Trento Film Festival: sul podio l’Artico, la Patagonia e i vulcani

È stata un’edizione da tutto esaurito quella del Trento Film Festival con le sale nuovamente pienissime per assistere sia alle proiezioni sia ai tantissimi eventi in programma per dieci giorni nel centro storico del capoluogo trentino.

L’edizione 2023 si chiude con numeri esaltanti: quasi 18 mila biglietti venduti al cinema, più di 10mila spettatori agli eventi, MontagnaLibri supera le 20mila presenze e il Parco dei Mestieri / T4Future le 10mila. Oltre 10.500 spettatori hanno partecipato ai 130 appuntamenti dislocati in 36 spazi nella citta.

Trento si conferma capitale dell’alpinismo e della montagna. Ma non solo. Il festival si sta evolvendo in qualcosa di ancora più complesso e completo che riguarda i temi del viaggio, dell’arte, della letteratura e in generale del rapporto dell’uomo con la natura

Ed è stata anche un’edizione al femminile, com’era stato annunciato già alla presentazione del programma: dei 27 film in gara, ben 18 erano diretti o co-diretti da registe donne, due terzi della selezione competitiva, un record per il Festival, e in assoluto un dato con pochi paragoni tra le manifestazioni cinematografiche internazionali. In diverse pellicole, inoltre, le donne sono le protagoniste anche davanti alla macchina da presa.

Trento Film Festival 2023
Trento Film Festival 2023
Sold out
Sold out

GLI ORI

Non ha stupito quindi che, Polaris, della regista spagnola Ainara Vera, si sia aggiudicato la Genziana d’oro Miglior film – Gran Premio “Città di Trento” «per il potente uso del linguaggio cinematografico nel raccontare con empatia la storia di due donne che tracciano la rotta del proprio destino». Protagoniste due sorelle, accomunate da un’infanzia difficile e con un percorso di vita molto diverso che si ritrovano e provano a ripartire insieme, pur nelle reciproche differenze. Hayat, in particolare, è un’esperta skipper che ha scelto i ghiacci dell’estremo nord per fuggire ai ricordi del passato ed è alle prese con sessismo e maschilismo.

Si è aggiudicato la Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna Premio del Club alpino italiano An Accidental Life di Henna Taylor, «per l’intensa onesta che lo spettatore percepisce sia da parte della regista che della protagonista e per aver reso il film sia un’espressione che una rappresentazione della forza dell’amicizia».

La Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura – Premio “Città di Bolzano” è andata a uno dei film che ho amato di più di questa edizione: The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft di Werner Herzog «per il sentito omaggio a due vite molto speciali di esploratori insaziabili e visionari e per aver valorizzato il loro lavoro di cineasti». Il film di Herzog celebra da un nuovo punto di vista, lavorando su spettacolari materiali d’archivio, la memoria dei famosi coniugi vulcanologi francesi. Un lavoro di selezione e di montaggio, accompagnato dai commenti del regista, che lascia senza fiato. Sarà distribuito in italia da I Wander.

Polaris
Polaris
An Accidental Life
An Accidental Life
The Fire Within

GLI ARGENTI

«Per aver creato un universo estetico estremamente poetico e per lo sguardo originalissimo sul cambiamento climatico» la Genziana d’argento – Miglior contributo tecnico – artistico e stata assegnata a Ice Merchants di Joao Gonzalez, un’opera visionaria, poetica e straordinaria dal punto di vista tecnico. Si tratta di un corto di animazione che affronta il tema del cambiamento climatico: ogni giorno, padre e figlio si lanciano con un paracadute dalla loro vertiginosa casa appesa a una montagna, per recarsi al villaggio, molto lontano sotto di loro, dove vendono il ghiaccio che producono. Una storia fantastica e piena di poesia.

Un altro film che mi ha entusiasmata si è aggiudicato la Genziana d’argento – Miglior cortometraggio: si tratta di Churchill, Polar Bear Town di Annabelle Amoros, «per lo sguardo lucido e ironico sulla difficile e a volte surreale convivenza tra uomini e animali alla frontiera della crisi climatica». Il corto prova a mostrare la convivenza tra uomo e natura selvaggia tra vita quotidiana e turismo e offre molti spunti di riflessione.

Ice Merchants
Ice Merchants
Churchill
Churchill

PREMI DEL PUBBLICO

Il film che ho amato di più di questa edizione si è aggiudicato Il Premio del pubblico Miglior Lungometraggio: Wild Life, firmata dai premi Oscar per Free Solo Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin, nuova spettacolare produzione National Geographic in anteprima italiana. Il film racconta l’incredibile storia dell’ambientalista Kris Tompkins in un’epica storia d’amore attraverso i decenni, selvaggia come i paesaggi alla cui protezione ha dedicato la vita. Dopo essersi innamorati in età avanzata, Kris e l’imprenditore, esploratore e alpinista Doug Tompkins si sono lasciati alle spalle il mondo dei marchi outdoor di successo che avevano contribuito a creare, come Patagonia, The North Face ed Esprit, per dedicarsi al visionario progetto di creare dei parchi nazionali tra Cile e Argentina. Wild Life racconta gli alti e bassi dell’avventura che ha portato alla più grande donazione di terreni privati della storia. Dal 26 maggio sarà disponibile sulla piattaforma Disney +.

