Al via il Trieste Film Festival in presenza e online con un focus sulla Georgia

Da 33 anni, ogni nuovo anno inizia con un appuntamento imperdibile per gli appassionati di cinema e di Europa centro-orientale: il Trieste Film Festival, il primo e più importante appuntamento con il cinema dell’Europa centro orientale, un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”.

Diretto da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo, il Trieste Film Festival è una fucina di creatività e di proposte, il cui programma si arricchisce ogni anno di nuovi tasselli dedicati all’esplorazione del cinema, ma anche della città di Trieste, della cultura, dell’arte, dell’architettura, dell’enogastronomia di quella parte di Europa così vicina ma ancora per molti versi e molte persone sconosciuta ma ricca di fascino.

Il nucleo principale del programma è come sempre costituito dai tre concorsi – lungometraggi, cortometraggi e documentari – a cui si sommano una serie di pellicole fuori concorso e tanti eventi collaterali. Quest’anno più di altre volte, la presenza femminile è preponderante all’interno del programma: storie di donne sono le protagoniste di numerose pellicole e tantissime sono le registe dei film in concorso.

Dopo che l’anno scorso il premio del concorso lungometraggi era andato a una regista georgiana, quest’anno è proprio la Georgia ad avere un ruolo importante all’interno di diverse sezioni del festival. Oltre alla sezione Wild Roses dedicata alle registe di questo Paese, in programma l’interessante mostra fotografica Soviet Georgia e tanti altri appuntamenti dedicati a vario titolo a questo meraviglioso Paese del Caucaso ancora tutto da scoprire.

37 i Paesi della 33esima edizione

Sono 37 i Paesi presenti a vario titolo nella 33esima edizione del Trieste Film Festival: Albania, Austria, Azerbaijan, Belgio, Bosnia Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Italia, Kosovo, Lettonia, Lituania, Macedonia del nord, Messico, Montenegro, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Stati Uniti d’America, Svizzera, Turchia, Ucraina e Ungheria.

soviet georgia
Soviet Georgia

IN PRESENZA E ONLINE: ATTENZIONE ALLE DATE

Da venerdì 21 a domenica 30 gennaio, il festival quest’anno è in forma duplice: forte del grande successo dell’anno scorso quando, causa pandemia, l’edizione fu completamente online sulla piattaforma MyMovies, nel 2022, in modo secondo me molto intelligente, il Trieste Film Festival torna in presenza, permettendo così di respirare la meravigliosa atmosfera del festival che in tanti amano, ma non si priva del nuovo pubblico acquisito l’anno scorso e che per i più svariati motivi non può essere fisicamente a Trieste.

Su MyMovies tutti i film del festival saranno visibili dal 26 al 30 gennaio, mentre l’edizione in presenza inizierà il 21 e terminerà il 27 gennaio nelle tre sedi del Politeama Rossetti, Cinema Ambasciatori e Teatro Miela a Trieste.

Anche io penso che quest’anno fruirò il festival in forma ibrida: alcuni film in presenza e altri online, in modo da evitare le sovrapposizioni delle proiezioni in presenza e poter vedere un numero più elevato di film.

Nel post vi racconto un bel po’ di programma. Impossibile riassumerlo tutto, trovate tutti gli appuntamenti sul sito web del Trieste Film Festival.

LA SERATA DI APERTURA

Ad aprire il festival venerdì 21 gennaio sarà Quel giorno tu sarai (Evolution), il nuovo lungometraggio diretto da Kornél Mundruczó e scritto da Kata Wéber dopo lo straordinario successo di Pieces of a Woman (premiato a Venezia e candidato all’Oscar). Applaudito fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes, e in uscita nelle sale italiane il 27 gennaio distribuito da Teodora Film, Quel giorno tu sarai racconta una vicenda di straordinaria intensità, sempre con Martin Scorsese nella veste di produttore esecutivo.

