La magia di Hong Kong, un mondo a parte in simbiosi da Oriente e Occidente: 10 cose da fare

Hong Kong è un mondo a parte, città cinese ma di fatto per certi versi se non proprio colonia britannica sicuramente legata a quel mondo. Grattacieli svettanti e ultramoderni come quelli di New York si alternano a mercanti di amuleti e incensi ammassati nei vicoli, spazi verdi e strade intasate di traffico, tram a due piani e grandi spazi verdi.

Hong Kong è un luogo difficile da descrivere, diverso da qualunque altra città cinese o asiatica, è un pianeta a sé stante, ma così magnetico e affascinante che è molto difficile staccarsene.

Due o tre giorni sono sufficienti per vedere le cose principali e scoprire alcuni lati di Hong Kong, ma se avete la possibilità rimaneteci di più, perché Hong Kong è soprattutto una città da vivere e non soltanto da visitare alla ricerca delle attrazioni più famose.

Hong Kong comprende quattro zone principali, Hong Kong Island, Kowloon Peninsula, Nuovi Territori e le isole periferiche, ma in due o tre giorni a Hong Kong le cose principali da vedere e da fare si concentrano sull’Isola di Hong Kong e nel quartiere di Kowloon.

“UN PAESE, DUE SISTEMI”

Dal 1997 Hong Kong si trova sotto la bandiera cinese come Regione ad Amministrazione Speciale: secondo il concetto di “un paese, due sistemi”, coniato da Deng Xiaoping, a Hong Kong è stata riconosciuta, dopo la consegna dei britannici, un’autonomia quasi completa per 50 anni. Tutto è cambiato l’anno scorso con la rivolta collettiva dei giovani di Hong Kong, dei cui giorni iniziali mi sono trovata spettatrice durante il mio viaggio lo scorso agosto: ma vi racconterò questa esperienza in un post a parte.

Il dinamismo con cui Hong Kong si muove sprigiona un’energia che difficilmente si trova altrove. Rumorosi e frettolosi, oltre sette milioni di persone in uno spazio di appena 300 chilometri quadrati rendono Hong Kong una città sempre affollata e affaccendata, un mondo brulicante che non dorme mai e che a qualunque ora mangiano, camminano, discutono, comprano cose.

Il sistema economico è quello del lasciar fare, nella quasi totale assenza di interventi governativi. I cittadini hanno un grande senso del dovere ed etica del lavoro. La maggior parte di loro sono arrivati dalla vicina provincia di Guangdong, erano poveri e fuggivano da guerre, carestie e dal regime. Per questo il lavoro e la sicurezza economica erano la loro priorità. Una volta conquistata la ricchezza è diventato importante ostentarla.

Dall’arrivo degli Inglesi negli anni ’40 dell’Ottocento, Hong Kong divenne una calamita per gli immigrati cinesi alla ricerca di una vita migliore. Oltre il 90% dei sette milioni di abitanti di Hong Kong è costituito da cinesi, ma la città è comunque cosmopolita, grazie alla presenza di Filippini, che costituiscono il gruppo di stranieri più consistente, thailandesi, indonesiani, americani, australiani, canadesi, inglesi ed europei (detti gweilos che significa spettri), oltre a indiani e pakistani.

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LA SIMBIOSI TRA ORIENTE E OCCIDENTE

A causa della sua storia e dell’evoluzione del suo sviluppo, Hong Kong rappresenta la perfetta simbiosi tra Oriente e Occidente, il luogo dove due volti all’apparenza contrastanti si fondono in una mescolanza unica. Agli aeroporti ultramoderni, trasporti pubblici efficienti, uomini d’affari e grattacieli tipici delle metropoli occidentali si sommano cultura e tradizioni tipicamente cinesi. Quando Mao Zedong proibì feste e tradizioni, Hong Kong non venne toccata e divenne, per assurdo, “la più cinese delle città cinesi”.

