Tra vino e cultura, una giornata sui colli orientali del Friuli

Lo diciamo spesso un po’ tutti: ci sono tante cose belle a due passi da casa, ma spesso ne rimandiamo la visita. Stavolta non ho voluto rimandare e in un caldo weekend di luglio ho deciso di partecipare a un tour sui colli orientali del Friuli, una delle zone che amo di più della mia regione, grazie alla possibilità offerta da Musement, una piattaforma su cui è possibile scegliere tra tour, biglietti saltacoda, spettacoli ed eventi in Italia, Europa e svariati luoghi del mondo.

L’itinerario che ho scelto prevede un winetour di una giornata (partenza con transfer alle 10, rientro alle 18 da Udine) con visita delle cantine e degustazioni in un paio di aziende vinicole della zona e una breve passeggiata a Cividale del Friuli, la bellissima cittadina friulana dove ci sarà anche la sosta per il pranzo in un locale storico.

Vi racconto com’è andata e vi anticipo già che l’esperienza è stata a dir poco meravigliosa, grazie anche alla disponibilità di Matteo, il nostro tour leader di Di Più Move. Know. Experience e alla straordinaria accoglienza delle aziende che abbiamo visitato.

wine tour friuli musement

Cos’è Musement

Nata nel 2013, Musement è una piattaforma che comprende oggi 450 destinazioni in 50 Paesi e permette di scegliere tra tantissime attrazioni risparmiando tempo, con la comodità di un pagamento sicuro, di una conferma immediata e di un’assistenza al cliente 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

In sostanza, con pochi click sul portale si sceglie l’attrazione preferita, si paga online e si riceve immediatamente il voucher con tutte le informazioni utili a programmare la propria visita: contenuti dettagliati dell’attività acquistata, informazioni sul biglietto, luogo d’incontro con mappa. Non serve nemmeno stampare il voucher, sarà sufficiente mostrare il pdf dal proprio telefono.

Insomma, comodità assoluta per riservare la propria attenzione unicamente all’esperienza. Come vi dicevo, le attività tra cui scegliere sono tantissime. Le esperienze sono divise in 8 categorie: Arte e musei, Tour e attrazioni, Spettacoli e concerti, Food & wine, Sport e avventura, Eventi sportivi, Viaggi solidali e Nightlife.

Su Musement è possibile trovare biglietti e tour guidati alle principali attrazioni in Europa e nel mondo, come il Cenacolo, la Torre di Pisa e la Sagrada Familia, ma gli esempi potrebbero essere moltissimi!

L'itinerario tra vino e cultura

AQUILA DEL TORRE – SAVORGNANO DEL TORRE

La prima tappa ci porta a Savorgnano del Torre, per visitare i magnifici vigneti della tenuta Aquila del Torre, azienda familiare da anni certificata biologica e pioniere in Friuli Venezia Giulia nell’introduzione della biodinamica. Al 2013 risale la prima vendemmia certificata biologica, al 2015 il passaggio alla biodinamica.

Con Cristina, la responsabile dell’Oasi Picolit (ovvero il B&B con tre camere a disposizione per qualche giornata di immersione totale nella natura) abbiamo trascorso due ore meravigliose assaggiando diversi tipi di vini e ascoltando la storia dell’azienda e le caratteristiche specifiche della loro produzione. Qui si pratica la viticoltura di collina, dalla quale traggono beneficio varietà quali il Riesling e il Sauvignon. Spicca poi per la produzione del Picolit, sia passito che in un’inedita interpretazione secca. Come rossi ci sono il Merlot e il Refosco dal Peduncolo rosso.

Prima di arrivare all’azienda vera e propria si attraversa un versante della collina, ricoperti di boschi e vigneti. Anche chi non è appassionato di vino dovrebbe venire a fare un salto qui, perché gli scorci e i panorami sono davvero spettacolari. L’azienda si estende su 20 ettari di vigneti e 60 di bosco, elemento fondamentale per la biodiversità. Il bosco è una sorta di grande cancello che permette di accedere al vigneto a una serie di insetti “buoni” che predano quelli “cattivi”, garantendo il corretto equilibrio. Qui inoltre vivono una serie di piante aromatiche, un piccolo patrimonio di biodiversità.

