Alla scoperta di Gorizia, ieri “Nizza austriaca” oggi enigmatica città-confine

L’aggettivo con cui più spesso oggi viene definita Gorizia è sonnolenta, per il carattere prudente, distaccato, diffidente e riservato tipico di una località piccola e con poche prospettive. Eppure in passato questa città dell’estremo Nordest d’Italia è stata la “Nizza austriaca”, appellativo derivato dall’essere stata meta prediletta della borghesia asburgica. Di quel periodo rimangono l’architettura dei palazzi e delle piazze, le chiese e i caffè.

Il simbolo di Gorizia però è il suo castello: l’antico maniero dell’XI secolo svetta in cima al colle e può essere ammirato da diversi punti della città, nonché visitato al suo interno. Numerosi musei, chiese e piazze della città meritano una visita, in una città la cui originalità è dovuta all’incastrarsi di tante culture e tradizioni , in particolare quelle latina, slava e germanica, e in cui è piacevole fare una passeggiata lungo i bei viali e nei giardini fioriti, curiosare tra i banconi del mercato coperto, sedersi sotto i portici a bere un caffè.

Il pittore Max Klinger la descrisse come “la più bella porta aperta sull’Italia”. A proposito di confini, Gorizia non è soltanto una città al confine, ma è essa stessa confine, come si può sperimentare di persona sulla piazza della Transalpina, dove si può letteralmente stare con un piede in Italia e l’altro in Slovenia.

Qui il 1° maggio del 2004, con una grande festa, è stato abbattuto l’ultimo muro d’Europa, una rete che fino a quel momento aveva diviso l’Italia dalla Slovenia (e che in tempi di coronavirus è stato ricostruito, ma speriamo per il più breve tempo possibile). La storia, insomma, anche in tempi molto recenti, continua a passare da Gorizia, che sembra essere ancora alla ricerca della sua identità. E questo è soltanto uno dei motivi per cui vale la pena visitare questa città, spesso trascurata negli itinerari del Friuli Venezia Giulia.

In questo articolo vi elenco dieci cose e luoghi che vale la pena vedere se passate di qua. Ho fatto una lista per comodità, ma alla fine dell’articolo c’è anche una mappa così potete facilmente trovarli e inserirli nel vostro itinerario di visita.

1. IL CASTELLO

Sul colle che sovrasta la città sorge il Castello, le cui forme, grazie ad un bel restauro che ha cercato di riportare alla luce la struttura medievale e rinascimentale, possono essere apprezzate ancora oggi. Il Castello di Gorizia risale all’XI secolo, ma fu ampliato in seguito all’accresciuto potere dei Conti che dominavano anche altri territori fino al Tirolo. Secoli dopo Gorizia e il suo castello passarano sotto il dominio asburgico. Diventato caserma e carcere, il Castello fu ampliato e ristrutturato durante il dominio veneziano. Bombardato infine durante la Prima Guerra Mondiale, il Castello venne ricostruito tra il 1934 e il 1937 dalla Soprintendenza delle Belle Arti di Trieste e del Genio Militare, sotto la direzione dell’architetto Ferdinando Forlati.

Il Castello è visitabile e al suo interno ospita il Museo del Medioevo goriziano. Al piano nobile si possono ammirare (ma non fotografare) la Sala del conte, il Salone degli Stati Provinciali e la Sala della musica, tutti ambienti molto suggestivi. Al secondo piano ci sono la cappella palatina dedicata a San Bartolomeo e il Granaio dove è stata allestita una sala didattica. Da qui si accede allo stretto cammino di ronda, da cui si gode un suggestivo panorama della città. Al piano terra, invece, si possono visitare le cucine e le prigioni che oggi ospitano una bella collezione di armi e armature antiche. All’esterno del castello, alcune antiche macchine militari, come le catapulte.

Il Castello si trova all’interno dell’antico Borgo Castello, sul colle della città, dove si può ammirare anche l’antica chiesetta di Santo Spirito, un grazioso edificio in pietra, con un piccolo rosone nel mezzo della facciata e un originale campanile a vela. Costruita alla fine del 1300, anche se l’edificio attuale è stato ricostruito nel 1917, dopo i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale, la chiesetta ha uno stile architettonico si rifà al romanico, con alcune contaminazioni tipiche degli edifici di culto d’oltralpe. L’interno – molto spoglio in verità – si può ammirare sempre attraverso una vetrata posta dopo il cancello in legno che chiude l’ingresso.

Salendo al Castello dalla Porta Leopoldina, dopo aver percorso a piedi (ma se siete molto pigri anche in auto) la breve salita che porta al colle si accede a Borgo Castello, che rappresenta il cuore e il luogo più antico di Gorizia. Ancora oggi si possono ammirare le antiche case allineate fra di loro (attualmente sede dei Musei provinciali fra cui anche il Museo della Grande Guerra).

