Cosa vedere a Bolzano tra città e montagna senza usare l’auto: il mio itinerario nel capoluogo del Südtirol

I luoghi più belli? Quelli che riescono a sorprenderti. E che magari tu avevi un po’ sottovalutato. Dopo la bellissima esperienza a Merano, ho voluto dare una possibilità a Bolzano e ne sono rimasta entusiasta.

Capoluogo del Südtirol e porta delle Dolomiti, Bolzano si fa amare facilmente, visto che è una città molto bella dal punto di vista artistico e architettonico e molto vivace grazie a mercati, enoteche e negozi che rendono strade e piazze piene di vita. Grazie a una mescolanza di tradizioni, lingue (se ne parlano tre: italiano, tedesco e ladino), sostenibilità e bellezze naturali, la città offre un panorama praticamente infinito di esperienze: dai tanti mercati di prodotti tipici all’artigianato delle botteghe del centro storico, dai soleggiati vigneti a ridosso del centro storico sui primi pendii disseminati di sentieri e percorsi panoramici ai musei e ai castelli sparsi un po’ ovunque, fino alla montagna vera e propria.

La passeggiata lungo il Talvera
La passeggiata lungo il Talvera

La cosa secondo me straordinaria di Bolzano è che dalla città si può facilmente scoprire i dintorni di montagna senza usare l’auto. Qui davvero sanno bene cos’è la mobilità sostenibile e soprattutto la mettono in pratica.

Grazie alla collaborazione con l’Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano ho potuto usare per tre giorni la Museomobilcard che dà diritto a viaggi illimitati con tutti i mezzi di trasporto e l’ingresso in oltre 80 musei e collezioni in Alto Adige. In Südtirol trasporto pubblico non significa soltanto bus e treni, ma anche trenini e funivie! E così, solo per fare un esempio, da Bolzano si raggiunge in bus la stazione della funivia dell’altopiano del Renon e da lì si visita tutta la zona tramite un trenino panoramico a scartamento ridotto. E questo è solo uno dei tanti itinerari che si possono fare dalla città alla montagna dimenticandosi l’auto per qualche giorno.

Ecco dieci cose che si possono vedere e fare a Bolzano senza usare l’auto.

La funivia del Renon
La funivia del Renon
Il trenino del Renon
Il trenino del Renon
La funivia del Colle
La funivia del Colle

10 COSE DA VEDERE A BOLZANO SENZA USARE L’AUTO

1. Le piazze e le vie del centro storico

La visita di Bolzano non può che iniziare da Piazza Walther, realizzata nel 1808 sotto il dominio bavarese. Nel corso degli anni ha cambiato diversi nomi e oggi è dedicata al poeta Walther von der Vogelweide la cui statua spicca dal 1889 al centro della piazza che con i bar, le caffetterie, le panchine e i tavolini all’aperto è il luogo per eccellenza di ritrovo degli abitanti e la cornice del noto Mercatino di Natale, il più antico d’Italia.

La via più famosa invece è quella dei Portici, il nucleo più antico della città, con i suoi edifici stretti ma profondissimi e su più piani, con botteghe e portici al pianterreno, cantine a due livelli nel sottosuolo, abitazioni ai piani superiori, magazzini dietro le botteghe e stalle nelle zone posteriori. Insieme alle vie parallele e alle piazze circostanti, questo è da sempre il fulcro commerciale di Bolzano. Piazza delle Erbe con la statua di Nettuno e i mercati, Piazza del Grano dove si trova la bellissima casa della Pesa, antica sede della pesa pubblica e oggi casa di numerose associazioni culturali. E soprattutto via dei Bottai, che inizia sul lato meridionale di Piazza del Municipio, probabilmente la mia preferita per il numero di eleganti palazzi molti dei quali con splendide facciate affrescate o decorate con eleganti insegne di ferro battuto: la strada è dedicata a quella che nel Medioevo era una delle corporazioni più potenti della città.

Affreschi su uno degli splendidi palazzi del centro storico
Affreschi su uno degli splendidi palazzi del centro storico
Piazza Walther
Piazza Walther
Via dei Portici
Via dei Portici

2. Le chiese di Bolzano

La scoperta delle numerose e importanti chiese di Bolzano inizia sicuramente da Duomo di San Nicolò, che spicca su piazza Walther con il suo maestoso campanile e la mole gotica della chiesa dedicata a Maria Assunta: dal 1964 è sede della diocesi di Bressanone-Bolzano.