La cultura occidentale non viene considerata una minaccia per la tradizione e, allo stesso tempo, la tradizione viene conservata con determinazione tra i macellai che lavorano la carne, anziane che discutono sui prezzi, bottegai di riso e di tè in strette strade in cui di tanto in tanto emergono piccoli e anonimi templi in cui i fedeli bruciano bastoncini d’incenso alle divinità taoiste per ottenere necessità pratiche e bisogni quotidiani. In molti templi si combina la visione buddista a quella taoista, oltre che ai principi del Confucianesimo.

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IL RETAGGIO COLONIALE

Alla simbiosi tra Oriente e Occidente si aggiunge il retaggio del passato coloniale che, oltre ad aver lasciato una comunità cristiana di circa un milione di persone, ha impresso nel Dna degli abitanti e della città stessa, una visione della vita e del progresso di un certo tipo.

All’arrivo degli Inglesi, l’isola di Hong Kong contava una popolazione di 3650 persone, suddivise in una ventina di villaggi, mentre altre 2000 vivevano nelle barche del porto. Quando Hong Kong entrò a far parte dei domini della regina Vittoria nel 1841, il ministro degli Esteri, Lord Palmerson, fu così contrariato da cacciare il capitano Charles Elliot, rappresentante della corona britannica in Cina e responsabile dell’acquisizione di Hong Kong.

KOWLOON PENINSULA

Se l’immagine tipica di Hong Kong è quella dei grattacieli di Hong Kong Island, vi assicuro che Kowloon non vi deluderà. Anche questa piatta penisola si è ingrandita in seguito all’occupazione di terreno. Questo oggi è uno dei luoghi più densamente popolati al mondo.

Qui si trova Tsim Sha Tsui, il più famoso distretto turistico e commerciale di Hong Kong e la famosa Promenade da cui si può ammirare un panorama straordinario sui grattacieli e le costruzioni dell’Island e su cui si affacciano un numero sempre più elevato e grandioso di edifici dedicati alla cultura, all’arte e agli spettacoli.

Verso l’interno della penisola, raggiungibile velocemente con la metro o più lentamente con una lunga passeggiata, si arriva nei distretti più tradizionali di Yau Ma Tei e Mong Kok, famosi per i loro mercati tradizionali e la vita di strada.

1. Fare una passeggiata lungo Nathan Road

Voluta da Matthew Nathan, governatore dal 1904 al 1907, quando decise che la penisola di Kowloon aveva bisogno di un boulevard fiancheggiato da alberi di banano, Nathan Road è oggi la strada più famosa di Hong Kong, piena di negozi di ogni genere e di hotel frequentati dai turisti. La strada inizia dal lungomare e penetra dritta all’interno della penisola.

Dal mare al centro vale la pena dare un’occhiata alla splendida costruzione del Peninsula Hotel, aperto nel 1928 e diventato uno dei migliori di tutta l’Asia dove ancora oggi si svolge la cerimonia tradizionale britannica dell’high tea con accompagnamento di quartetto d’archi.

Dopo pochi metri, lo scenario cambia completamente all’interno della Chung King Mansion, che si affaccia sulla strada e nei suoi fatiscenti interni ospita circa 80 ostelli e guest house, cambiavalute e negozietti e ristoranti etnici di vario tipo.

Proseguendo, dalla parte opposta della strada si trovano la più grande moschea di Hong Kong, costruita nel 1984 con annesso centro islamico e il Parco Kowloon, a cui si accede da una larga scalinata in salita che conduce in un’oasi di verde e pace.

Nathan Road è un approccio perfetto al dinamismo di Hong Kong, oltre che un luogo molto funzionale e comodo dove alloggiare.

