Quasi 447 chilometri quadrati per una popolazione di 14mila abitanti: l’isola di Pico è la seconda per superficie dell’arcipelago delle Azzorre, ma la gran parte è formata da grandi campi di lava, terreni di origine vulcanica e pascoli verdissimi su cui pigre mucche trascorrono le giornate.
La cosiddetta “isola grigia” per il colore prevalente del suo territorio è tutt’altro che anonima e monotona. Pur senza spiagge, ha tantissime incantevoli baie e insenature e offre scenari naturali di incomparabile bellezza. Merito anche del clima caldo e secco, ma con frequenti piogge e tanta nebbia che avvolge le colline dell’interno. Il meteo può davvero stravolgersi da un minuto all’altro: preparatevi a vedere un numero altissimo di arcobaleni, ovviamente durante la stessa giornata. E ad ammirare i colori del paesaggio che si accendono al primo raggio di sole.
L’isola di Pico secondo me ha un fascino molto speciale, meno appariscente di quella di São Miguel, perché più atipica, meno scontata. È la bellezza delle isole vulcaniche in cui dominano i colori scuri, capaci però di regalare grandi contrasti. Pico ospita la più alta montagna del Portogallo, il vulcano Pico, che raggiunge i 2.351 metri di altezza. La salita in vetta è faticosa, ma gli sforzi sono ricompensati dalla meravigliosa vista panoramica, sempre che le giornate siano serene. Viceversa, è una sfida con sé stessi, per il piacere di raggiungere la vetta. La cima è spesso avvolte da nuvole grigie, ma a volte capita di veder spiccare la montagna nel cielo terso, anche se solo per poco tempo.
La posizione dell’isola di Pico è perfetta per visitare le altre isole del gruppo centrale dell’arcipelago: ad appena sei chilometri si trova l’isola di Faial e un po’ più distanti quella di São Jorge e di Terceira. Si pensa che Pico sia stata l’ultima isola del Gruppo Centrale dell’arcipelago ad essere popolata, dopo il 1480.
Oltre che per il vulcano Pico, l’isola è nota per i terreni di origine vulcanica in cui crescono i vitigni che caratterizzano il paesaggio diventato Patrimonio Unesco nel 2004. Un impressionante mosaico di pietra scura che non smette di stupire e che regala scorci di bellezza unica. Pico è anche l’isola delle balene: un tempo qui veniva praticata la caccia ai cetacei, oggi è uno dei luoghi migliori per la possibilità di osservare questi animali meravigliosi.
Le cose da fare a Pico per apprezzare quest’isola così speciali sono davvero tante. Io ho cercato di riassumervele in 10 punti. In fondo al post come al solito c’è la mappa con i principali luoghi citati e alcune informazioni pratiche su dove dormire, come arrivare e come muoversi all’interno dell’isola.
1.Trekking sul monte Pico
Chi viene a Pico di solito è affascinato dall’idea di salire sulla vetta del monte che dà il nome all’isola. Il Monte Pico, con i suoi 2.351 metri, non è soltanto il più alto di tutte le Azzorre, ma anche dell’intero Portogallo. Il sentiero è in salita e presenta un dislivello di oltre mille metri. Non è una cosa per tutti, anche se ovviamente si può fare con calma, non è una gara. Di solito si percorre in un tempo variabile dalle 4 ore alle 6 ore e serpeggia tra i ripidi fianchi del vulcano, ricoperti di bassi arbusti, erba e rocce. Il Piquinho si trova in corrispondenza del cratere principale del vulcano. Dopo altri 20 minuti di salita si arriva in vetta.
Uno dei problemi principali di questo trekking così affascinante è il meteo. Alle Azzorre e sull’isola di Pico il meteo è quanto di più variabile io abbia mai visto. Non solo. Il meteo varia con una rapidità impressionante e si può passare dal sole alla pioggia e alla nebbia in meno di un’ora. C’è poi da tenere in considerazione che il meteo nella zona interna dell’isola e a quote elevate è sempre peggiore rispetto a quello che si trova nei pressi dell’Oceano. Durante questo viaggio sull’isola di Pico ho visto modificare non so quante volte il meteo e il clima a seconda dell’ora del giorno e della zona dell’isola.