Poco più avanti, in piazza Domenicani, è d’obbligo la visita alla Chiesa de Domenicani. Non fatevi ingannare dalla semplice facciata: è all’interno che questo edificio custodisce i veri tesori. In particolare, una delle cose imperdibili di Bolzano è la Cappella di San Giovanni affrescata dalla Scuola di Giotto, su modello della Cappella degli Scrovegni di Padova. Nella Cappella dei Mercanti sull’altare del 1642 spicca la pala della “Visione di Soriano” del Guercino.

Un altro edificio di culto interessante è il Convento dei Francescani, fondato nel XIII secolo. La chiesa risale al Cinquecento e custodisce l’altare ligneo a portelle della Natività di Hans Klocker, un gioiello dell’arte dell’intaglio ligneo scolpito e dipinto, mentre il chiostro con le arcate trilobate e il giardino sono del XIV secolo.

Il Duomo di San Nicolò
Il Duomo di San Nicolò
La cappella di San Giovanni nella chiesa dei domenicani
La cappella di San Giovanni nella chiesa dei domenicani
La chiesa dei francescani
La chiesa dei francescani

3. I musei di Bolzano

Il museo più noto di Bolzano è senza ombra di dubbio il Museo Archeologico dell’Alto Adige perché ospita Ötzi, la più antica mummia naturale mai ritrovata al mondo. Trovato nel 1991 su un ghiacciaio in alta val Senales ed esposto dal 1998 nel museo, l’Uomo venuto dal Ghiaccio, insieme ai suoi indumenti, è diventato da subito l’attrazione numero uno di Bolzano.

A pochi passi si trova il Museo Civico che espone una ricca raccolta di reperti archeologici, testimonianze dell’arte medievale, gotica e barocca, costumi del XIX secolo e oggetti tradizionali della cultura popolare tirolese.

Tutti i musei principali si trovano a pochi passi all’interno del centro storico. In via Bottai si trova il Museo di Scienze Naturali che ha sede nell’ex palazzo di Massimiliano I, in via Argentieri il Museo Mercantile con un fastoso salone d’onore, l’antica sala delle udienze e le cantine medievali. Merita una visita anche il Museion, Museo di Arte Moderna e Contemporanea, inaugurato nel 2008, che in un futuristico cubo con facciate trasparenti di vetro propone un ventaglio di mostre permanenti e temporanee sulle ultime tendenze dell’arte di oggi.

Una sala del Museion
Una sala del Museion

4. I mercati cittadini e il vino

Bolzano è una città di mercati. Alcune strade e piazze ospitano quotidianamente mercati di ogni genere, in altri casi i mercati si svolgono soltanto in alcuni giorni della settimana o del mese. Tra i principali ci sono i mercati ortrofrutticoli, fiori e alimentari di piazza delle Erbe (ogni giorno tranne la domenica) e di via cassa di Risparmio con l’ortofrutta dal lunedì al venerdì mattina. Altri mercati di frutta, verdura, alimentari, abbigliamento e oggetti vari per la casa si svolgono il lunedì in piazza Don Bosco, il martedì in via Piacenza, il giovedì in piazza Matteotti, il sabato in piazza della Vittoria. Tutto l’anno ci sono poi i Mercati dei contadini il martedì in piazza Mazzini, il venerdì in piazza Municipio e il sabato in piazza Matteotti. In piazza del Grando ogni primo fine settimana del mese si svolte il mercato dell’artigianato e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo.

Bolzano è anche un’importante città del vino con quasi trenta cantine private e una sociale. Lagrein e Santa Maddalena, i due vini rossi per eccellenza di Bolzano, sono le icone di una antichissima e resistente tradizione. Per qualche ora, dunque, dismettete la tenuta dell’escursionista e concedetevi una pausa stilosa nella corte interna di Palais Campofranco, su piazza Walther, su cui si affacciano ristoranti, bar, caffetterie e negozi. È il posto perfetto dove assaggiare alcuni dei migliori vini dell’Alto Adige. Al centro della corte si erge un enorme Ginkgo biloba, donato dalla principessa Sissi allo zio, e all’epoca padrone di casa, l’arciduca Enrico d’Asburgo. Il maestoso albero è sopravvissuto a ben due guerre mondiali e secondo il Guinness dei Primati è il più grande al mondo.