Le colline terrazzate sono state realizzate il secolo scorso dal conte Giovanni Sbuelz: i terrazzamenti permettono di avere un’esposizione abbastanza uniforme dei filari al sole, quindi l’uva matura in modo abbastanza omogeneo. Ogni tipologia di vino ha comunque bisogno di caratteristiche personali a livello di esposizione e di altitudine e per questo ogni tipo di appezzamento viene coltivato in un luogo specifico. Il terreno è particolare che si chiama flysch, suolo costituito da marne argillose che risale in gran parte all’epoca oceanica, quindi molto “salato”. Sembra difficile da immaginare, ma, 45 milioni di anni fa, qui c’era il mare. La sapidità e mineralità dei vini deriva quindi dal fatto che le viti quindi attingono da questo tipo terreno. La zona, inoltre, è abbastanza ventilata: le Alpi a nord proteggono dai venti freddi, ma c’è una brezza costante dall’Adriatico che mantiene le viti asciutte ed evita il prolificare di muffe.

La raccolta di tutte le uve avviene manualmente e il lavoro nei vigneti viene portato avanti tramite particolari cavalli da tiro, allevati e addestrati per il lavoro nei campi da una rete di aziende agricole. Tra i vantaggi di questo tipo di lavorazione rispetto a quella motorizzata, ci sono il fatto che il cavallo non calpesta mai la stessa porzione di suolo e in generale la superficie calpestata dall’animale è comunque inferiore rispetto a quella del trattore. L’agricoltura biodinamica nasce dal presupposto che, se ci si prende cura del terreno e della sua vitalità, la pianta che nasce e cresce in quel luogo non avrà bisogno di trattamenti, perché sarà in salute di per sé. L’agricoltura tradizionale, viceversa, si occupa poco del terreno, puntando di più sulla crescita delle piante e intervenendo su di loro in un secondo momento. Tra i trattamenti del terreno possibili, mi ha colpito l’interramento di materiali organici certificati biologici: il corno di mucca, ad esempio, viene riempito di letame e interrato in un particolare momento dell’anno; all’interno del corno prolificano una serie di batteri buoni che danno vitalità al terreno. Incredibile, vero, come la natura pensi già a tutto?

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ENOTECA DE FEO – CIVIDALE DEL FRIULI

Dopo una passeggiata lungo le vie di Cividale, siamo andati a pranzo all’Enoteca De Feo, che si trova nel centro storico, proprio di fronte allo storico teatro Ristori. È un ristorante storico, nato nel 1901, che propone cucina tipica, la cui tradizione è portata avanti con garbo e competenza da Ilaria Ermacora, che la gestisce dal 2006: è proprio lei a spiegarvi il menù e la passione che mette nel suo lavoro è così evidente che vi verrà voglia di provare tutto!

Nel menù ci sono però anche diversi piatti innovativi. Se non avete voglia di mangiare il frico, tipico piatto friulano, avrete comunque l’imbarazzo della scelta. Ad esempio, mai avrei pensato di mangiare la carbonara. Ma quella preparata da De Feo non è la solita carbonara. Alcuni la chiamano 2.0, perché si tratta di un piatto “destrutturato”: gli ingredienti sono servito scomposti e tocca a voi ricomporli nel piatto (nelle 3 foto il piatto appena servito, nel mezzo della ricomposizione e pronto da assaggiare): per prima cosa si apre l’ovetto in due e si mescola, poi si passa al pecorino, e infine tocca al guanciale croccante ripassato in forno croccante, che può essere fatti a pezzetti oppure lasciato intero da sgranocchiare. Fantastico! La carbonara di De Feo è un piatto speciale e va davvero assaggiato, anche solo una porzione da dividere in due come abbiamo fatto noi.

Tra gli altri piatti stupendi il gazpacho tiepido con polpo e burrata e la tempura di orata con crema di melanzane, pomodori confit e frico friabile.

Nel menù trovate anche gnocco con la rapa rossa fatto con lo Sclopit, un’erba friulana selvatica (silene vulgaris) che assomiglia un po’ all’erba del gatto e con il Blu Ramandolo, un formaggio erborinato creato dal gruppo Pezzetta di Fagagna, premiato nel 2016 al World Cheese Awards.

Il tutto accompagnato da vini Ermacora, una certezza. In questa enoteca, d’altra parte, è possibile trovare una selezione delle migliori produzioni vitivinicole dei Colli Orientali del Friuli per le per le quali il Friuli è rinomato a livello internazionale.

Il locale è molto accogliente e caldo, l’interno ha le classiche bottiglie alle pareti ed è su due livelli, così ci può accomodare a un tavolo della zona sopraelevata per avere più privacy oppure rimanere la bancone. D’estate ci sono anche i tavoli all’esterno, affacciati sul vicolo di fronte al teatro.