Risultato? Sul Pico non ci sono salita perché il giorno in cui era in programma la visita, il meteo era pessimo, con pioggia battente e nebbia. Però sarò sincera: non so se ci sarei salita nemmeno con il bel tempo, perché serve davvero un po’ di allenamento. Di certo, il bel tempo rende tutto più facile, almeno all’apparenza, e l’idea di poter ammirare un panorama meraviglioso dalla vetta è un traguardo che potrebbe mettere le ali ai piedi. In ogni caso, parte del fascino di quest’isola e del Monte Pico è dato proprio da questa variabilità assoluta del clima.
Alcuni miei compagni di viaggi, scortati da una guida esperta, sono comunque riusciti ad arrivare in cima, nonostante la pioggia e la nebbia e, in alcuni tratti, addirittura la grandine. Nel frattempo, sulla costa, a una manciata di chilometri, splendeva il sole.
2. Scoprire i vigneti Patrimonio Unesco
Vigneti coltivati nella roccia basaltica, suddivisi in lotti (currias) fatti di bassi e stretti muretti di pietra (paredes, murinhos)., spaccati ed impilati senza l’uso di malta, che proteggono le piante dal vento del mare senza togliere loro il calore del sole e realizzano una sorta di gigantesco labirinto di pietra in riva al mare, all’interno del quale oggi è bello perdersi. Un vino che è il risultato dei terreni di lava e di pratiche di coltivazione antichissime, iniziate alla fine del XV secolo, con i primi insediamenti in questa zona e arrivato più tardi ad essere esportato in Europa e In America, apprezzato sulle tavole degli zar di Russia.
La coltivazione della vite di Pico e i suoi vigneti così particolari che formano il Paesaggio della Coltivazione della Vigna dell’isola di Pico sono stati classificati, nel 2004, Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il microclima secco e caldo e il terreno vulcanico ricco di sostanze nutritive, garantiscono la maturazione del vitigno verdelho, un vino secco, leggero e fruttato da abbinare a un piatto di pesce o di frutti di mare, oltre al vinho de cheiro (vino fragolino), tipico dei giorni di festa.
Il Museo del Vino è ospitato in un antico convento a Madalena e contiene una collezione di attrezzi agricoli, alambicchi e botti. La Cooperativa Vitivinícola di Ilha do Pico ha lanciato nuovi vini, come il “Lajido”, erede del “verdelho”, e vini da tavola, sia rossi che bianchi.
I Paesaggi della Coltivazione della Vigna dell’isola di Pico si possono ammirare lungo la costa e parte dell’entroterra dalla zona di Madalena a quella di Lajido, nella zona ovest dell’isola, dove si trova anche l’aeroporto.
3. Avvistare le balene
Le Azzorre vengono spesso definite un “santuario” delle balene, perché qui si possono avvistare ben 24 differenti tipi di cetacei, tra specie residenti e migratorie, comuni o rare. Ovvero, un terzo delle specie esistenti. Si tratta di un numero davvero impressionante, se pensiamo che ci troviamo in un unico ecosistema. L’isola di Pico è uno dei migliori posti al mondo per fare Whale Watching sia per questo motivo sia perché qui, in passato, era praticata la caccia di questi cetacei. La caccia alle balene sull’isola di Pico iniziò nel 1873, per oltre un secolo produsse i migliori balenieri del mondo. Ne scrisse anche Melville in “Moby Dick”. Nel 1987 Il governo di Lisbona firmò il trattato internazionale di protezione dei cetacei, mentre già dal 1984 aveva proibito la vendita e la trasformazione di olio, farine e prodotti derivati, decretando quindi nei fatti l’inutilità della caccia alle balene.