Il mercato dei fiori in piazza delle Erbe
Il mercato dei fiori in piazza delle Erbe
Vini altoatesini al Palais Campofranco
Vini altoatesini al Palais Campofranco
I mercati del centro
I mercati del centro

5. Il quartiere Don Bosco e i monumenti italiani

Prima di arrivare al quartiere Don Bosco, vale la pena andare alla scoperta di alcuni monumenti e architetture realizzate durante il regime fascista, dopo che il Sud Tirolo fu annesso all’Italia al termine della prima guerra mondiale con il trattato di San Germain. Il monumento più famoso e importante è il Monumento alla Vittoria che si trova subito dopo il ponte del Talvera ed è stato costruito dal regime fascista dal 1926 al 1928 su progetto di Marcello Piacentini, prendendo a modello gli archi di trionfo romani. Dal 2014 il, monumento ospita il percorso espositivo “BZ ’18-’45 – Un monumento, una città, due dittature” che ripercorre le vicende locali, nazionali e internazionali e la storia della città in quel particolare periodo storico. È una storia ancora gran parte sconosciuta agli italiani e vale la pena fermarsi a riflettere sulle conseguenze che ha avuto in questo territorio. Alle spalle del monumento si trova un parco e una piazza con altre architetture di stile razionalista, che si possono notare anche in altre zone della città. In un grande bassorilievo in travertino che orna il Palazzo del Tribunale si può vedere l’unico monumento a Mussolini ancora conservato in Italia. Sopra il rilievo fascista, che riporta il motto “credere, obbedire, combattere”, dal 2017 un’installazione luminosa cita la frase di Hannah Arendt, in italiano, tedesco e ladino: “Nessuno ha il diritto di obbedire”.

Il quartiere Don Bosco nasce a metà degli anni Trenta del Novecento per volere del governo fascista per ospitare le famiglie operaie italiane che lavoravano nella zona industriale della città. Ancora oggi qui si può fare un viaggio nella memoria di quegli anni. La vita del quartiere emerge percorrendo via Milano, via Palermo e via Sassari: da queste parti tutte le strade hanno i nomi di città italiane. La zona è stata ristrutturata negli anni Sessanta e Settanta e ancora oggi ci sono tanti negozi e ristoranti in stile italiano.

In via Sassari c’è il Cubo Garutti, un’installazione di arte moderna inaugurata nel 2003. Al numero 11 di via Bari si può invece vedere la Casa Semirurale, uno dei pochi esempi ancora esistenti a Bolzano delle centinaia di case semirurali costruite negli anni Trenta e demolite negli anni Ottanta per fare posto a costruzioni con maggiore densità abitativa. La casa ospita un percorso espositivo con fotografie, filmati, mappe e la narrazione di storie di vita quotidiana di quell’epoca. Il quartiere delle Semirurali era formato da centinaia di casette uguali disposte in fila che accoglievano la forte immigrazione italiana imposta dal regime fascista per contribuire all’italianizzazione del Sud Tirolo con operai che lavorano nella nascente zona industriale.

In direzione di via Resia, infine, si arriva a quello che rimane del Lager di transito di Bolzano, attivo dall’estate del 1944 al 3 maggio del 1945 e nel quale passarono circa 11mila persone: era una tappa di transito verso i campi di sterminio nazisti da cui molti di loro non fecero più ritorno. Oggi a testimonianza di questa terribile pagina di storia subita da Bolzano rimane il muro di cinta. Il Passaggio della Memoria ospita un museo a cielo aperto che racconta la storia del lager. Dal 2019 un’installazione multimediale formata da lastre di vetro mostra a rotazione i nomi degli 11mila deportati. Per terminare il giro in modo più rilassante si può fare una passeggiata lungo il fiume Isarco e scaricare l’applicazione Taste of Italy per trovare i ristoranti dove andare ad assaggiare le eccellenze delle cucine regionali italiane.

Il Monumento alla Vittoria
Il Monumento alla Vittoria
Architettura del periodo fascista
Architettura del periodo fascista
Il palazzo dell'Istituto nazionale delle Assicurazioni
Il palazzo dell'Istituto nazionale delle Assicurazioni

6. La passeggiata Sant’Osvaldo

Al termine della passeggiata sui prati del Talvera, arrivati al ponte di San’Antonio, se si gira a sinistra si va verso Castel Roncolo, se si gira a destra invece si imbocca la passeggiata di Sant’Osvaldo.

Salendo dolcemente per circa 20 minuti si può ammirare tutto il centro di Bolzano dall’alto, percorrendo uno splendido sentiero che attraverso ville, castelli e vigneti e scendendo poi fino a via Sant’Osvaldo da dove si può rientrare nel centro storico. Calcolate circa un’ora per l’intero percorso.