Protagonista del film, una famiglia che attraverso tre generazioni si confronta con l’eredità della Shoah, dalla nascita miracolosa di Éva in un campo di concentramento fino alla vita quotidiana del nipote Jonas e di sua madre nella Berlino di oggi. Ispirandosi a eventi realmente accaduti, Mundruczó e Wéber realizzano una riflessione potente sulla memoria e l’identità, anche grazie a un cast formidabile e a una messinscena che lascia a bocca aperta per i suoi incredibili piani sequenza.

Alla proiezione di Quel giorno tu sarai sarà inoltre legato uno dei due tradizionali premi assegnati dal Trieste Film Festival, l’Eastern Star Award, nato per segnalare le personalità del mondo del cinema che con la loro carriera hanno gettato un ponte tra l’Est e l’Ovest (nell’albo d’oro Irène Jacob, Monica Bellucci, Milcho Manchevski, Rade Šerbedžija, Kasia Smutniak, Miki Manojlović), e assegnato quest’anno proprio a Mundruczó, protagonista negli ultimi anni di un autentico exploit internazionale, che dall’Ungheria l’ha portato alla ribalta dei principali premi mondiali, Oscar compreso, e alla sceneggiatrice Kata Wéber.

Il Cinema Warrior Award, istituito per premiare l’ostinazione, il sacrificio e la follia di chi “combatte” per il cinema, va invece a Luciana Castellina, instancabile protagonista della vita politica e culturale del nostro Paese, con un’attenzione sempre viva per il cinema e l’Europa.

Nel corso della cerimonia di apertura della kermesse, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, consegnerà i premi ai migliori film del 2021. Due i riconoscimenti, al miglior film italiano e al miglior film internazionale: tra gli italiani, a imporsi come più votato nel referendum promosso dal Sindacato tra tutti i propri soci è stato Ariaferma di Leonardo Di Costanzo. Mentre Drive my car del giapponese Ryûsuke Hamaguchi è risultato il miglior film in assoluto fra tutti quelli distribuiti in sala nel nostro Paese nel corso del 2021.

Evolution
Un giorno tu sarai (Evolution)
ariaferma
Ariaferma

IL CONCORSO LUNGOMETRAGGI

Come ogni anno, io seguirò tutti i film del concorso lungometraggi che poi vi racconterò nel post finale sul blog. I film in concorso quest’anno sono 11. In giuria ci sono le critiche cinematografiche Dubravka Lakić ed Emanuela Martini, e il programmatore e selezionatore Edvinas Pukšta.

Ecco qui di seguito i titoli, i registi, i Paesi coinvolti e una brevissima descrizione con le parole dei registi. L’ordine segue la data e l’ora in cui saranno proiettati al Teatro Rossetti di Trieste.

Sestri (Sisterhood – Sorelle) – di Dina DumaMACEDONIA DEL NORD

Sabato 22 gennaio ore 14

Nel suo primo lungometraggio, la regista, classe 1991, racconta la storia di Maya e Jana, due adolescenti amiche inseparabili, la cui amicizia viene compromessa quando rimangono coinvolte nella morte accidentale di una loro compagna di classe.

“Indagando il mondo degli adolescenti – spiega la regista -, mi sono accorta che la rappresentazione che offrono di sé sui social media è molto più importante di chi sono realmente. Mi sono trovata quindi ancora più motivata nel voler realizzare questo film e aprire una discussione, rivolgendo l’attenzione a questa generazione in difficoltà”.

Il film è stato presentato in anteprima al Karlovy Vary Film Festival 2021, nella sezione competitiva “East of the West” dove ha vinto il Premio speciale della giuria.

SISTERHOOD

Kelti (Celts) di Milica TomovićSERBIA

Sabato 22 gennaio ore 16

Il primo lungometraggio della regista serba, autrice di cortometraggi, ci riporta al 1993 per raccontarci la storia di Marijana che, mentre organizza un pigiama party per la figlia di otto anni, si ritrova a desiderare qualcosa di più di un marito che non l’apprezza e di un gruppo di ospiti ubriachi e si ritrova a vagare per le strade di Belgrado alla ricerca di nuovi stimoli. Metafora della disgregazione della Jugoslavia, Kelti è stato premiato per la Migliore regia al Sarajevo film festival.

