I vignaioli sono oltre 100 e la selezione è stata fatta in base al percorso che queste piccole e medie aziende compiono dalla vigna alla bottiglia, ovvero con la pratica di una viticoltura sostenibile che tutela il territorio, in cui la qualità viene cercata nel rispetto del passato e della tradizione.
Una filosofia che conduce dritta al confronto e alla condivisione anche con il consumatore, chiamato a fare a sua volta una scelta consapevole e responsabile.
È questo lo spazio aperto che ha portato l’Associazione Centrifuga a creare Vinifera, non una semplice mostra mercato dei vini, ma un evento che, alla conoscenza dei vini, passando attraverso arte e cultura, accompagna anche un percorso parallelo sul cibo, coinvolgendo alcuni piccoli produttori del Trentino che coltivano la propria terra con passione e ricerca, su filiere corte, gusti autentici, mescolanze di conoscenze e di idee che dal passato si contaminano con il presente.
L’EDIZIONE 2023
La mostra mercato dedicata ai vini dei territori alpini, organizzata, giunta alla quinta edizione, svolta a Trento il 25 e il 26 marzo scorsi, ha proposto anche un percorso di divulgazione molto interessante fatto di otto originali incontri a tema – il Forum “Coltivare l’arco alpino”- , iniziato un mese prima rispetto all’evento principale: dai vini e dai loro vignaioli rappresentati da 20 illustratori in una cantina a Faedo al rapporto tra vino e miele nella Val di Non, dalla presentazione della nuova rivista “Profondo Rosspach” edita dall’associazione dell’omonima valle alla proiezione del documentario “I ribelli della montagna” tra i vincitori dello scorso Trento Film Festival, fino al confronto sulla transizione agroecologica, alla degustazione di vini in anfora, al racconto della cultura del pane, alla partecipazione a un trekking tra i vigneti della Val Cembra e ai racconti di viaggi sulle Alpi.
Non solo. Alla mostra il 25 e il 26 marzo si sono affiancate quattro masterclass su microvinificazioni e imbottigliamenti, i vini dei diversi versanti dell’Etna, quelli della montagna calabrese e quelli di Sassella e Valtellina. Il 27 marzo, infine, è stata la volta di Pro.Sit.-Tasting Ideas in a Professional Situation, un’occasione di incontri e assaggi pensata questa volta per i professionisti del vino con un itinerario per scoprire il valore e le caratteristiche dei vini dell’arco alpino, assaggiarli in abbinamento con uno chef stellato e scoprire il libro “Valsusa, emozioni da bere”.
LA MIA ESPERIENZA
Con una giornata di sabato 25 marzo già sold out il giorno precedente, ho pensato di visitare la mostra mercato alla sua apertura, in modo da trovare poca gente, produttori meno stanchi e tutta l’offerta a disposizione. Con oltre 100 produttori c’è ovviamente l’imbarazzo della scelta. La cosa bella quando si assaggia un vino è anche quella di scoprire la storia dell’azienda che lo produce e del territorio in cui viene realizzato. Spesso infatti i vignaioli si dedicano anche alla coltivazione di frutta, ortaggi, miele, sementi, formaggi o comunque alla valorizzazione del luogo in cui vivono.
Per la prima volta quest’anno sono stati presenti anche piccoli produttori d’oltralpe, provenienti da Francia, Austria, Svizzera e Slovenia, per offrire un’esperienza a tutto tondo delle produzioni in alta quota. Ospite d’eccezione quest’anno i vini vulcanici dell’Etna, di cui è stato possibile scoprire la diversità delle produzioni a seconda del versante del vulcano più alto e più attivo d’Europa su cui sono coltivati i vigneti. Presenti infine due produttori di birre e tre produttori di sidri. Non o potuto fare a meno di provare qualche vino della mia amata Slovenia (UOU e Emil Tavcar) e del mio Friuli Venezia Giulia (in particolare lo Schioppettino di Anticobroilo di Prepotto e la malvasia di Zahar sul Carso goriziano), per poi assaggiare un paio di vini vulcanici dell’Etna (Tre.mi.la. e Barone Beneventano). Occasione ottima anche per provare alcuni famosi vini trentini, come ad esempio Comai di Riva del Garda, ma anche le diverse proposte della Cantina Sociale di Trento, attiva dal 1956. Mi ha positivamente stupita infine una giovane realtà francese, Les Raisins Suspendus: Angela e Maxime, giovane coppia di vignaioli, producono tre vini, uno Chardonnay, un Merlot e un vino dalle vecchie vigne a 950 metri su terreni abbandonati e dimenticati sulle Hautes-Alpes nel Massiccio de l’Embrunais e prima ancora nel Gard, Terres du Gauguin. Davvero deliziosi infine i diversi tipi di sidro di Apple Blood di Federico Pedrolli, il cui frutteto e sidreria si trovano a Terre d’Adige, nella Piana Rotaliana.
La sezione dedicata agli artigiani del cibo ospita 20 aziende. Tra i prodotti che ho assaggiato e amato, c’è sicuramente il gelato “contadino” di M’ami di Ponte Arche -Terme di Comano, in provincia di Trento, al 100% naturale, senza conservanti e simili e che utilizza il latte e i prodotti caseari provenienti esclusivamente dal piccolo allevamento non intensivo a chilometro zero Misonet 46, il cui titolare Oscar nel 2017 ha avviato la sua latteria di montagna con un allevamento di mucche Brune e Rendene nella stalla di Flavé. Le marmellate di Biodebiasi invece già le conoscevo e sono meravigliose: è una giovane azienda sulle colline di Isera, una terrazza con vista sull’intera Vallagarina dove si coltivano mele, fragole, piccoli frutti e molti ortaggi secondo il metodo dell’agricoltura biologica con laboratorio artigianale per la trasformazione dei prodotti che non sono venduti freschi. Menzione speciale ai formaggi di Stella Alpina, un’azienda agricola produttrice d’eccellenza del Piemonte.
All’esterno del padiglione della mostra mercato, uno spazio con tavoli dove poter rilassarsi e degustare i vini e un ampio tendone ideale per una pausa pranzo o cena con i menù di altre interessanti realtà. Io ho scelto lo stand di Slow Food Youth Network Trentino Alto Adige che proponeva un menù con focaccia con trota marinata alle erbe spontanee, ricotta e miele, polenta di Storo con maionese al rafano e speck croccante e canederli di segale con crema di porro affumicato, noci del Bleggio e aceto di rapa rossa. Tutto davvero delizioso!
Alla fine, prima di uscire, si può anche votare il vignaiolo preferito. Quest’anno ha vinto Weine Reyter, azienda di Bolzano che produce quattro vini (tra cui due Lagrein)e coltiva quattro ettari di vigneti su un terreno alluvionale porfirico e morenico dei fiumi Talvera e Isarco a Bolzano, calcareo a Caldaro.
Appuntamento a Vinifera 2024!