Arrivare fino a qui merita anche per lo splendido panorama che si gode dalla cima del colle. Da un lato si può passeggiare all’interno delle antiche mura, dove oggi c’è un parco con alcune panchine su cui fare una sosta e guardare Gorizia dall’alto. Dalla parte opposta, invece, la vista spazia sulle colline slovene e l’abitato di Nova Gorica.

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2. PIAZZA DELLA VITTORIA

Cuore della città è Piazza della Vittoria, lo spazio aperto più ampio di Gorizia, il fulcro attorno al quale si è sviluppata la città moderna a partire dal Seicento e sul quale si affacciano due edifici importanti.

Il primo edificio da osservare è la Chiesa di Sant’Ignazio, un’imponente costruzione che unisce stile italiano ed austriaco, caratterizzata dai due campanili coronati da cuspidi a forma di cipolla ed edificata dai Gesuiti tra il XVII e il XXVIII all’interno del più vasto complesso religioso costruito a partire dal 1629. Si tratta senza dubbio uno dei monumenti più significativi dell’arte barocca goriziana e una delle chiese più note e amate della città.

Il secondo edificio notevole della piazza è la Casa Torriana, costruzione cinquecentesca, oggi sede della Prefettura, citata nelle “Memorie” di Giacomo Casanova che abitò in questa casa durante il suo soggiorno a Gorizia.

Posta sul lato nord di piazza della Vittoria, la fontana del Nettuno contribuisce ad abbellire una delle piazze più amate dai goriziani. La fontana tipicamente barocca è stata realizzata nel 1756 dallo scultore goriziano Nicolò Pacassi per volere di Maria Teresa d’Austria in modo da abbellire la piazza e dotare la città di acqua corrente.

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3. VIA RASTELLO

Per scoprire l’antico cuore di Gorizia, non c’è niente di meglio che percorrere via Rastello. Un po’ nascosta, per nulla appariscente, questa strada è la più antica della città: risale al 1300 e si trova fra piazza Vittoria e la salita che conduce a Borgo Castello.

In passato via Rastello era chiusa da un cancello (il “rastello” da cui deriva il suo nome), che separava la città dal contado. Qui i negozi più antichi, molti dei quali oggi purtroppo chiusi e dei quali rimangono soltanto le insegne, si trovano fianco a fianco con quelli moderni. Alcuni di essi sono nascosti sotto i portici, altri si affacciano direttamente sulla via che a metà si allarga formando anche un piccolo spiazzo.

All’inizio della strada, verso il Castello, la statua di bronzo Carlo Michelstaedter ricorda il filosofo goriziano (1887-1910, morto suicida a soli 23 anni) che tra i più rilevanti esponenti del nichilismo europeo.

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4. PIAZZALE DELLA TRANSALPINA

Questo piazzale ha un fascino unico. Fino al 2004 era fisicamente tagliata a metà da una rete installata sopra un basso muretto, che divideva l’Italia dalla Slovenia. Ingombrante anche dal punto di vista estetico, questa rete non era un semplice confine, ma il simbolo della guerra fredda.

La cosiddetta “cortina di ferro” è stata buttata alle spalle il 1° maggio 2004 con una grande festa, in cui italiani e sloveni si sono ritrovati e hanno abbattutto fisicamente la rete e il muro che separava la piazza, divisa a metà fra Gorizia e Nova Gorica: la fine dell’ultimo confine dell’Est europeo.

L’ultima barriera poi è crollata il 21 dicembre 2007 con l’entrata della Slovenia nell’area Schengen (anche in questo caso le feste a base di musica e vino non sono mancate).

La piazza è ancora oggi molto suggestiva, con la stazione dei treni di Nova Gorica che mantiene all’interno alcuni arredi originali del secolo passato. A memoria del confine che non c’è più, oggi rimane una targa sul terreno, su cui è tracciata la linea che separa il territorio sloveno e italiano: chi viene qui può stare letteralmente con un piede in Italia e uno in Slovenia e divertirsi a passare da uno stato all’altro muovendo soltanto un passo.

Ai bordi della piazza si vede un pezzo del muro con la rete di ferro e il cippo n°57/15 che identificava la linea di confine. Il numero è ripreso dal mosaico sul pavimento della piazza, realizzato realizzato dal triestino Franco Vecchiet in occasione dell’ingresso della Slovenia in Europa.