“È un film sulla dissoluzione di un paese e la perdita della propria identità – spiega la regista -, attraverso il ritratto di tre diverse generazioni di una famiglia (…) Gli anni Novanta sono la cornice di una storia familiare intima, ma anche una metafora del nostro tempo presente e delle sue inevitabili ripetizioni”.

Murina di Antoneta Alamat KusijanovićCROAZIA

Sabato 22 gennaio ore 18

La regista e sceneggiatrice croata, nata a Dubrovnik e che ora vive a New York, in questo film racconta la tensione che esplode nella vita di un’adolescente e della sua famiglia su un’isola croata all’arrivo di un ospite.

“Lo sciovinismo – spiega la regista – è così radicato nella nostra società che spesso lo scambiamo per un tratto culturale. Il padre vi ricorre per convenienza, la madre lo sostiene per l’educazione ricevuta. Per Julija, lo sciovinismo è una forza antagonista così presente come risposta a ogni sua azione tanto da confonderne i limiti con il proprio potenziale”.

Murina è stato selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2021, dove il film ha vinto la Caméra d’Or come Miglior film d’esordio. Martin Scorsese è fra i produttori esecutivi del film.

Murina

Strahinja Banović (As Far as I Can Walk) di Stefan Arsenijević – SERBIA

Sabato 22 gennaio ore 20

Una storia di immigrazione e di amore. Strahinja e sua moglie Ababuo lasciano il Ghana all’inizio della crisi dei migranti. Raggiungono la Germania ma vengono espulsi e riportati a Belgrado, dove Strahinja cerca di ottenere asilo. In un nuovo gruppo di migranti siriani, c’è Ali, un carismatico attivista politico. Ababuo, che aspira a fare la cantante a Londra, lascia la Serbia con lui il girono dopo, senza dare spiegazioni. Strahinja intraprende la rotta dei Balcani per ragioni diverse dagli altri: per amore.

“Grazie agli attori e a una troupe meravigliosa – racconta il regista -, volevamo connettere due mondi distanti: quello tradizionale serbo e quello moderno degli immigrati, sperando di riuscire a comprenderli entrambi in modo nuovo e più profondo. Abbiamo avuto un aiuto prezioso dai migranti nei campi profughi della Serbia: ci hanno raccontato le loro esperienze e alcuni li abbiamo scritturati come comparse e in piccoli ruoli”.

Ispirato a una storia vera, Strahinja Banović ha vinto il premio come Miglior film al festival di Karlovy Vary 2021.

AS FAR_as i can walk

Në kërkim të Venerës (Alla ricerca di Venera / Looking for Venera) di Norika SefaKOSOVO

Sabato 22 gennaio ore 22

Nel suo lungometraggio dii debutto, la regista kosovara, che vive a Praga, attinge alla sua infanzia per raccontare la storia di Venera, un’adolescente tranquilla e timida che, insieme alla sua amica Dorina, più ribelle e libera di lei, sperimenta come liberarsi dalla totale mancanza di privacy in cui vivono le ragazze nella società kosovara e nelle famiglie.

“Oltre a questo stato di incertezza – spiega la regista -, avendo vissuto in una famiglia composta da tre generazioni, mi incuriosiva il modo in cui funziona la privacy, o la sua totale assenza, in questa coabitazione

In concorso all’ultimo festival di Rotterdam, dove ha vinto il Premio speciale della giuria, il film è stato poi selezionato ai festival di Sarajevo e IndieLisboa.

LOOKING FOR_venera

Luaneshat e kodrës (La collina dove ruggiscono le leonesse / The Hill Where Lionesses Roar) di Luàna Bajrami – KOSOVO

Domenica 23 gennaio ore 18.15

Opera prima della regista kosovara che racconta una storia tutta al femminile sulla ricerca dell’indipendenza di tre ragazze che vivono in un villaggio sperduto del Kosovo.

“Tutto il film è costruito intorno a questo desiderio febbrile di emancipazione – spiega la regista-: la rabbia di rompere i legami che trattengono queste tre giovani donne. Questo tema per me è universale, volevo quindi evitare di legare il film a una temporalità specifica. Ho scelto, invece, di ambientarlo in Kosovo”.

Presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes 2021. Premio per la Miglior interpretazione femminile a Flaka Latifi, Uratë Shabani, Era Balaj al festival di Sarajevo.

THE HILL WHERE LIONESSES ROAR

Women Do Cry (Le donne piangono) di Mina Mileva e Vesela KazakovaBULGARIA

Domenica 23 gennaio ore 20

Le due registe di Sofia hanno creato nel 2008 Activist38, la loro casa di produzione e in questo loro secondo lungometraggio raccontano la storia di alcune donne per spiegare la fragilità e l’assurdità di una famiglia bulgara contemporanea sullo sfondo di violente proteste contro la parità di genere.

“Il personaggio centrale del film, interpretato da Maria Bakalova, collega tutti gli altri in questo film corale – spiegano le registe – Quando abbiamo scelto Maria tra 100 giovani attrici di Sofia, non sapevamo che presto avrebbe avuto il ruolo principale in una grande produzione hollywoodiana (Borat 2) che le avrebbe poi fatto vincere un Golden Globe e una nomination agli Oscar”.

Tratto da una storia vera, il film è stato presentato al Festival di Cannes 2021, nella sezione “Un Certain Regard”.

WOMEN DO CRY

Mrak (Oscurità / Darkling) di Dušan Milić – SERBIA

Domenica 23 gennaio ore 22

Il regista serbo ambienta il suo film in Kosovo, dove una famiglia, al termine della guerra, vive sotto la protezione delle unità militari KFOR, attive però soltanto di giorno. E infatti è di notte che crescono le paure dei membri della famiglia (la dodicenne Milica che vive con la madre e il nonno). La loro casa ai margini della foresta è davvero assediata o i loro timori derivano dai traumi creati dal conflitto?

Gli eventi che ci capitano nella vita sono reali, o sono un sogno? – spiega il regista – Sono convinto che questa sia una delle questioni cruciali nella ricerca del senso dell’esistenza, quella linea sottile tra gioco mentale e realtà”.

mrak

Bebia, à mon seul désir (Bebia, al mio unico desiderio) di Juja Dobrachkous – GEORGIA

Luendì 24 gennaio ore 14

Regista, scrittrice e pittrice di origine georgiana che vive a Londra e che con questo suo lungometraggio di debutto si confronta con i suoi ricordi di infanzia che inserisce nel racconto della tradizione funeraria della Mingrelia, una provincia storica nei territori occidentali della Georgia, tramite la storia della diciasettenne Ariadna che torna nel paese natale per il funerale della nonna.

“La Georgia, per me – spiega la regista – è un luogo di lacrime, in cui tragedia e commedia sono inscindibilmente legate. Questi sentimenti sono amplificati da un ambiente dall’architettura un tempo fiera, dove gloriosi edifici del XIX secolo sono caduti in rovina”. Presentato in anteprima al festival di Rotterdam, Bebia, à mon seul désir è stato poi selezionato in molti festival internazionali fra cui goEast, Sarajevo e Salonicco.

Întregalde di Radu Muntean – ROMANIA

Lunedì 24 gennaio ore 18.15

Uno degli esponenti di rilievo della ‘nouvelle vague’ rumena ci fa riflettere sui limiti dell’empatia raccontando la storia di Maria, Dan e Ilinca che su un suv si inerpicano in strade di montagna di villaggi remoti per distribuire pacchi dono agli abitanti. Fanno parte di una missione umanitaria, ma il loro viaggio viene interrotto da una disavventura che li catapulta in una sorta di dimensione alternativa.

“La sceneggiatura – spiega il regista – riprende lo schema drammaturgico di una fiaba, con l’illusione di un viaggio iniziatico e l’apparizione quasi mitica del vecchio che mette alla prova gli eroi, come San Pietro nei racconti popolari”. Dopo l’anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, Întregalde è stato selezionato in molti festival internazionali fra cui Toronto, New York e Busan.