La passeggiata venne realizzata nel 1908 e prolungata fino a Santa Maddalena nel 1937. L’opera fu finanziata grazie a un lascito dell’ingegner Karl Ritter von Muller, ricordato sulla passeggiata con un monumento.

Passeggiata Sant'Osvaldo
Passeggiata Sant'Osvaldo
Passeggiata Sant'Osvaldo
Passeggiata Sant'Osvaldo
Passeggiata Sant'Osvaldo
Passeggiata Sant'Osvaldo

7. La passeggiata lungo i prati del Talvera fino a Castel Roncolo

Attraversando il ponte Talvera il colpo d’occhio è notevole: i prati del Talvera sono il polmone verde della città e ai lati del torrente si snodano piste ciclabili, sentieri, aree relax, campi giochi e campi sportivi. La passeggiata si snoda tra aiuole fiorite, piante subtropicali o alberi ad alto fusto. L’idea di questo percorso fu dell’ingegner Michele Lettieri che insieme ai suoi studenti realizzò questa splendida area.

La passeggiata costeggia lo scenografico Castel Mareccio, uno degli scorci più suggestivi della città con sullo sfondo le colline di Santa Maddalena e il Catinaccio. Le antiche mura del castello spiccano da un vigneto di Lagrein. Ristrutturato negli anni Ottana, oggi il castello è centro congressuale e ospita ogni anno la Mostra dei Vini dell’Alto Adige.

Più avanti, nei pressi del ponte di Sant’Antonio, un sentiero conduce a Castel Roncolo, il maniero illustrato famoso per il suo prezioso ciclo di affreschi profani medievali, il meglio conservato e più importante dell’arco alpino. La sua prima citazione risale al 1237: è stato voluto dai fratelli Vanga e successivamente ceduto ai Vintler. Affrescato con scene di vita di corte, danze, tornei cavallereschi, scene di caccia e pesca in stile gotico internazionale, di particolare pregio è il ciclo di Tristano e Isotta.

Prati del Talvera
Prati del Talvera
Castel Mareccio
Castel Mareccio
Castel Roncolo
Castel Roncolo

8. Il quartiere Gries e la passeggiata del Guncina

Il quartiere di Gries sembra un villaggio a sé stante all’interno della città, un antico borgo circondato da vigneti. Annesso a Bolzano nel 1925 con il progetto piacentiniano, Gries fu il luogo di villeggiatura di numerose personalità durante il periodo austro-ungarico per poi decadere con la prima guerra mondiale. Su piazza Gries si trova il Convento dei Benedettini di Muri, fino al 1845 monastero agostiniano. La chiesa barocca ospita affreschi di Martin Knoller e la torre campanaria la campana più grande dell’Alto Adige. Il complesso accoglie anche un bel vigneto con annessa cantina.

Vicino alla piazza, su una piccola altura, sorge la Vecchia Parrocchiale di Gries, la Chiesa di Nostra Signora, in stile gotico: vale la pena entrarci per ammirare un capolavoro del gotico tirolese, l’altare a scrigno di legno scolpito e dipinto nel 1475 da Michael Pacher. All’esterno c’è un antico cimitero.

Da qui si può ammirare anche una bella distesa di vigneti, prima di imboccare a breve distanza la passeggiata del Guncina, tracciata a fine Ottocento, dedicata all’arciduca Enrico d’Asburgo, una delle icone botaniche della città. La serpentina sale dolcemente alle spalle della Vecchia Parrocchiale di Gries, adornata da una splendida vegetazione mediterranea con palme, agavi e oleandri, unica per queste altitudini. Il panorama che si gode dal sentiero è stupendo: si vede tutta la città dall’alto, fino alle Dolomiti e all’Oltradige. Lunga circa 3,5 chilometri per un dislivello di circa 200 metri, si percorre in un’ora e mezza. Arrivati al termine della passeggiata è possibile attraversare la strada di San Genesio e proseguire lungo la passeggiata del rio Fago, scendere la gola e ammirare la cascata, per poi rientrare sui prati del Talvera.

Panorama dal sentiero del Guncina
Panorama dal sentiero del Guncina
Vista della parrocchiale di Gries dal sentiero del Guncina
Vista della parrocchiale di Gries dal sentiero del Guncina
Altare della parrocchiale di Gries
Altare della parrocchiale di Gries

9. L’altopiano del Renon in funivia e trenino

Posto a mille metri sul livello del mare, il Renon viene definito l’altopiano del sole, un luogo di eccezionale bellezza con panorami mozzafiato in ogni stagione, circondato dalle Dolomiti. Sul Renon ci si può arrivare in auto ma è molto più comodo e più bello arrivarci in funivia da Bolzano.