La presenza delle balene rese così le Azzorre un caso studio importante per comprendere lo sviluppo di un turismo ecologicamente sostenibile, con alto valore educativo e protezione totale degli animali. La fabbrica di trasformazione dei capodogli è diventata un museo, il museo dos Beleeiros, che si trova a Lajes do Pico. Niente più arpioni e spari, ma soltanto binocoli e click di macchine fotografiche. Il sistema di avvistamento e di avvicinamento con i gommoni rimane lo stesso. Anche se ovviamente con qualche regola in più: è vietato fare rumore e portare più di tre imbarcazioni in simultaneo sui luoghi d’osservazione, è obbligatorio navigare parallelamente ai cetacei, ad una velocità costante e a più di 50 metri di distanza (100 metri se ci sono anche piccoli), il periodo d’osservazione non può superare i 30 minuti.
I cetacei possono essere osservati tutto l’anno, dato il grande numero di specie esistenti nell’arcipelago. È raro che non si verifichi alcun avvistamento. Quando le condizioni del tempo o del mare non sono adeguate, le uscite in mare possono essere posticipate o cancellate. L’uscita in gommone nell’Oceano Atlantico può provocare qualche fastidio a chi soffre di mal di mare. Preparatevi anche a inzupparvi d’acqua da cappo a piedi a causa di alcuni forti schizzi che non è raro si infrangano sul gommone (pensate a portarvi un cambio, in particolare di pantaloni) e comunque uscite con abbigliamento tecnico che si asciuga in fretta e ripara dal vento e dalla pioggia. Verrete comunque dotati di una cerata e di un salvagente prima dell’imbarco.
Il tour in gommone nell’Oceano Atlantico dura circa 3-4 ore e costa 70 euro.
4. Visitare il più grande tunnel lavico delle Azzorre
Si chiama Gruta das Torres e si trova a dieci minuti a piedi a sud di Madelena, nella zona di Criação Velha ed è uno dei più grandi condotti al mondo scavati in profondità dalla lava vulcanica. Una grotta di lava è una formazione geologica di origine vulcanica formata dal flusso e dal raffreddamento di fiumi magmatici sotterranei. Gruta das Torres ha un’altezza compresa tra 1,1 e 15 metri e si trova a un’altitudine di 300 metri. Gruta das Torres è una delle 17 grotte dell’isola di Pico delle 30 grotte presenti nell’arcipelago. Con una lunghezza stimata di oltre 5,2 km è la più lunga grotta di lava delle Azzorre.
Visitabile solo con visita guidata, Gruta das Torres, classificata come monumento naturale regionale nel 2004, è lunga circa 5 chilometri, ma sono percorribili soltanto poco più di 800 metri. Al suo interno si possono ammirare stalattiti e stalagmiti laviche e formazioni-scultura uniche. L’ingresso della grotta è aperto verso il cielo e vi si accede dopo aver percorso un viale alberato attraversato il Ponte Algar.
Aperta al pubblico dal 2005, la grotta è preceduta dall’ingresso al centro visitatori, costruito in rocce basaltiche per essere integrato con l’ambiente, ha caratteristiche architettoniche innovative, tanto da Ha ricevuto il Premio dell’Unione europea per l’architettura contemporanea Mies van der Rohe Award 2007.
L’unicità della grotta risiede nel suo imponente schema di drenaggio. La lava liquida che gocciola dal tetto si è stratificata in pittoresche stalattiti e stalagmiti e in molte altre formazioni. All’interno il tunnel, l’umidità è notevole poiché l’acqua gocciola dal tetto e si registra una temperatura costante di 16 ° durante tutto l’anno. Uno degli aspetti più interessanti è il pavimento della grotta, che presenta una crosta liscia e sottile, al di sotto della quale la lava continuava a fluire, assumendo la forma di una corda o di una superficie aspra, spinosa e irregolare, con sporgenze aguzze.