Dopo aver ammirato la bella e simbolica piazza della Transalpina e la stazione ferroviaria in sgtile liberty di Nova Gorica, è possibile dare un’occhiata al piccolo ma significativo Museo del confine. Si trova in una stanzetta attigua alla stazione, vicino al bar, e vi si accede da una porta che si affaccia sulla piazza stessa. Qui è stata allestita una mostra permanente su “Il confine di stato nel Goriziano 1945-2004” – “Državna meja na Goriškem 1945-2004”, che presenta la vita sul territorio goriziano tra gli anni 1945 e 2004. Numerosi i cimeli, tra fotografie, bandiere, manifesti, medaglie e oggetti vari che ricordano la storia di questo territorio di confine.

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5. EX GHETTO EBRAICO

Gli ebrei a Gorizia furono un elemento molto importante per la vita della città. Istituito nel 1696 e abolito nel 1812, il ghetto ebraico di Gorizia sorgeva in via Ascoli, dove si trova anche la Sinagoga, oggi diventata museo.

Gorizia ha dato i natali a esponenti della comunità ebraica di spicco, sia intellettuali sia scrittori, come il linguista Isaia Ascoli, lo scrittore e filosofo Carlo Michelstaedter, pittori come Anton Music e Vittorio Bolaffio. Ad Ascoli è dedicata una targa nella via omonima, poco più avanti la sinagoga, nella zona dell’ex ghetto, mentre per Michelstaedter è stata realizzata una statua, che si trova all’inizio di via Rastello.

Gli ebrei goriziani furono tutti arrestati e deportati ad Auschwitz durante la notte del 23 novembre 1943, quando Gorizia venne occupata dai nazisti. Un momento molto drammatico per tutta la comunità goriziana.

La Sinagoga di Gorizia risale al 1756 ed è la più antica del Friuli Venezia Giulia, ma cadde in disuso dopo lo steriminio della comunità ebraica goriziana. Fu poi finalmente restaurata nel 1984 e oggi ospita il Museo Gerusalemme dell’Isonzo, dedicato alla storia della locale comunità israeliana.

A fianco della sinagoga, si apre un silenzioso giardino fiorito, dedicato a Bruno Farber, figlio di una famiglia ebrea locale e ucciso in campo di concentramento a soli tre mesi.

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6. PIAZZA SANT’ANTONIO

Un ampio e arioso colonnato di un antico chiostro incornicia quella che secondo me è la più originale piazza di Gorizia. Appartata, ai piedi della salita che conduce al Castello, piazza Sant’Antonio è circondata dal Palazzo dei Baroni Lantieri e dal Palazzo dei Conti di Strassoldo (oggi sede di un hotel).

Sull’altro lato, il chiostro di quello che era un convento francescano costruito dai frati nel XIII secolo. Durante i secoli gli edifici sulla piazza subirono diverse demolizioni e ricostruzioni. Dopo la soppressione dell’ordine francescano nel 1784, sotto l’occupazione napoleonica il complesso divenne caserma prima e ospedale poi.

Oggi rimane soltanto il bellissimo chiostro che regala uno degli spazi aperti più eleganti della città, abbellito ulteriormente dall’antico pozzo al centro della piazza. Se arrivate qui a ora di pranzo o di cena, vi consiglio il ristorante “Al Chiostro”, proprio sotto i portici.

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7. PALAZZO CORONINI CRONBERG

Questo palazzo del 1500 apparteneva alla famiglia Coronini Cronberg: il suo ultimo discendente lo donò alla città insieme alla ricca collezione in esso contenuta e oggi vistabile. Si tratta dunque di una sorta di casa-museo in cui sono raccolti oggetti e opere d’arte di ogni genere: dalle stampe giapponesi ai quadri di Tiziano, dalle monete antiche a gioielli, abiti, mobili, arenti, porcellane, orologi e tappeti.

Ma soprattutto qui si possono ammirare le Teste di carattere di Messerschmidt, le opere d’arte più importanti della città, nonché le uniche presenti in Italia: realizzate nel XVIII secolo ritraggono l’artista, malato di schizofrenia, mentre fa le smorfie allo specchio con l’intento di scacciare i demoni gelosi della sua arte. Mostre temporanee sono ospitate negli edifici delle antiche scuderie.

La villa è circondata da cinque ettari di magnifico parco all’inglese con alberi e piante di ogni genere, spesso secolari, che da soli valgono la visita. Si trova poco fuori dal centro storico di Gorizia e forse anche per questo non è molto conosciuto, né frequentato. Un vero peccato perché il luogo è davvero splendido.

Si può passeggiare in totale tranquillità lungo i vialetti e i prati di questo enorme spazio verde, in cui sono stati posti elementi lapidei, statue, architetture da giardino. Il parco, realizzato a fine Ottocento e voluto dal conte Alfredo Coronini, si estende su diversi livelli, fra statue, fontane e un tempietto neoclassico.