Il Premio del pubblico Miglior Film di Alpinismo – Rotari è andato a L’ultima via di Riccardo Bee di Emanuele Confortin. Riccardo Bee è stato uno dei più forti rocciatori dell’epoca in cui è vissuto, ma la sua eredità alpinistica è in parte avvolta nel mistero. A quarant’anni dalla scomparsa, il film non intende celebrare la grandeur di uno scalatore, ma si propone di cogliere il lascito di un marito, di un padre, di un amico costretto da una sorta di incantesimo a cercare un confronto sempre più profondo con sé stesso. Emanuele Confortin, giornalista e documentarista, tratta di aree di crisi, migrazioni e minoranze ai margini della società moderna, in Europa, Medio Oriente e Asia. Tra i suoi progetti i documentari Kinnaur Himalaya, presentato al Trento Film Festival 2020, e Coronavenice. Alpinista, è cofondatore e direttore della rivista Alpinismi.com.

Wild Life
Wild Life
L'ultima via di Riccardo Bee
L'ultima via di Riccardo Bee

I premi assegnati e le menzioni speciali sono tantissimi (sul sito web del festival li trovate tutti), così come i film che mi sono piaciuti, ma non c’è abbastanza spazio per raccontare né le pellicole né il programma adir poco enorme del festival, che ha ospitato oltre 150 protagonisti della montagna. Superate le 71 edizioni, il Trento Film Festival ormai non è più solo un festival di cinema e non riguarda più soltanto la montagna, anche se questi due temi rimangono ancora giustamente il cuore del festival. Grande spazio è dedicato all’arte e alla letteratura. Oltre a MontagnaLibri, la mostra e salotto letterario in piazza Duomo, quest’anno ci sono state tante mostre, interessanti e tutte gratuite. Ecco quelle che sono riuscita a vedere.

LE MOSTRE

Viaggiatori nel tempo, il tempo nel viaggio. Dal disegno alla fotografia di Alessandro Franceschini e Rosario Sala, due viaggiatori che usano due mezzi diversi, sia per spostarsi sia per comunicare: disegno e fotografia, treno e motocicletta. Ne risulta una mostra originale e davvero molto poetica. Il percorso di riflessione sui temi del tempo e della contemplazione è reso più affascinante dallo spazio espositivo scelto, ovvero l’area archeologica del Sass, in piazza Cesare Battisti, ovvero, per chi non lo sapesse, si scende nel sottosuolo della città, dove si trovano i resti della Tridentum romana. Fino al 28 maggio Imperdibile.

Cartoline dall’Etiopia, mostra fotografica di Paolo Ronc. L’Etiopia è la destinazione ospite di quest’anno e, tra i vari appuntamenti dedicati al Paese, c’è questa mostra, allestita nella corte interna di Palazzo Benvenuti in via Belenzani, che in 54 immagini in bianco e nero scattate dal 2011 al 2013 suddivise in 12 pannelli, racconta gli appunti di viaggio dell’autore. Dagli altopiani della depressione desertico degli Afar alle isole remote del lago Tana, dalle chiese rupestri della Lalibela alla capitale Addis Abeba. Fino al 14 maggio. Da vedere

Italia Etiopia, una galleria di successi. Accanto alla precedente mostra ce n’è un’altra che non va trascurata perché racconta un’esperienza ancora in gran parte sconosciuta, ovvero quella della comunità italiana in Etiopia nel dopoguerra. Il 1941 è un anno di svolta per le relazioni tra i due Paesi, perché terminano la fine delle mire espansionistiche italiane. Gli ex invasori per oltre 30 anni danno vita a una comunità eterogenea e a una straordinaria esperienza di lavoro, imprenditoria e vita sociale.

Lorenzo Mattotti: Patagonia. Matteotti non è soltanto l’autore del manifesto di questa edizione del festival, ma anche il protagonista della mostra a Torre Miriana in via Belenzani, dove l’illustratore di fama internazionale espone una serie di sue chine e serigrafie che raccontano la natura e il paesaggio del suo viaggio in Patagonia. Fino al 19 maggio. Originale

The Climbers di Jim Harrington è una mostra fotografica che documenta 28 ritratti in bianco e nero delle leggende dell’alpinismo immortalate per oltre 20 anni dal famoso fotografo e scrittore, che è anche membro della giuria del festival. La mostra è allestita in piazza Cesare Battisti, di fronte al Baita festival, lo spazio enogastronomico. Fino al 7 maggio. Iconica

Alps. Comprendere le montagne, un percorso espositivo che racconta l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e la natura sulle Alpi. Dalla storia dell’alpinismo a quella della cinematografia e della letteratura fino alle sfide per uno sviluppo sostenibile dei territori montani. Molto interessanti le sezioni che documentano il cambiamento dell’immaginario montano nella vita quotidiana e nello sviluppo del turismo, tra stereotipi e rovesciamento di modelli. Di grande impatto l’allestimento della mostra, che si trova negli spazi delle Gallerie di Piedicastello, gli ex tunnel stradali trasformati in spazi espositivi, che da soli valgono la visita della mostra. Fino al 31 dicembre. Sorprendente

Cartoline dall'Etiopia
Cartoline dall'Etiopia
Viaggiatori nel tempo, il tempo nel viaggio
Viaggiatori nel tempo, il tempo nel viaggio
Lorenzo Mattotti Patagonia
Lorenzo Mattotti Patagonia
Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

Rispondi

Le foto dei miei viaggi

Vuoi vedere le immagini più emozionanti dei miei viaggi? Seguimi su Instagram, dove pubblico le foto più significative dei luoghi che ho visitato

Seguimi su Instagram