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2. Vedere lo spettacolo di luci lungo il Waterfront Promenade

Uno dei luoghi più spettacolari di Hong Kong e uno dei primi che ho voluto vedere è la sua spettacolare Promenade, il lungomare che, dalla punta della penisola di Kowloon si affaccia verso Hong Kong Island e la sua incredibile serie di grattacieli, palazzi con grande vetrate, costruzioni avveniristiche. La Promenade è una bella e lunga passeggiata che merita fare sia di giorno sia di sera.

Partendo da ovest, dove si trova la torre dell’orologio, una torre quadrata di 44 metri, con un orologio su ogni lato, costruita nel 1915 e sovrastata da una cupola a colonne, si può procedere verso est, superando l’Ocean Terminal e, proseguendo lungo l’incantevole passeggiata pedonale, frequentata a ogni ora da molte persone, arrivare nei pressi del Cultural Center dove si trovano sale concerti, teatri e dove stanno per essere terminati e aperti al pubblico un grandioso Museo dell’Arte e il Museo dello Spazio che farà la felicità dei più piccoli.

Tutta questa zona è stata interessata da una grandiosa opera di riqualificazione, in alcune parti ancora da terminare, che vede coinvolti archistar di livello internazionale e che diventerà il Victoria Dockside con la rinnovata Avenue of Stars, con le impronte delle star del cinema.

Di sera c’è un ulteriore motivo per tornare qui. Alle 20 precise, ogni sera, inizia lo spettacoli di luci Symphony of Lights. Lo spettacolo di per sé non è nulla di eccezionale, mentre è grandioso il panorama verso Hong Kong Islands illuminata con le insegne multicolori.

Se volete immortalare questo luogo con qualche scatto unico, non potete fare a meno di trascorrere un po’ di tempo in varie ore della giornata sul lungomare di Kowloon.

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3. Sbirciare nei mercati di Temple Street e Mong Kok

Modernità e tradizione a Hong Kong si mescolano e se volete trovare quest’ultima non c’è niente di meglio che fare un giro nei mercati all”aperto più tipici e famosi di Kowloon.
La prima tappa è senza ombra di dubbio il mercato notturno di Temple Street, dove troverete un campionario incredibile di ogni tipo di oggetto voi desideriate. Il mercato è sempre affollatissimo e dovrete letteralmente farvi largo tra la folla per sbirciare nelle bancarelle, ma anche questo fa parte dell’esperienza. Durante il giorno Temple Street è simile alle altre strade di questa zona alle spalle di Nathan Road e vi si affacciano negozi e ristoranti. vero il tardo pomeriggio però viene chiusa al traffico e inizia la sua trasformazione.

Se volete immergervi in mercati ancora più tipici dovete poi iniziare il vostro giro da un quartiere ancora più a nord, quello di Mong Kok, raggiungibile comodamente in metro. Qui, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, ci sono alcuni dei mercati più curiosi e originali della città, come quello dei fiori (nei pressi di Prince Road West), dei pesci rossi (Tung Choi Street) e degli uccelli (Yuen Po Street). La sera chiudono presto, quindi organizzate la vostra visita in modo da vederli al meglio.

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4. Assaggiare un piatto di dim sum

In realtà i piatti di dim sum sono numerosi, visto che con questo termine s’intende una serie di pietanze cotte la vapore in cestini di bambù e poi impilate. Di solito includono involtini di farina di riso al vapore ripieni di carne o pesce, ravioli di gamberi e riso e altre pietanze simili.

Si tratta di una sorta di meze, bocconcini serviti in piccole porzioni in modo da dare la possibilità di assaggiare piatti diversi che di solito vengono condivisi tra i commensali.

I dim sum si trovano in quasi tutti i ristoranti, ma la cosa migliore è scegliere un locale specializzato in questo tipo di pietanza, dove solitamente i menù prevedono dalle 30 alle 40 varietà.

I locali sono aperti a tutte le ore perché i dim sum vengono gustati sia a pranzo sia a cena, oltre che a colazione.

