Non so voi, ma io quest’anno bizzarro che stiamo vivendo e che ha stravolto molte cose delle nostre vite sento più spesso il bisogno di stare alll’aria aperta, in luoghi che permettono di respirare, stare in silenzio, ascoltare i suoni della natura e magari riappacificarsi un po’ con sé stessi e con gli altri.
Anche per questo motivo, ho accettato molto volentieri l’invito di Silent Alps a trascorrere un weekend ad Arta Terme e dintorni, in Carnia, a due passi da casa mia ma, come spesso succede, in luoghi che ancora conoscevo poco e per esserci stata soltanto di passaggio.
Ecco allora in questo articolo, qualche itinerario e alcune belle scoperte dei miei due giorni in Carnia. Come sempre, ci sono anche i ristoranti e gli alloggi provati per voi, nel caso qualcuno cercasse qualche spunto per trascorrere qualche giorno da quelle parti.
ARTA TERME E PIANO D'ARTA
Arta Terme è un paese di fondovalle, si trova in Carnia ed è conosciuto fin dai tempi antichi per la presenza di una fonte di acqua sulfurea che ha dato origine a una stazione termale. Le acque erano conosciute e apprezzate già al tempo del romani che le utilizzavano nelle terme costruite presso Iulium Carnicum, l’attuale Zuglio.
Ma Arta Terme e Piano d’Arta, la frazione a una manciata di chilometri dal centro di Arta, non sono soltano terme. Il paese è una base perfetta per andare alla scoperta di una zona della montagna friulana ricca di sorprese.
A fine Ottocento il poeta Giosuè Carducci fu tra i più celebri estimatori di Arta Terme. Qui compose Il Comune Rustico, la poesia da cui prende il nome l’hotel Al Comune Rustico, in centro ad Arta Terme: un luogo perfetto da dove andare alla scoperta di questa zona.
“O che tra faggi e abeti erma su i campi
Smeraldini la fredda ormai si stampi
Al sole del mattin puro e leggero,
O che foscheggi immobile nel giorno
Morente su le sparse ville intorno
A la chiesa che prega o al cimitero
Che tace, o noci de la Carnia, addio!
Erra tra i vostri rami il pensier mio
Sognando l’amore d’un tempo che fu.”“Il Comune Rustico”, Giosuè Carducci – Piano d’Arta 10-12 agosto 1885
I SENTIERI INTORNO A PIANO D'ARTA
Il “troi di chiusin” è uno dei sentieri di fondovalle creati da Mauro Löwenthal, titolare dell’Hotel Park Oasi, triestino di origine ma cresciuto qui dal 1951 quando la famiglia aprì l’albergo e con la passione dei sentieri fin da bambino. Mauro ci fa da guida lungo uno dei sentieri che ha ritrovato e mappato, oltre che dotato di segnaletica. Si cammina nel bosco, all’ombra di alberi antichi, scoprendo lungo il cammino i segreti delle piante, molte delle quali usate in cucina.
Lungo questo sentiero si incontrano due chiesette molto significative. La prima è quella dei Re Magi o di Santo Spirito del XV secolo, la seconda è la Chiesetta dei Templari o di San Nicolò degli Alzeri del XV secolo.
La chiesetta dei Re Magi, meglio nota col nome di “Santo Spirito”, poiché il primo nome appariva alla Chiesa Cattolica del tempo, troppo pagano. Fu fatta costruire, intorno al Mille,da una Elena di Blasoni, una ragazza di buona famiglia che in quel punto aveva trovato una pianta di salvia fiorita in pieno inverno e lo considerò un segno divino. La chiesa per questo motivo viene anche denominata “della salvia”. Risale al 1981 la scoperta, dietro la pala dell’altare maggiore, di un antico affresco rappresentante proprio l’Adorazione dei Magi che rafforzò ulteriormente il legame tra Piano d’Arta e i tre saggi. Non è l’unico di questa bella chiesetta: se alzate gli occhi verso il soffitto ne vedrete altri di molto belli.
Il percorso continua lungo il “tròi dai Alzers” che segue una parte dell’antica strada romana Iulia Augusta, la via che collegava Aquileia al Norico. Il sentiero è delimitato dai muretti di sassi ed è un piacere percorrere l’antica via all’interno del bosco. Il sentiero quindi sbuca nei pressi del rio Randìce che cinquemila anni diede origine al conoide di deiezione su cui oggi sorge Piano d’Arta.
Il percorso conduce quindi alla chiesetta di Nicolò degli Alzeri o dei Templari, dove i pellegrini trovavano ospitalità nel vicino ospizio realizzato dall’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni nel XIII secolo. L’interno è più spoglio rispetto alla chiesa dei Re Magi, ma qui, sulla destra, in corrispondenza dell’abside c’è uno dei primi affreschi del Friuli, datato tra il 1000 e il 1100.
Mauro è una fonte inesauribile di aneddoti e di storie, una di quelle persone che staresti ad ascoltare per ore intere, senza accorgerti del tempo che scorre. La rete dei sentieri di Piano d’Arta è giustamente il suo orgoglio: 16 percorsi per oltre 40 chilometri, di cui sono stati anche recuperati gli antichi nomi. Mauro si occupa anche della manutenzione, che è impeccabile ma richiede davvero molto lavoro.