Un altro aspetto interessante, rispetto ad altre grotte in giro per il mondo, è che questa non è illuminata artificialmente. Una decisione presa per preservare la grotta così come è stato scoperta. Il percorso non è attrezzato ed è per questo che l’entrata è consentita soltanto accompagnati da una guida. Si consigliano buone scarpe da trekking, visto che il pavimento è sempre bagnato e molto scivoloso. All’ingresso vengono forniti pila e casco di protezione. Il biglietto d’ingresso costa 8 euro.
5. Cercare i mulini sparsi sull’isola
La costa dell’isola di Pico è disseminata di pittoreschi mulini a vento con la cupola rossa. Spesso si tratta di vecchi mulini tipici delle Azzorre ristrutturati e che oggi caratterizzano il paesaggio. Ce ne sono diversi e di diverse dimensioni e capita di vederli spuntare da lontano, spesso affacciato sull’Oceano.
Io ne ho trovati tre. Il più semplice da scovare è ubicato a Madalena, il capoluogo dell’isola, nelle vicinanze del porto e nei pressi di due opere di street art molto interessanti. Si tratta di un mulino piuttosto grande, dipinto di bianco e di rosso e circondato da uno dei tipici muretti dell’isola.
Il secondo mulino è uno dei più famosi e pittoreschi dell’isola di Pico: è il mulino rosso, il Molino Do Frade, e si trova a una manciata di chilometri a sud di Madalena, nella zona di Criação Velha, immerso nel paesaggio dei vigneti Patrimonio Unesco e affacciato sull’Oceano. Sicuramente è uno dei mulini ad avere la posizione più scenografica e anche per questo è uno dei più fotografati.
Il terzo e ultimo mulino che sono riuscita ad individuare si trova a Sao Roque. È un piccolissimo mulino rosso posto su un alto basamento vicino al lungomare: la sua posizione sopraelevata lo rende visibile anche a grande distanza.
6. Cenare al Cella Bar
Il Cella Bar è un bar-ristorante dal design unico. Aperto nel 2015 a Lugar de Barca, nella zona vitivinicola occidentale a poca distanza da Madalena, il capoluogo dell’isola, questo bar è costruito in legno locale come fosse un’enorme botte. La struttura originaria in muratura è stata ristrutturata e ad essa è stata collegata una particolare costruzione in legno dalla forma sinuosa che vuole ricordare le botti in legno dove invecchia il vino.
Fernando Coelho, dell’atelier FCC Arquitectura e Paulo Lobo si sono occupati del design degli interni mentre Paulo Neves ha realizzato la scultura esterna. Il risultato è davvero originale. Buona la cucina. C’è una meravigliosa terrazza sul tetto affacciata sull’oceano. Un posto perfetto per un aperitivo all’ora del tramonto.
Il Cella Bar p anche vincitore nel 2016 del premio “Edificio dell’anno” di ArchDaily, celebre rivista di architettura.
7. Scoprire i laghetti vulcanici dell’interno
Dalla base della montagna di Pico, continuando a percorrere verso est la strada secondaria che attraversa l’isola all’interno e non la litoranea, si ha la possibilità di attraversare un paesaggio fatto di prati e colline a perdita d’occhio. Non ci sono paesi, ma soltanto paesaggi caratterizzati dal colore verde tipico delle Azzorre, mucche al pascolo e, di tanto in tanto, alcuni laghetti vulcanici, che caratterizzano questa zona interna dell’isola.
Ovviamente la possibilità di godere della bellezza di questo paesaggio dipenderà come sempre dalle condizioni meteo, che soprattutto nella zona interna delle isole è estremamente variabile e spesso caratterizzata da una fitta nebbia o da rovesci di pioggia. Per questo motivo, anche durante il mio viaggio ho potuto vedere soltanto alcuni di questi laghi e di questi paesaggi. Vi segnalo comunque l’itinerario e le principali cose da vedere.