INTREGALDE

Orkester (Orchestra) di Matevž LuzarSLOVENIA

Lunedì 24 gennaio ore 20

Cinque storie diverse dei membri di una banda di ottoni slovena in tournée mostrano come nascondere le proprie azioni e intenzioni sia il modo migliore per renderle imbarazzanti.

“Volevo raccontare questi brevi momenti spensierati e divertenti attraverso vari personaggi e una vera orchestra – spiega il regista -, e capire quale fosse l’impatto sulle loro vite. Inoltre mi interessava indagare le dinamiche di gruppo all’interno di un’orchestra e parlare delle differenze culturali tra due paesi, la Slovenia e l’Austria”.

Orkester è stato selezionato in concorso al Cottbus Film Festival 2021.

ORCHESTRA

CONCORSO DOCUMENTARI

Dodici i titoli del concorso documentari. In giuria ci sono la regista georgiana Nino Kirtadze, il regista italiano Gianfranco Pannone e la regista e videoartista serba Marta Popivoda.

1. 1970 di Tomasz Wolski ricostruisce le proteste scoppiate nella Polonia comunista del 1970, raccontate però da una prospettiva inedita, quella degli oppressori, rendendo vivida e vera (grazie all’aiuto dell’animazione in stop motion) l’atmosfera che si respirava in quel momento al Ministero degli Affari Interni, sbirciando tra le conversazioni telefoniche e dietro le porte chiuse degli uffici dei funzionari di governo.

2. Da Varsavia a Praga con Reconstruction of Occupation di Jan Šikl, che scava negli archivi cinematografici privati e amatoriali per mostrare – attraverso gli sbiaditi “home movies” d’epoca – l’invasione da parte delle truppe del Patto di Varsavia. Immagini uniche, a lungo invisibili, in cui i volti di cittadini anonimi si trasformano in testimoni viventi di quei drammatici giorni della storia cecoslovacca.

3. I’ll Stand by You di Virginija Vareikytė e Maximilien Dejoie, l’impegno di due donne, una psicologa e un’agente di polizia, per ridurre il numero record di suicidi nella loro ridente cittadina in Lituania.

4. The Case di Nina Guseva, sul caso del giovane attivista politico Konstantin Kotov, arrestato a Mosca nell’estate 2019.

5. The Balcony Movie di Paweł Łoziński, premiato a Locarno, originale esempio di documentario d’osservazione interamente girato dal balcone dell’appartamento del regista, a Varsavia.

6. Never Coming Back di Mikołaj Lizut, ritratto di quattro giovani detenute del Centro educativo giovanile di Goniądz vicino a Białystok, in Polonia.

7. Krai di Aleksey Lapin, ritorno del regista nel villaggio natale della sua famiglia al confine ucraino, dove lui stesso un tempo era solito trascorrere l’estate.

8. Looking for Horses di Stefan Pavlović, sull’amicizia tra il regista e un pescatore che ha perso l’udito durante la guerra civile in Bosnia e si è ritirato in un lago per vivere in solitudine.

9. Museum of the Revolution di Srđan Keča, storia di un edificio mai completato, progettato per celebrare la Jugoslavia socialista e oggi abitato dai reietti di una società rimodellata dal capitalismo

10. Reconciliation di Marija Zidar, perdono e riconciliazione in un’Albania ancora “regolata” dal codice del Kanun.

11. René – The Prisoner of Freedom di Helena Třeštíková, nuovo tassello di una cine-biografia lunga ormai più di trent’anni.

12. Factory to the Workers di Srđan Kovačević, 10 anni di lotta operaia in una fabbrica croata che si trasforma in una forma alternativa di produzione, contro l’economia capitalista.

Krai
Kai - Ucraina
Reconciliation
Reconciliation - Albania

WILD ROSES – REGISTE D’EUROPA DEDICATO ALLA GEORGIA

Wild Roses: Registe in Europa è uno spazio dedicato alle donne registe dell’Europa centro orientale (tra l’altro sempre, e da sempre, molto presenti al festival), individuando ogni anno un Paese diverso cui dedicare il focus.