Amate camminare nella natura ma non siete degli esperti? Questo è il posto giusto per voi.
YOGA SULL'ALTOPIANO DI CURIEDI
Un luogo a me completamente sconosciuto è l’altopiano del Curiedi, dalle parti di Fusea.
Di fronte a uno stavolo ristrutturato, su un prato enorme, in un luogo del tutto isolato dove i cellulari non hanno segnale, abbiamo provato l’esperienza dell’Hatha Yoga grazie a Stefania Grillo, insegnante di Yemovement.
Ho provato una tecnica di respirazione particolare che aiuta moltissimo a sgomberare la mente da ogni pensiero (cosa decisamente non facile!) e a alcuni movimenti solo all’apparenza semplici. Per me era la prima volta e l’esperienza è stata decisamente positiva! Non è necessario un allenamento specifico, la cosa importante è riuscire a mantenere la concentrazione su se stessi e lasciarsi trasportare nel silenzio dell’ambiente naturale circostante.
Il progetto si chiama “Saluto al sole itinerante in Carnia” e consiste in semplici lezioni praticate in luoghi silenziosi e isolati. E in Carnia ce ne sono decisamente molti!
Insieme a noi, alcune rappresentanti dei Carnia Greeters, volontari che si mettono a disposizione gratuitamente dei turisti per raccontare loro i propri luoghi del cuore.
SULLO ZONCOLAN: DAL RIFUGIO TAMAI A MALGA MELEIT
Lo Zoncolan è senza dubbio uno dei luoghi di montagna più noti del Friuli Venezia Giulia. Merito del Giro d’Italia, che ha raggiunto lo Zoncolan per la prima volta nel 2003, e dei 22 chilometri di piste da sci, facilmente raggiungibili da Ravascletto (anche con la funivia) e da Sutrio.
Forse però pochi sanno che questa è una zona molto interessante anche d’estate e nelle stagioni in cui i prati e i boschi offrono il meglio di sé in quanto a colori e profumi.
Dal Rifugio Tamai, a quota 1.594 metri, sulla cima del monte Zoncolan, abbiamo percorso il sentiero Labirinto tra i mughi, che conduce a Malga Meleit. Si tratta di uno dei tre percorsi adatti a tutti, sistemati e messi a disposizione proprio dai proprietari del rifugio, Futura e Suan. Se volete scoprire il loro lavoro è sufficiente iscrivervi all’interessante newsletter del rifugio e scaricare gratuitamente la guida alle tre passeggiate facili che si possono fare in questa zona, individuabili grazie a simpatici e chiari cartelli lungo il percorso: il “Labirinto tra i mughi”, “Tra pascoli e mirtilli” e “Sopra le nostre teste”. Tutti i tre percorsi partono dal rifugio Tamai.
Il sentiero si snoda all’inizio attraverso bellissimi prati fioriti di rododentri, alberi e cespugli, per poi proseguire lungo una semplice strada sterrata, con un dislivello di circa 100 metri, fino ad arrivare a Malga Meleit.
La strada è molto semplice, il percorso si compie in un’ora circa, anche se dipende dal numero di volte che vi fermerete per fotografare il panorama. Il sentiero infatti si snoda lungo una strada che permette di ammirare boschi, pascoli e una vista spettacolare sulla Valle del But.
Malga Meleit si appoggia su un ampio pascolo, sullo sfondo del Monte Dauda, a 1.540 metri di altezza. Il luogo è perfetto per una sosta ristoratrice e per una pausa pranzo a base di prodotti e piatti tipici della Carnia.
Potrete accomodarvi sulle sdraio affacciate sulla Valle del But, ammirare la cima dello Zoncolan e quella del Coglians e godervi il silenzio e al serenità che le montagne friulane riescono a trasmettere.
Malaga Meleit è uno di quei luoghi così accoglienti da cui non vorreste mai andare via. Nel primo pomeriggio vedrete rientrare le mucche dal pascolo e così capirete che anche per voi è ora di tornare a casa. Noi abbiamo rifatto lo stesso sentiero dell’andata, ma c’è anche la possibilità di raggiungere Villa Santina o Zuglio.
CABIA, IL PAESE DELLE DISTILLERIE
All’inizio del 1900 a Cabia, frazione di Arta Terme, c’erano ben 12 distillerie. Grazie all’abbondanza di frutteti della zona, già dai tempi della Repubblica di Venezia a Cabia si distillava frutta fresca: mele, pere e ciliegie.
Delle 16 distillerie sparse in Friuli, di cui ben 14 nel comune di Arta Terme e 12 a Cabia, dalla fine degli anni ’90 è rimasta soltanto il Casato dei Capitani.
Matteo Gortani e Jessica Fior raccontano la storia della loro azienda nata dal loro trisavolo nel 1888. Una volta si distillava sull’alambicco, una caldaia con un serpentino. Oggi c’è l’impianto discontinuo a bagnomaria semiautomatico.