Il lago più famoso e conosciuto è il Lago do Capitao, ubicato proprio alle pendici del monte Pico. È il più facile da raggiungere e arrivati qui si può anche fare una semplice passeggiata per ammirarlo da un punto sopraelevato.
La strada poi prosegue verso est inoltrandosi nel paesaggio di colline e mucche. Alcuni laghetti sono molto piccoli e non sono segnalati nemmeno sulla mappa, ma riuscirete a scorgerli mano a mano che avanzate lungo la strada. Una zona panoramica secondo me interessante ma che io a causa della nebbia non sono riuscita a vedere, è quella intorno al Lago de Peixinho e al Lago da Rosada. Qualche chilometro più avanti vi troverete di fronte a un bivio: viste le condizioni meteo noi abbiamo preferito scendere a sinistra lungo la costiera all’altezza di Ribeirinha per tornare indietro verso Santo Amaro. All’improvviso com’era comparsa, la nebbia si è diradata regalandoci arcobaleni e paesaggi di incredibile bellezza. Se il meteo lo consente, però, potrebbe valer la pena al bivio andare a destra verso la Caldera (segnalata da un cartello) e arrivare fino al Faro di Ponta da Ilha, all’estremità esta dell’isola.
8. Visitare i villaggi tipici del vino affacciati sull’oceano
Vi ho parlato die vigneti Patrimonio dell’Umanità e della particolare tecnica di costruzione dei lotti di terra in cui trovano dimora, ma ho voluto lasciare un punto specifico a parte ai villaggi tipici, ubicati in prossimità dei vigneti, perché sono talmente belli e pittoreschi da meritare e un’attenzione specifica. Io ne ho visitati tre, tutti ubicati sulla costa ovest, a nord di Madalena: Lajido, Cachorro e Cais do Mourato.
Le case sono tutte in pietra scura, la pietra lavica che caratterizza l’isola, spesso circondate da muretti costruiti con la stessa pietra, in alcuni casi tenuta insieme da malta bianca. Ogni casa si accende di colori vivaci grazie alle porte e alle finestre, dipinte di rosso, di verde o di azzurro, tutti colori capaci di esaltare la tonalità grigia della pietra lavica. Questi villaggi assomigliano a piccole opere d’arte e sono tenuti con una cura quasi maniacale da parte degli abitanti.
Concedetevi assolutamente una passeggiata rilassante a Lajido, che rappresenta un po’ il villaggio-simbolo di questo paesaggio vitivinicolo. Qui si trova anche il Centro de Interpretação da Paisagem da Cultura da Vinha da Ilha do Pico, che purtroppo non ho potuto visitare perché chiuso in periodo di Covid. Poi fate un salto a Cachorro, che vale la pena di visitare anche per gli scogli di lava a picco sull’oceano che regalano scorci pittoreschi. C’è una bella passeggiata che permette di ammirare gli scogli, le grotte e alcune formazioni laviche dalle forme esotiche, una delle quali a forma di cane ha dato il nome a questo luogo. Infine, Cais do Mourato, meno famoso degli altri due, può essere una bella scoperta e regala scenari stupendi di fronte all’oceano. I villaggi sono tutti piccolissimi, una manciata di case e nulla più, a volte una chiesa, dipinta anch’essa con i colori e la tecnica tipica, ma permettono di immergersi nella cultura dell’isola.
9. Gustare pesce fresco e vino tipico in uno dei ristoranti di Madalena
L’arcipelago delle Azzorre comprende una delle aree di oceano più pescose al mondo. Dunque, un po’ su tutte le isole, il pesce e i frutti di mare offrono una varietà incredibile. I prezzi dei piatti sono veramente accessibili: i menù offrono tutte le principali specie atlantiche come la cernia, il tonno, il pesce spada e il polpo. Di solito il pesce è fritto, cotto alla griglia o al forno. Molto diffusi tra i molluschi sono le lapas (simili alle nostre patelle) che vengono strappate direttamente dagli scogli e poi fritte oppure gustate crude.