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5. Attraversare la baia sullo Star Ferry

Uno dei piaceri più belli ed economici di Hong Kong è quello di attraversare il Victoria Harbour a bordo dello storico Star Ferry, la compagnia di traghetti che da oltre un secolo assicura regolare servizio nella baia e fa la spola nel porto 450 volte al giorno, trasportando pendolari e turisti in pochi minuti dall’una all’altra riva.

Rispetto alla moderna Hong Kong, qui sembra di fare un salto indietro del tempo, ma sarà soltanto la prima delle tante volte in cui proverete questa sensazione in una città di bizzarri contrasti.

Il biglietto costa 2,20 dollari di Hong Kong e il tragitto dello Star Ferry va dal molo di Kowloon a quello di Central sull’Island o viceversa. Difficile attendere più di 7-8 minuti il traghetto che fa la spola continuamente. Meglio scegliere il ponte superiore per godere di un panorama migliore.

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HONG KONG ISLAND

Grande soltanto 78 chilometri quadrati, abitata da un milione trecentomila persone, l’isola di Hong Kong è uno dei luoghi più folli al mondo.

La maggior parte delle persone e delle attività si concentrano nella parte nord dell’isola, talmente stretta e piatta che, per aumentarne lo spazio, sono stati sottratti al mare 180 metri, spingendosi all’interno della baia per fare posto ad ulteriori edifici e grattacieli soprattutto nella zona di Central, dove oggi si sviluppa il cuore del quartiere finanziario.

Dalla punta occidentale di Kennedy Town fino a Causeway Bay si sviluppa la zona dei grattacieli e dei centri commerciali, per poi scalare la collina verso il Victoria Peack.

6. Guardare Hong Kong dal Victoria Peack

Il modo tradizionale e più affascinante per raggiungere il Victoria Peack, il punto più alto di Hong Kong Island, è lo storico Peack Tram, una ferrovia a cremagliera tirata da funi d’acciaio che dal 1888 si arrampica per 396 metri ed è la più antica forma di trasporto pubblico nel territorio. In questo momento però lo storico tram è in ristrutturazione e quindi si può raggiungere il Victoria Peack in taxi oppure con un bus sostitutivo (il numero dello shuttle è il 15C).

Si tratta di uno dei luoghi più affascinanti di Hong Kong e forse varrebbe la pena iniziare il viaggio da qui per poter osservare dall’alto lo sviluppo della baia, il Victoria Harbour, e comprendere un po’ meglio la forma di questa bizzarra città.

Dal belvedere del Victoria Peack, a cui piedi vi fermerà il bus, avrete la possibilità di guardare la città che si sviluppa sotto di voi, come le residenze e i grattacieli dell’isola di Hong Kong, la bellissima baia e il quartiere di Kowlooon sull’altra sponda. Qui il clima è più fresco rispetto alle altre zone di Hong Kong. Salite sulla Sky Terrace, una terrazza con vista a 360 gradi da cui si gode di un panorama eccezionale.

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7. Visitare Central, il cuore finanziario di Hong Kong

Central può essere spiazzante e labirintica con i suoi enormi grattacieli, le strade sopraelevate, i centri commerciali enormi, le piazze con le sculture contemporanee, i giardinetti che sbucano all’improvviso tra un palazzo e l’altro.

Per provare a fare una passeggiata nei punti più importanti di Central, il quartiere finanziario di Hong Kong, si può partire da Exchange Square, la piazza che si raggiunge facilmente sia con la metro sia dal molo dal Victoria Harbur e che è formata da tre centri direzionali semicircolari con esterni in granito oro-bronzo e vetro, sede della Borsa di Hong Kong.

Poco distante c’è il Forum, con all’esterno sculture che raffigurano esercizi di tai chi e vasche di acqua che scendono come una cascata. Alle spalle della piazza verso il molo c’è l’International Finance Center, formato da due grattacieli che ospitano un hotel e un centro commerciale. Da qui si può prendere un vialetto che attraversa Connaught Road Central fino a Pottinger Street e scendere al livello stradale di Central.