Al centro della sezione, quest’anno, la Georgia, con una selezione di film degli ultimi dieci anni, sia di fiction che documentari, che con sicurezza autoriale offrono degli spunti di riflessione sulla condizione femminile in un Paese che è stato dilaniato da guerre civili e che oggi ci appare ancora in bilico tra tradizioni ancestrali e spinte verso la modernità.

Questi i film in programma: The Pipeline Next Door di Nino Kirtadze; In bloom di Nana Ekvtimishvili e Simon Gross; Line of Credit di Salomé Alexi; Anna’s Life di Nino Basilia; House of Others di Rusudan Glurjidze; Glory to the Queen di Tatia Skhirtladze; How the Room Felt di Ketevan Kapanadze; Taming the Garden di Salomé Jashi; Wet Sand di Elene Naveriani.

The Pipeline Next Door
The Pipeline Next Door
Line of Credit
Line of Credit

MOSTRA FOTOGRAFICA SOVIET GEORGIA

Nell’ambito del festival vi segnalo una interessante mostra fotografica a ingresso gratuito da vedere assolutamente. S’intitola Soviet Georgia, è curata da Massimo Premuda e riunisce 25 scatti dei fotografi d’architettura Roberto Conte e Stefano Perego che compongono un articolato reportage che va a testimoniare il patrimonio architettonico sovietico della Georgia dalla fine degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta.

Chi ha visto la mostra fotografica “Modernistan – architettura modernista sovietica in Asia Centrale”, organizzata nel 2020 sempre in occasione del festival, sa di cosa sto parlando. Gli autori sono gli stessi e anche questa mostra promette davvero bene. Dagli spaccati visivi e sociali delle principali città georgiane come Chiatura, Gori e Zestafoni, ai monumenti di Zhinvali e Marneuli, alla vita sociale della capitale Tbilisi con i palazzi del potere, quelli della cultura e dell’educazione, le case popolari e il cimitero, questa mostra permette di fare un viaggio nella Georgia del passato, quando era legata all’URSS, e del presente, caratterizzata dalla lotta per l’identità.

Uno degli aspetti più affascinanti di questo Paese è infatti proprio l’eredità sovietica, nell’architettura come nelle altre sfere del vivere, che evidenzia le peculiarità e i contrasti di uno Stato transcontinentale affacciato al Mar Nero, posto proprio sulla linea di demarcazione che convenzionalmente separa l’Europa dall’Asia.

La mostra è visitabile dal 20 gennaio al 4 marzo 2022 dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19 e sabato 22 e domenica 23 con gli stessi orai alla DoubleRoom Arti Visive in via Canova 9 a Trieste.

Venerdì 21 gennaio alle 18 all’Antico Caffè San Marco l’incontro con gli autori della mostra che racconteranno il fenomeno della modernità architettonica sovietica nella sua declinazione georgiana, tra le più sorprendenti ed espressive di tutta l’ex Unione Sovietica, mostrando numerose immagini di strutture spesso straordinarie, sopravvissute al sistema politico che le ha generate.

Soviet Georgia

DALLA GEORGIA AL COLLIO FRIULANO PASSANDO PER IL VINO

L’azienda agricola Gravner nasce in una piccola frazione di Gorizia sulle colline del Collio friulano, Oslavia, a ridosso del confine con la Slovenia nel 1901. Da molti anni l’azienda Gravner è un simbolo internazionale, di eccellenza, in particolare per quanto riguarda la sperimentazione di un metodo antico nella produzione del vino: l’utilizzo per la fermentazione e l’invecchiamento dei Qvevri, grandi anfore di argilla rivestite di cera d’api e poi interrate fino al collo, seguendo una antica tecnica georgiana.

Mercoledì 26 gennaio alle 18 all’Antico Caffè San Marco, in via Cesare Battisti 18 a Trieste, Mateja Gravner guiderà una rarissima ed eccezionale verticale di Ribolla Gialla: andranno in degustazione le annate 2000, 2001, 2006 e 2011. Il vino sarà abbinato ai formaggi prodotti dall’Azienda Agricola Zidarič di Prepotto, con diverse stagionature svolte nella tipica grotta carsica triestina. Prenotazione obbligatoria: [email protected] costo: 55€

Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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