La funivia del Renon, che collega Bolzano con Soprabolzano in 12 minuti, è un modello di trasporto pubblico a livello internazionale, con partenze ogni quattro minuti. La stazione di Bolzano si raggiunge facilmente dal centro con il bus n.8, dalla stazione dei treni dista invece pochi minuti a piedi. Arrivati a Soprabolzano, villaggio a 1.221 metri, è possibile proseguire il giro dell’altipiano sul trenino del Renon che arriva fino a Collalbo e compie sette tappe intermedie (Linzbach, Rinner, Costalovara, Stella, Colle Renon, Ebenhof e Weidacher), attraversando vasti prati e offrendo una visuale su masi e bellissimi scorci sulle Dolomiti: il, tratto è lungo 6,8 chilometri e viene effettuato in 18 minuti. I treni partono circa ogni mezz’ora dalle 10 alle 19.

Sull’altopiano del Renon si possono fare tantissime cose, ci sono numerosi sentieri di diversa difficoltà e molti villaggi caratteristici da visitare. Se avete poco tempo, una cosa curiosa assolutamente da non perdere sono le Piramidi di terra di Monte di Mezzo, il Mitterberg Nel territorio di Longomoso si può ammirare questo curioso fenomeno geologico: si tratta del frutto dell’erosione che ha modellato colonne o coni di detriti morenici depositati nel periodo della glaciazione. In cima alle colonne, alte fino a 20 metri, si trova una sorta di cappello di pietra che ha protetto dall’erosione il sottostante materiale argilloso, dando vita a queste sculture naturali. Dalla stazione di Collalbo in poco meno di tre chilometri si giunge alle piramidi di terra con una piacevole camminata in direzione Longomoso.

Uno dei tanti splendidi panorami dalla funivia del Renon
Longomoso
Longomoso
Le piramidi di pietra a Longomoso
Le piramidi di pietra a Longomoso

10. Colle in funivia

A 1.136 metri di quota, il polmone verde del Colle regala grandi panorami da sud sulla conca di Bolzano e sui monti che la circondano, fino ai ghiacciai del Cavedale e alle Dolomiti. Qui si trovano una chiesetta e una bella baita alpina e ci sono innumerevoli passeggiate e sentieri da percorrere. Un paio di ristoranti completano l’offerta di questo bellissimo punto panoramico.

Si raggiunge agevolmente con la funivia del Colle è la più antica al mondo per il trasporto delle persone. Realizzata da Josef Staffler, che intuì le sue straordinarie potenzialità per il turismo, venne inaugurata il 29 giugno 1908. Collega Bolzano a Colle in sette minuti. La stazione a Bolzano si trova alle spalle della stazione ferroviaria e si raggiunge con il bus n.6 o n.9.

Baita di Colle
Baita di Colle
Panorama da Colle
Panorama da Colle
Chiesetta di Colle
Chiesetta di Colle

DOVE DORMIRE

Hotel Trattoria Hofer – Bolzano

Nel quartiere Don Bosco, in mezzo a una zona residenziale, l’Hotel Hofer è undue stelle che è anche trattoria, è un’opzione economica e funzionale. Le camere sono semplici ma pulitissime e funzionali. Nel prezzo è compresa la colazione e il parcheggio, indispensabile a Bolzano dove tutti i parcheggi sono a pagamento e molto cari.

La colazione sia dolce sia salata è ottima e viene servita nella sala che nel resto della giornata ospita la trattoria: non ho avuto modo di assaggiare la cucina ma ne ho sentito parlare molto bene.

Nel prezzo è compresa anche una card gratuita per i trasporti che il proprietario vi consegnerà all’atto del check-in e che vi permetterà di girare Bolzano senza usare l’auto. A pochi passi dall’hotel passa il bus n.3 che in pochi minuti conduce in centro, nei pressi del duomo di San Nicolò o del ponte sul Talvera. Dopo le otto di sera c’è il bus n.35 che fa un giro molto simile.

La mia camera all'hotel Hofer
La mia camera all'hotel Hofer
Giornalista, blogger e autrice di guide di viaggio, non riesce ad immaginare una vita senza viaggi per scoprire nuovi luoghi e conoscere culture diverse. Ama l'arte, la natura, la fotografia, i libri e il cinema. Appassionata di Balcani e di Europa dell'Est, di Medio Oriente e Sud Est asiatico, spera di riuscire a vedere tutto il mondo possibile.

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