Per mantenere l’orientamento ricordate che questa zona è percorsa in senso longitudinale da tre grandi viali paralleli: dal molo verso l’interno Connaught Road Central, Des Voeux Road Central e Queen’s Road Central.
Proseguendo verso sud lungo Pottinger Street e Des Voeux Road Central si arriva a due stradine molto interessanti, Li Yuen Street East e Li Yuen Street Ovest, che terminano su Queens’ Road Central. Lungo questi vicoli in salita si trovano un mercatino di bancarelle fitte fitte con tutti gli oggetti più svariati che possiate immaginare e, in generale, l’atmosfera completamente diversa di queste strade all’interno del quartiere finanziario, genera uno dei tipici contrasti di Hong Kong.

A pochi passi verso c’è il Landmark, un centro commerciale costruito nel 1980 per ospitare cinque piani di boutique di stilisti. A est di Li Yuen Street, dopo un isolato si può risalire D’Aguilar Street per giungere a Lan Kwai Fong e alle stradine nei suoi dintorni, pochissimi metri in cui si concentrano decine di ristoranti, bistrò e locali alla moda aperti soltanto la sera.

Rimanendo nella zona est di Central si scende verso Statue Square, il cui nome deriva dalle statue presenti qui durante il periodo coloniale britannico e rimosse dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Oggi rimane soltanto quella di Sir Thomas Jackson, l’ex direttore generale della Hongkong and Shangai Bank che si trova proprio di fronte. La riconoscerete facilmente grazie ai due enormi leoni di bronzo che si trovano all’esterno e su cui si possono ancora notare i fori di pallottole causati dai combattimenti della seconda guerra mondiale.

Poco più a est su trova il Chater Garden, uno spazio aperto simile a Statue Square, con vialetti, laghetti e aiuole, un luogo perfetto dove concedersi una pausa. Di fronte si taglia la mole della Bank of China Tower, mentre verso il molo c’è l’edificio del City Hall che oggi ospita un teatro.

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8. Scoprire lo storico quartiere di Sheung Wan

Dal Central Market si può prendere il Central-Mid Levels Escalator, una scala mobile lunga 800 metri completata nel 1993 che comincia in Queen’s Road Central e arriva in Conduit Road ed è un mezzo comodo per affrontare le ripide salite di Sheung Wan, la Chinatown di Hong Kong, a ovest di Central e arrivare all’area residenziale dei Mid-Levels.

L’alternativa sono le scale, utili invece soprattutto per scendere, in modo da dare un’occhiata anche alle vie laterali poste sui diversi livelli.
Dopo aver fatto un giro lungo le scale mobili, l’itinerario può proseguire lungo Hollywood Road, una delle arterie principali del Western District. La prima tappa è la Stazione Centrale di Polizia, un edificio a cinque piani costruito nel 1919 in stile neoclassico con le tipiche colonne nell’atrio, comuni in molti edifici di quell’epoca. La stazione di polizia venne smantellata nel 2004 e l’edificio ristrutturato oggi ospita il Centro per la Cultura e le Arti. C’è un museo che racconta la storia dell’edificio, una caffetteria e un ristorante. A pochi passi, in un edificio dell’ex polizia, c’è il PMQ, un centro dedicato alla valorizzazione del design emergente.

La passeggiata continua poi lungo Hollywood Road fino al Tempio Man Mo (ve ne parlo in un punto successivo) per poi svoltare in Ladder Street e girare a destra in Bridges Street per vedere l’Y.M.C.A. cinese, una grande costruzione in mattoni rossi in stile europeo.

Proseguendo lungo Tai Ping Shan Street ci si trova di fronte al piccolo Tempio Tai Ping Shan, costruito a metà Ottocento.

Girando verso Po Yan Street di nuovo verso Hollywood Road si giunge al sito di Possession Point, dove un cartello segnala il punto in cui venne piantata la bandiera britannica il 26 gennaio 1841. Possession Street è una via divertente piena di botteghe e di venditori.

