metri e situato nel punto più alto del centro storico (vi lascio immaginare la vista che si gode da qui…) è una copia di quello di San Marco a Venezia ma, essendo che quest’ultimo venne ricostruito in seguito al crollo dovuto al terremoto, la torre di Pirano è oggi più antica del suo modello. Per scoprire ancora più curiosità su Pirano ti consiglio di leggere anche l’articolo su cosa vedere a Pirano.
Se hai ancora un po’ di tempo puoi andare anche a esplorare CAPODISTRIA
Saline di Sicciole
Le saline di Sicciole, oggi parco naturale, vantano una tradizione di estrazione del sale con un metodo tradizionale che risale a più di 700 anni fa. Se questo sale è apprezzato in tutto il mondo per la sua alta qualità, il paesaggio incanta con le circa 200 specie di volatili e le oltre 100 case di salinai abbandonate.
Il parco si estende per 700 ettari e le saline erano già note ai tempi dei Romani e si sono formate grazie all’apporto dei fanghi argillosi del fiume Dragonja. La cultura del sale risale all’Alto Medioevo ma ebbe una svolta nel Trecento quando un gruppo di salinatori dell’isola di Pag in Croazia introdusse la propria tecnica della “petola”, uno speciale tipo di biosedimento posto nelle vasche dove per evaporazione si forma il sale, impedisce il passaggio del fango e dona l’aspetto candido.
Oggi si continua a produrre il sale a mano e con alcuni mezzi e tecniche che rispettano la tradizione soltanto nella zona di Lera. Qui si trovano anche il centro multimediale con la sala proiezioni, il centro espositivo Lera che racconta la storia e l’evoluzione delle saline, un negozio dove si può acquistare il sale e tantissimi prodotti che lo utilizzano. C’è anche uno spiazzo con belvedere sul tetto di un edificio nei pressi della piazza dei salinai per godere della suggestiva vista sulle saline. In questa zona infine c’è il nuovo centro Thalasso Spa Lepa Vida, aperto solo in estate, composto da diverse piscine dove vivere l’esperienza di talassoterapie tradizionali come gli impacchi di fango delle saline e il peeling salino.
Il parco inoltre è una zona popolata da diverse specie animali, in particolare uccelli come gabbiani, sterne, fraticelli e garzette, simbolo del Parco di Sicciole. Anche la flora è molto interessante: in particolare in autunno, a causa della carenza di azoto nel terreno salato, le piante alofite assumono una colorazione rossastra che ricopre buona parte della superficie delle saline.
Come arrivare al Parco naturale delle Saline di Sicciole
Ci sono due entrate distinte: quella di Lera, alla quale si giunge attraversando il promontorio di Sezza o seguendo un breve tratto lungo la strada principale che collega Santa Lucia al valico di confine con la Croazia, oppure quella di Fontaggine, che si trova vicino al confine di Sicciole. C’è poi un terzo modo per arrivare alle saline ed è sicuramente il più suggestivo: in barca da Portorose. Io ho avuto la fortuna di visitare le saline con questo mezzo, partendo al mattino, ed è certamente il modo più suggestivo per apprezzare questo incredibile paesaggio naturale.
L’itinerario nell’entroterra dell’Istria slovena
L’Istria non è soltanto mare!
Dopo aver lasciato la riviera di Portorose, Pirano e le saline di Sicciole, a pochi chilometri dalla costa, proprio a ridosso del confine con la Croazia, vale la pena andare alla scoperta dell’entroterra.
Il paesaggio, i colori, i sapori e i profumi cambiano e ci si immerge piacevolmente tra le colline punteggiate di piccoli villaggi di pietra, vigneti, uliveti e orti.
Il villaggio di Padna
Il villaggio di Padna è un piccolo scrigno di tradizioni. Con una passeggiata si arriva alla chiesa di San Biagio per poi proseguire fino al museo civico che ospita una galleria d’arte e al centro culturale ricavato nell’ex scuola italiana.
Padna è un pugno di case, ma c’è un attivo ufficio turistico dove si possono fare degustazioni e affittare bici elettriche. Qui i viaggiatori amano sostare per ritrovare il contatto con le persone, per vivere una vacanza in famiglia e staccare dalla frenesia della città.
Camminando lungo la via principale del paese è facile imbattersi in qualche produttore locale che vende i suoi prodotti proprio sulla soglia di casa: frutta, verdura, miele, vino, olio. C’è il rischio di tornare a casa con una buona scorta!
Fattoria Padnjec
A Padna c’è la fattoria Padnjec Oljčno olje dove la famiglia Pucer produce e vende olio di oliva, vino e prodotti tipici, da degustare sotto il sontuoso gelso sulla terrazza affacciata sulla splendida vista della valle del Dragonja. Formaggi, salumi, polenta, frutti di mare con bieta, olive sono soltanto alcuni dei prodotti a chilometri zero che si possono degustare qui.
C’è un’ampia sala interna, a ridosso dello shop dove acquistare i prodotti locali e il vino, oppure, nella bella stagione, un’ampia terrazza esterna da cui ammirare un panorama unico.
A Padna c’è anche possibilità di alloggio in famiglia, per chi vuole allungare questo momento di relax a contatto con una realtà ancora autentica e non limitarsi a un’escursione di poche ore.