Provate lo Sliwovitz, il distillato di prugne, che rappresenta la storia e la tradizione di Cabia, oppure il cuor di pera, di mela o di pesca. Ci sono anche gli elisir di mirtillo, di cumino, di lampone, di fragoline, di more e di frutti di bosco. Sono tutti buonissimi.
Tutti i prodotti della distilleria non contengono né coloranti né conservanti e il negozio è anche online per tutta l’Italia.
DOVE MANGIARE
RISTORANTE DELL’HOTEL PARK OASI
Pranzo all’insegna della tradizione all’Hotel Park Oasi, grazie ai piatti cucinati dallo chef Giovanni e presentati in tavola da Giorgia. Sono i figli di Mauro e sia l’hotela sia il ristorante è a conduzione familiare. Tutti i prodotti usati in cucina sono a chilometro zero.
L’antipasto prevede formaggi ed affettati di Malga Meleit, radic di mont (radicchio selvatico), porcini e asparagi selvatici sottolio, fiori di zucca ripieni e salvia fritta e aglio victorialis, una tipologia di aglio di montagna molto delicato.
Poi abbiamo provato un tris di primi con tagliolini ai funghi porcini freschi, cjarsons del Park Oasi e gnocchi di patate viola ripieni di formadi frant, una rivisitazione davvero gustosa.
Come secondo bocconcini di maiale in umido alle erbe aromatiche dell’orto con contorno di patate al sale speziato. E per finire cheesecake con marmellata di corniole, il frutto del corniolo.
I pranzi in Carnia sono così…
RISTORANTE EDELWEISS
Cena tipica con i prodotti del territorio anche al ristorante Edelweiss, dove abbiamo assaggiaot i cjarsons di Sutrio e il guanciale di maiale con polenta e funghi porcini freschi.
Il ristorante si trova ad Arta Terme, in un’ottima posizione e con un servizio veloce, nonostante sia sempre pieno di gente, probabilmente a causa dell’ottimo rapporto qualità prezzo. Vi conviene prenotare: è anche pizzeria.
MALGA MELEIT
Malga Meleit è il posto perfetto per una pausa pranzo o una sosta golosa a base dei prodotti del territorio.
Tutti i prodotti che assaggerete in malga sono di loro produzione. Ci sono salumi, formaggi, gnocchi di ricotta affumicata e ovviamente non può mancare il frico, davvero squisito!
Se siete fortunati come lo siamo stati noi, arriverete in malga mentre Mauro prepara la ricotta nel pentolone fumante e magari farà provare anche voi ad estrarla: è un’esperienza incredibile assaggiarla appena fatta ancora calda!
RIFUGIO TAMAI
Stavolta ho avuto il tempo di prendere solo un caffè al Rifugio Tamai, punto di riferimento sul monte Zoncolan, ma ve lo segnalo perchè è un ottimo posto dove fare una sosta, per la colazione, il pranzo o semplicemente per una pausa a fine passeggiata nelle malghe.
Ci sono anche i simpatici alpaca in una casetta all’esterno del rifugio.
DOVE DORMIRE
Se amate alloggiare nei B&B o in appartamento, il B&B Profum di Bosc e gli altri alloggi nelle case private di Piano D’Arta sono la soluzione perfetta. Io ho dormito in un appartamento nel delizioso centro storico di Piano D’Arta ed è stata una splendida esperienza.
I proprietari che affittano stanze e case si conoscono tutti e fanno sentire gli ospiti come a casa. Vi capiterà quindi di alloggiare in una splendida casetta tipica e poi di fare colazione a pochi passi, in un’altra dimora della zona. Sempre all’insegna dell’autenticità, un’esperienza curata in ogni minimo dettaglio ma coniugata all’informalità tipica del sentirsi come a casa propria.
Questa è una soluzione che mi sento di consigliare a chi ha voglia di staccare da tutto e farsi coccolare almeno qualce giorno.
Chi preferisce invece alloggiare in hotel Arta Terme offre svariate soluzioni, tra le quali l’Hotel Gardel, in pieno centro e con facilità di parcheggio nei dintorni, l’Hotel Park Oasi, il cui titolare è esperto di sentieri e piante officinali, Al Comune Rustico dove soggiornò Giosuè Carducci.
Se volete dare un’occhiata alle altre sistemazioni ad Arta Terme e dintorni, eccovi la mappa per trovare l’alloggio che fa per voi.
Vale per tutti i viaggi, ma in questo caso forse vale ancora di più: i luoghi di questo itinerario mi hanno sorpresa e affascinata, i piatti assaggiati sono stati preparati con grande cura e avevano un sapore meraviglioso, ma a fare la differenza sono state le persone, la passione e la competenza con cui hanno raccontato il loro territorio, le loro tradizioni, i loro modi di innovare e presentare quello che fanno da secoli.
Evviva la Carnia, evviva Arta Terme, evviva Silent Alps!
Commenti
2 CommentiOLga
Ago 22, 2020Bellissimo post!
RitagliDiViaggio
Ago 22, 2020Grazie Olga!