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8. CORSO ITALIA, CORSO VERDI E VIA GARIBALDI 

Corso Italia è la via moderna di Gorizia, quella che parte dalla stazione ferroviaria e penetra fino a ridosso del centro storico. Sempre trafficata, ha due larghe corsie laterali che fungono da pista ciclabile e da ampio marciapiede dove numerosi bar hanno allestito gazebi riscaldati (per l’inverno) o semplici tavolini durante la bella stagione. Una passeggiata all’ombra dei numerosi platani, per dare uno sguardo alle vetrine, mangiare un gelato o bere un drink la sera qui è d’obbligo. Se amate l’architettura, non tralasciate di guardare anche in alto, verso i bei palazzi ottocenteschi e del primo novecento che si affacciano su questo viale.

Al termine di Corso Italia, proseguendo verso il centro storico, la strada cambia nome, perde i controviali pedonali e diventa completamente pedonalizzata: è Corso Verdi, una delle strade più frequentate ed amate dai goriziani e non solo. Qui si viene a fare shopping, a bere un drink, ma anche solo a passeggiare avanti e indietro il sabato pomeriggio per vedere chi c’è. Il corso termina con un ampio e verde giardino, dove si può fare una sosta sotto i platani e con il mercato coperto, appuntamento fisso dell’anima popolare della città.

All’intersezione fra corso Italia e corso Verdi, si apre sulla sinistra via Garibaldi, sul cui angolo si affaccia il Teatro Verdi. Pavimentata e ricca di negozietti, case ottocentesche e antiche chiesette ben conservate, la via sbuca, dopo poche centinaia di metri, sbuca su piazza del Municipio. In mezzo, numerosi negozi e bar che la rendono una sorta di salottino di questa zona semicentrale del capoluogo isontino. Un angolo di Gorizia da non trascurare per apprezzare l’atmosfera della città.

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9. IL MERCATO COPERTO

Per respirare la vita quotidiana di Gorizia, l’ideale è fare un salto al suo mercato coperto. L’edificio in cui è ospitato è molto interessante e la sua costruzione risale al periodo austroungarico, una costruzione in mattoni rossi e ampie vetrate con banchi in ferro battuto smaltato verde. Si trova all’incrocio fra via Boccaccio e corso Verdi, una della strade più centrali e frequentate.

I negozi del mercato sono sistemati secondo due tipologie. All’interno si trovano i tradizionali banconi, che vendono soprattutto frutta, verdura e fiori. Tutta la merce viene proposta fin dalle prime ore del mattino e arriva direttamente dagli orti locali.

I locali perimetrali, invece, ospitano negozi più stabili, come carne e pesce fresco, rosticcerie, ma anche attività quali rivendite di giornali e tabaccherie.

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10. VIA CARDUCCI

Per andare da Piazza della Vittoria a piazza De Amicis, si deve percorrere via Carducci. Un tempo veniva chiamata la via dei Signori perché qui infatti si affacciavano le abitazioni nei nobili goriziani del XVII e XVIII secolo.

Più recentemente via Carducci veniva idenficata come via del commercio, perché qui si erano insediati numerosi negozi in seguito al boom economico degli anni Sessanta e che venivano saccheggiati, negli anni successivi, anche dagli abitanti dell’ex Jugoslavia che sconfinavano qui per fare shopping.

Oggi in realtà molti negozi hanno chiuso e lungo questa strada, che mantiene inalterata la sua eleganza, si possono ammirare soprattutto i palazzi del tardo Ottocento e le sale espositive, come quella della Cassa di Risparmio di Gorizia.

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Cosa vedere a Gorizia: i luoghi citati nell'articolo

Che ne dite, Gorizia vale una visita?

Per conoscere ancora di più Gorizia e la zona del Collio vi consiglio questa guida scritta da Valentina Bassanese, un’autrice che conosco e che stimo e che vi farà conoscere tutto ma proprio tutto di questo territorio.

E se vi state appassionando di questa regione, potrebbe interessarvi anche questo articolo sui 10 laghi più belli del Friuli Venezia Giulia

Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

Commenti

4 Commenti
  1. pubblicato da
    OLga
    Mag 18, 2020 Reply

    Belle le foto e la descrizione chiara ed esaustiva.Complimenti

    • pubblicato da
      RitagliDiViaggio
      Mag 19, 2020 Reply

      Grazie mille davvero! Felice che ti sia piaciuto

      • pubblicato da
        OLga
        Mag 19, 2020

        Hai scritto anche su Topolò?Non riesco a trovare,mandi…

      • pubblicato da
        RitagliDiViaggio
        Mag 19, 2020

        Sul blog per ora no. A Topolò ho dedicato un articolo inserito nella guida che 180 travel blogger hanno scritto per la raccolta a favore di Emergency, ma ormai è terminata

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