Tonina Hiša
La Casa di Tona, a Sv. Peter, è una tradizionale casa di pietra istriana vecchia almeno di 200 anni e oggi museo etnologico all’aperto, con un torchio per l’olio e una cucina contadina.
Monumento etnologico che conserva le caratteristiche tipiche dell’architettura contadina istriana, la casa ospita al pianoterra un frantoio mentre al primo piano ci sono gli alloggi che raccontano il modo di vivere e la cultura rurale del XIX secolo e della prima metà del XX secolo.
La casa era di proprietà della famiglia Gorela e prende il nome da Antonija Gorela, chiamata Tona, scomparsa nel 1966, che fu l’ultima proprietaria della casa e visse qui fin dalla nascita. Era la più giovane di cinque sorelle e dopo la morte dei genitori visse qui insieme al marito e alla figlia e infine da sola. Si prendeva cura della fattoria e vendeva i prodotti nelle città vicine e a Trieste.
La casa è immersa nel verde, tra prati, gelsi e uliveti ed è un luogo perfetto per una pausa durante una passeggiata nell’entroterra sloveno.
DOVE MANGIARE
Kmetija Mahnič – Fattoria Mahnič – Dragonja
La Kmetija (fattoria) Mahnič da tre generazioni a Dragonja è un posto speciale dove godersi la romantica atmosfera istriana con cibo genuino e musica tipica, accompagnati dai vini Muscat, Refošk, Chardonnay e Pinot Grigio della loro cantina. Se siete fortunati come me troverete la proprietaria Ingrid che vi racconterà la storia della fattoria e dei prodotti che vengono coltivati e cucinati qui, mentre Marino allieterà la degustazione con la sua fisarmonica.
Questo è un ottimo posto per una cena tipica, all’insegna dell’informalità: Ingrid, ad esempio, raccomanda di mangiare il prosciutto istriano con le mani per apprezzare pienamente il suo sapore. Si può anche visitare la piccola ma fornita cantina della fattoria.
Qui ho assaggiato affettati, formaggi e una robusta grigliata di carne, oltre alla tipica zuppa bobici, fatta con mais e altri legumi. Nella fattoria si possono anche acquistare vino, olio, miele e marmellate, ovviamente tutti prodotti a chilometro zero. Io mi sono portata a casa una marmellata di cachi a dir poco deliziosa.
Ristorante Na Burji – Nova vas
A pranzo o a cena? Si va da Na Burij a Novi Vas, una tipica casa di campagna istriana circondata da un giardino fiorito, situata a 720 metri d’altezza e un luogo fantastico dove assaggiare la cucina tipica istriana.
Qui si mangiano prodotti di stagione come tartufi, funghi, ma anche pesce proveniente dalla vicina costa ottimi dolci come lo strudel di mele. Il tutto accompagnato dalle migliori etichette di vino istriane.
La sala del ristorante è piena di oggetti della tradizione e c’è un bellissimo camino come in tutte le case tipiche istriane. L’accoglienza dei titolari è semplicemente fantastica e non avrete più voglia di andarvene.
DOVE DORMIRE
Grand Hotel Portorož
A volte è bello coccolarsi un po’, non credete? Se le vostre intenzioni sono quelle di trascorrere qualche giorno di relax, esplorando l’Istria slovena dalla costa all’entroterra, un posto perfetto dove dormire potrebbe essere proprio il Grand Hotel Portorož, un esclusivo albergo 4 stelle superior che si trova a due passi dal mare ed è conosciuto, insieme agli altri hotel del gruppo Lifeclass, per la sua variegata offerta welness.
Ha stanze davvero spaziose, comode e ben arredate, ma la cosa che amerete di più, secondo me, è la bella terrazza che si affaccia proprio sul mare e che fa godere di panorami meravigliosi, in modo particolare al tramonto.
Se non trovi posto in questo hotel o preferisci sceglierne un altro, dai un’occhiata alla mappa di seguito inserendo le date del suo soggiorno per scoprire tutta l’offerta di alloggio a Portorose.
Pronti a partire?
L’attività è stata finanziata dall’Unione europea con i fondi del Fondo europeo di sviluppo regionale nell’ambito del programma di cooperazione transfrontaliera INTERREG Slovenia – Croazia 2014-2020.
Comments
1 commentoMorgana✈💖🌎
Ott 25, 2019Ci sono stata, posti incantevoli!
RitagliDiViaggio
Ott 25, 2019Non posso che darti ragione! Che posti hai visto in particolare?
Morgana✈💖🌎
Ott 25, 2019Abbiamo girato la Slovenia e devo dire che mi ha colpito il verde che la caratterizza. I laghi meravigliosi, come quello di Plitvice.. molto peculiare anche Lubiana, ho scritto anche un articolo sulla città 😊
RitagliDiViaggio
Ott 25, 2019La Slovenia è indubbiamente un Paese molto bello. L’Istria è un piccolo gioiellino secondo me e vale proprio la pena esplorarla con calma. I laghi di Plitvice sono in realtà in Croazia, ma appunto i due stati sono talmente vicini soprattutto nelle zone di confine, che se non ci fosse la dogana, a volte ci si potrebbe confondere. Trovi anche un mio post sul blog sia su Plitvice sia su Lubiana: abitando a Udine per me è così vicina che ci vado ogni volta che posso!