A Pico, in particolare, il pesce fresco può essere abbinato in modo ottimo con i vini tipici. “Basalto”, “Lajido” e “Terras de Lava” sono i nomi commerciali dei vini di Pico: tutti richiamano l’intensità di quel rapporto uomo-natura che l’isola coltiva. Io ho assaggiato “Terras de Lava”, un bianco secco molto interessante e probabilmente uno dei migliori provati durante il mio viaggio.
I migliori ristoranti, oltre che quelli più semplici da raggiungere, sono concentrati nella zona di Madalena, il capoluogo dell’isola. Io vi consiglio O Ancoradouro, visto che l’ho provato e mi sono trovata molto bene. Anche la location con vista panoramica sul mare è decisamente promossa.
In questo ristorante ho assaggiato la zuppa di pesce, piatto che troverete in numerosi menù delle Azzorre, insieme alla zuppa della casa, che spesso è di verdure. E poi ho provato la cataplana di pesce, un delizioso piatto portoghese con cui ci si può tuffare nei profumi del mare e nei sapori dell’Oceano Atlantico. Il nome deriva dalla particolare pentola utilizzata per cucinare i frutti di mare: un recipiente bombato di rame o alluminio dentro il quale la cataplana viene servita direttamente a tavola. Il piatto è per due, ma noi abbiamo fatica a finirlo in tre persone.
10. Prendere un traghetto per le isole di Faial o São Jorge
Se alloggiate sull’isola di Pico e quasi sicuramente state vistando la zona con auto a noleggio, vale assolutamente la pena prendere un traghetto e visitare, almeno in giornata, le isole di Faial e di São Jorge. Infatti, i collegamenti più comodi, veloci ed economici sono quelli delle tre isole centrali Pico, Faial e São Jorge.
Faial si trova soltanto a mezz’ora di traghetto da Pico, mentre per raggiungere São Jorge ci si mette un’ora e mezza circa. I traghetti partono al mattino e rientrano la sera dal porto di Madalena, trasportano anche le auto e i biglietti sono economici: poco più di 3 euro a tratta a passeggero per l’isola di Faial, circa 10 euro per São Jorge. Viaggiare con l’auto a Faial andata e ritorno costa 37 euro, a São Jorge 43 euro. Tutte le tariffe e gli orari si possono controllare sul sito dei traghetti delle Azzorre.
Delle isole di Faial e São Jorge vi parlerò in un post specifico, perché ci sono molte cose da vedere anche su quelle isole.
DOVE DORMIRE
Pico Dreams Sportfish – São Roque
Io ho dormito in una splendida villa con piscina a São Roque, denominata Pico Dreams Sportfish. La villa è disposta su due piani, al piano terra ci sono la zona giorno e la cucina con tutto il necessario per cucinare. Le camere si trovano in parte al piano terra e in parte al primo piano, sono tutte doppie, alcune hanno bagno privato, altre bagno in comune con un paio di camere. Le camere e i bagni hanno tutto quello che serve per rendere il soggiorno piacevole. C’è un ampio parcheggio privato dove lasciare la propria auto e, se il clima lo permette, si può fare un tuffo in piscina. Nella depandance esterna ci sono anche lavatrice e asciugatrice. Il panorama è a dir poco meraviglioso: dalla villa si possono ammirare sia l’oceano sia il monte Pico.
Con il senno di poi, però, io vi consiglierei di alloggiare a Madalena, che si trova a mezz’ora di auto da São Roque. Forse il villaggio è meno suggestivo, però a Madalena c’è il porto con i traghetti, la maggior parte dei ristoranti, dei negozi e le cose da vedere sono molto più vicine, dunque è una base decisamente più funzionale rispetto a Sao Roque, che comunque si trova a breve distanza e indubbiamente in una posizione molto bella.
Nella mappa di seguito avete la possibilità di dare un’occhiata a tutti gli alloggi e scegliere quello che più fa al caso vostro.