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IPOGEO CELTICO – CIVIDALE DEL FRIULI

Ricavato in una cavità lungo l’argine della sponda destra del fiume Natisone, l’Ipogeo Celtico è formato da una serie di stanze e cunicoli sotterranei molto bassi, a cui si accede scendendo da una ripida scala. Sulle pareti si notano loculi e nicchie di varie dimensioni, oltre a tre enormi mascheroni di pietra, situati in punti diversi della camera principale.

Ancora oggi questo è un luogo misterioso perché gli esperti non sono riusciti a stabilire con certezza a cosa servisse. Le ipotesi più probabili è che si trattasse di arte funeraria celtica, ma potrebbe essere anche un carcere romano o longobardo. Oppure un bagno rituale ebraico, usato dalla comunità ebraica cividalese dal XIII secolo fino ai primi anni del Seicento, per essere poi ristrutturato nel 1647 (sembra che i mascheroni risalgano a questa epoca).

L’acqua filtra dalle rocce e la temperatura è davvero gradevole, soprattutto se scendete qui in una giornata estiva torrida. L’Ipogeo Celtico può essere visitato gratuitamente, chiedendo le chiavi alla cassa del Tempietto Longobardo, un altro dei tesori di Cividale del Friuli. Da vedere assolutamente!

Se non siete mai stati a Cividale, fate una passeggiata nel delizioso centro storico, visitate almeno il Tempietto Longobardo e affacciatevi allo scenografico Ponte del Diavolo!

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VILLA DE PUPPI - MOIMACCO

La seconda degustazione di questa fantastica giornata è a Villa de Puppi di Moimacco. La villa del Settecento in stile palladiano appartiene ai conti de Puppi da generazioni: quattro semicolonne ioniche sulla facciata rivolta verso un meraviglioso giardino all’italiana rendono questo luogo un tesoro da scoprire. Sull’altra facciata della villa, spicca il portico di una barchessa dove un tempo si svolgeva la lavorazione dei bachi da seta. Sul lato opposto sono situate anche le cantine, realizzate due secoli fa e ristrutturate per realizzare una produzione a metà tra tradizione e innovazione.

Dieci ettari di vigneti si trovano alle spalle della villa di Moimacco, oltre i binari della linea Udine-Cividale, e i restanti 20 in collina a Manzano e Rosazzo. I vigneti delle colline di Manzano e Rosazzo crescono sul terreno di marne ed arenarie di origine oceanica. La fusione delle uve provenienti dalla collina, più strutturate e larghe, con quelle provenienti dalla pianura, profumate ed eleganti, regala un vino con equilibrio unico.

Tutte le fasi della vinificazione vengono seguite meticolosamente. Alcuni rossi sono lavorati direttamente nelle vasche di cemento a temperatura controllata in modo che il vino fermenti alla giusta temperatura. Alcuni vini sono invece trasferiti in barrique. Ma qui le sperimentazioni sono di casa. L’azienda ha appena comprato un’anfora di ceramica da otto ettolitri e mezzo, una via di mezzo tra le vasche d’acciaio, molto chiuse e le barrique, fanno respirare moltissimo il vino. E da quest’anno sarà usata per il Friulano oppure per il Pinot grigio.

Ho perso il conto delle fantastiche bottiglie che Caterina de Puppi ci ha fatto assaggiare nell’accogliente e climatizzata sala degustazione: dal Friulano al Souvignon, dal Pinot grigio (il mio preferito) alla Ribolla gialla, fino al Merlot. Fantastici! Lo sguardo un po’ perso che ho in queste foto è giustificato.

Un’attenzione particolare merita l’etichetta Rosa Bosco, che nasce nel 1998 per volontà di Rosa Bosco, produttrice di vini, diventata una piccola leggenda nel mondo dell’enologia friulana. Per diversi anni, la signora Rosa, curò alcune vigne sui coli di Rosazzo secondo le proprie esigenze e vinificando i suoi vini di qualità. Dal 2006 trasferì l’azienda nella cantina dei conti de Puppi, unendo la sua esperienza alle più moderne tecnologie di produzione. Con questa etichetta sono prodotti Ribolla gialla, Saouvignon blanc, Blanc de Blanc e Bosco Rosso.

Avrete già capito che c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Tant’è che il tour doveva concludersi alle 18, ma abbiamo sforato di un’ora!

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in collaborazione con Musement

Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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