Sempre dritti, superando qualche incrocio trafficato, si giunge infine al Western Market, edificio edoardiano molto suggestivo che ospita al suo interne bancarelle di souvenir e tessuti.

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9. Fare un giro sul Ding-Ding, il tram a due piani

Una corsa in tram è sempre un modo simpatico per farsi un’idea delle città che ancora ospitano questo simpatico mezzo di trasporto. Ma a Hong Kong lo è ancora di più, perché i tram sono tutti a due piani, sono in funzione dal 1904 e sono ancora molto usati dagli abitanti, vengono comunemente chiamati Ding-Ding e percorrono i 14,5 chilometri che separano Kennedy Town, nel Western District al villaggio di pescatori di Shau Kei Wan sulla parte orientale dell’isola. Se avete tempo, sarebbe ovviamente bello percorrerli tutti, ma alla peggio fate almeno un giro nella parte centrale del percorso, come ho fatto io, per godervi la vista della città da una posizione privilegiata. Il trucco è salire al secondo piano e cercare i sedili davanti per avere una vista migliore. Di solito gli abitanti sono molto gentili e, se vedono un turista, gli cedono quei posti.

Il tram corre vicino al porto lungo Connaught Road fino al Western Market per poi svoltare in Des Voeux Road e proseguire fino a Central. Ovviamente fa anche il percorso inverso. Qualunque giro scegliate, visitare questa parte dell’isola in tram sarà una bella esperienza e vi permetterà anche di riposarvi quando sarete stanchi di visitare la città a piedi.

Usare il tram è semplicissimo: si sale dalla parte posteriore e si scende da quella anteriore, lasciando il costo del biglietto al momento dell’uscita in una cassetta a fianco dell’autista: il biglietto costa 2,60 dollari di Hong Kong.

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10. Visitare il Man Mo Temple

Probabilmente è il tempio più famoso di Hong Kong, sicuramente il più antico (si pensa che esistesse già all’arrivo degli Inglesi nel 1841), ha modeste dimensioni ma un’incredibile atmosfera ed è spesso affollato sia di turisti sia di fedeli.

Il tempio Man Mo è dedicato a due divinità: Man, dio dei funzionari e della letteratura e Mo, dio della guerra e delle arti marziali. Le statue delle due divinità si trovano all’interno del tempio, sull’altare principale. La statua di Man è alla destra dell’altare e si riconosce per le vesti rosse ricamate e per la penna che tiene in mano. La statua di Mo è sulla sinistra, con la faccia rossa e le vesti verdi che brandisce una spada.

Ma più che le statue l’attenzione viene attirata dalle enormi spirali coniche che pendono dal soffitto: sono fatte di incenso che brucia e che, insieme agli svariati bastoncini infilati nei vasi d’ottone dai fedeli, regalano all’interno del tempio un’atmosfera speciale.

Tra le altre cose interessanti all’interno del tempio ci sono due grandi cervi in ottone, simbolo di longevità e due portantine usate per trasportare le divinità durante le feste.

Il tempio si trova all’interno del quartiere Sheung Wan, lungo Hollywood Road, una delle strade più note della zona.

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Queste sono le cose che ho visto e che ho fatto io durante il mio viaggio a Hong Kong, che è stata la tappa di un più lungo viaggio che ha compreso anche il Vietnam. In più a Hong Kong mi sono tenuta un’altra giornata per visitare Macao, di cui però vi parlerò in un post a parte.

A Hong Kong però ci sono moltissime altre cose da fare e luoghi da scoprire, avendo più tempo a disposizione e vi assicuro che questa città è talmente affascinante che io ci tornerei subito per vedere altre zone e apprezzare ancora con più calma quelle che ho visto.

E voi, siete già stati a Hong Kong o vi piacerebbe andarci?

Oppure è una città che non vi ha mai attirato?

Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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