COME ARRIVARE
Si può arrivare sull’isola di Pico in aereo o in traghetto.
Non ci sono voli diretti dall’Italia all’isola di Pico, dunque sarà necessario fare scalo a Lisbona. Il mio programma prevedeva l’arrivo a Pico in aereo da Lisbona, anche perché Pico è stata la base per visitare in giornata, tramite traghetto, le isole di Faial e São Jorge. Dunque il mezzo che userete per arrivare a Pico dipende anche da come avete organizzato il vostro itinerario di visita delle isole Azzorre.
A Pico ci si può arrivare anche in traghetto dalle altre isole dell’arcipelago, in particolare da quelle più vicine. Il servizio è offerto dai traghetti Atlantico Line e in alcuni casi i collegamenti quotidiani sono numerosi.
Le sole linee aeree che volano a Pico sono Sata Air Acores e Azores Airlines. Sata Air Acores collega l’isola anche con Ponta Delgada sull’isola di São Miguel e Terceira.
COME MUOVERSI
Come per le altre isole delle Azzorre ma, secondo il mio punto di vista, come anche per qualunque altra isola che volete visitare in libertà e autonomia, tanto più se volete vedere anche i luoghi non prettamente turistici, la scelta migliore per girare Pico è senza dubbio quella di noleggiare un’auto.
Le auto si possono noleggiare comodamente in aeroporto o a Madalena, se arrivate a Pico in traghetto. Ilha Verde è una compagnia locale che propone interessanti offerte, ma comunque troverete anche le maggiori compagnie di noleggio auto.
I mezzi pubblici sono pochi e hanno orari incostanti. Se c’è la necessità si possono usare invece i taxi, che fanno servizio su tutta l’isola.
Commenti
9 CommentiClamore
Mag 7, 2021Ciao cara! Eccomi entrata in azione 🙂 tre giorni da dedicare a Pico secondo te sono sufficienti? e poi, che tu sappia è possibile noleggiare la macchina su un’isola e riconsegnarla su un’isola diversa? Perché l’ho letto su un sito ma poi di fatto mi sembra che sui siti dei car rental non sia così 🙁 grazie!
RitagliDiViaggio
Mag 13, 2021Che bello! Sono certa che le Azzorre ti piaceranno molto! Che io sappia non si può noleggiare su un’isola e riconsegnare su un’altra. Si può invece portare l’auto da un’isola all’altra con il traghetto. Questo è quello che ho fatto io proprio da Pico che è vicina a Falal e a Sao Jorge che si possono visitare in giornata, se i tempi sono stretti. Tre giorni soltanto a Pico, escludendo quindi le gite in giornata su altre isole, secondo me sono sufficienti
Clamore
Mag 13, 2021Grazie! Sì, nel frattempo mi sono informata e purtroppo non la si può riconsegnare in un’isola diversa. Però abbiamo tempo quindi abbiamo pensato di noleggiarla una macchina diversa per ogni isola (un po’ di sbattimento in più ma almeno siamo più comodi)
RitagliDiViaggio
Mag 13, 2021Mi sa che è l’unica soluzione (che anche io ho usato). Valuta soltanto l’uso del traghetto per raggiungere alcune isole con la stessa auto, in caso.
Clamore
Mag 13, 2021Infatti, grazie!
RitagliDiViaggio
Mag 13, 2021Buona organizzazione e buon viaggio fin d’ora 🙂
Clamore
Mag 13, 2021Grazie! 🙂
Manuel Valle
Feb 21, 2022Buongiorno, avrei bisogno di chiederle info riguardo un viaggetto alle azzorre che vorrei fare a Giugno; è possibile metterci in contatto anche tramite Mail?
Grazie mille della eventuale disponibilità e buon lavoro 🙂
Manuel
RitagliDiViaggio
Feb 28, 2022Certamente, può scrivermi alla mail del blog. Se possibile, la aiuto volentieri